26 ~ Viaggiando nei sogni

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ZampadiCalendula's P.O.V

Metto le zampe una dopo l'altra, cauta come una tigre che si prepara a ghermire la sua preda. I miei occhi ambrati baluginano di curiosità, fissandosi su ogni singolo oggetto che incontro lungo il mio cammino. Tutto intorno a me appare sfocato e misterioso, come avvolto da una nebbia umida e scura. Alberi altissimi sembrano toccare il cielo puntinato di stelle, mentre un fiume scorre placido al mio fianco. In esso sembrano specchiarsi gli astri celesti, colorandolo d'argento. La luna piena sembra una chiazza di candido latte, e brilla più del solito, così come avviene durante tutte le notti in cui si svolge il raduno. La natura circostante non dà segno di vita, avvolta da un silenzio innaturale: non si sentono gli squittii dei topi, né il cinguettare degli uccellini, né il rombo del fiume, nemmeno il sussurro del vento che passa tra le foglie. Tutto è immobile, l'unico suono percepibile è il mio respiro, simile a un borbottio roco.

So di trovarmi in un sogno, e non il mio sogno: ho sempre avuto l'abilità di esplorare i sogni dei miei compagni, fin da quando sono nata. Ho parlato di questa mia peculiarità solo con FiorediGrandine, e lei ritiene che sia un potere affidatomi dal Clan della Stella. "Quello che possiedi è un grande potere, ZampadiCalendula, ma devi fare molta attenzione e gestirlo in modo corretto. I sogni possono rivelarsi pericolosi: non sai mai cosa possa capitarti. Ma mi raccomando: non farti mai intercettare dagli spettri della Foresta Oscura. Quelli sono esseri malvagi, e cercherebbero solamente di corromperti con belle parole e false promesse" mi ripete in continuazione la mia mentore, come se avessi la memoria di un cucciolo. Non si rende conto che sono cresciuta? So anche combattere meglio di mio fratello ZampaSelvaggia, nonostante lui sia un apprendista guerriero. E allora come mai la sciamana continua a trattarmi come una gattina di pochi mesi che non sa difendersi? E poi, i sogni non si sono mai rivelati rischiosi: gli abitanti di questa "Foresta Oscura" non si sono mai avvicinati a me. E se lo facessero, li farei a brandelli con i miei artigli affilati.

Sorrido poi ripensando alla notizia datami da FiorediGrandine, e vengo nuovamente attraversata da un brivido d'orgoglio: sto per diventare ufficialmente una sciamana! Di quante erbe e di quanti fiori avevo dovuto imparare il nome e la funzione prima di ricevere una così inaspettata e piacevole notizia. Riceverò un nuovo nome, vedrò Pietra di Luna per la prima volta e parlerò con gli spiriti dei miei antenati. Chissà cosa si deve provare durante un'esperienza come questa: FiorediGrandine racconta che per raggiungere Pietra di Luna bisogna percorrere un lungo tragitto stando a digiuno, ma che quando si arriva a destinazione tutta la fatica svanisce. "La pietra sacra - disse un giorno la mia mentore - riflette la luce della luna e brilla come un diamante, rischiarando la grotta oscura nella quale è situata. Non ci sono parole per descrivere le sensazioni che avevo provato la prima volta che avevo visto questo spettacolo affascinante, misterioso e spaventoso allo stesso tempo, né per illustrare il gelo che mi aveva trafitto il corpo come mille lame quando l'avevo toccata". Io l'avevo ascoltata con occhi sprizzanti curiosità ed emozione, come fanno i cuccioli quando ascoltano le storie degli anziani.

"E se non sarò all'altezza del mio ruolo? E se dimenticassi tutto ciò che ho appreso durante il mio apprendistato?". Questi erano i pensieri che mi avevano attraversato la mente nel momento in cui FiorediGrandine aveva detto: "Sei pronta per diventare una sciamana a tutti gli effetti. Domani ci recheremo a Pietra di Luna, dove riceverai il tuo nome completo", ma ora so che darei la vita per la salute del mio clan e che mi impegnerò il più possibile per curare i miei compagni quando si troveranno in difficoltà, dimostrandomi una sciamana degna di tale ruolo. Lo sguardo fiero e orgoglioso della mia mentore mi aveva dato la forza per affrontare l'inizio di una nuova avventura, che avrebbe segnato il mio destino e la mia esistenza.

Mi guardo intorno, scuotendo la coda come una fronda: un fruscio improvviso attira la mia attenzione. Sobbalzo a quel suono inaspettato. Inizio ad avvicinarmi con cautela a un cespuglio, cercando di emettere meno rumore possibile. Appiattisco le orecchie e soffio, balzando all'interno dell'arbusto florido e verdeggiante. Lo oltrepasso e atterro goffamente dall'altra parte: le zampe non mi reggono e cado in terra con un tonfo. Mi rialzo con una zampa dolorante e alcune ferite sul corpo, provocate dai rami appuntiti e sporgenti della pianta. Mugolo e mi acquatto in un angolo, cominciando a leccarmi via il sangue dal manto che sfuma dal rosso all'arancione, come i petali della calendula. Il sapore ferroso di quel liquido scarlatto dall'odore acre mi mette la nausea, ma lo sopporto.

Quando ho finito, torno a guardare in avanti, incuriosita dai fruscii e dai sussurri che continuano a rompere la quiete, sempre più vicini a me. Rimango colpita nel vedere due gatte bianche come la neve, molto giovani e molto simili tra loro, se non fosse che il manto di quella più grande è ricoperto di stelle splendenti, e pare freddo come il ghiaccio, mentre le zampe della più piccola, poco più che un'apprendista, assumono una colorazione grigiastra, come se le avesse immerse nella cenere. Gli occhi di entrambe risplendono come zaffiri. Riconosco nella gatta dal manto candido e soffice e le zampe cenerine FonteChiara. Allora questo deve essere il suo sogno! Ma chi sarà quell'altra gatta così simile a lei?

Mi avvicino lentamente alle due gatte, curiosa di sentire la loro conversazione, mentre i cuscinetti morbidi delle mie zampe scivolano sul terreno umido, ricoperto d'erba verde e fresca. Non appena mi ritrovo a due code di distanza da loro, balzo in mezzo a una siepe che fornisce un'ombra perfetta per nascondermi e passare inosservata agli occhi delle due gatte. Rizzo le orecchie non appena sento FonteChiara cominciare a parlare: "Come mai mi hai condotta qui?".

"Devo farti vedere una cosa" risponde l'altra con un dolce sorriso, per poi voltarsi e incamminarsi. Le sue zampe affusolate poggiano delicatamente sul suolo, non lasciandovi tracce, come se vi fluttuasse sopra. Il suo manto soffice, puntinato di stelle, appare circondato da un'aura bianca e fredda come la neve. Il suo passo è elegante e sinuoso come quello di una pantera, mentre si avvicina sempre di più al placido corso d'acqua che attraversa la radura.

FonteChiara la segue agitando i baffi, incuriosita. Sgrano gli occhi e tento diavvicinarmi ancora, strisciando le zampe, come un coniglio. Vedo la mia amica guardare il corso d'acqua con attenzione,come a voler focalizzare ogni suo minimo movimento, ogni sua minuscolaincrespatura, ogni sua incantevole sfumatura. Punta poi i suoi begli occhi blu verso il basso, a studiare il suo riflesso mosso dalla corrente. Una piccola onda si infrange sulle sue zampe grigie, imperlandole di gocce scintillanti come gemme preziose.

Lo spirito della guerriera candida immerge una zampa nell'acqua, in corrispondenza del riflesso di FonteChiara, compiendovi quindi movimenti circolari, come a volerci giocare. "Questa è acqua di fonte" sussurra poi, non smettendo di smuovere il liquido trasparente.

FonteChiara, così come me, rimane interdetta, e si fa ancora più attenta. All'improvviso, una fitta gelida mi attraversa il corpo a partire dal naso, su cui si è posata una gelida goccia di pioggia. Guardo in alto, cercando di scoprire la causa di quell'improvviso cambiamento del tempo, ma non scorgo nulla: il cielo è blu oltremare, e non è solcato da neanche una nuvola. Eppure la pioggia persiste, divenendo sempre più insistente, inzuppandomi il pelo fulvo. Sembra quasi che il cielo stia piangendo. Le sue lacrime si mescolano all'acqua di fonte, producendo piccoli schizzi.

All'improvviso dal torrente vedo fuoriuscire un'ombra oscura e minacciosa che sfoggia un ghigno malefico, mentre gli occhi, ambrati, risplendono in modo terrificante. Il suo profilo ricorda vagamente quello di un puma. Lo vedo fissare minaccioso le due gatte bianche. Rizzo i peli sulla schiena, spaventata da quella visione. Aguzzo poi la vista, e vedo che la creatura tenebrosa tiene stretta tra i suoi artigli acuminati una rosa dai petali scarlatti che, uno dopo l'altro, cadono all'interno dell'acqua, galleggiando come ninfee per pochi secondi, per poi sprofondare, simili a ciottoli. L'altra zampa, invece, trattiene una foglia d'acero e un fiore di cardo. Quest'ultimo, però, viene lasciato cadere dall'ombra e, prima di raggiungere terra, si dissolve. La polvere del fiore spinoso ricade ai piedi della mia amica, che però non se ne accorge, troppo concentrata sulla visione. La vedo incredula e con la bocca aperta, la paura le dipinge l'espressione, e penso di apparire così anch'io in questo momento.

FonteChiara prova ad allungare una zampa verso l'ombra, gli occhi risplendenti di meraviglia, stupore e timore allo stesso tempo, ma questa, così come è apparsa, scompare, portando con sé il fiore rosso come il sangue e la foglia d'acero. Schizzi d'acqua bagnano il muso della guerriera bianca, che chiude gli occhi per evitare che le gocce vi entrino. Anch'io li chiudo, come accecata da un lampo di luce. Quando li riapro, è tutto finito: niente più pioggia, niente più ombra maligna, niente più visioni mistiche. Solo il silenzio più totale.

Ecco a voi un nuovo capitolo, narrato dal punto di vista di ZampadiCalendula. Scusate per la lunghissima attesa, ma non ho avuto la possibilità di aggiornare prima. Che ne pensate? Vi piace il potere di ZampadiCalendula? Cosa significherà la profezia? Ci vediamo nel prossimo capitolo. Fatemi sapere quali sono il vostro personaggio preferito e il vostro nome preferito. A presto!

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