I nove commissari

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Reika chiuse gli occhi un momento, quando li riaprì le immagini tremolanti dei nove commissari erano davanti a lei. I nove commissari erano un'istituzione che aveva creato lei, nove commissari, uno per ogni provincia della Germania. Mutanti abbastanza potenti da esserle utili e abbastanza desiderosi di potere da esserle fedeli, così fedeli da accettare la comunione con lei, il più saldo legame mutante possibile, il legame che precludeva il tradimento.

I commissari erano figure politiche, ma non le aveva pubblicizzate troppo. Le erano serviti per prendere potere nella nazione, smontare pezzo per pezzo il regno del kaiser e spegnere negli occhi di tutti l'immagine della regina Anna. Che se l'immaginassero tutti in mezzo ai boschi, vestita di stracci a cacare tra i cespugli, chiunque guardava a Berlino doveva aver ben presente che lì invece c'era Reika, l'emissario della Francia.

L'eredità di un re morto.

Uno dei commissari era qualcosa di più di una figura politica, era quello che presiedeva la provincia in cui si trovava la foresta nera dove i ribelli si erano nascosti. Quel commissario non era politico, ma militare, era il comandante in capo che presiedeva alla grande caccia. La metà dei myrmidon prodotti nelle fabbriche tedesche cadevano automaticamente sotto il suo comando.

Lei comunque in quel momento li guardava da eguali. "E' deciso." annunciò.

Attesero tutti che si spiegasse sebbene i suoi pensieri erano nitidi, evidenti. Li fece parole solo per dare ufficialità alla cosa. "La regina Anna è dichiarata in fuga, la dinastia decaduta. Gli elettori di Germania si affideranno a me per il comando della nazione e saranno loro a legittimarmi, non più la Francia."

"Con quale titolo salirete al potere?" chiese uno dei commissari.

"Cancelliere. Anche se il ruolo verrà pesantemente riscritto."

Un altro commissario brillava quasi di preoccupazione. "Saremo soli."

"Di fatto lo siamo già."

"E quale linea terremo riguardo la guerra?"

Reika cercò di sopprimere i propri pensieri, non voleva che vedessero le immagini che aveva in testa. Il loro comportamento in guerra dipendeva ormai da un uomo solo, un uomo che aveva avuto tra le mani e che gli era sfuggito a causa di un soldato imbecille e una troietta innamorata: Valerius Demoire.

"Al momento l'unica guerra che dobbiamo combattere è contro i ribelli." sentenziò "Ma se le altre nazioni crederanno di poter violare i nostri confini scopriranno la forza del nostro esercito."

Tutti i commissari apparivano soddisfatti, tranne uno. Era il più maturo di tutti, era un uomo che non aveva rivelato le sue capacità per anni, persino con il clima permissivo che si era creato con l'avvento della regina Anna. Un nobile che con le doti mutanti e la sua intelligenza aveva guadagnato negli anni smisurato potere. Tanto che Reika aveva considerato più sicuro tenerlo vicino a sé. Concentrò i suoi pensieri su di lui. "Potete esprimervi liberamente nella comunione conte Von Bismark."

La faccia di Bismark era immobile, nascosta sotto la folta barba. "Perché credete che sia così centrale la figura di Valerius Demoire?"

Reika fremette. I suoi pensieri! Che teneva celati a tutti! Lui li vedeva con tale facilità! E se ne vantava di fronte all'assemblea! "Verrà il giorno di parlare di Valerius Demoire." ammise "Ma non è oggi."

E a quel punto le sue vibrazioni mentali si fecero così pungenti che tutti si sentirono indotti a interrompere il collegamento telepatico.

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