52 ~ Tradimento

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RosaScarlatta's P.O.V

Le scintille scarlatte dell'alba lambiscono le mie pupille, portandomi a strizzare gli occhi. L'odore del Clan del Tuono mi pizzica piacevolmente le narici. Oh, quanto mi è mancato questo profumo, questo aroma di bosco e libertà! La mia casa è qui, le sono così vicina! Vorrei tanto correre dai miei amici e riabbracciarli! Se solo avessi ancora delle zampe a sorreggermi, del pelo soffice da esporre alla brezza frizzante, una coda per frustare il vento...

E invece, sono qui, nascosta dietro una barriera di arbusti, in attesa. Il fruscio delle fronde e il cinguettio timido di un tordo fanno da sfondo alla Cerimonia di Nascita. Così l'ha definita LeonediMontagna, così ci ha detto di chiamarla.

Un nuovo inizio.

La nascita di un nuovo clan. Una colonia, per l'esattezza, che sarà potente, temuta, spietata. Più di quanto non lo sia stato ogni altro clan.

La nuova guardiana della foresta, la garante del destino di ogni gatto selvatico.

E io cosa sono in tutto questo?

Un'anima indifesa prigioniera di un corpo cavo.

LeonediMontagna si è autoproclamato comandante. Dice che è con questo nome che i bipedi guerrieri chiamano il leader. Non so perché abbia deciso di utilizzare termini del linguaggio bipede per definire le cariche: abbiamo consiglieri, guaritori, soldati, amazzoni, cacciatori... Lui sostiene che ciò ci renda più minacciosi agli occhi degli avversari, ma io lo trovo semplicemente insolito, bizzarro.

Ortica e Rododendro stanno seduti di fronte al gatto marrone, ma lo fanno con atteggiamenti diversi: la prima con il petto in fuori e le iridi verdi scintillanti della luce dell'alba, il secondo intimidito e insicuro, a impastare il terriccio con le zampe.

"Miei fedeli compagni" comincia LeonediMontagna, abbassando lo sguardo sui due gattini. "La nostra cerimonia è quasi giunta al termine. Abbiamo qui ancora due giovani gatti in attesa di conoscere la loro nuova identità. Ortica, fai un passo in avanti."

La gattina nera si porta in avanti con convinzione, sorridendo orgogliosa.

"Tu sei una valida combattente, dotata di una grande intelligenza. Superiore, forse, a quella di tutti i gatti di questa colonia, anche i più anziani." Quest'ultima affermazione di LeonediMontagna è accolta da un ringhiare sommesso, che è subito soffocato da un vento esagitato, burrascoso. Ortica, invece, allarga il sorriso, sollevando la coda e alzando il mento.

Il gatto color nocciola riprende a parlare, dopo aver sedato gli schiamazzi con un movimento della coda: "Dunque, sono giunto alla conclusione che tu, Ortica, non abbia bisogno di un apprendistato. Anzi: una volta che avrai ricevuto il tuo nome di battaglia, farò di te un consigliere, in coppia con il nostro SguardoFiero".

Come? Già consigliere, la carica più prestigiosa dopo quella di comandante? A sei lune? La storia di FonteChiara che si ripete! Anzi, peggiora!

Anche la giovane sembra sconvolta: nonostante cerchi di mantenere un'espressione di seria inespressività, quel luccichio nelle pupille non passa inosservato.

"Da questo momento in avanti, Ortica, tu sarai un membro onorato e rispettato della Colonia del Puma. Giuri di essere sempre fedele al tuo comandante?" prosegue LeonediMontagna.

"Lo giuro!" risponde la gattina, celando malamente il tremolio della voce.

"Giuri di essere spietata con il nemico, di rifiutare l'amicizia di qualunque gatto di clan?"

"Lo giuro!" Questa volta il suo tono è più convinto, la scintilla più abbagliante.

"Molto bene. Un'ultima cosa, poi sarai pronta: giuri di dimenticare ogni legame di parentela, di essere disposta a uccidere anche un tuo congiunto a un mio comando?"

Gonfio il pelo, orripilata dalla crudeltà di quei giuramenti: a nessun altro ha posto domande del genere, neppure a SguardoFiero, l'altro consigliere. Può questa gattina, questa piccola cucciola, essere disposta a tanto?

Guardo Rododendro, che fissa la sorella senza parole, troppo spaventato per parlare.

Guardo GridodiDonnola e SanguediVolpe, i genitori dei due cuccioli che ormai sfoggiano i loro nuovi nomi, minacciosi come LeonediMontagna ha promesso. Sui loro musi è impressa la mia stessa espressione, in bilico tra l'incoraggiare la figlia e l'opporsi.

Guardo infine Ortica, che non dà segno di vacillare nel momento in cui pronuncia quelle due terribili parole: "Lo giuro!".

Lo stesso LeonediMontagna appare sorpreso di fronte alla convinzione della gattina. Ciò gli fa brillare gli occhi di una luce sanguigna, folle. "Ammirate tutti il coraggio di questa giovane. Ho fatto bene a provare le tue capacità: ora so chi sei davvero. Per cui, ora ti affido la tua nuova identità. Da questo momento in avanti il tuo nome sarà Fiored'Ortica."

Il sorriso della piccola si incrina. "Fiored'Ortica?" domanda, disgustata. "Non qualcosa di più... minaccioso? Tipo - non lo so - Artigliod'Ortica? Zannad'Ortica? Spinad'Ortica?"

Il gatto bruno non si scompone. Il suo ghigno, anzi, si allarga. "Che c'è? Non sei contenta dell'onore che ti ho dato offrendoti questo nome di battaglia?"

"No, però..." tenta di ribattere la giovane, ma LeonediMontagna la interrompe.

"Il tuo aspetto è quello di un fiore, fragile, delicato, affascinante. Il tuo cuore, però, è quello di un'ortica, saldo, tenace, pungente. Per questo d'ora in avanti sarai conosciuta come Fiored'Ortica. Ormai è deciso, e non si cambia più" conclude lui, ignorando la delusione sul muso della gattina.

Abbassa quindi lo sguardo sul fratello tremante. Questa volta, però, non leggo traccia di orgoglio in quegli occhi di fuoco. Solo minaccia, minaccia di morte. "Rododendro, fai un passo in avanti" esclama, velenoso.

Il piccolo avanza timidamente, guardando GridodiDonnola e SanguediVolpe in cerca di un cenno di incoraggiamento.

"Tu mi hai deluso, piccoletto. Quando ho testato le vostre capacità, ti sei nascosto dietro la forza di tua sorella. Tu, Rododendro, sei un codardo. E io non voglio codardi nella mia colonia!" grida, aumentando l'intensità dei tremiti del giovane.

"N-non mi uccidete, LeonediMontagna, signore! Vi prego!" supplica, appiattendosi al suolo. Sembra così piccolo e fragile, vorrei stringerlo a me come se fosse il mio cucciolo, rassicurarlo, dirgli che andrà tutto bene.

Mentirei.

"Non implorare pietà, cucciolotto! Sai che non ne ho per nessuno. Hai visto anche tu ciò che ho fatto alla figlia di VolodiGabbiano, che ha osato disobbedirmi!" ringhia LeonediMontagna, guardando la gatta bianca e nera, imprigionata tra i corpi muscolosi di due guerrieri di recente nomina, SaltodiLince e LagodiCristallo. Lei ricambia l'occhiata con fiamme ardenti nelle iridi azzurre, miste a lacrime che spingono per uscire.

"Per cui, ora ascolterai attentamente le mie parole. Se non lo farai, avremo un primo compito da affidare alla nostra Fiored'Ortica" sibila LeonediMontagna, mozzando il respiro del gattino. La sorella nera si paralizza, dando segno di aver compreso le intenzioni del felino crudele: se Rododendro non fosse stato attento, lei avrebbe dovuto ucciderlo. La promessa che aveva fatto si sarebbe ritorta contro lei e la sua famiglia.

"Ho una proposta da farti, piccoletto: la nostra guaritrice PetalodiTifone ha bisogno di un apprendista, e..." prosegue il gatto beige.

"No, vi prego! Quella gatta è pericolosa! Ha tentato di avvelenare un cucciolo!" esclama Rododendro, terrorizzato. PetalodiTifone, una gatta argentea screziata di bianco, in precedenza sciamana del Clan del Vento, si accende di irritazione a queste parole.

"Dunque preferisci morire. Come vuoi" dichiara LeonediMontagna. "Fiored'Ortica, uccidilo!"

Gli occhi della gattina nera sfumata di bianco si annebbiano di terrore. Deve tradire il fratellino che ha giurato di proteggere, ucciderlo solo perché non è stato in grado di fronteggiare il più grande.

Ma ha fatto anche un altro giuramento, quello che l'ha resa consigliere nonostante la sua giovane età. Se non avesse obbedito al comando di LeonediMontagna, l'avrebbe infranto inevitabilmente.

Quale tradimento è peggiore?

Incapace di rispondere a questa domanda, rivolge uno sguardo supplicante al comandante, ma lui la ignora: il danno è fatto, ormai.

Guarda poi Rododendro, come a chiedergli scusa per ciò che sta per accadere, o forse per spingerlo ad avere coraggio, ad affrontare il suo destino senza paura. Poi, sguaina gli artigli e si accinge ad aggredire il cucciolo inerme.

"No! No! Va bene! Sarò apprendista di PetalodiTifone!" grida Rododendro, sudando freddo, quasi per alleviare il peso della scelta alla sorella. Lei lo ringrazia con gli occhi, rinfoderando gli artigli: riesco a cogliere il suo sollievo come un'ondata di calore.

"Molto bene" mormora LeonediMontagna, soddisfatto. "D'ora in avanti sarai conosciuto come CuorediRododendro. Non deludermi, o giuro che ti faccio fuori."

Il giovane annuisce, per poi dirigersi verso PetalodiTifone, che lo accoglie con un sibilo. Rizzo il pelo: quella gatta mette i brividi persino a me.

LeonediMontagna studia tutti noi, dall'alto del ramo su cui si è appostato. "Ebbene, compagni miei. La Colonia del Puma è nata! Ora sì che potremo urlare al mondo chi siamo! E lui sarà costretto a risponderci, ad accettarci, a temerci! Andiamo, guerrieri miei, e..."

Uno scalpiccio interrompe il suo discorso. Cerco di capire da dove proviene, ma la mia visuale è oscurata dai cespugli.

Il felino bruno ghigna. "Sembra che qui ci sia qualcuno. Andiamo a vedere chi è, così che la Colonia del Puma possa dargli un caloroso benvenuto" sibila, maligno.

Attraversa gli arbusti e mi costringe a seguirlo, muovendo le mie zampe a ritmo. Subito, alle mie retine giungono due immagini note, forse le due che più mi sono mancate.

Ma sono anche le due che non avrei mai voluto vedere in una situazione come questa.

ZampadiCristallo e ZampadiCielo.

Stanno correndo svelti sul limitare del precipizio che costeggia il fiume, sembrano avere fretta. Il ventre del siamese è imbrattato di sangue. Tale vista mi fa soffrire: cosa può essere successo? È scoppiata una battaglia?

LeonediMontagna avanza, bloccando loro la strada. I due apprendisti si fermano, pronti a fronteggiare i nemici. "Ma guarda un po' chi c'è qui... Che succede, piccoletti?" chiede il gatto, mostrando i denti.

"Chi siete voi? E che ci fate nel territorio del Clan del Tuono?" soffia ZampadiCristallo.

"Non so se ho voglia di risponderti, GocciadiCristallo" replica il comandante.

GocciadiCristallo? È diventato guerriero?

Il giovane gatto nero strabuzza gli occhi. "Tu... tu come sai il mio nome? Si può sapere chi sei?"

LeonediMontagna sghignazza, facendo indietreggiare i due fratelli. "Io sono l'incubo dei clan, l'ombra della foresta, la vostra condanna" esclama.

ZampadiCielo si fa avanti, spavaldo: "Tu non ci spaventi. Andremo al Clan del Fiume, loro ci aiuteranno".

Il gatto beige ride più forte. "Oh, voi non arriverete al Clan del Fiume, né tornerete dai vostri compagni per annunciare il nostro arrivo. Non vorrete mica rovinare la bella sorpresa che abbiamo preparato. Per cui, mi dispiace, ma ora dovremo uccidervi" urla.

I due giovani, seppur intimoriti, si appostano, pronti a combattere. Vengo presa dal panico: ZampadiCielo non può lottare così! È ferito!

Sono tuttavia le parole che pronuncia in seguito quelle che mi portano a sprofondare in un abisso senza fondo.

Il tradimento.

Tradimento che non dipende da me.

Tradimento che non avrei mai voluto attuare.

Tradimento che mi condanna.

"RosaScarlatta, attaccali!"

~•~•~

Ecco un nuovo capitolo! Che dite? Come proseguirà la vicenda? Che ne sarà di ZampadiCielo, di GocciadiCristallo, di RosaScarlatta e di tutto il Clan del Tuono? Riusciranno a vincere le loro battaglie, o l'oscurità sarà più forte?

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