12 ~ Due gattini tra le stelle

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ZampaChiara's P.O.V

AlbaFiorita mi passeggia accanto tenendo stretto tra le mascelle il suo bottino di caccia.

Il sole ha già cominciato a calare dipingendo il cielo di un bagliore rossastro che pare incendiare gli alberi che come giganti ci guardano dall'alto. Alcuni usignoli cantano dolci melodie per ringraziare il sole per il suo caldo ristoratore, il vento per le sue carezze delicate, gli alberi per l'ombra che li protegge dai gatti come noi, almeno in parte.

Vedo un uccellino volare veloce sulle nostre teste per poi atterrare leggiadro su un ramo sporgente, emettendo un fruscio.

Sto a contemplare questo splendido posto, ad ammirare ogni singola cosa, anche la più piccola e apparentemente misera, ma, nel suo piccolo, così importante e splendida, un dono della natura, perfetta in ogni dettaglio. Per non parlare del cielo, quel mare infinito dove sguazzano le nuvole, della luce che mi illumina il manto passando attraverso l'oscurità e dandogli riflessi argentei come quelli di una stella. Il vento veloce fa cadere una foglia davanti al mio naso e provo ad afferrarla con la zampa, tenendo sempre stretto il mio topolino, un premio, seppur misero, che mi rende felice e orgogliosa.

Il campo è sempre più vicino, non vedo l'ora di vedere i miei amici e di far vedere loro ciò che sono riuscita a cacciare.

ZampadiCielo's P.O.V

È stata una giornata impegnativa, e, finalmente, è giunta l'ora del meritato riposo. OndadiZaffiro è un mentore fantastico: oggi mi ha insegnato nuove tecniche di caccia e sono riuscito a catturare persino un pettirosso. Non ci ero mai riuscito prima!

Ricordo ancora: se ne stava appollaiato su un ramo a beccare le bacche di un color blu intenso che sembravano centinaia di piccole gocce di cielo cadute e imprigionatesi tra le foglie dalla forma biforcuta dell'albero che ZampadiCalendula, l'apprendista sciamana, mi ha detto chiamarsi acero. OndadiZaffiro mi aveva spiegato come posizionarmi, con le gambe tese pronte a balzare non appena l'uccello si distrae, le zampe davanti scattanti a tirar fuori gli artigli in modo da uccidere l'animaletto rapidamente, così veloce da non farlo accorgere quasi della sua fine. Io avevo ascoltato con attenzione e, in un momento, saltai sul ramo, sguainai gli artigli ed ecco, buttai il pettirosso a terra e lo afferrai con i denti. Aveva un buon profumo e il suo sangue mi faceva leccare i baffi, per non parlare della mia soddisfazione. Diedi un ultimo sguardo all'acero, poi gli voltai le spalle.

L'acero è il mio albero preferito: le sue fronde emanano un profumo dolcissimo e procurano molta ombra. Spesso la sera esco dal campo e mi arrampico su uno di questi alberi maestosi e poi guardo davanti a me il cielo infinito, le montagne con le punte ancora ricoperte di quel soffice manto bianco e puro, che si stagliano imponenti come giganti di pietra e si riflettono nei miei occhi verdi, i villaggi dei Bipedi lontani, oltre l'orizzonte, che paiono chiazze grigie in mezzo al verde sterminato.

Ammiro tutto ciò al di sopra del più alto degli alberi del bosco, così alto da toccare il cielo, permettendomi quasi di sentire le voci degli spiriti che popolano il Clan della Stella. E a questo punto tutte le mie preoccupazioni se ne vanno, sostituite da una pace immensa, cullata dalla quiete interrotta solo dal frusciare delle foglie, dal cinguettare degli uccellini, dal frinire dei grilli, dal rombo del fiume, tutti i suoni della natura incontaminata. Chiudo gli occhi e penso a tutto ciò che c'è di bello.

Tra i miei pensieri compaiono due gattini fatti di stelle a farmi compagnia, due cuccioli, neanche apprendisti, non ne hanno avuto il tempo. Ogni volta che li vedo rifletto su quanto precaria sia la vita: basta un momento, una piccola distrazione, e non ci sei più. Ma questi due piccoli non meritavano di morire così giovani: avevano tutta una vita davanti, ma erano troppo deboli e, si sa, chi è debole soccombe.

Sono un gattino e una gattina. Lui è bianco come la neve, con un petalo rosa tra le orecchie e gli occhi color ghiaccio, di un azzurro tenue, quasi vitreo, con tonalità argentee sui lati che mostrano la dolcezza di un cucciolo di poche lune. Un giorno mi aveva raccontato di essere stato sordo durante la sua breve vita, finita a causa di un falco che l'ha portato via dalla sua famiglia mentre lui giocava con una farfallina che gli volava accanto al naso solleticandoglielo. Gli artigli lunghi e affilati gli graffiavano la pelle sottile, macchiandogli di sangue il manto color latte. Lui piangeva e gridava, ma non ci fu niente da fare. Il falco lo uccise. Il suo nome è BatuffolodiNeve.

La gattina è ancor più piccola, una neonata di nemmeno una luna. Il suo manto è bianco, macchiato di un grigio pallido, i suoi occhi limpidi e dolci, occhi che videro poco. Aveva due fratelli, mi raccontò, un maschio e una femmina, entrambi grigi, lei più scura, molto simile alla madre, StellaBlu, una gatta di cui mio padre mi ha sempre parlato, una dei leader più importanti della storia del mio clan, lui più chiaro. Loro divennero grandi guerrieri, e i loro nomi furono Granito e OrmaScura. Lei non potè unirsi a loro, poichè più debole, morì congelata mentre stava andando con sua madre e i suoi fratelli a trovare il padre, CuorediQuercia. Muschiata si chiama.

Questi due cuccioli mi tengono compagnia nei sogni, giocando con me. Certo, sono così piccoli che è facile batterli, ma fanno in modo che non mi senta solo. Ma poi, inevitabilmente, mi rattristo a pensare al loro triste destino.

Un giorno BatuffolodiNeve mi toccò il naso e disse: "ZampadiCielo, lo so cosa pensi, ma non essere triste per noi. Devi continuare a vivere con gioia la tua vita. Noi saremo sempre qui a tenerti compagnia nei sogni". Aveva allungato poi una zampina e l'aveva appoggiata sulla mia. Non pesava niente, era appena un soffio d'aria. Muschiata si era avvicinata e aveva fatto lo stesso. Io li guardai con le lacrime agli occhi e leccai loro le testoline trasparenti.

"Presto non sarai più solo, ZampadiCielo. Presto non sarai più solo" avevano sussurrato mentre già cominciavano a dissolversi.

"No! Non andatevene!" avevo gridato, ma invano. L'ultima cosa che vidi furono gli occhi celesti di BatuffolodiNeve che continuavano a guardarmi con infinita dolcezza.

Ecco un capitolo speciale per voi. Che ne pensate? Triste vero? Personalmente, mi piacciono molto BatuffolodiNeve e Muschiata e ho voluto fare posto anche a loro nel mio racconto. Ma non temete, presto aggiungerò anche i vostri personaggi! Al prossimo capitolo!

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