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2003 – Kagoshima

«Rui! Rui svegliati, faremo tardi anche oggi!» la voce di Kei penetra in qualche modo nella corteccia cerebrale del bambino, che si sveglia pian piano e apre gli occhi. Due enormi occhi scuri frangiati da lunghe ciglia lo stanno fissando impazienti, è quella la prima cosa che mette a fuoco. Geme e sposta con la mano il viso del suo amico, troppo vicino al suo.

«Lasciami dormire un altro po', Kei...» bofonchia con la voce impastata.

Kei si tappa il naso. «La tua fiatella del mattino è tremenda.»

«Peggio per te che ti sei appiccicato così vicino alla mia faccia.»

L'altro sospira. «Rui, sbrigati ad alzarti, sennò vado senza di te!»

Lui si stropiccia gli occhi e si passa più volte le mani sul viso, quindi si rizza finalmente a sedere, sbattendo le palpebre come una civetta. «Sono sveglio.»

Kei scoppia a ridere, afferrando l'amico per un braccio e tirandolo su di peso. «Bravo, ora vai a lavarti la faccia e...» gli occhi del bambino si posano sull'inguine di Rui che segue incuriosito la direzione di quello sguardo e arrossisce violentemente, coprendosi con entrambe le mani l'imbarazzante erezione mattutina che tende allo spasmo il tessuto della sua biancheria intima. «C-che vuoi, è una c-cosa del tutto normale!» strilla isterico. «U-una reazione f-fisiologica che...»

Kei lo interrompe, afferrandolo per le spalle e spingendolo fuori dalla porta della camera. «Sì, sì, ora vai ad occuparti della tua 'reazione fisiologica' in bagno, che facciamo tardi.»

«Come se potessi fare qualcosa con te dietro la porta...»

«Sbrigati.» taglia corto l'altro. «O ti lascio qui.»

Rui continua a borbottare insulti rivolti al suo amico, raggiunge il bagno a grandi passi e s'infila sotto la doccia, lasciando scorrere l'acqua fredda dalla testa lungo tutto il corpo, quindi si asciuga strofinandosi vigorosamente e si veste in fretta. Quando entra in cucina, scorge subito Kei ai fornelli, che agita qualcosa dentro una padella. Vedendolo arrivare, lui versa tutto in un piatto e lo poggia sul tavolo, facendo segno al bambino di sedersi. «Mangia, ora!» gli ordina.

Rui si siede con la faccia imbronciata. «Non comportarti come mia madre, Kei!» si lamenta.

«È colpa tua, che non sai badare a te stesso...»

«Io so badare benissimo a me stesso!»

Kei soffoca una risata, avvicinandosi all'amico e iniziando a ravvivargli i capelli. «Ma se non sei nemmeno in grado di sistemarti i capelli come si deve...»

Quello scosta le dita dell'altro con uno schiaffetto, posandosi entrambe le mani sul capo e appiattisce bruscamente le stoppose ciocche castane. «Beh, scusa se non ho dei morbidi e setosi capelli neri come qualche fighetto di mia conoscenza...!»

L'altro ride. «Rui... Ti rendi conto che mi hai appena chiamato 'fighetto'?»

Rui avvampa. «V-volevo solo dire che...!»

Kei non lo lascia finire, gli infila un grosso pezzo di frittata nella bocca aperta e gli pianta l'indice ad un palmo dal naso, come per ammonirlo. «Dico davvero: fai presto!»

«Sembri davvero mia madre, Kei...» si lamenta l'altro a bocca piena.

Il bambino finisce la sua colazione in pochi minuti e i due amici montano sulla bicicletta di Kei, diretti a scuola.

«Non vedo l'ora che inizino le vacanze estive!» esclama Rui sollevando entrambe le braccia come se fosse su una giostra.

«Andrai in campagna anche quest'anno?» domanda Kei continuando a pedalare.

«Penso di sì. Chiedi alla tua mamma il permesso e vieni anche tu. La casa dello zio è talmente vecchia che i ragni hanno fatto il nido e il soffitto è pieno di ragnatele.»

«Mi piacerebbe vederle...» commenta con voce sognante. «Ci sono anche le rane?»

Quello ghigna, orgoglioso. «Ci puoi scommettere. Sono così grosse che quando si mettono a gracidare in piena notte mi tengono sveglio.»

«Wow!» il bambino sembra estasiato.

Rui gli dà una gomitata. «Allora vieni!»

«Non lo so...» Kei pare esitante. «Vorrei anche andare in gita scolastica.»

«Hai ragione!» Rui si dà un colpetto sulla fronte. «Quasi me ne scordavo. Dov'era il posto?»

«Oggi lo metteranno ai voti. Si dovrebbe scegliere tra Okinawa e Kobayashi.»

Rui geme. «Okinawa! Vorrei tanto andare al mare! Tu sai nuotare, Kei?»

Quello annuisce. «Ho fatto dei corsi di nuoto in piscina.»

L'altro mette il broncio. «Accidenti a te, sai fare tutto!»

Kei ride. «Sei invidioso?»

«Per niente.»

«Bugiardo.»

Quello gli dà un'altra gomitata. «Comunque tu voterai Okinawa, vero?»

L'amico mugugna una risposta affermativa. «Visto che ci tieni tanto ad andare, Rui...»

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