capitolo 11

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Aprii gli occhi, sbadigliando. Ero distesa sul giaciglio nella tana della sciamana. OcchiodellaMente era seduta al mio fianco, lo sguardo vigile. Quando si accorse che ero sveglia sorrise:" Ciao ZampaRibelle, ben svegliata! Come ti senti? "
Io miagolai, la voce rauca:" Meglio..."
La sciamana mi leccò, con fare materno. Io feci le fusa, felice. Provai a mettermi a sedere, ma un dolore atroce in tutto il corpo mi fece gridare. OcchiodellaMente mi bloccò, dicendo:" Stai male, le ferite sono gravi. Non ti muovere! "
Io obbedii, non che potessi fare altro. Ero debole come un fruscello. La voce soffocata, chiesi:" Come sta mia sorella? E mio fratello? "
Lei esitò:" Meglio. Guariranno."
Io sospirai, sentivo che mentiva. Ma ero troppo stanca, troppo debole. Mi accasciai, lasciando cadere la testa sulle zampe.

Un grido di dolore mi svegliò. OcchiodellaMente! Mi alzai, barcollando. La sciamana era a terra, distesa in una pozza di sangue. Terrorizzata corsi da lei. L'odore di ArtiglioBrutale era ovunque. Capii immediatamente cosa era successo. Mi avvicinai sconvolta alla gatta color sabbia.
" Cosa devo fare? Come ti posso aiutare? " chiesi alla gatta ferita. La sciamana sussurrò:" Le ragnatele..."
Io le afferrai, nel panico. Guidata dalla voce della gatta color sabbia, calma anche in quel momento, la medicai. Quando finii OcchiodellaMente sospirò, debole. Tentò di alzarsi, ma le zampe cedettero. Poi sussurrò:" Non ti preoccupare, sto bene... Non dire niente. "
Io, spaventata, la guardai. Con mia preoccupazione notai quanto era magra. Zoppicando uscii dalla tana. Era notte. La luna splendeva nel cielo. Afferrai un topo grassottello e rientrai, con una smorfia di dolore. La sciamana fece le fusa, divorando la preda. Poi si tirò su, con una smorfia di dolore per le ferite. Mi diede una leccata e disse:" Grazie. Devi riposare adesso, sdraiati. "
Io obbedii, sdraiandomi sul muschio verde. Mi lasciai andare al sonno.

Quando riaprii gli occhi la luce del sole filtrava nella tana. Sbadigliando mi iniziai a pulire. Le ferite si erano quasi del tutto rimarginate, non mi facevano quasi più male. Quasi. Mi alzai, avvicinandomi al giaciglio di mia sorella. Dormiva, le anche fasciate da ragnatele. Era magra, sembrava così fragile. Una voce mi sorprese alle spalle:" Non ti preoccupare. Sta meglio adesso. "
Io mi voltai, fissando la sciamana che, le ferite coperte di ragnatele, mi guardava con affetto. Io sentii rinascere la speranza:" Davvero?"
Poi notai quanto OcchiodellaMente sembrasse debole:" Ma tu... Stai bene? "
La sciamana annuì:" Ho perso un po di sangue, ma sto bene. Adesso puoi andare, ma non ti sforzare. "
Io annuii, anche se ero preoccupata per lei. Uscii all'aria aperta. Il sole non era ancora alto nel cielo. Il vice del clan, VentodelMattino, un bel gatto dorato a macchie nere, mi chiamò con la coda. Quando fui davanti a lui il gatto sorrise:" Oggi voglio portare ZampadelTramonto alla conca sabbiosa. Il tuo mentore è occupato, puoi venire con noi. "
Io sorrisi eccitata:" Benissimo! Dov'è ZampadiTramonto? "
" Eccomi! " il mio amico rossiccio mi corse affianco.
" Andiamo allora! " ci incitò il vice.
In quel momento ero davvero felice.

Angolo autrice: lo so, non è un gran che, non avevo idee. Spero vi sia piaciuto comunque. A presto!

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