25 ~ La voce del silenzio

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FonteChiara's P.O.V

Tutto gira vorticosamente intorno a me, scomparendo con la stessa velocità con la quale è apparso. Le foglie dei cespugli mi sfiorano il pelo con un tocco delicato, facendomi fremere a ogni contatto. Corro più forte, agitando l'erba che fruscia sotto le mie zampe; l'adrenalina aumenta, le sensazioni continuano a inseguirsi e sovrapporsi come cervi che sfrecciano lungo i ripidi pendii montani. ZampadiPassero, che è più veloce, mi distanzia di diversi metri. Il suo corpo pare l'ombra di uno spirito che si aggira silenzioso nella profonda desolazione della notte: è così veloce da passare inosservato. I suoi muscoli scattanti e la sua andatura rapida la fanno assomigliare ad una tigre che insegue la sua preda. 

"FonteChiara, sbrigati! Sei lentissima! Prendimi se ci riesci, lumaca!" grida la soriana ghignando e scuotendo le morbide piumette brune che le decorano il muso ai lati delle orecchie.

Noto anche ZampaSelvaggia e ZampadiLuce superarmi con semplicità ridacchiando, ma non mi do per vinta: non sarò l'ultima. Parto all'inseguimento, mettendo sulle zampe tutta la mia energia. Improvvisamente, però, le mie zampe si fermano, come se fossero appesantite da macigni: dov'è ZampadiCielo? Mi guardo intorno, non scorgendolo da nessuna parte. Grido il suo nome con tutta la forza che ho nei polmoni: l'unica risposta che ottengo è il sussurro del vento. Intorno a me odo solo la voce del silenzio, che mi fa tremare.

Incomincio a preoccuparmi e tutti i miei pensieri tornano a mio fratello e al modo in cui l'ho abbandonato al suo destino crudele: come ho potuto farlo? Avevo promesso che gli sarei stata sempre accanto, che non l'avrei mai lasciato solo, che l'avrei aiutato a crescere, un giorno dopo l'altro, a riconoscere i pericoli, ad essere più forte e coraggioso. Ma la sua mano non è più stretta alla mia, i suoi occhi non sono più puntati nei miei.

L'uccellino è volato via dalle mie mani, ma solo perché non sono stata capace di tenerlo stretto a me. Ora, se non fossi stata così vile e non mi fossi fatta vincere dalla paura per quel mostro del "Leone di Montagna", mio fratello, il mio fifone ma allo stesso tempo coraggioso fratellino sarebbe qui con me, vivo.

Mi sento così sciocca: sono passati tre mesi, tre lunghi mesi, eppure il pensiero di averlo perduto per sempre ancora mi tormenta. Non ha mai smesso di tormentarmi da quella terribile notte in cui, precipitando dalla finestra, l'avevo visto per l'ultima volta, con uno sguardo impaurito impresso sul viso infantile, mentre una mano gli afferrava il braccio e il suo debole grido giungeva alle mie orecchie. I miei occhi azzurri come il mare si riempiono di lacrime a ripensare a tutto ciò. 

"Fratellino mio, ovunque tu sia, ascoltami. Ti vendicherò, tu non sarai morto invano. Giustizia ti sarà fatta, mio intrepido eroe dal cuore grande come l'intera volta celeste". Punto gli occhi verso il cielo infinito, le cui stelle splendono più del solito, come mille minuscole lucciole luminose. Poi lacrime salate iniziano a imperlarmi il muso. 

"Tu sei lì ora, Franci, solo per colpa mia. Solo per colpa mia! - grido presa dai tremiti che mi scuotono come una fronda - Non ho saputo difenderti, non sono riuscita a tener fede alla promessa che ho fatto a te e alla mamma. Non sono più degna di essere tua sorella! Tu meritavi di meglio! Tu meritavi di vivere! Dovevo essere io a morire quel giorno!".

La mia preoccupazione per ZampadiCielo non fa che incrementare i miei sensi di colpa e risvegliare dall'oblio tutti i miei ricordi più dolorosi, che ora battono sul mio cuore come gelida grandine. Ma che sto a pensare? Questa è una preoccupazione immotivata e irragionevole: questa è la sua foresta, qui ci è nato, e la conosce molto meglio di me, che ci sono arrivata da così poco.

Eppure, in questo momento non sento altro che tormento per una colpa del passato, di un passato a cui, mio malgrado, non potrò mai più tornare per sistemare le cose e riportare in vita, anche solo per un istante, il mio dolce, piccolo e indifeso Francesco. Non potrei sopportare di perdere anche ZampadiCielo. Sarebbe troppo per me, e ho tanta paura. 

Sto per mettermi a singhiozzare ancora più forte e ricominciare ad evocare invano il nome di mio fratello, quand'ecco un lampo bianco e marrone sbucare da dietro un cespuglio, tutto affannato e con le orecchie basse, con lo sguardo di qualcuno che ha appena fatto un incubo.

Ricaccio subito indietro le lacrime e tiro un sospiro di sollievo. Alla luce della luna il manto bicolore di ZampadiCielo, coperto parzialmente dalle tenebre, sembra brillare come una stella, mentre quei due preziosi smeraldi che sono i suoi occhi brillano di mille riflessi che vanno dal bianco al verde chiaro, rendendolo misterioso e ancora più bello. 

"Cosa ti è successo?" chiedo avvicinandomi cautamente a lui.

Il siamese mi guarda con i suoi occhi, come per scrutarmi l'anima, per poi dire: "Non è successo niente. Non ti preoccupare. A te, invece, cosa è successo? Mi sembri... depressa". 

Scuoto la testa emettendo un miagolio privo di suono. Lui non ha la minima idea di quanto ho sofferto durante la mia vita, di tutto ciò che ho perso nel corso di pochi, terribili istanti. Vorrei tanto potergli raccontare tutto, di quale sia in realtà la mia identità, ma come potrebbe credermi? Anche io fatico a credere a me stessa, come potrebbe lui anche solo dare ascolto al racconto di una ragazza umana di nome Sofia che, improvvisamente, si ritrova prigioniera nel corpo di una gatta? 

"Non... non capiresti" gli rispondo poi, tutto d'un fiato. Lui mi guarda, comprensivo, mentre il passato si fa sentire, provocandomi immenso dolore.

Scruto con attenzione il suo sguardo, cogliendovi un certo timore. La sua coda si muove da parte a parte, come una frusta che fende l'aria con violenza. Il suo corpo esile e affusolato come quello di un leopardo freme sotto la leggera carezza del vento. 

"Pensavi a StelladelSilenzio, non è vero?" chiedo accennando un debole sorriso, più simile a una smorfia. Lui annuisce con un cenno del capo. A quel punto lo avvolgo con la mia morbida coda bianca, mentre lui inizia a emettere leggere fusa. 

"Tranquillo, andrà tutto bene. In un modo o nell'altro, riusciremo a superare ogni ostacolo. So per certo che ce ne saranno molti, lo dice una profezia di cui tutti noi facciamo inevitabilmente parte. Ma noi siamo coraggiosi, e ce la faremo. Puoi starne certo" sussurro, ma neanche io sono pienamente convinta di tali parole. 

Sbatto gli occhi, ZampadiCielo continua a guardarmi intensamente. "Grazie per avermelo detto" miagola ad un certo punto, per poi riprendere a camminare.

Lo seguo, ma il rimorso per gli avvenimenti di mesi fa continua a torturarmi e a dilaniarmi l'anima. Lo scalpiccio delle zampe dei nostri compagni di clan si fa sempre più vicino, e riesco quasi a scorgere il bel muso argenteo di AcquadiSorgente. Riprendo a correre più rapida. In lontananza è ancora udibile il suono della risata cristallina di ZampadiPassero, che a questo punto sarà già arrivata al campo e, conoscendola, starà infastidendo la sorella ZampadiSperanza, sicuramente esausta e ancora più irascibile del solito.

Passano due minuti e finalmente l'atmosfera famigliare del campo mi avvolge, insieme all'odore della carne fresca e della natura addormentata. Vedo ZampadiSperanza e ZampadiCristallo dormire accoccolati nel nido, con Mughetto e Ginepro dolcemente acciambellati sulla schiena della gatta fulva dagli occhi verdi come la speranza e Menta che, ancora sveglia e arzilla come al solito, mordicchia le orecchie nere del fratello, che sembra sorridere nel sonno. 

"Sembrano proprio due compagni con i loro cuccioli" esclama ZampadiPassero sbadigliando e venendomi accanto. Ridacchio guardando i due apprendisti dormienti. Anche SciadiCometa e FogliaBrinata, che stringe a sé i suoi due gattini pronti a diventare apprendisti, si sono già lasciate avvolgere dalle piacevoli tenebre dell'oblio. ZampadiCielo, ZampadiLuce e ZampaSelvaggia si sono già diretti alla tana degli apprendisti per dormire. 

Mi avvicino a passi pesanti al mio giaciglio di muschio nella tana dei guerrieri. AladiPioggia e SoffiodiVento dormono russando sonoramente, ma senza darmi fastidio. 

All'improvviso, una stretta potente mi attanaglia la testa. Spalanco gli occhi per lo stupore, ma non faccio in tempo a elaborare questa improvvisa sensazione, che il dolore sparisce.

"Che strano..." penso massaggiandomi la testa. 

Mi acciambello e per un secondo ascolto la voce del silenzio, che, non so come, riesce a quietarmi. I miei occhi si fanno sempre più sottili fino a diventare solo due spicchi, che scorgono AcquadiSorgente che torna dai suoi tre cuccioli e StelladiGelso che guarda con amore la sua famiglia, per poi chiudersi definitivamente e farmi precipitare in un sonno profondo.

Ecco a voi un nuovo capitolo! Che ne pensate? Presto la situazione cambierà drasticamente e i nostri personaggi si ritroveranno ad affrontare grandiosi pericoli. Il destino ha riservato grandi cose ai nostri piccoli amici, mentre una pericolosa battaglia è in procinto di scoppiare. Cosa succederà? Quali avventure affronteranno FonteChiara e i suoi compagni? Continuate a leggere per scoprirlo! Al prossimo capitolo!

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