Follia

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Le ottoniere di Francine e del suo nuovo nemico erano abbastanza vicine perché la distorsione elettromagnetica data dalle esplosioni non interferisse. Così Francine non ebbe solo la sgargiante livrea del suo avversario a ricordarle il suo recente, terribile passato, ma anche la voce del suo pilota, esattamente quella voce, beffarda e irridente, priva di rispetto: "Pensavo di lasciare questo luogo compiuta l'opera. Ma poi sono stato curioso di vedere chi sarebbe accorso."

Lei strinse i denti. "Tu sei morto."

"Era il rogo di entrambi, Spada Immacolata di Francia. Se io sono morto, sei morta anche tu."

"Possiamo facilmente scoprirlo!"

Francine spinse il Daikatana al massimo della sua potenza contro il nuovo nemico. Quello che la preoccupava maggiormente del myrmidon che aveva davanti era il fatto che avesse una struttura curiosa, un torace particolarmente tondeggiante, con una postura leggermente piegata in avanti, che gli dava forse minor stabilità, ma rendeva difficile arrivare alle sue gambe. Francine era decisa, nonostante tutto, a fare un affondo completo, così da spezzare in due con un colpo la macchina, ma un secondo prima di colpire vide guizzare da dietro la schiena del gigante di ferro una lama, pronta a calare su di lei. Frenò il Daikatana per togliere lo spazio alla nuova minaccia e la deviò con la sua spada.

"Myrmidon Asylum, Spada Immacolata. Impone la sua straordinaria logica!"

Asylum aveva un terzo braccio che gli sorgeva direttamente dalla schiena. Mentre le due braccia principali erano armate di artigli simili a quelli dei Konsole tedeschi, il terzo arto finiva in una lama sottile e appuntita, tanto da farlo apparire, più che un braccio, come una coda di scorpione. Come se non bastasse sembrava autonomo, infatti continuava a muoversi, come per tenere sotto tiro il suo avversario.

"Accetta di essere PAZZA, Santaroche!"

L'Asylum avanzò. Il suo torace bulboso nascondeva due mitragliatrici le cui bocche da fuoco spuntavano dai lati del petto. Erano armi inusuali su un myrmidon perché proiettili di calibro così piccoli raramente riescono a ferire una macchina, ma quando entrambe cominciarono a tuonare, Francine sentì il Daikatana destabilizzarsi. L'impatto dei proiettili era tale che la ragazza si lasciò scivolare in un vicolo, lontano dalla sua traiettoria, temendo per l'incolumità del suo mezzo.

Asylum non aveva fretta. Spense le sue armi e attese. Intanto, intorno al loro campo di battaglia, l'aria era sempre più rovente e le fiamme più alte. La pietra stessa, bollente, pareva risplendere di luce propria.

"Cosa ti accade, Spada Immacolata? Il tuo nuovo giocattolo non ti basta già più?"

Francine sbucò dal vicolo a massima velocità. Aveva calcolato al buio la posizione del suo nemico quindi sterzò senza neanche sincerarsi di dove si trovasse. Purtroppo aveva sbagliato di alcuni metri e aggiustare con la lama non bastò. Il suo fendente calò troppo prevedibilmente e troppo a lato, la Morte Rossa schivò e riprese con le mitragliatrici.

Questa volta, sentendo i proiettili sulla schiena, Francine temette realmente per la sua vita e si girò su sé stessa, dando fondo alle energie dei giroscopi della macchina. Stese quindi la spada davanti a sé e la lama si accese di scintille, fermando la pioggia di fuoco.

Francine guardava il suo nemico e vedeva la guerra. Guardava intorno a sé e vedeva il rogo che meritava. Non aveva nessuna responsabilità. Non aveva nessuno da tutelare. Aveva solo la sua battaglia, il suo odio e le sue cicatrici.

"Fino alla fine." disse, ma con l'ottoniera spenta, solo a sé stessa. "Fino all'inferno."

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