capitolo 4

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Rimasi immobile, sconvolta, osservando la sciamana piegarsi su mia figlia, applicando ragnatele e leccandola. Una rabbia incontrollabile si impossessò di me. Ruggendo balzai nella conca. CuordiTifone divenne pallida come un fantasma, mentre TempestaGelida indietreggiò, un orecchio strappato e sanguinante e dei graffi sul corpo a testimonianza dell'incursione di poco tempo prima nel campo. Io ruggii, furiosa:" Che cosa ci fai qui CuordiTifone?"
La sciamana sbiancò, proteggendo i miei figli. Io sibilai:" CuordiTifone. Vattene. Loro sono traditori, meritano di morire. "
Lei avanzò, senza paura:" No, non abbandono gatti feriti. "
Io soffiai:" Sei già abbastanza nei guai! "
Un crampo alla pancia mi fece piegare in due, di nuovo. La sciamana mi si avvicinò e fece per toccarmi, preoccupata. Io reagii in un lampo, senza nemmeno volerlo. Un istante dopo CuordiTifone sanguinava dal muso e io avevo gli artigli sporchi di sangue. Un tuono mi fece trasalire. Scoppiò un temporale. La sciamana mi fissò con gli occhi gialli che brillavano nell'oscurità tempestosa:" Il clan della Stella è adirato. "
Io soffiai:" Chissà perché! Hai protetto dei traditori! "
CuordiTifone scosse la testa:" Mi hai colpita, a Settealberi per giunta. È per questo che è arrabbiato, apri gli occhi! "
Io ringhiai e ordinai, fredda:" Torna al campo! "
La gatta grigia soffiò:" Se vuoi lasciarli morire dimmelo subito, così me ne vado anche io. Come reagirebbe il clan? Se invece hai ancora un po di pietà lascia che li curi, torna al campo e aspettami, sarò lì all'alba. "
Io rimasi un istante immobile, poi annuii, non avevo altra scelta. Corsi fuori dalla conca, lanciando un'occhiata di fuoco ai miei figli. Arrivata al campo entrai nella mia tana e mi accasciai sul mio giaciglio, tormentata dal dolore alla pancia e alla testa. Furiosa, strinsi gli occhi, aspettando la sciamana. Mi lasciai andare a un sonno agitato.
Mi svegliai con un miagolio rauco da fuori la tana:" StellaArdente? Sono CuordiTifone. "
Io risposi, trattenendo un ringhio. La gatta grigia entrò, la testa alta. Io le feci cenno:" Siediti. "
La gatta obbedì, visibilmente provata. Io trattenni la rabbia e dissi, calma:" Sai che cosa vuol dire quello che hai fatto? "
La sciamana rispose:" Sì, ma con tutto il rispetto..."
Io la interruppi, gli occhi fiammeggianti di rabbia:" Non mi importa! Io avevo fiducia in te! Probabilmente eri la gatta di cui mi fidavo di più! E tu tradisci il clan in questo modo? "
Lei rispose, con pietà:" Sei arrabbiata con i tuoi figli, ti capisco, ma non potevo farli morire. Li ho trovati che AnimadiFiamma era in fin di vita, mentre TempestaGelida ha una infezione alla spalla. Dovevo aiutarli. "
Io, furiosa ma stanca e provata, scossi stancamente la testa:" Non dovevi. Hanno tradito il clan e tu ti sei macchiata dello stesso crimine."
La gatta mi guardò negli occhi:" L'odio ti acceca. Non capisci? Sono i tuoi figli! Ti hanno fatto arrabbiare, ma sono sangue del tuo sangue! "
Io ringhiai, non avevo bisogno di una predica. Poi ricordai le parole del mio sogno:" non farti accecare dal risentimento. "
Era riferito a questo? Ma non feci tempo a rispondere che una fitta alla pancia mi tolse il respiro e io caddi priva di sensi.

Angolo autrice: scusate l'enorme ritardo! Non potevo scrivere questi giorni. Spero che vi sia piaciuto comunque. A presto!

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