15. Ho combinato un disastro... ma lo amo. 💎

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"Leggere con la musica in sottofondo"

La voce assonnata di quel ragazzo era ancora più sexy della voce stessa.
Senza peli sulla lingua continuai:

"-È mattina presto, scusami ma devo parlarti. Sono passati circa sette mesi dal nostro primo incontro, per me eri come magia, tutto rosa e fiori come si dice. Tutto è svanito in una sola serata, maledetto il giorno in cui i miei occhi ti hanno notato su quel muretto tra un tiro e l'altro ed il volto rivolto verso il tuo cazzo di libro. Maledetto il giorno in cui apri bocca in quella stupida assemblea, maledetto il giorno in cui per qualsiasi problema, corsi subito da te. Maledetto il giorno in cui al tuo primo richiamo d'aiuto ero lì, solo per te, ignorando i pensieri altrui, e correndo alla tua prima telefonata, quand'eri in ospedale, correvo notte e giorno per  tutto il reparto, ti ho persino portato degli stupidì cioccolatini, per farti stare meglio. Credetti ad ogni tuo piccolo gesto, dal bacio alla rosa in spiaggia. Credetti persino alla stupida storia sulla rissa. Ho allontanato le mie amiche per stare con te, lo capisci cosa significa per me? Quello che tu riesci a scatenare in me, nessuno lo riesce a fare, le farfalle nel mio cazzo di stomaco volano, ad ogni tuo bacio, ad ogni tuo tocco, sono lì quando sono accanto a te. I tuoi  occhi sono ipnotici, mi chiudono in un limbo infinito. Quel giorno, quel maledetto giorno ti vidi mano per la mano con Tracy. Il mondo in un istante mi è crollato addosso. Ero scappata fuori, ma fuori lì con me, c'era Nik, tu non eri presente, ciò che sto per dirti mi farà pentire, ma non posso nasconderlo ancora. Lui non merita tutto questo, ma merito io di liberarmi, lui non merita di essere tradito neanche con le parole, ma tu hai la capacità di rendermi vulnerabile. Quella notte lì ad Edimburgo, ero tra le braccia di Nik ma il mio pensiero era costantemente rivolto a te, lo capisci cazzo!, il tuo unico modo di farti perdonare erano quei stupidì messaggi. Caro Jugh, io sono diversa diversa dalle altre, sono diversa anche in questo. Bastava venire di persona, ovunque, e chiedermi scusa, ma come sempre hai preferito le parole ai fatti. Ma sai il proverbio cosa dice "verba volant, scripta manent". Ciò che sto per dirti cambierà la mia vita , ma non la tua probabilmente, siamo stati fin troppo al telefono, ti dico questo e poi vado via, ti amo!"

Pronunciai quelle parole, e subito sentii il calore dentro di me, tutto stava briciando.
Nik non meritava il mio tradimento, ero pentita ma allo stesso tempo libera, volevo sapere la sua risposta, ma il mio orgoglio, mi spinse a chiudere la telefonata, senza mai sapere la sua verità, l'ansia mi stava mangiando viva.

Il mattino seguente decisi di stare zitta, almeno fino alla fine della vacanza, dovevo dirlo alle altre, ma soprattutto dirlo a Nik, ero sempre stata sincera, non era da me mentire, ma volevo dei  giorni per pensarci.
Staccai persino il telefono, non volevo sentire nessuno.
Ormai arrivata l'ultima sera, mi resi conto, di aver passato tutta la vacanza persa nei pensieri. Decidemmo così di spassarcela in spiaggia, circondate dal fuoco e dalla buona musica.

Tornai in città, l'unico pensiero fu parlare con Nik oltre che dormire ore intere, ne avevo davvero bisogno, tra nottate insonne e vari after, non avevo dormito per niente.
Prima di qualsiasi mossa, decisi di cancellare i mille messaggi sul mio cellulare, finché uno in particolare non catturò la mia attenzione, lessi:
"- Prima o poi riceverai un brutto messaggio, una brutta notizia, è successo tutto così all'improvviso non volevo, era solo un gioco ma poi, mi sei entrata nel cuore. Scusami. Ma un ultima cosa, stai attenta non sono l'unico, tieni bene gli occhi aperti. Sono stato un coglione, ma ti amo anche io, forse ora però è troppo tardi.

Lessi quel messaggio, mi mandò nella confusione più totale, lessi quelle frasi, cercai vari collegamenti ma nulla mi dava aiuto a capire,lessi quel messaggio parola per parola, non stavo capendo.
Cosa significò quel messaggio "non sono l'unico" chi altro c'era?
Provai varie volte a chiamare Jugh, ma l'unica a rispondere fu la segreteria telefonica, mi stava letteralmente ignorando.
Fui arrabbiata, nervosa, delusa, un mix di emozioni che non mi permisero di raggiornare.
Dopo la lunga mattinata, ancora scossa scrissi:
"- Nik, ho bisogno di parlarti, sono stata assente durante il viaggio, ma sai il motivo, avevo bisogno di schiarirmi le idee.

Dopo varie ore non rispose, così scrissi ancora:
"-Sono ancora io, vedo che non hai tempo per me. Volevo solo dirti che una sera mentre ero sbronza, ho chiamato Jugh e senza dilungarmi gli ho detto di amarlo.
So che non meriti tutto ciò, ma i miei sentimenti avevano bisogno di uscire fuori.

Passarono settimane prima che Nik decise di venirmi a parlare in un piccolo bar, situato nella mia piccola città, dopo essere entrati decidemmo di prenderci qualcosa da bere, e così iniziammo a parlare. Ero triste per lui, sapevo di aver sbagliato, ma in fondo di sbagliato non c'era niente, perché ciò che era sbagliato per lui, era giusto per me.
Per la prima volta nella vita, decisi di mettere me stessa al centro di tutto, la mia felicità prima di quella degli altri.
Prima di farlo andare via del tutto, li mostrai il messaggio che ricevetti qualche settimana prima da Jugh.
Lesse quel messaggio, e senza dare fiato alla bocca diventò bianco, un volto pallido, in cerca di una via d'uscita, senza darmi nessuna risposta uscì dal locale, lasciandomi li, con il telefono ancora in mano.
Alla sua reazione, non seppi dare risposta, la vita mi stava proponendo solo dubbi e domande, nessuna risposta.
C'erano segreti, comportamenti che stavano avvenendo alle mie spalle, ed ero pronta a capire cosa diavolo stava succedendo.
Non sapevo dopo sbattere la testa, per collegare i vari pezzi, il tutto era come un puzzle senza fine.
Jugh sapeva tutto ma decise di stare in silenzio, così come Nik, come da proteggere qualcuno, o addirittura da proteggere se stessi.

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"Il nuovo capitolo finisce qua.. spero di non essere stata troppo noiosa" ma volevo rendervi partecipe del fatto che siamo a metà dell'opera.. chissà, chissà.
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