27. Stai scherzando?

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Dopo i giorni passati a Parigi, dopo le nottate in after gli sguardi che parlan da se, Simon gentilmente ci accompagnò tutti in aeroporto per tornare indietro...dirvi che ero triste era poco, volevo restare in quella città, quella città mi aveva dato così tanto in così poco, per non parlare delle persone, del cibo della cultura, Parigi non era una città monotona al contrario era una città viva, e avevo bisogno di quella vivacità, avevo bisogno di respirare quell'aria.
Simon ci accompagnerò fin fuori il nostro Gate, lui con la sua t-shirt bianca in trasparenza il suo drago sul petto, forse uno dei miei tanti tatuaggi preferiti di Simon, si mise in ginocchio e davanti a me cacciò fuori dalla sua tasca sinistra una piccola rosa con un oggetto attaccato attorno, era una chiave, non capivo pensando che nessuno attorno a me stava realmente cosa stava accadendo, ma tutti ridacchiavano, loro sapevano tutto e non mi hanno detto nulla, di quel gesto.. quella chiave cos'era?
Simon gentilmente mi prese la mano e mi mise la chiave in mano, con un portachiavi a forma di Torre Eiffel, e senza spine sulla lingua mi disse:
                                                      "Tu resta, qui con me! Resta a Parigi, ho visto come guardi la città, hai occhi diversi quei occhi che stamattina non hai più, solo al pensiero di tornare indietro ti fa male dentro. Qui troverai la felicità se al mio fianco o meno, sei una bravissima ragazza con voglia di darti da fare, con voglia di studiare, qui ci sono prestigiose Accademie di Makeup per non parlare dell'affluenza che avrai nel lavoro nel settore della mondo, potresti ricominciare a vivere sempre con il sorriso sulla faccia... pensaci, ma non metterci troppo..."

A quelle parole iniziai a piangere come una ragazzina di due anni, ma erano lacrime di gioie dopo tutte quelle sofferenze, avevo bisogno di cambiare vita, mi voltai per vedere i miei amici, e loro mi fecero cenno, che dovevo rimanere lì, che sarebbe stato un luogo sicuro, e felice per me.
Kiara mi strinse a se, e mi disse solo una parola.
                                                  "Mel ci dividono tanti chilometri ma ricorda che siamo due corpi con un solo cuore. Ricorda che la nostra amicizia va oltre i chilometri e va oltre tutto questo. Ti sono vicina ti starò vicina, verrò spesso a Parigi e ovviamente passeremo giornate fantastiche, ma adesso vai via con Simon, Simon è un ragazzo diverso da tu sai chi, e ti renderà felice, ci scommetto la mia vita, che il destino ti ha portato qui a Parigi per lui.
Buona vita amica mia, ci sentiamo sempre puoi scommetterci"

Ci abbracciammo fortissimo, da quasi sentire il suo cuore battere forte.
Kiara era la mia migliore amica, la distanza non ci avrebbe fatto bene, ma avevo bisogno di cambiamenti e se lei vedeva la mia felicità a Parigi era il posto giusto.
Che sia con Simon o meno, la mia vita aveva bisogno di nuove svolte, e questo era più che un cambiamento per me.
Nuovo percorso accademico, opportunità lavorative con importanti campagne di moda, e poi chissà l'amore.

Salutai con un caloroso abbraccio gli altri e corsi verso Simon, e mi lascio un bacio, delicato e sincero. Insieme ci dirigemmo fuori l'aeroporto.

I giorni seguenti a Parigi furono davvero pieni di impegni, fare spesa per due, iscrizione nella nuova Accademia, e avvisare tutti i miei famigliari del mio cambiamento, non avevo un bel rapporto con la mia famiglia, più che rapporto famigliare era un rapporto di "tu sei felice" io sono "felice per te" nulla di più, ma da entrambe le parti andava bene così.
Simon mi accompagnó anche in un prestigioso teatro per cercare lavoro, dove avevano bisogno di una truccatrice per tutto l'anno in quella compagnia di Dance.
In meno di due giorni avevo, casa, lavoro e scuola pronta, e tutto questo solo e grazie a Simon, come lo chiamavo io, il mio angelo custode.

Per il mio primo giorno di Accademia nella mia nuova Accademia appunto, Simon mi accompagnó al suo interno, in pochi paravano la mia lingua, ma per me era un modo per fare pratica con il francese.
Simon mi lasciò tra le mani di una minuta signora che con voce simpatica mi disse:
                                                 "Bonjour, bienvenue dans la nouvelle académie "cent ans dans le miroir" on a vraiment envie d'accueillir des filles bien comme vous, maintenant je vous laisse visiter les différentes salles de classe...

Mentre la dolce signora mi faceva vedere le varie aule, tra aule posa e quelle di makeup pro, non credevo ancora che tutto stava accadendo a me, che tutte queste vittorie portavano il mio nome, che ero riuscita a distruggere i miei incubi. La mia felicità si vedeva lontano anni miglia.

La prima lezione passó in modo davvero veloce, dopo le varie presentazioni, mi sentivo davvero avanti a tutte.
Dovevo riprendere da metà anno, ma decidi di iscrivermi ad un corso appena iniziato così da stare a passo anche con la lingua, così eravamo tutte nuove.
Come compagnia di avventure avevo scelto una dolce ragazza, con pelle bianca come il latte, e capelli rossi ma quel rosso rame bellissimo, lei era una ragazza davvero timida, ma vedevo che qualcosa ci avrebbe legato, lei era Sarah.
Così scrivemmo il nostro nome sul foglio accademico coppia numero 5 (Mel e Sarah) era deciso, io e lei avremmo passato più tempo del dovuto assieme, la cosa non dispiaceva, al contrario, amica francese, per me significava shopping in centro, e soprattutto fare pratica con la lingua, come poteva andare meglio?

Dopo le ore in Accademie tornai a casa dove mi aspettava un bellissimo pranzo preparato da Simon, anche se sapevo bene che non potevo prenderla come abitudine perché lui come me studiava e lavorava, quindi di imparare a cucinare qualcosa di commestibile.
Finito di pranzare e dopo esserci scambiati due chiacchiere, sparecchiai la tavola, lavai i piatti, e corsi a farmi una doccia, che tra meno di due ore dovevo trovarmi in teatro per le prime prove, mentre Simon doveva andare al suo lavoro, guida turistica al museo di Louvre, mentre come studio, frequentava il conservatorio di Parigi.

Arrivata in teatro con il mio abito in stile parigino nero a pois bianchi, mi misero subito al mio lavoro, subito con le face chart in mano, pronta a dipingere i volti di quei ballerini.
Dopo aver truccato almeno una cinquantina di modelli, mi sedetti fuori l'arrivo per fumare una sigaretta, e neanche il tempo del secondo tiro, che subito il capo gruppo teatrale mi chiamò per dirmi che:
                                                    "bébé Mel, tu as du talent!"  È stato un bene trovare una tipa come te, pronta a lavorare senza mai stancarsi. Noi in estate faremo un tour in tutti i teatri della Francia, so che è presto per dire si, ma vorrei che prendessi in considerazione l'opportunità di guadagnare di più, girando la Francia."

Io sempre più incredula di ciò che giorno per giorno a Parigi le miei orecchie sentivano, mi sentivo capace, capace di tutto, anche se prima di tutto quello mi sentivo una vera fallita.
Sicuro che tutto stava succedendo a me?

Finita la giornata la prima giornata davvero impegnativa mi misi a letto e mi addormentai senza neanche cenare.

Come andrà la vita parigina? Secondo voi, accetterà la proposta di lavoro? E con Simon? 💙

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