Elettricista Cercasi

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Sabato 17 novembre 2018

Era sabato, me lo ricordo. era un sabato di novembre ed era già la seconda parte del pomeriggio. Non c'era molta gente in giro. Gli appuntamenti che avevamo erano quasi tutti evasi. Brenda si allenava con una calligrafia spigolosa ed intrecciata. Io sistemavo la roba negli autoclave.

Capito? Io, il padrone dello studio, sistemavo gli autoclave. Lei, boccia del negozio, faceva i bozzetti. Capito? Il mondo andava già a rovescio.

Brenda si mise a spippettare al cellulare, poi ad un certo punto sospirò ed uscì al buio e al freddo, spostandosi lateralmente per rispondere alla chiamata.

Quando rientrò in negozio ridacchiando, capii immediatamente che quelle altre dovevano aver combinato qualcosa.

«Gek secondo te se io adesso vado a Bologna è un problema?» mi domandò continuando a trattenere a fatica la sgrigna.

«Beh dipende. Per quale motivo ci vai? Se ci vai per quelle tre là allora sì, è un problema».

«Dai Gek smettila! Sono le mie amiche del cuore e io non posso abbandonarle in questo momento di-».

Non riuscì a finire la frase che ricominciò a ridere.

«Dai, sputa il rospo: cosa hanno combinato?» abbaiai, irritato per la segretezza.

«Niente, Matilde e Tina hanno litigato e devo andare a cercare di ricomporre i cocci».

«Guarda» attaccai, dopo aver sbuffato, «Non è per niente una buona idea andare adesso a Bologna, perché tra poco scenderà quella nebbiolina antipatica e tu non è che sei proprio Colin McRae».

«Gek non fare il padre apprensivo» mi riprese, ma io non mollai, tanto sapevo che voleva andare a tutti i costi.

«Se aspetti un'ora, ti ci porto io là, ma mi devi dire che cosa è successo».

«Gek è un po' lunga la storia, hanno litigato. Non ti posso dire cosa è successo. Sono cose personali».

«Brenda se mi dici così mi fai pensare che sotto ci sia qualcosa di non molto chiaro».

«No è tutto tranquillo, non c'è nulla di illegale e non c'è nulla di irregolare ma preferisco non dirtelo».

Sospirai e dissi «Vabbè ti ci porto lo stesso, se pensi di dirimere la questione in un tempo ragionevole. Non voglio stare in appartamento da quelle là per tutta la notte aspettando che risolviate le vostre paturnie».

«Gek ti ho detto che ci vado da sola. Non c'è bisogno che venga anche tu».

Ma non avevo voglia di mandarla su da sola a quell'ora e così diedi un colpo di telefono all'appuntamento successivo e chiesi se gli scocciava posticiparlo al sabato dopo. Quando questo mi disse che non c'era problema, chiusi la chiamata e dissi a Brenda che potevamo partire anche subito.

Lei non parve proprio felicissima, ma aveva capito che nemmeno io volevo mollare l'osso. Ci mettemmo circa un'ora ad arrivare a Bologna, fino all'appartamento di quelle tre squinternate.

«Aspettami un attimo in macchina che salgo a vedere che cosa succede e poi ti dico» mi disse lei volando giù dalla macchina e non aspettando nemmeno la mia risposta. Mi accomodai tirando fuori una rivista, supponendo che l'attimo non fosse così breve.

Ma fui preso alla sprovvista quando non più tardi di sette minuti dopo, mi chiamò Brenda.

«Ma perchè mi chiami?».

«Conosci un elettricista?» mi chiese, poi si corresse «un elettricista che conosci proprio molto bene, non da aprire le pagine gialle».

«In che senso?» replicai, preoccupato.

«Nel senso che è una questione molto molto privata, e ci serve un elettricista di fiducia».

«Ma qui a Bologna? Qui non conosco nessuno!» belai.

«No, anche a Cervia, la Tina viene giù con noi, se lo rimedi».

«Gek ti prego, trova l'elettricista, Gek! Tu sei tutte noi!» si intromise la Tina con la voce quasi rotta.

Feci mente locale, c'era Filo Massari che faceva l'elettricista, o almeno mi ricordavo così. Non era proprio il mio amico più stretto, ma un piacere me l'avrebbe potuto fare, poi mi venne in mente Marco Mordenti, uno degli amici più stretti di Mick. Lui era elettricista da quindici anni ormai, era il mio uomo.

«Marco, ciao, sono Gek, ascolta, tu ce l'avresti un attimo per un lavoro. Sto per partire con Brenda da Bologna, ci saresti tra un'oretta?».

«Uhm, tra un'ora? Dai va bene, lì al tuo studio?» mi chiese.

Brenda e Tina vennero giù correndo appena le informai.

«Adesso però mi dite a cosa vi serve un elettricista» intimai a quelle due, che avevano chiaramente una scatola dentro una sporta anonima, color cartone.

«Gek, non possiamo, mi dispiace, ma giuro che un giorno quando saremo assieme, te lo dirò» mi disse la Tina con gli occhi dolci.

«Non muovo la macchina se non me lo dite».

Brenda mi guardò male, la Tina si mise in mezzo.

«Gek insomma, ho un elettrodomestico e lo devo far riparare. Punto, Basta».

«E non ci sono gli elettricisti a Bologna?» chiesi, sospettoso.

«Gek. Parti» mi ordinò Brenda, piantandomi gli occhi negli occhi, «Fallo».

Accesi la macchina e ripresi la strada del ritorno, fino ad arrivare al negozio, qualche minuto dopo si presentò Mordenti con la sua bella cassetta degli attrezzi.

«Ok, che lavoro devo fare?» chiese, guardando soprattutto le due ragazze, non capii se l'aveva detto in senso di battuta.

Brenda lo prese per un braccio e si chiuse in un box portandosi Tina e dicendomi di stare fuori.

«E non origliare!» mi intimò.

Ma quando Mordenti, a voce nemmeno tanto bassa disse «Ma che ne so di come si aprono i vibratori?!» mi lasciai andare ad una risata fragorosa.

Dal box spuntò la testa di Brenda, arrabbiata, poi quella della Tina, costernata.

«Gek, è una cosa seria!».

«Vabbè» dissi, «per una sera farà manualmente. O altrimenti troverà un amichetto».

«Non hai capito niente» aggiunse Brenda, sbuffando.

«Ma cosa c'è da capire?! Non so come hai fatto a romperlo, ma, suvvia, se vuoi divertirti, il modo lo trovi».

«Gek, sei il solito gretto maschilista» mi accusò Brenda, «deve farlo riparare perchè ha-».

Si girò verso Tina, come a chiedere il permesso di continuare, ma fu quest'ultima che lo fece al posto suo.

«Abbiamo una presentazione online» sospirò.

«Aspetta, in che senso?» chiedemmo all'unisono io e Mordenti.

«Beh, ecco, praticamente io e Matilde abbiamo da un po', un canale che si occupa di, ecco, diciamo, promozione di consapevolezza sessuale. E per gioco abbiamo provato anche dei toys, e sta cosa funziona, piace, fa ridere. Siamo le "MatTina Piacevole", Matilde, Tina, capito?»

«E si può avere il link?» chiese Mordenti.

«Piantala! Ma quindi te e Matilde avete un canale porno assieme?» chiesi cercando di semplificare.

«No, no, è un canale serio. Io e Matilde diciamo cose serie, facciamo ridere ma diciamo cose serie».

«Confermo, sono serie ma divertenti» disse Brenda.

«Ma tu le guardi?» domandai con una ottava di troppo nel tono della voce.

«Ma quindi si può avere il link?» chiese Mordenti.

«Piantala! E quindi avete la presentazione del vibratore ma lo hai rotto, e Matilde s'è incazzata. Avete litigato per un vibratore?».

«Ma la Maty è così, è un po' fissata per 'ste cose, vuole che siano fatte bene, mi aveva detto di provarlo ma solo per capire pro e contro. E invece ho esagerato, lei mi ha accusata di averlo usato sul canale mio ma non è vero!».

Mordenti non sapeva cosa dire, ma si toccava la patta.

«Ma hai un canale tuo dove usi 'sta roba? Ma non è vietato mettere certa roba su Youtube? Ma non lo chiudono?» chiesi, sempre più sconvolto.

«Ma si può avere il link almeno di questo?» chiese Mordenti.

«Ma è un canale su un'altra piattaforma, non la conosci» tagliò corto Brenda.

«E tu la conosci?» chiesi, ancora più preoccupato.

«Si che la conosco».

«E perchè la conosci?».

«Perchè ci lavora Tina».

«Ci "lavori"?» chiesi, «Cioè ci prendi dei soldi?».

«Si, non c'è male dai» disse Tina, con un certo orgoglio, «Ci pago l'affitto».

In pratica, Tina e Matilde avevano un canale di divulgazione, e Tina, parallelamente, faceva spettacoli hot a pagamento, con cui pagava l'affitto dell'appartamento. La discussione tra le due rischiava di minare questo fruttuoso rapporto, oltre all'amicizia.

«Scusate se mi intrometto» disse Mordenti.

«Non chiedere il link o giuro che ti spacco la faccia» ruggii.

«No, no, ma tipo fate una puntata sugli inconvenienti. Tipo che questi aggeggi poi si fa fatica ad aggiustarli. Posso fare l'ospite»

«Che idea di merda» dissi.

«Che idea geniale!» disse Matilde, in vivavoce, qualche minuto dopo, «C'è reality, c'è informazione, c'è un uomo in carne ed ossa con la cassetta degli attrezzi. Figo. Figo. Lo facciamo!».

Fu bellissimo sentirle rimettere assieme i cocci della loro amicizia, ridendo in lacrime e scusandosi l'una con l'altra e vagheggiando delle domande da fare ad un povero elettricista a caso.

Mordenti, impermeabile a quei rischi, col furgoncino ripartì per Bologna dieci minuti dopo. A bordo pure la Tina.

Non so bene come sia stata la diretta, ma Brenda mi disse che era stata molto divertente. Mordenti rimediò un pass gratuito per il canale di Tina, mi ha anche detto su che piattaforma è, ha qualcosa a che fare con i Fans.

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