capitolo 36

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ZannadiPuma scosse per ultimo Zampad'Ileo, svegliandolo silenziosamente. Attese appena che egli aprisso gli occhi e, lesta, lo informò in quattro e quattr'otto del piano.
"Andiamo via".
'Wow! Quale piano intricato!' Direte. E avreste ragione. Avreste completamente ragione. Ma cosa se non un piano semplice e lineare per sfuggire ad una minaccia semplice e lineare?
Eppure, sfortuna volle che loro non avessero mai a che fare con voi, menti superiori, e seguirono proprio questo semplice piano: se la filarono, 'alla ricerca di un altro posto dove vivere', dicevano per confortarsi. Abbastanza patetico, sì.

***

Quando la mattina ZampadiSpettro aprì gli occhi verdi, gli amici erano semplicemente scomparsi. Naturalmente nessuno se ne sorprese.
Eppure, nonostante questa netta separazione, ZannadiPuma pensò a lui. Quel ZampadiSpettro qualunque. Era mai possibile che non avrebbe mai più rivisto il gatto nero? Un tale dato di fatto le faceva male. Troppo male per essere normale. Era come se avesse lasciato con lui un pezzo di sè. Pian piano realizzava che probabilmente c'era un motivo per cui egli le era tanto rimasto dentro: ricordò quando il Clan della Stella le aveva promesso un compagno diverso da Zampad'Ileo; tutto pareva tornare. Si torturava le zampe mentre camminava, presa da questo pensiero pungente. Passò molto tempo fissando il nulla, desolata dell'assenza del gatto nero e ancora più ferita dalla lenta accettazione del sentimento che le era stato impiantato. Poi, però, accadde qualcosa che la sollevò da tutti questi pensieri sibillini. Si girò, quasi per errore, e vide il suo bel Zampad'Ileo. Non appena scorse la lunga cicatrice che lo ammantava sospirò di piacere: quella semplice occhiata era bastata a colmare il vuoto che la mancanza di ZampadiSpettro le causava. Il Clan della Stella avrebbe fatto ciò che avesse voluto: quello era amore vero, amore puro, rosso sangue e nessun'altro avrebbe mai potuto sostituirlo.
ZannadiPuma si strinse al compagno che fece fusa leggere. Lo guardò con un sentimento tanto pieno da sconvolgere piacevolmente il gatto bianco e nero. Si sorrisero, ed un nodo si strinse fra loro.

***

Quel gruppetto sporadico viaggiò. Fece un lungo cammino. Attraversò foreste, guadò fiumi, scalò montagne. Nessuno sa quanta strada macinò, io stesso, per quanto mi impegni, non lo ricordo. L'unico dato certo è che giunsero in un bosco straziantemente simile alla foresta dei Clan, e lì si trasferirono. Cercarono di ricreare la loro vecchia casa ma non ne furono in grado. Erano pochi. Più di uno non era giunto fin lì, perdendo nell'impresa anche la vita mai utilizzata per difendere la foresta. Alla fine si divisero in soli due gruppi che con l'andare avanti del tempo si ingrandirono e inglobarono vari gatti che abitavano la zona. Quel luogo, prese ad essere una cosa ben diversa dai Clan. Le due combricole venutesi a formarsi furono chiamate "Legioni". La Legione dell'Olmo Cadente e la Legione del Faggio Bruciato. Il campo si organizzò in modo che a nord, verso la Legione nemica, si trovassero gli "Ambasciatori"; a est, dove il bosco era al massimo del suo splendore in quanto a flora, si appostarono i "Medici", con un capo maggiore. Ad ovest trovarono casa i "Cacciatori"; a sud, il più lontano possibile dall'altro campo, i cuccioli, le madri e gli anziani. Al centro, infine, iniziarono ad addestrarsi i "Guerrieri" e l'"Imperatore".
Non mi addentrerò in particolari. Sappiate solo che tutto questo mondo esiste tutt'oggi. Sappiate solo che è qui che vivo.
Ma non è questo ciò che importa. Questa è tutta un'altra storia, che forse narrerò in futuro ma che certo non è la fine del nostro racconto. Loro, ZannadiPuma e tutti gli altri con lei, si arresero, vissero una vita crogiolata nel rimorso. Cos'era successo agli altri? Cosa sarebbe accaduto se fossero rimasti? Soffrirono, oh sì, perché non erano cattivi: avevano fatto ciò che avevano creduto necessario. Ma il fatto di aver lasciato indietro qualcuno non era certo facile da ignorare. I loro sogni e pensieri furono sempre, sino alla morte, punteggiati di dolorosi riferimenti al loro passato e alle loro scelte.
Ma nessuno di loro soffrì quanto me: perché io sapevo. Io vedevo.
Ma mi era vietato parlare, mi era vietato togliermi il peso di quelle informazioni dalle spalle. Il Clan della Stella è imparziale, ovunque un gatto si trovi.
Ma qui, oggi, dopo la morte di NevicataAutunnale, mia sorella e ultima mia compagna di avventura fino ad ora sopravvissuta, posso finalmente dirlo. State pronti: sentirete ora ciò che nessun altro è mai venuto a sapere: come i lupi furono sconfitti, senza l'aiuto della "prescelta".

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