capitolo 14

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ZampadiPuma ingannava la fame pulendosi la sporco pelo ormai ispido, la sua lingua, sui fianchi seguiva le insenature della gabbia toracica. Osservava, come a volerselo mangiare con gli occhi, il piccolo tordo che Zampad'Ileo stava mangiando. La gatta provava un'invidia indesiderata ma insistente, sapeva benissimo che dovevano mangiare i più deboli prima di tutto e l'ex membro del Clan della Tenebra faceva decisamente parte di questa categoria, la prova era la lunga cicatrice che correva dalla sua spalla fino a metà del fianco per poi arrotolarsi e raggiungere l'altro lato. Si era formata da poco, la ferita aveva continuato a sanguinare molto a lungo, tanti temevano che sarebbe morto ma lui aveva tenuto duro e ora si stava riprendendo.
La gatta marrone spostò lo sguardo sul mucchio di carne, o meglio "il mucchietto di pesce, frutti e qualche scheletrico animaletto": si stava abbassando rapidamente ma nessun guerriero o apprendista accennava ad avvicinarsi. Nessuno stava guardando. ZampadiPuma riflettè "Nessuno si accorgerà se prendo quel minuscolo pesciolino la" nella mente si ripetè "No, se tutti facessero così dove si arriverebbe?". Per non pensarci spostò lo sguardo su suo fratello che chiacchierava con CuoreSplendente. Da seduti si notavano ancora di più le anche sporgenti e le zampe esili.
Senza accorgersene l'apprendista cominciò a torturare un'erbetta che si trovava a portata d'artiglio. Nella sua testa risuonò il brontolio del suo stomaco. Lei chiuse gli occhi e si concentrò per mandare via il pensiero delle prede.
Vedeva le bocche di ZampadiMarmo e CuoreSplendente che si muovevano senza emettere alcun suono, sentì un secco "crack" provenire dalle ossa del tordo di Zampad'Ileo ma dopo niente, osservò il piccolo pesce che voleva rubare e il suo odore la raggiunse. A quel punto la piantina che aveva tra gli artigli si spezzò e insieme a quella ZampadiPuma cadde a terra. Qualcuno corse verso di lei. E in quell'istante l'apprendista si lasciò prendere dal buio.

***
ZampadiMarmo stava chiacchierando con CuoreSplendente, ultimamente erano diventati molto amici, l'apprendista sapeva tantissime cose su di lei: il suo fiore preferito era l'orchidea, il colore il verde, aveva una paura matta dei tassi e adorava i conigli. Lei sapeva che lui, nel profondo, volevo diventare sciamano, senza che lui neanche se ne rendesse conto, sapeva che amava le quercie e si divertiva ad arrampicarsi su di esse, era a conoscenza dei litigi "segreti" fra lui e ZampadiPuma.
In questo momento discorrevano a proposito della bontà delle trote appena pescate.
Alzarono il muso nello stesso istante sentendo l'odore della fame, forte più di prima. ZampadiMarmo si accorse subito da chi provenisse e accorse a controllare la sorella che era appena caduta a terra. La trasportò, con l'aiuto di CuoreSplendente, nella capanna dei guerrieri ancora adibita ad ospedale (i guerrieri si erano intrufolati nelle capanne di altre categorie).
"La fame. È svenuta a causa della fame" fù la sentenzia di MantoZuppo. ZampadiMarmo annuì e disse: "Vado a caccia, vedo se riesco a catturare qualcosa" GiglioBianco, accorsa anche lei per sapere come stava la sua apprendista, accettò e si allontanò, dopo essersi assicurata che CuordiTornado, comunque costretto nella tana, si prendesse cura della figlia.
ZampadiMarmo superò le canne che circondavano il campo, si fermò un istante a controllare il narciso che lui stesso aveva piantato: ormai era un poco appassito ma rimaneva stupendo.
L'apprendista decise di dirigersi verso le Rocce del Sole, nella speranza che verso il territorio del Clan del Tuono ci fossero più prede.
Sciocco pensiero di un semplice apprendista, eppure se non avesse elaborato questa teoria la storia si sarebbe complicata ancora di più: quando raggiunse il fiume aveva già capito che qualcosa non quadrava, un'odore di muschio, alberi e...fame. Quando arrivò all'altra sponda si rese conto di che cosa non tornava: c'era una roccia che respirava! O meglio, sopra una delle roccie era sdraiata una gatta dai contorni spigolosi, un'altro corpo era adagiato li vicino: un gatto grigio, il suo respiro era a malapena percepibile.
ZampadiMarmo si avvicinò, controllando sempre di essere sotto vento. Raggiunse il masso dove si trovavano i due animali. Il maschio venne scosso da alcuni spasmi e tossì del sangue. A vederli così da vicino sembravano dei veri scheletri, al confronto i gatti del suo Clan sembravano giusto un poco sottopeso.
L'apprendista continuò ad avanzare, spinto dalla pietà per quelle povere creature. Con sua grande sorpresa si rese conto che non erano solo due ma era arrotolata su se stessa, accanto alla magra pancia della gatta, anche una micina, un'apprendista probabilmente. Mentre realizzava ciò, il gatto si distrasse. Grande errore. Un'enorme zampa lo colpì facendolo sbattere malamente contro la roccia. L'unica cosa che ZampadiMarmo riuscì a vedere del proprio avversario erano 2 grandi occhi gialli, pieni di scherno.

Angolo autrice

Allora, prima di tutto mi scuso tantissimo per il ritardo, e per il capitolo noioso ma...bo non avevo grandi idee, così, visto che avevo trascurato il titolo della storia ultimamente ho deciso di tornarci su.
Poi volevo farvi una domanda: preferite che approfondisca il rapporto fra i personaggi o che vada avanti con la storia?

Grazie di aver letto questo capitolo :)

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