Diplomazia a corte

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"Vanjan, voi non dovete avere paura." gli aveva detto Valerius, prima della missione.

"Re Gregoire è completamente pazzo." aveva risposto lui. Era già da un pezzo oltre quell'età in cui si cerca di nascondere la paura. La paura fa parte delle cose che ti tengono in vita, lo aveva imparato fin troppo bene.

"Ma la nostra azione diplomatica è legittima e lui non getterà tutto all'aria. Ha ancora bisogno della sua corte."

Era un pensiero sensato, nemmeno Re Gregoire era il monarca assoluto che credeva di essere. Intorno a lui, tutti i parassiti che volevano sopravvivergli frenavano quotidianamente i suoi intenti più folli e chiunque l'avesse manovrato fino a quel giorno... bhe, continuava a farlo.

Ma non era solo quello il cruccio di Vanjan. Vanjan, si vergognava ad ammetterlo, era più preoccupato dalle storiacce che correvano tra i soldati sulla sua nomina ad ambasciatore. Quel sospetto che Valerius fosse in qualche modo geloso di lui, per aver combattuto fianco a fianco con Francine nella maledetta battaglia della Morte Rossa. Era un'idiozia, un discorso del genere, ma come esserne certi? La mente di Valerius era un labirinto per tutti e tutte le volte che incrociava Francine c'erano più scintille che ad avviare un Arabesque. Ottenebrato dalla gelosia? Ossessionato dalle notevoli tette della grande guerriera? C'erano dubbi che Valerius fosse l'una o l'altra cosa. Ma sul fatto che, a suo modo, fosse pazzo, c'era più di una conferma.

Ma forse aveva ragione Valerius, visto che Vanjan avanzava per la sala del trono, nella sua uniforme ripulita, con tutte le insegne reali strappate in sfregio alla corona. Eppure era evidente che il re, assiso sul trono, ribolliva di una rabbia animale. "Per quale motivo dovrei ascoltare quello che ha da dirmi quella troia?" sbottò a un certo punto, mentre lui ancora avanzava, non ancora in posizione per chiedere udienza.

Si snodò in qualche modo la lingua. "Le truppe della Spada Immacolata di Francia e le vostre si sono affrontate in battaglia. Le truppe della Spada Immacolata hanno vinto. Credo sia legittimo trattare."

"E magari" continuò esasperato re Gregoire "trovare cosa sia rimasto di immacolato in quella puttana, a furia di fottersi la mia soldataglia per portarla dalla sua parte!"

Vanjan non reagì, a suo modo aspettava qualcosa del genere. Forse un registro meno colorito, ma tutto sommato la sostanza c'era. Un uomo si avvicinò al monarca, gli bisbigliò all'orecchio, lui si calmò, anche se con sforzo. "Siete arrivati qui combattendo. Che ci guadagnereste a smettere?"

Si, su quello era preparato. "La prossima battaglia, maestà, sarebbe inevitabilmente a Parigi. E sappiamo come ridurrebbero i myrmidon questa città. Nessuno vuole che Parigi sia distrutta."

"Con quello che c'è in gioco vi preoccupate di Parigi... Parigi..." Lo sguardo di re Gregoire parve saettare oltre Vanjan. Lì, in quel punto indefinito, parve vedere qualcosa che gli piacque, al punto da farlo sorridere. "Andate a riposarvi, ambasciatore" ordinò "lasciateci riflettere su come intavolare la discussione con voi. Capirete che abbiamo bisogno di tempo."

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