Le ombre

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Il calice volò da un lato all'altro della sala e si schiantò su una colonna, ma Rasputin aveva avuto il buon gusto di aspettare che il soldato se ne fosse andato prima di tirarlo quindi non c'era nessuno a vederlo. Il monaco sedeva al posto che era stato occupato dallo zar nella stanza da pranzo, ma non aveva niente davanti. Violava raramente il suo continuo digiuno, ingerendo giusto il necessario per rimanere in vita.

Le ombre, dietro di lui, ribollivano, fece chiudere le porte alle sue sentinelle per non essere disturbato.

"L'esercito dei tunguska è perduto. Una volta che quei bastardi lo hanno mandato in rotta hanno cominciato a dare la caccia ai sopravvissuti con la loro maledetta aeronave per annientare i superstiti, non so quante macchine recupereremo. E non è nemmeno il problema più grave."

"Rivoluzione." articolò lentamente qualcosa nel buio.

"Decenni di malgoverno Romanov ci stanno ricadendo addosso. La gente di Russia ha avuto fame da molto prima di questa maledetta guerra e ora hanno trovato la forza di alzare la testa. La metà delle province si stanno unendo contro di noi. Già solo tenere Mosca necessita ingenti sforzi."

Qualcosa, un artiglio, si appoggiò sulla spalla del prete, qualcosa di terribile di cui lui aveva smesso di avere paura. Santi, demoni, peccatori... era andato oltre tutto quello molto tempo prima e adesso si vantava di essere pronto a qualsiasi tormento fosse in serbo per la sua anima. 

"Valerius Demoire." scandì l'essere.

"Beh, a questo quesito c'è una risposta semplice. Presto sarà qui."

"Combattere."

Rasputin si alzò e guardò dentro le ombre. Un'intera ala del palazzo era stata sgomberata da ogni soldato, servitore o abitante così che i rettiliani potessero prenderne possesso in pianta stabile. Lui si occupava di garantire i loro spostamenti anche in tutte le altre zone dell'edificio quindi si poteva dire che la sede degli zar era completamente infestata. Nonostante questo le creature si ritraevano da qualsiasi attività, timorose. Le aveva adorate come divinità, aveva creduto che custodissero i segreti della vita, ma condurre quella guerra assieme a loro aveva fatto sì che il mito che rappresentavano andasse in frantumi ai suoi occhi. Avevano speso tutto il tempo della Seconda Guerra del Vapore a manovrare pedine grandi e piccole unicamente per rimanere fuori dal conflitto, non essere toccate. La loro non era superiorità, era paura. Nonostante questo doveva continuare ad appoggiarsi su di loro perché erano l'unica fonte di potere che gli era rimansta. 

"Combattere, certo! Sarà necessario combattere! Qui a Mosca! E non potrò più farlo da solo, avremo bisogno di tutte le risorse disponibilià Se Valerius perderà la battaglia finale voi risorgerete, io risorgerò. Se la vincerà sarà tutto finito. Non potete più esitare!"

"Emergere."

"Dovrete scagliarvi contro Valerius Demoire e il suo esercito con tutto quello che avete!"

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