capitolo 40

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Ero distesa sul giaciglio , debolissima, stavo per svenire di nuovo. Soffrivo terribilmente. La piaga sul mio fianco si era infettata. Non ne potevo più. La sciamana si occupava di SognoOscuro. Era rimasta gravemente ferita ad entrambe le zampe posteriori, non si sa se si riprenderà. 
" CuordiTifone? Mi dai dei semi di papavero? Per favore..." sussurrai alla sciamana.
" Non posso! Ne hai mangiati dieci minuti fa! Se ne mangi troppi ti faranno male! " rispose la soriana, controllando la ferita. Sospirò. Mi toccò la fronte.
" La febbre si è alzata. Devi bere, ti stai disidratando."
Mi passò del muschio. Io lo leccai, respirando affannosamente. Lei si voltò ed uscì un attimo. Io mi trascinai verso i semi, faceva troppo male. Ne presi una manciata. Erano di più di quanti me ne abbia mai dati. Ma soffrivo troppo. Li inghiottii. Mi sentii improvvisamente debole. Mi trascinai a fatica sul giaciglio. Sentii una fitta alla pancia. Non so perché non mi addormentai, fatto sta che rimasi lì, scossa dai brividi. Era tremendo. Mi girava la testa. Tentai di alzarmi, ma svenni. 

CuordiTifone's pov
Il leader non si era ripreso del tutto, era ancora debole e soffriva spesso di mal di stomaco. Quindi lo andai a controllare. Era steso su un giaciglio, dormiva. Mi avvicinai a lui, controllandolo. Respirava irregolarmente, gemendo. Gli lasciai delle erbe vicino, in modo che quando si sarebbe svegliato,  l'avrebbe mangiate. Poi rientrai. MantoArdente dormiva. Strano, stava soffrendo troppo per addormentarsi così di botto. Poi vidi un seme di papavero incastrato tra i suoi artigli. No, non l'aveva fatto. Mi avvicinai così alle mie scorte. In effetti ne mancavano una ventina. Spaventata, mi avvicinai a lei. Respirava appena. Le leccai la testa, per tentare di svegliarla, ma lei non reagì.
" Svegliati! Svegliati ti prego! "

MantoArdente's pov
"Svegliati! "
Aprii gli occhi, sbadigliando. Ma dove mi trovavo? Era una radura, ma non era Settealberi. Mi alzai. La ferita al mio fianco bruciava di meno. Mi trovai di fronte CuorediTempesta. Io feci sonore fusa, mentre lui mi toccò la piaga con il naso. Un calore improvviso mi invase.
" Ti devi svegliare. Il clan ha bisogno di te. Ti ho donato la mia forza, fanne buon uso. "
Poi tutto scomparve.

Mi svegliai di colpo. La sciamana
mi stava scrollando. Quando aprii gli occhi lei cominciò a sbraitare:" Che ti è saltato in mente? Ti avevo detto di non mangiare altri semi di papavero, che ti avrebbero fatto male! Ho temuto il peggio! Cervello di topo! "
Continuò così per un bel po, ma io la ascoltavo solo a metà. Mi guardai la ferita: era ancora aperta, ma aveva smesso di bruciare. Mi alzai, pensando alle parole del mio compagno.
" Ehi! Ma mi stai ascoltando? Torna qui!" protestò la gatta inseguendomi fuori. Appena misi piede fuori dal tunnel vidi arrivare mio fratello e StellaFuriosa.
Lui ghignò vedendo la mia espressione:" Ma ciao sorellina, dobbiamo parlare. "

Angolo autrice: che ne pensate? Cosa vorrà dire StelladiGhiaccio? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.

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