capitolo 35

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StelladiGiglio era sempre bella.
Era bella quando era arrabbiata e mostrava le fila di piccoli denti come perle.
Era bella quando piangeva e le sue lacrime parevano quelle del cielo stesso, cadute dal sole splendente.
Era bella quando il sangue le imporporava il manto e la forza si intuiva scorrere sotto la pelle, pronta a trasformarsi in mossa letale.
Era sempre, sempre splendente nella sua giovane beltà.
Solo ora, solo ora mentre discuteva fiaccamente sul da farsi, non risultava la gatta perfetta.
Non erano i tagli gonfi, le cicatrici o l'orecchio quasi reciso.
Non era la luce, l'osservatore o la posizione.
Era lo sguardo. Lo sguardo nel quale si leggeva l'animo ferito. La fatica. La rabbia e la tristezza; il vuoto. Gli occhi un tempo dorati e allegri ora erano cupi, vacui.
"Dobbiamo rimanere e combattere" la voce era strozzata. Le parole erano quasi impossibili da pronunciare, ed anche una volta evase dal labirinto di pensieri nella testa della gatta bianca risultavano ricoperte di una rugiada malsana. Di un'insicurezza che le rendeva praticamente impronunciabili.
CuordiGiaguaro la ricordava nel massimo del suo splendore, da vice come lui. Ricordava il tono fermo e irremovibile. Ricordava gli occhi come luce nel buio. Come un raggio a cui aggrapparsi quando la notte calava. Ricordava il manto curato nel più fino pelo candido. Ricordava quanto quel bianco fosse immacolato. Ricordava quanto quella delicata nevicata fosse perfetta e stupenda esattamente come le idee chiare e nitide della gatta. L'ex-vice non riusciva a non mettere a confronto la StelladiGiglio contro cui più di una volta si era battuto, elegante, precisa, stupenda e terrorizzante nel suo rosso sangue, come una seconda pelle che invece di indebolirla la rendeva più potente in ogni mossa, a quella che si ritrovava davanti: traballante nei suoi stessi pensieri, tremante, insicura. CuordiGiaguaro non poteva credere di star ascoltando la stessa gatta.
"I-i lupi hanno occupato il nostro campo... noi... noi dobbiamo ucciderli"
"Cosa dici?! Rischieremmo la vita inutilmente! È tutto andato! Andato!" Questa invece era ZannadiPuma. Lei, sicura delle sue idee. Idee di codardia.
Idee semplice e lineari. "Fuggiamo e non guardiamoci indietro", molto più facile di "sputiamo negli occhi del nostro nemico e moriamo assieme ai nostri compagni". Idee di codardia, sì, ma forse anche le uniche veramente realizzabili.
Eppure StelladiGiglio aveva il piano giusto, solo che neppure lei ci credeva. Si vedeva chiaramente che era spaventosamente tentata di seguire ZannadiPuma. I gatti che si fossero trovati a fare una scelta fra loro due, anche se certi della giustizia dei pensieri della leader, si sarebbero certo trovati in difficoltà. Eppure, fortunatamente, il Clan della Stella aveva fatto in modo che lì si trovasse l'elitè dei Clan... Non era così?
In verità si stavano velocemente formando due fazioni: chi era con ZannadiPuma e chi con StelladiGiglio. In verità ciascuno aveva la propria visione di come le cose sarebbero dovute andare ma a grandi linee i lati erano due.
A supportare ZannadiPuma si trovava Zampad'Ileo che rafforzava ogni affermazione della compagna con qualche brava aggiunta quasi sussurrata. Si poteva chiaramente capire che la sua voce andava contro il suo animo, ma seguiva il cuore completamente dedicato a ZannadiPuma. Subito dietro poi era seduta MezzaLuna che stringeva i propri cuccioli a sè: "Non lascerò che Monte, Autunno e Fortuna muoiano!" Esclamava con le lacrime agli occhi. La regina si appoggiava pesantemente a PanteraNera, moralmente e fisicamente. Infatti la gatta nera aveva deciso di seguire ZannadiPuma nel pensiero: la verità era che lei non vedeva l'ora di tornare dai suoi amici e compagni incontrati lungo il viaggio che aveva compiuto con la sorella MantoArgenteo che, diversamente, sbraitava per convincere tutti dell'idea di StelladiGiglio. E poi ancora MantodiFiamma osservava silenzioso la situazione, seduto dietro la gatta marrone portatrice della paura. Ma lui non aveva paura. Lui voleva solo andarsene. Allontanare il più possibile da sè i ricordi. I ricordi della figlioletta e dell'amata compagna.
In ultimo OrecchiediVolpe attendeva un po' di silenzio per insinuarsi fra le voci ed esporre il suo pensiero pro ZannadiPuma. Il suo discorso, preparato già da lungo tempo, escludeva però la sua affezione per la compagna e per i piccoli che interessava unicamente lui.
Dall'altro lato, oltre MantoArgenteo, molti altri cercavano disperatamente di far ragionare i compagni, primi fra tutti DarkBlaze e SapphireArrow che insieme smontavano le idee e i piani degli avversari di pensiero. CodaBagnata dava loro man forte e lanciava al contempo sguardi assai preoccupati verso MezzaLuna e i piccoli: il suo più grande terrore, in quel momento, era di essere costretto ad abbandonarli senza uno sciamano a monitorare la loro corretta crescita; ma neppure quell'enorme paura poteva convincerlo ad abbandonare la propria mentalità. L'Azzurra si crogiolava nella sua insicurezza rinchiudendosi in essa ed evitava di unirsi al litigio limitandosi a combattere i propri timori: del resto lei doveva essere coraggiosa, ricoraggiosa e coraggiosissima. ArtigliodiMarmo la teneva d'occhio per capire cosa le prendesse mentre attorcigliava la coda con WarriorStar e assieme a lei combatteva per la propria posizione.
Poco più in lá discutevano animatamente ZampadiSpettro e ZampadiPioggia: lui stava con la leader bianca, lei seguiva la gatta ocra. Ma sebbene anche loro entrassero in uno dei due gruppi se ne stavano da parte, come sempre. "Non c'è niente qui per noi! Solo la morte!" Urlava lei fissando il gatto nero coi suoi occhi freddi e affilati, di un chiarissimo azzurro. "Questa è la nostra vita! Questo è l'unico mondo in cui mai potremo vivere!" Lui era quasi disperato e la sua corazza oscura era crepata. Le iridi di un verde profondo cercavano una qualsiasi cosa a cui aggrapparsi diversa dagli occhi azzurri dell'amica. Alla fine, però, rimase intrappolato nel ghiaccio di quei grandi occhi: "Vieni con me, via da tutti loro". ZampadiSpettro la osservò ancora qualche secondo poi mormorò: "Io..." aveva tutta la risposta in testa. Sapeva cosa dire. Eppure si era bloccato. Si era bloccato perchè aveva avuto un'idea.
"ZampadiPioggia, e se noi... ci unissimo al Clan della Nuova Alba?"

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