14. Friends

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"Leggere con la musica in sottofondo"

Dopo  il viaggio ad Edimburgo, ripresi la mia vita in mano, recuperai i voti, uscii spesso con le miei amiche, ebbi accanto a me avevo il buon animo di Nik.

Jughead per tutti i mesi a venire mi cercò sempre, fu sempre nei paraggi, non sembrò neanche più lui, il suo cappellino scomparve, lui sempre perso nei suoi pensieri e tra le sue nuvole di fumo.
Varie voci di corridoio sussurravano la chiusura definitiva con Tracy, il che doveva rendermi felice, stava scegliendo me, ma nonostante tutto non mi fidavo.
I suoi comportamenti turbolenti, mi stavano rovinando, quando lui era accanto a me succedeva di tutto, tra il bello ed il brutto, era come vivere con due anime.
Il suo modo di cercarmi, ma evitarmi allo stesso tempo mi rendeva pazza, ero perennemente scioccata, perennemente nervosa, e con la costante paura che il mondo mi stava nascondendo un qualcosa.
Ogni talvolta che volevo uscire anche solo per  delle boccate d'aria venivo immersa di domande, venivo seguita dappertutto, le mie amiche non mi lasciavano mai sola, e le telefonate imperterrite di Nik, mi tormentavano la giornata, tutti avevano la costante paura che in quelle piccole ore d'aria ci poteva essere un incontro segreto tra me e Jugh, ma non sapevano che così facendo, mi facevano del male, mi facevano pensare costantemente a lui, più del dovuto, volevo distrarmi, ma tutte quelle tossiche attenzioni non facevano altro che riportami il suo viso nella mente, ed i suoi occhi verdi.
La paura di vederci di nuovo insieme intimoriva chiunque, me compresa.
Dopo il viaggio non potetti più fidarmi di lui, nonostante i suoi messaggi di scuse, e le segreterie telefoniche, non seppi più fidarmi, o capire  chi realmente fosse.

Insieme alle altre prima che inizò l'anno accademico ci promettemmo che se ne uscimmo con ottimi voti, avremmo fatto un viaggi a quattro, e così fu, tutte uscimmo con ottimi voti, fummo pronte per volare ancora, la meta che scegliemmo fu, Formentera.

Era più o meno il 28 giugno e tra meno di due giorni il nostro primo viaggia a quattro si svolse, entusiaste ed euforiche, ci lasciammo alle spalle l'anno passato, e pensammo solo alle cose belle.

1 luglio, era mattina presto, il nostro volo stava per decollare, noi pronte davanti al Check-in con i nostri enormi bagagli, tutte lì pronte, a passare delle settimane senza nessun pensiero, tra spiaggia, cibo e discoteche.
Ci ritrovammo tutte vicino al nostro gate F-21 e aspettammo il nostro turno, guardai le altre, e non potetti non notare i loro abiti.
Kiara con i suoi soliti jeans neri, la sua maglia dello stesso colore e delle vans, capelli ricci ed eye-liner, Ilaria, la più donna del gruppo indossava un abito verde, dei capelli raccolti in due trecce e delle Dr.Martens, Viviana, la più romantica, indossava jeans verdi e maglietta bianca, con i suoi capelli lisci, e le sue labbra color ciliegio.
Infine io, indossavo un abito bianco, con le magnifiche Jordan.

Le ore in aereo trascorrevano velocemente data l'ora dormivano tutte, per tutto il viaggio.
Arrivammo a Formentera e la stanchezza ci passò velocemente.
Arrivate in hotel, non molto distante dalla spiaggia, una bellissima stanza a quattro ci stava aspettando, due letti a castello, delle pareti lilla, il parquet grigio ed una vista da far perdere il fiato... un fantastico paesaggio circondava la nostra stanza, il mare di un meraviglioso color verde,azzurrino, delle file di ombrelloni gialli, e molta gente distesa sulla bollente sabbia.
Posammo i nostri bagagli e subito indossammo il nostro costume,chi nero,chi rosso, chi rosa, e chi giallo.
Arrivate in spiaggia non potevo non notare il colore della sabbia, un bellissimo color chiaro ed il rumore delle onde quasi non si sentiva, a quella magnifica vista il mio pensiero si rivolse subito a lui, quella volta in spiaggia con Jugh, alle sue mani sul mio corpo e alle sue risate.
Grazie alle onde, mi stavo facendo trasportare lungo quei pensieri, anche se a distanza ero chiusa nel suo meraviglioso limbo, subito dopo venni interrotta, dalla squillante voce di Kiara:
"-Amore, vieni l'acqua è meravigliosa."

A quelle parole, tolsi il mio copri costume bianco e mi gettai nelle gelide acque.

La giornata passò velocemente, tra giochi in spiaggia, gelati e risate, durante una partita a pallavolo conoscemmo anche delle ragazze spagnole, ci inviarono nel locale dello zio, dove proprio quella sera ci sarebbe stato come ospite speciale Post Malone.

Arrivammo in stanza, una ad una iniziammo a preparaci per la nostra prima serata, io fiera della mia già abbronzatura, decisi di indossare un meraviglioso abito, sexy pieno di Swarovski e dei tacchi dello stesso colore, lunghi gioielli, ed una splendida coda, trucco accattivate black smokey eye e lunghe ciglia finte, le altre allo stesso modo indossarono meravigliosi abiti.
Eravamo pronte, io in quell'istante vedendo il mio riflesso allo specchio mi sentii bellissima, sensazione che mi mancava ormai da anni, mi ero sempre schifata, per la mia minuta costituzione, e per la mia statura.

Arrivammo nel locale, mille luci si sparsero nella sala, un enorme pista da ballo, fu posta al centro, ed un piccolo palco fu disposto davanti ad esso, piccoli strumenti musicali, furono già posizionati su di esso,
verso sinistra un bellissimo piano bar.
Mi gettai in pista ed iniziai a bere i miei primi cocktail.
Durante il concerto il mio telefono interrottamente iniziò a vibrare, ma non feci caso al nome, mi stavo divertendo.
Dopo vari cocktail, fui ormai brilla, insieme alle altre iniziammo a scattarci numerosi selfie cercando di catturare l'attenzione del cantante.
Dopo il magnifico concerto, arrivammo in stanza, cotte dalla stanchezza crollammo con i vestiti di dosso.

Durante la notte il vestito iniziò a pizzicare, e la sbronza iniziò a salire, presi il telefono ed uscì in veranda, feci attenzione a non svegliare le altre.
Alzando la luminosità del telefono notai i messaggi  da parte di Nik.
"-Sono ore che chiamo, sicuramente ti stai divertendo, volevo solo sapere come stai, mi manca sentirti.

A quel messaggio non ebbi reazione non fui felice, lui si stava preoccupando per me, ma io volli attenzioni altrui.
Ancora ubriaca presi il mio telefono e digitai quel maledetto numero, dopo vari tentativi, una voce assonnata rispose:
"-Ehi!"

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"Chi sarà?"
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