Troppo vento

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Francine era riuscita, chissà come, ad arrivare al camminamento lungo le mura del castello. In qualche modo pensava che il troppo vento e il freddo avrebbero tenuto Darwin lontano da lei, almeno per un po', per cui passeggiava semplicemente su e giù, riflettendo, stringendosi nei suoi vestiti.

Curiosamente sentì un senso diffuso di sollievo nel vederle venire incontro Arcadio. Decise di prenderlo in contropiede e impedirgli di portarla su argomenti che la infastidivano. "Come sta il nostro comune amico con la faccia di latta?" chiese.

Arcadio stette al gioco. "I suoi piccoli giochetti sono andati tutti a buon fine. L'ho lasciato felice e contento in cerca di altri disastri da causare."

"Bisogna pur averlo uno scopo nella vita, no?"

Arcadio arrivò vicino a Francine, Francine si aggrappò ai merli del castello. "A volte penso che non sarei dovuta partire. Rimanere là, farmi ammazzare, forse era questo quello che veramente volevo."

"Proprio lei? Ne è sicura? Così giovane? Così bella? Così piena di energie?"

"Energie per fare cosa?"

Rimasero in silenzio, poi Arcadio tossì, perché non era uomo da sottotesti e discorsi sotterranei, non era uomo da non detto. Non era il suo campo. "Me lo chieda, trovi il coraggio."

"Chiederglielo? Chiederlo a lei? E cosa può saperne?"

"Ha bisogno di chiederlo a qualcuno."

Francine si accorse che la manica della sua uniforme era un po' salita, scoprendo la pelle avvizzita, la tirò giù. "E' veramente colpa mia se Germaine è morta?"

"Germaine era una ragazzina straordinaria, a suo modo. Certo è stata in balia degli eventi, ma possedeva una incredibile forza, dentro di sé."

"Non mi aiuta a sentirmi meglio."

"Quello che voglio dire è che Germaine sarebbe arrivata dove voleva, in un modo o nell'altro, la sua forza andava al di là di quello che noi tutti avremmo potuto fare. Si è lanciata tra le braccia di Valerius perché era quello che voleva e quando la guerra si è messa in mezzo ci si è gettata contro, convinta di poterla passare da parte a parte. Ma non c'é riuscita. Questo è accaduto a Germaine e lei non c'entra. Non è condannata a combattere per tutti, Francine."

Francine si strinse le braccia al petto, improvvisamente c'era troppo vento anche per lei. "No, non è servito chiederlo, questa volta non aveva ragione. Bhe, può capitare anche a quelli come lei."

"Anche Valerius sa che non è colpa sua."

Quella frase, detta quasi a tradimento, mentre lei si stava per rassegnarsi al suo destino, colpì Francine talmente profondamente che le strappò un gemito e le riempì gli occhi di lacrime. Se li sfregò con le mani con un gesto infantile. "Maledetto vento..."

"Valerius Demoire è un uomo incapace di comprendere il prossimo e quindi è incapace di comunicare cosa prova. Molto spesso tiene tutto dentro di sé, ma quando prova a esternare, sbaglia a parlare. Ma è troppo intelligente per cercare un capro espiatorio per quello che accade. Aveva bisogno di sfogarsi perché l'unica cosa che spaventa davvero Valerius è di essere LUI, colpevole di tutto. E per continuare nella sua opera deve fare qualunque cosa per tenere lontana la paura."

Per Francine ormai c'era troppo vento, troppo freddo, troppe lacrime. Sentiva le sue cicatrici bruciare e le guance ancora più in fiamme. Ma sorrise, perché Arcadio Martellone meritava un sorriso, anche se non aveva completamente smesso di guardarle le tette. "Siete un incredibile ingegnere inverso, Arcadio. E se posso accettarlo per le macchine, non mi spiego la sua inclinazione per gli uomini."

"Oh per quell'inclinazione, Francine, bisogna essere straordinariamente intelligenti anche dopo essere diventati straordinariamente vecchi."

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