16. Andrew: vorrei non se ne andasse

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Ero felice che Liam avesse accettato il mio invito. In tutta sincerità non ero sicuro che lo avrebbe fatto, ma invece aveva preso coraggio. Quella mattina, davanti al suo armadietto, era stata la prima volta in cui non si era dimostrato timoroso ed esitante.

I miei genitori erano fuori città, e non avevo potuto resistere.

Trovarmi così vicino a lui mi faceva mancare il respiro. Non capivo, non capivo più nulla. Perché? PERCHÉ? Non sapevo più chi ero, cosa provavo. Da quando avevo accompagnato Liam in infermeria, da quando le nostre mani si erano sfiorate...

Scossi la testa e mi ci concentrai sulla guida. Nel mentre, però, non potei fare a meno di osservarlo. Il suo corpo era rigido, le mani poggiate sulle cosce strette a pugno. Guardava a nervosamente davanti a sé, muovendo a ritmi irregolari le dita delle mani.

«Tutto bene?» chiesi.

Liam sobbalzò a quella domanda, e si affrettò ad annuire.

«Okay...» mormorai poco convinto.

Non parlammo più, fino a che non arrivammo alla pizzeria. Riconobbi le macchine di Mason, di Jason e di Tyler, e parcheggiai la mia nei pressi delle loro. Mi slacciai la cintura e poi mi bloccai; Liam non si era mosso. Per un attimo rimasi indeciso su cosa fare, in seguito gli sfiorai una spalla. Sobbalzò, e si voltò verso di me con il terrore impresso nello sguardo.

«Siamo arrivati» dissi a bassa voce, senza interrompere il nostro contatto visivo e senza spostare la mano dalla sua spalla.

Liam annuì, ma non si mosse. Distolse lo sguardo, ma io feci nuovamente pressione con la mano sulla sua spalla e tornò a guardarmi. Volevo dire qualcosa, ma non sapevo cosa, perciò rimasi in silenzio. Dopo qualche secondo, Liam prese un respiro e aprì la portiera. Lo seguii ed entrammo. Individuai immediatamente la squadra, ci stavano aspettando.

«Finalmente, cazzo!» esclamò Tyler mollandomi una pacca vigorosa.

Scossi la testa, divertito, e ci sedemmo. Liam teneva gli occhi bassi, e nessuno si rivolse a lui mentre cominciavamo a chiacchierare.


«No, no, no!» protestò Mason. «Noi non batteremo quelli della Uhiol, noi gli faremo il culo!»

Si alzò un coro di risate e boati di approvazione. In quel momento arrivò il cameriere a prendere le ordinazioni. Liam rimase ultimo, e tutti iniziammo a osservarlo, in attesa che parlasse. Non aveva mai alzato lo sguardo dalle proprie mani, tremava. Dato che ero seduto accanto a lui, vedevo che si torceva le mani.

«Liam» sussurrai, e non sapevo bene perché.

Scosse quasi impercettibilmente la testa.

«Liam» ripetei.

Scosse di nuovo la testa e deglutì con forza.

«Fa' silenzio, Billy» mi sembrò sentirlo mormorare senza quasi muovere le labbra.

Capii di doverlo aiutare e guardai il cameriere. «Raddoppi il mio ordine, grazie».

Egli annuì e si dileguò poco dopo. Tyler sembrava voler dire qualcosa, ma l'occhiata che gli riservai lo fece desistere.

Gli altri ripresero a parlare, e mentre non ci guardavano indicai a Liam il bagno. Accettò con un debole cenno.

«Aspetta qualche minuto» gli sussurrai all'orecchio mentre mi alzavo.

Raggiunsi il bagno e mi appoggiai al muro, tenendo sempre d'occhio la porta. L'attesa sembrò infinita, ma alla fine arrivò.

Sembrava un'altra persona. Il suo corpo era rilassato, la sua espressione - nonostante si sforzasse di rimanere serio - tradiva una specie di serenità.

«Che cos'è successo, prima?» domandai.

Liam si strinse nelle spalle. «É... complicato».

Alzai gli occhi al cielo e scossi la testa. «Tutto lo è. Io... sto cercando di aiutarti, Liam. Sto cercando di esserti amico. Però me lo devi permettere».

«Te ne parlerò prima o poi. Ma non ora, ti prego».

Il suo tono serio e sincero ma, soprattutto, le sue parole, mi stupirono. Acconsentii, non volevo forzarlo, avevo appena guadagnato un po' della sua fiducia e dovevo ritenermi fortunato.

Cambiai argomento. «Ti senti a disagio lì, non è vero?»

Liam arrossì, ma rispose anche se con un po' di difficoltà. «Parecchio».

«Vuoi... andartene?» suggerii.

«Non ho nient'altro da fare» mormorò a occhi bassi.

«Intendevo insieme...» lasciai per qualche secondo quelle parole in sospeso. «Che ne dici di andare al cinema?»

Liam sorrise, quel suo bellissimo sorriso che concedeva a pochi. «Mi piacerebbe».

Uscimmo dal bagno, Liam rimase indietro mentre io spiegavo in fretta ai miei amici che ce ne andavamo. Salimmo in macchina e pochi secondi dopo arrivammo al cinema. Scegliemmo un film d'azione, Liam li amava a quanto pareva. Non mi facevano impazzire, ma mi sentivo in colpa per la spiacevole situazione in cui l'avevo incastrato in pizzeria e quindi lo lasciai scegliere.
Quando il film finì, riportai Liam all'angolo della strada in cui ero andato a prenderlo qualche ora prima.

«Grazie» sorrise quando fermai la macchina. «La seconda parte della serata è stata bella».

Ridacchiai. «Mi dispiace per quello che è accaduto alla pizzeria».

Scosse la testa. «Tranquillo, va tutto bene. Sono stato io ad accettare».

«E perché l'hai fatto?»

Domanda legittima, ma che lo fece arrossire come mai prima. «Perché volevo passare del tempo con te».

Aprii la bocca, sorpreso, nel tentativo di ribattere, ma non ci riuscii. Liam mi salutò con la mano e scese dalla macchina, allontanandosi senza voltarsi indietro.

L'unica cosa che riuscii a pensare fu: vorrei non se ne andasse.

Angolino autrice

Ehilà! Non sono sparita, non sono stata rapita dagli alieni! (Anche se credo l'abbiate capito dagli annunci in bacheca ahahaha). Il blocco dello scrittore mi ha beccata in pieno, ma ho vinto io ed eccomi!

Piccolo e innocuo spoiler: pronti ad un altro po' di tenerezza?

Comunque... Liam ha sfidato le proprie paure pur di stare con Andrew! Il mio cuore si scioglie!

Andrew comincia a comprendere sé stesso, ma continua a non volerlo ammettere. E che cavolo, Andrew! Sii sincero così ci fai tutti felici, no?

E ora? I due sembrano non odiarsi più, anzi... perciò le opzioni sono svariate! Ma io mi cucio la bocca, non avrete altre informazioni se non dalla lettura!
E prometto di impegnarmi a non farvi aspettare troppo!

Lasciate commenti e stelline se il capitolo vi è piaciuto ☺️ ci sentiamo presto!

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