23. Parigi

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L'incontro con Simon mi aveva ridato il sorriso.. e partire per Parigi con le mie amiche mi avrebbe ridato l'energia che avevo bisogno..
Ormai di Jugh neanche più l'ombra anche se lui non stancava mai come l'alba.. ma stare vicino a lui mi faceva stare male..
In quel momento avevo bisogno di stare meglio, e scappare dall'Italia era la soluzione migliore.
Come sempre la scappatella a Parigi non poteva finire in modo migliore, ma prima di iniziare dalla fine, vi racconto di come tutto è cominciato.
Mattina ore 7.15 GaiteA23 nel mio bellissimo abito viola e le mie converse platform bianche.. la mia valigia storica nera, pronta a saltare tra le nuvole, e godermi quelle ore di volo, con la musica tra le orecchie.. e godermi i giorni con chi mi stava facendo bene. La spensieratezza, i sorrisi, la luce nei miei occhi si vedeva lontano anni luce, e non potevo essere più entusiasta di ciò.
Come al solito Kiara era in ritardo, ma ormai non mi facevo più salire l'ansia perché era normale fare ritardo per lei, era come un portafortuna per lei, anche se io pesavo solo che era una dormigliona.
Finalmente dopo qualche minuto siamo tutti seduti sui nostri posti, la mia fortuna ha voluto che avessi il posto vicino al finestrino anche se sola, ma in fondo avevo i miei pensieri e la musica, persa nei miei pensieri, prima dell'annuncio della partenza mi vibra il telefono..
                                                          Nick:" Buongiorno piccina, buon viaggio e ritrova la tua felicità, perché la meriti, come te nessuna, e io lo so. Quindi sorridi e si felice sempre. Sai bene cosa siamo stati, e cosa siamo adesso, mi prenderò cura di te sempre, anche se bisogna sfidare il male e arrivare alla luna, anche se adesso il mio cuore è impegnato, ci sarà sempre un piccolo spazio per te.  Un bacio tuo Nick."

Devo essere sincera a quel messaggio sorrisi, non me lo sarei mai aspettato, o forse sì ma non volevo ammetterlo a me stessa. Così senza pensarci risposi..

                                                              Mel:" Nick sei un tesoro grazie di tutto, anche tu occupi il mio cuore."

Le ore di viaggio passarono devo dire molto in fretta,  fissare il cielo, mi tranquillizzava, mi sentivo viva, un senso di libertà.
Arrivati a Parigi e dopo aver preso le nostre cose vidi Simon da lontano così corsi verso di lui e lo strinsi forte... sentì una lunga scossa nella mia schiena una sensazione non nuova per me, una sensazione che mi fece tornare indentro nel tempo, una sensazione che non sentivo da mesi, una sensazione che il mio cervello aveva associato a lui, è solo a lui.
A quel tocco il mio corpo si congelò e stetti circa 20 secondi fissa immobile a fissare il vuoto, occhi lucidi e braccia lungo i fianchi, come se la mia testa non era lì e il mio corpo si.
Dopo svariati secondi tra una scossa e l'altra tornai in me, e finalmente mi resi conto che stavo vivendo tutt'altro da quello che stavo immaginando, le braccia che mi stavano accarezzando non era lo sue, così come il suo profumo e i suoi occhi.
Davanti a me grandi occhi azzurri, pieni di gioia, occhi sinceri, occhi pieni di ingenuità, occhi che ti sapevano rassicurare, occhi che per mesi sono stati ad osservare le mie ansie e le mie frustrazioni nonostante lo schermo, quei occhi erano davanti a me, ma non riuscivo a non pensare a lui, a colui che mi aveva causato tanti danni e tanta tristezza .
Il mio cervello diceva Simon la mia testa urlava Jugh.
Nonostante i miei occhi pian piano si stavamo riempiendo di lacrime quelle braccia mi strinsero ancora di più.
Nonostante io stessi pensando al male, quell'angelo, mi stava vicino.
Simon ci porto in home e ci prese una pizza, i miei amici passarono la serata a vedere serie e pizza, io stesa sul letto, non riuscivo a dimenticare quella sensazione avuta in aeroporto.
Simon a differenza di altri si accorse della mia assenza così, senza fare o dire nulla, mi porto fuori il balcone, mi diede una sigaretta e mi disse:

                                                              Simon:" principessa lascia stare la testa, stacca da tutto e guarda laggiù, guarda quel puntino li... quella è la Torre Eiffel, da qui sembra così piccola ma in realtà è grandissima, ora ti racconto una cosa un po' divertente e bizzarra, tutte le sere, le notti quando parlavamo io venivo qui fuori, fissavo quel punto e lo associavo a te, come se tutte le sere tu fossi il mio punto fermo, e le notti quando non ti facevi sentire, nulla sembrava perfetto, perfino quella luce sembrava offuscata ai miei occhi. I mesi passati a parare con te mi hanno cambiato, mi hanno reso un ragazzo migliore, e questo solo grazie a te. Alla tua bontà e alla tua dolcezza. Sei una ragazza diversa dalle altre, e il male che hai ricevuto da quella persona non la meriti."

A quelle parole bellissime scoppiai a piangere e lui mi strinse, lui aveva ragione non meritavo il male, martiravo una persona come lui o come Nick buone d'animo e gentili ma soprattutto oneste, ma purtroppo quel dolore riusciva a calmarlo solo colui che lo creava. A quelle parole però non potevo stare in silenzio , non sarebbe stato onesto e carino nei confronti di Simon che tutte le serve cercava di farmi stare meglio e farmi distrarre, ma vi giuro non avevo parole, non sapevo cosa dire, ero come persa in un altro limbo così mi limitai ad abbracciarlo...
La notte stava calando e la luna si illuminava nel cielo stellato di Parigi uno spettacolo da non perdersi mai, la stanchezza si faceva sentire così come la voglia di farmi un bel bagno caldo, così mentre tutti sistemavamo le loro cose e il disordine creato, mi recai in bagno, feci scorrere l'acqua calda e riempi la vasca piena di sapone.
Feci un bagno rilassante ma neanche tanto lungo così da permettere a tutti di lavarsi, senza fare tardi, indossai il mio pigiama e mi misi a letto.
Nonostante la stanchezza il sonno non arrivava, così presi il telefono in iniziai a scorrere le immagini, queste immagini...

Io e lui, due errori, odiavo a morte chi amavo, e pensavo che ferirlo era l'unica soluzione, ma l'unica che stava soffrendo ero io.
Così senza pensarci inizia a cancellare alcune foto.
Nella speranza di dimenticarlo.
Dopo ore ed ore, prese sonno e mi addormentai, con la mano di Simon sul mio volto, in segno di protezione.
Non volevo deluderlo, ma lui mi faceva stare bene, i suoi occhi rassicuranti dicevano la verità.
Jugh, Simon... due persone, due personalità, due cuori, due sensazioni.

Dopo questo capitolo nella mia giornata trascorsa a Parigi, qualcosa inizia a cambiare Mel la protagonista ma nonostante tutto, il suo pensiero va sempre a Jugh.. cosa succederà tra lei e Simon?
Cosa ve ne pare? Cosa dovrà fare lei secondo voi?

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