Il cliente dell'Encantada

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Rogoberto de Seuze non amava la stanza del suo cliente, nel cuore della nave, perché era l'unica su cui non comandava. L'unico oblò disponibile, poi, era stato coperto con una pesante tenda perché Il cliente aveva detto che i suoi occhi anziani si affaticavano con facilità, così, sebbene fosse pomeriggio, erano pochi i raggi di sole che penetravano e permettevano di vedere.

Si potrebbe pensare che il cliente di Rogoberto de Seuze fosse un uomo arcigno e scontroso, ma non era così. La sfortuna aveva fatto si che la sua vecchiaia fosse priva di energie, ma la sua mente era brillante e la sua conversazione vivace. Era un uomo pronto alla battuta e divertente.

Era Rogoberto il problema. Abituato alla guerra e alla vita di mare, sempre rammaricatosi di non aver potuto studiare, come invece il suo fratello medico, provava sincera vergogna a confrontarsi con lui, i tentativi del vecchio di stuzzicare la sua intelligenza e di sfidarlo intellettualmente valevano come sale sulle ferite del suo passato di bifolco.

Per cui, per proteggersi, Rogoberto diventava terribilmente formale. "Abbiamo preso contatto con la gente di Valerius Demoire." annunciò.

L'uomo mise giù il libro che stava leggendo. "Finalmente, questo viaggio mi ha quasi ucciso."

"Ma c'è un problema."

"Bhe, non ne sono stupito..."

"Due navi di pirati turchi intorno all'isola. Stanno cercando di assaltare la fortezza di Valerius."

Il vecchio sorrise. "Pirati... significa che dovremo scoprirne i dettagli. Non sono acque da pirati turchi queste. Quindi sai cosa significa, mio buon Rogoberto."

Lui annuì. Almeno quando si parlava di guerra poteva farsi valere. "Uno dei nemici di Valerius. Ma quale?"

Il vecchio passò una mano sul libro che stava leggendo, come accarezzandolo. "Immagino lo scopriremo..."

"Sono molto ostili, sembra."

"E io non ho pagato una nave da guerra solo per la comodità delle sue cabine, no?

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