capitolo 34

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MacchiadiLeopardo e CuorediGiaguaro guidarono il gruppo attraverso l'intera prateria un tempo appartenuta al Clan del Vento. Durante il tragitto il gatto dal manto dorato e intramezzato da macchie nere si mise a chiacchierare come se nulla fosse con MantodiFiamma che annuiva sempre educatamente con falso interesse. Il gatto del Clan del Vento ad un certo punto se ne uscì con un "Ora questo territorio è tutto nostro!" Nel vano tentativo di accendere anche un minimo accenno di riso su quel muso serio e fermo ma nè questo stratagemma nè quelli che seguirono sortirono il men che minimo risultato. Del resto ciò che diceva CurdiGiaguaro, in quel momento, risultava molto più interessante.
"Sì, abbiamo trovato StelladiGiglio, SapphireArrow, DarkBlaze, PanteraNera e MantoArgenteo... erano messi piuttosto male. Parevano sopratutto preoccupati per la sorte di MezzaLuna: si era allontanata sola, senza dire nulla. O almeno così hanno detto..." a quelle parole la regina si era discosta e si era messa ad aiutare i cuccioli a zampettare al ritmo dei guerrieri. Nessuno le fece particolarmente caso: tutti pendevano dalle labbra di CuorediGiaguaro mentre, finalmente, faceva conoscere la profezia che il Clan della Stella aveva comunicato al Clan del Vento: "Non mancava molto all'assalto dei lupi e noi vivevamo le nostre vite ancora pressochè normalmente. BaffiFumanti si presentò a NuvolaBianca con una profezia, in seguito il guerriero la fece conoscere a tutti noi. Lo sciamano aveva recitato:
Di pochi che la luce presto ancora scorgeranno,
Ancor meno alla fine giungeranno
Tutti dovremo insieme collaborare quando un morso i Clan dilanierà
I predestinati che potranno ancora la Luna pregare
Incontreranno i prescelti che hanno già ucciso e che uccideranno per salvare
Aiuto e ascolto dovranno permettere a coloro
Così che la mandibola venga spezzata e la foresta liberata
Sul momento il tutto parve assai cupo. E lo era Santo Clan della Stella, lo era! Ma mai avremmo immaginato quanto... ad ogni modo quando abbiamo incrociato la via dei vostri amici abbiamo subito collegato i versi a loro e ci siamo cimentati ad accontentare tutti i loro capricci".
MacchiadiLeopardo annuì e sorrise.

***

La destinazione di tutte quelle fatiche era il tunnel sotterraneo che i due gatti originari del Clan del Vento chiamarono "Tana della Volpe". Nome non molto raccomandabile, presto però spiegato dai due: "Ci stava una volpe qui si racconta... Nessuno ci si avvicinava mai neanche in tempi recenti se non per casi eccezionali... Ecco noi siamo un caso eccezionale" riassunse in poche parole il gatto dal manto macchiata di scuro.
Dunque si infilarono in questa angusta galleria dove non filtrata nemmeno uno striminzito raggio del sole ormai pronto a tramontare. Quando ZampadiPioggia mise zampa sulla terra umida e rinfrescante fù presa da due sentimenti contrastanti: sentì, naturalmente, l'insopportabile sensazione di prigionia che il non poter muovere gli arti come si desidera dà a chiunque; ma dopo essersi abituata a quella fastidiosa impotenza recepì nel cuore un sentore di sicurezza, come se quel luogo considerato malfamato e maledetto fosse, nel loro caso, l'unico rifugio che potesse veramente proteggerli.
Il tragitto al buio più assoluto non durò un tempo esagerato, eppure pareva che il tempo si fosse messo a rallentare. La cosa non era per forza negativa: diede a tutti il tempo di riflettere e prepararsi a qualunque cosa avrebbero visto alla fine.
Quando però l'apprendista udì ZannadiPuma (che si era infilata nel buio subito dopo i padroni di casa) emettere un verso di sconcerto e stupore comprese che la fine era vicinissima.
L'enorme grotta era ariosa e luminosa grazie ad alcuni singolari buchi sul soffitto. Molte enormi stalattiti e stalagmiti bianche e pressochè incontaminate decoravano e riempivano la caverna rendendola simile ad un castello bipede. Se non ci fossero arrivati per certo tramite un tunnel tutti, nessuno escluso, avrebbero giurato che venisse direttamente dal Clan della Stella.
ZampadiPioggia si fiondò subito fuori dal tunnel per annusare a pieni polmoni l'aria profumata di un antico odore indefinibile.
Nel fondo della enorme stanza erano raggruppati alcuni gatti: i loro manto erano facilmente riconducibili a quelli del gruppo di gatti che si era staccato da loro. Ma ZampadiPioggia lasciò agli altri il privilegio di salutarti come si deve: del resto a lei che interessava? Si mise invece ad esplorare la grotta girando fra le stalagmiti e seguendo l'intero perimetro formato dal muro alla ricerca di passaggi o vie per salire.
Mentre cercava di capire se una parete fosse effettivamente valicabile provando a scalarla in ogni modo immaginabile le si avvicinò ZampadiSpettro. Il loro incontro non fu particolarmente tranquillo: lei lo schiacciò sotto il suo peso cadendo da un tentativo di scalata. Il gatto nero sbuffò: "Togliti!". Lei si tirò immediatamente in piedi. "Scusa" disse e lo guardò. Lui sospirò e le diede un'amichevole spinta. "Che fai?" Le chiese. La gatta portò in su il muso: "Sto cercando qualche via di uscita alternativa... Non può essercene una soltanto!". Il felino dagli occhi smeraldini seguì lo sguardo dell'amica attraverso la grotta ma neppure lui riuscì a scovare una galleria per uscire diversa da quella che avevano utilizzato loro.
Entrambi riportarono l'attenzione sul compagno di chiacchierata allo stesso tempo, finendo muso contro muso.
Ci fù un lungo attimo in cui nessuno dei due si mosse e si guardarono dritti negli occhi, poi lei scostò la testa e ripresero a conversare. Eppure quell'attimo continuò a vorticare dietro le loro innocenti parole.

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