Capitolo 2

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Il cellulare vibra, guardo lo schermo: è un messaggio di mio cugino Federico: "Altra corsa sullo stradone, partenza dal Bar Serene. Stasera alle 01:00, sei dei nostri?"
Leggendo il suo nome un sorriso si dipinge in maniera naturale sul mio volto. Digito velocemente la risposta: "Ovviamente, a stasera!"
Poco dopo lo schermo si illumina, premo il tasto verde.
«Dimmi, Anna»
«Ci sei anche tu sta sera?»
«Certo!»
«Tu e il mio ragazzo mi farete morire d'infarto uno di questi giorni.»
«Ma se ti diverti anche tu quando ci accompagni!»
Ride. «Non è vero! Vengo solo perché sono il vostro porta fortuna.»
Mi lascio contagiare dalle risate mentre alzo gli occhi al cielo. «Sì, come no...»
«Scappo a lavoro. A stasera!»
«A più tardi!»

Arrivo al punto di ritrovo, mi tolgo il casco e vengo travolta dall'entusiasmo della mia migliore amica che mi schiocca un bacio sulla guancia. «Pronta?»
«Anna, quando non lo sono stata?»
Alza le mani. «Hai ragione.»
Federico ci raggiunge e cinge la vita di Anna. «Fiamma! Finalmente sei arrivata, pensavo ci dessi buca.»
Fiamma è il soprannome che mi ha affibbiato mio cugino un po' per il colore dei miei capelli, un po' perché, secondo lui, sono distruttiva, soprattutto quando salgo sulla mia Honda.
Alzo gli occhi al cielo. «Sempre il solito pessimista, contro chi gareggiamo?»
«Contro quelli lì.» Si volta e indica con un cenno della testa un gruppo di persone poco più lontano da noi. «Siamo sei squadre tutte da due. Si tratta di una staffetta.»
Scendo dalla moto e mi appoggio su essa. «Bene, parti tu come al solito...»
«Sì, sì, lo so!» dice interrompendomi.
Sorrido. «Mica è colpa mia se ogni volta che sono partita io abbiamo perso perché non hai saputo mantenere il vantaggio.»
Anna si mette a ridere. «Effettivamente ha ragione... ammettilo, è più veloce lei.»
Federico assottiglia lo sguardo. «Mai.»
Mi volto di nuovo verso il gruppo indicato poco prima da Federico; il mio sguardo si posa su un ragazzo dagli occhi neri come la pece che richiamano i capelli neri corvini leggermente brizzolati. Il mento è ricoperto da una barba scura curata che rende più duri i tratti del viso. È nuovo, non l'ho mai visto né gareggiare né girare per Bologna. I nostri sguardi si incrociano. Nero contro azzurro. Notte contro giorno. Cerco di distogliere gli occhi dai suoi, ma qualcosa mi incatena a lui.
«E lui da dove salta fuori?» chiedo ai miei amici senza smettere di guardarlo.
Mio cugino alza le spalle. «A quanto pare Brando ha cambiato compagno, credo si chiami Marco.»
Martina si avvicina. «Mi dispiace interrompervi, ma è ora di mettersi in posizione», poi si rivolge ad Anna: «Dai tu il via?»
I suoi occhi si illuminano di entusiasmo. «Ovviamente!»
Le do un bacio sulla guancia, poi metto il casco, salgo sulla moto e mi posiziono qualche metro dopo Federico.
Anna si toglie la fascia dalla testa. «Sapete già il giro e come funziona quindi: uno...»
Le visiere dei caschi vengono abbassate.
«Due...»
Le moto iniziano a rombare.
«Tre...»
Anna si volta, alza il braccio e lancia la fascia. «Via!»
Federico accelera e parte. "Non mi deludere!"

I secondi diventano minuti. Inizio a picchiettare le dita sul contachilometri, mentre il motore continua rombare.
Sento le altre moto arrivare, metto le mani sul manubrio pronta ad accelerare quando la ruota della Ducati di Federico tocca quella della mia Honda.
Impaziente tengo il freno e accelero. Brando arriva prima di Federico e Marco parte.
"Muoviti Fede!"
Come richiamato, tocca la mia ruota e parto. In pochi istanti riduco la distanza che mi separa da Marco. Siamo fianco a fianco, per un attimo ci guardiamo attraverso la visiera. Distolgo lo sguardo, torno a fissare la strada e lo supero. Una curva. Mi inclino, un ginocchio sembra quasi sfiorare l'asfalto. L'adrenalina invade tutto il corpo e il cuore inizia a battere freneticamente.
Quando corro ogni pensiero è annebbiato dalla sensazione di libertà che mi dà la velocità.
Marco mi supera. "Non gli permetterò di vincere!" Accelero ancora e lo affianco. Le nostre moto sono vicine, troppo vicine. Lui ne approfitta per osservarmi. Un'altra curva. Incliniamo corpo e moto all'unisono e quasi le nostre ginocchia si toccano. Decelero perdendo terreno e lui ne approfitta per superarmi.
Sbuffo arrabbiata, porto la moto alla massima velocità. Lo supero e gli faccio un cenno con la mano assaporando la vittoria anche se manca ancora un kilometro al traguardo. Poco dopo mi raggiunge e mi sorpassa. Un attimo prima sono davanti e quello dopo dietro.
Frustrata urlo. "Nessuno può battere Fiamma nel suo territorio!"
Premo il pulsante per aumentare ulteriormente la velocità, anche se manca poco al traguardo e dovrei iniziare a rallentare. Sta volta lo riesco a superare. Appena sono vicina alla fine del percorso, sterzo derapando e la moto si ferma bruscamente. Ho vinto. Mi tolgo il casco.
Federico mi viene in contro. «Lo sapevo che ce l'avresti fatta!»
Gli tiro un buffetto sul petto. «Sei un'idiota, stavamo per perdere!»
«Ma non è successo...»
Anna arriva correndo, si ferma davanti a noi e quasi si mette a saltellare. «Siete stati grandi! Di questo passo diventeremo ricchi!» Sfiora le labbra del suo ragazzo con le sue. «Sei stato bravissimo!»
Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa divertita. Non credo che mi abituerò mai a vederli come coppia.
Marco si avvicina a grandi falcate. «Tu... hai giocato sporco! Hai modificato la moto!»
Alzo un sopracciglio. «Sbaglio o lo hai fatto anche tu?»
Sbuffa e si volta per andarsene.
«Cosa c'è ti dà fastidio essere battuto da una donna?» dico con arroganza.
Si gira e mi scruta da capo a piedi. «Hai vinto solo perché te l'ho lasciato fare!»
Incrocio le braccia sotto il seno e rido. «Sì, certo, dicono tutti così.»
«Lo vedremo alla prossima gara.» Alza il dito medio. «Fottiti!»
Ora mi diverto. «Dai Brando, non piangere... prima o poi vincerai una gara.»
Brando impreca mentre tutti ridono. Marco si gira e mi guarda come se volesse fulminarmi.
Rido trattenendomi a stento dal fargli una linguaccia, poi mi volto verso i miei migliori amici. «Per stasera passo, non vengo al locale. Domani ho il turno di mattina.»
Metto il casco e sgommo verso casa.

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