Costruttore d'armi

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Tacquero tutti un attimo tanto che il lieve sibilo delle macchine che tenevano in vita Gerusalemme divenne perfettamente udibile. Crocifisso, Pugnale e Compasso, tutti e tre combattevano per Valerius Demoire, tutti e tre avevano rischiato la vita per Valerius Demoire, ma chi si fidava veramente di lui? Nessuno.

Joho si defilò, sapeva bene che quella discussione non lo riguardava, non era una discussione che potesse comprendere la sua razza. La scelta che aveva fatto il suo clan era di pace e ora si sarebbero svolti dei discorsi di guerra.

"Noi pensavamo di essere venuti a Praga per trovare Gerusalemme" spiegò Francesco Pupo "ma voi ci aspettavate per ben altro."

Il Duca si ergeva orgoglioso. "Quando questa guerra sarà finita da questo luogo rinascerà la nostra nuova civiltà. Io devo proteggerlo e altrettanto dovrete fare voi."

"Oppure la guerra non sarà mai finita finché questo luogo esisterà." concluse Guglielmo.

"Questa comunità è assolutamente pacifica! Cosa c'entra con tutto il resto?"

Maschera di Ferro si avvicinò a un tappeto di muschio particolarmente folto che riluceva quasi da fare male agli occhi. Non arrivò ad accarezzarlo, ma le sue mani vi ondeggiarono sopra per creare giochi di ombre. "Valerius non vuole vincere una guerra, lui è votato allo sterminio."

"E' quello a cui sono votati i suoi nemici." disse Harshel. "In questo non posso biasimarlo. I clan che vogliono conquistare la superficie vogliono liberarsi completamente dell'uomo e hanno ampiamente dimostrato di non avere rispetto per la vita umana. Non nego questo, ma questa gente è diversa, questa gente ha subito le stesse angherie che hanno subito le nazioni d'Europa e del mondo."

"Valerius Demoire non è un costruttore di civiltà." fu costretto a concludere a malincuore anche Arcadio "E' un costruttore d'armi."

L'atmosfera era greve, ma, quel che è peggio, paralizzante. Tutti cercavano di esporre un piccolo pezzo di realtà senza cercare soluzione. Tutti tranne Francesco Pupo. "Anche Santa Romana Chiesa potrebbe interrogarsi su un luogo del genere. Ovviamente non ha ancora dovuto pronunciarsi sui rettiliani, ma lo farà e non posso sapere quale sarà la sua sentenza." L'inquisitore diceva queste parole senza sentirle risuonare dentro di sé. Da quando Alfredo Colonna era morto anche il suo legame col Vaticano si era fatto labile. Non sapeva più a cosa obbedire, i principi che aveva sempre seguito erano diventati così effimeri che non trovava sensato rivolgersi verso di loro. Quanti dei suoi attuali alleati avrebbe dovuto uccidere secondo quei principi?

"Sapete solo distruggere!" lo rimbrottò Arcadio.

"Al contrario"  continuò il prete "so solo valutare la situazione. Una situazione che richiede dei sacrifici."

"Sacrifici." ripeté solo Harshel. Joho ascoltava attento in un angolo e fremette.

"Non abbiamo bisogno di tutto questo ora, non mentre ancora infuria la guerra con Mosca" concluse Francesco Pupo Torvergata. Proprio lui, l'inflessibile, si era fatto maestro del compromesso solo perché l'estensione di ciò che era capace di fare era tale per permettergli di vedere più soluzione. "La vostra salvezza però va pagata con moneta di sangue."

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