L'ultimo tunguska

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Quando si trovò il Daikatana davanti e due konsole che venivano dalla sua destra capì che era finita. La battaglia era durata tutta notte, aveva cominciato a guardare i livelli di ignitium perché cominciava a temere che sarebbe stato sconfitto dalla semplice mancanza di carburante. E se non quella, la terribile pesantezza che sentiva nelle braccia. Invece era finita prima, finalmente.

La piccola città di Nayachek era percorsa da un infinito reticolo di ferite. I passi dei Myrmidon si erano trasformati in profondi solche che non avevano guardato in faccia ai palazzi, alle strade e ai negozi. L'unico aspetto positivo era che la maggior parte della gente era stata evacuata quindi i civili non erano stati coinvolti, ma ci avrebbe pensato il futuro a mostrare loro quanto gravi erano i danni della guerra.

Avevano combattuto bene, dei nemici erano rimasti solo quattro myrmidon, se aveva contato bene. I tre che lo stavano circondando e un quarto, quello da cui era scappato finendo in quella trappola. Loro però avevano sconfitto quasi trenta dei loro, bisognava riconoscerglielo. Non era andata male finché avevano avuto il campo aperto, ma in quella trappolala superiorità dei loro mezzi e dei loro piloti era stata schiacciante.

Staccò i connettori dei comandi delle braccia così che anche da fuori vedessero che abbassava le armi. Appena lo fece tutti i mezzi nemici cambiarono posizione, abbandonando l'assetto d'attacco. La resa era un balletto di pulegge automatiche che si modificavano, un incrocio di movimenti che solo i piloti capivano vicendevolmente, che non aveva nulla d'umani, anzi, era il momento in cui il myrmidon tornava un gigante di ferro.

Aprì il portellone e scivolò fuori, scese in strada e rimase in attesa. Aveva sperato che il pilota del Daikatana venisse da lui, ma la grande Regina di Spine rimaneva immobile a osservare mentre i rivoluzionari uscivano dai vicoli e venivano a prenderlo.  Non lo trattarono con gentilezza, non erano soldati. Il primo che arrivò gli diede un pugno in faccia che lo sbatté contro la gamba del tunguska, il secondo un pugno allo stomaco, poi finalmente lo immobilizzarono.

Curiosamente, sentiva che aver perso quella battaglia significava anche aver perso la battaglia più grande, che da qualche parte infuriava più a ovest. Gli avevano segnalato che era iniziata e poi più nulla. Era stato quello a costringerlo ad agire, sapeva che non avrebbe potuto gestire l'assedio qualunque fosse l'esito di quello scontro. Non avrebbe potuto lasciare la mossa alla Regina di Spine una volta messa in un angolo. 

"Sapete dirmi quanti dei miei compagni sono ancora vivi?" chiese, senza troppe speranze di ottenere risposta. Abbattere un myrmidon spesso non significava uccidere il suo pilota e nessun esercito era così crudele da lasciare le persone dentro le macchine dopo la fine della battaglia. Gli uomini lo guardarono ancora con la stessa rabbia con cui lo avevano picchiato, ma non gli fecero nulla. Forse capivano cosa stava chiedendo, anche se non erano soldati.

Lo portarono via. La Regina di Spine lo stava ancora guardando.

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