Capitolo Tre

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

AYLA

"Voi cosa?"

Domando incredula. Non posso credere che i miei due migliori amici hanno... Hanno...

"Organizzato una festa di compleanno!" Dicono all'unisono.
"Avanti Ayla. Ci divertiremo e poi non si compiono tutti i giorni sedici anni. Ancora non capisco perché ce l'hai tenuto nascosto." Dalai sembra delusa.

"Dal ha ragione. I miei non hanno problemi a riguardo, tanto sono a cena con il sindaco di Edgerise. E dovrebbe andarci anche tuo padre visto che fa parte del team dei suoi avvocati. Preferisci passare il tuo compleanno da sola o festeggiare con noi?"

Beh la risposta è facile ovviamente. Però la domanda è una. Come hanno fatto a scoprirlo?
Sono ancora titubante, però alla fine hanno ragione. Che sarà mai una festa di tre persone?

"Ok. A me andava comunque bene il film eh. Tanto noi da soli a casa o al cinema non cambiava niente."

Dalai si stringe le spalline dello zaino dondolando sui talloni, mentre Riley si massaggia la nuca ed entrambi evitano il mio sguardo.

"Ecco..."
"In realtà..."

Si parlano sopra.

"Sputate il rospo. Non voglio sorprese." Ne ho avute già abbastanza per oggi. Contando da dopo la mezzanotte. Sento le guance riscaldarsi al pensiero di quello che è successo nella mia camera stanotte e cerco di scacciarlo via.

"Rayden aveva già in mente di dare una piccola festicciola. E con la scusa che oggi compi sedici anni ha detto alla mamma che sarebbe stata per te. Quindi... Non saremo solo noi tre."

Spalanco gli occhi. No. No. No, no, no, no, no e ancora no. Mi sono ripromessa una cosa: mai più incrociare lo sguardo di Rayden. Oggi sono stata così brava, sono scappata ogni volta che vedevo il suo ciuffo inconfondibile da lontano. E loro vogliono che partecipi alla festa che ha organizzato lui? Col cavolo!

"Oh. Che sbadata. Mi sono ricordata che lunedì ho un compito importantissimo e devo assolutamente studiare, perciò..."

Faccio per andarmene, ma si aggrappano al mio zaino e mi sistemano tra loro.

"Che ne dici se vengo da te e ci prepariamo insieme?"

Dalai alza le sopracciglia più volte con un sorriso sgargiante in faccia. Non riesco a non ridere e non riesco a dirle di no. Oddio! È la mia prima festa. Cosa mi metto? Mi devo truccare?

"Sì, ti prego. Non ce la farei senza il tuo aiuto." Mi vergogno ad ammetterlo, ma se Dal se ne accorge non lo da a vedere.

Quando metto piede dentro casa trovo papà che si sta facendo il nodo alla cravatta. Indossa un completo blu scuro e una camicia bianca.

"Questo completo ti risalta gli occhi."

L'azzurro chiaro delle mie iridi l'ho ereditata da lui, l'unica cosa. Per il resto sono tale e quale alla mamma. O almeno è quello che mi hanno sempre detto. Mi rivolge un mezzo sorriso e sembra sincero, non succede da mesi.

"Ayla. Sta sera non ci sono. So che passerai la serata dagli Henderson, mi raccomando sta attenta."

Annuisco un po' giù di morale. Lo supero e quando inizio a salire le scale mi richiama.

"Ehm. C'è un regalo per te sul tavolo della cucina. Buon compleanno Ayla."

Lo sento avvicinarsi e lasciarmi un bacio sulla testa. Ho le lacrime agli occhi, non respiro fino a quando chiude la porta dietro di lui. L'ossigeno trattenuto nei polmoni fuoriesce come un rantolo.

Vinta dalla curiosità vado a vedere di che si tratta. Una carta da regalo rossa e un nastro dorato avvolgono il mio regalo. Emozionata lo scarto delicatamente. Mi trovo in mano un libro e quando lo apro le lacrime che ho tanto cercato di trattenere ora scendono copiose sulle mie guance.

È il ricettario della mamma. Non lo vedevo dal trasloco ero convinta che fosse disperso o buttato in qualche cassonetto. È stato rilegato con un tessuto simile al cuoio. Me lo porto al petto e lo stringo forte, è il regalo più bello che potessi mai ricevere. Ringrazierò papà preparandogli una delle sue ricette preferite che faceva sempre la mamma, seguendo passo dopo passo le sue indicazioni.

Mentre decido cosa fare, Dalai si presenta alla mia porta con un enorme sacco da palestra nero che sembra stia per implodere. Saliamo nella mia camera per scoprire che lo ha riempito di vestiti, scarpe, trucchi e gioielli. Sapeva già che nel mio armadio non avrebbe trovato nulla di adatto per la festa.

"Senti Ayla. Sono certa che non sarai d'accordo con me, per questo ho portato varie opzioni, ma... Ti devi fidare. Nulla ti starà meglio di questo vestito."

Ne sfila uno azzurro chiaro con vari brillantini che luccicano dei colori dell'arcobaleno. È bellissimo. Anche se non ho idea di come si mette. Inclino la testa osservandolo per capirci qualcosa, un sacco di fili pendono, credo, SPERO, sul lato posteriore.

"Avanti, ti aiuto io." Dice tutta eccitata.
Faccio come chiesto e mi fido della sua opinione.

Quando lo infilo dalla testa non riesco a comprendere la sua forma, quando poi Dal inizia a tirare e stringere qualche laccetto sgrano gli occhi. Segna tantissimo il mio punto vita, scende morbido sui mie fianchi esili e le gambe sono scoperte da metà coscia. Il problema è un altro però. Ho il seno completamente fasciato e tirato su dal tessuto compatto.

"Oh mio dio! Lo sapevo che ti sarebbe stato benissimo!"

"Col cavolo Dal! Slaccia tutto, non metterò questo vestito! Mi si vede tutto!"

Smorzo la sua frenesia con il mio tono quasi stridulo. No, no e no. Chissà quanta gente ci sarà stasera non vogliono che mi vedano così... Esposta.

"Come vuoi... Insomma sono sicura che Riley avrà comunque solo occhi per Genevieve, tanto vale non farsi notare da lui. Nemmeno sta volta."

Incrocia le braccia al petto dopo aver tirato fuori il suo lato più spietato.
Genevieve è una ragazza del nostro anno. Anzi, LA ragazza. La più bella, la più intelligente, la più simpatica e la più ambita. Con i suoi capelli rossi, i suoi occhi verdi e il suo accento francese. Il suo fastidiosissimo accento francese.

Piace praticamente a tutti, in fondo Riley potrebbe avere una possibilità su... 278. Insomma il Venus potrebbe estrarli come coppia se fosse il loro destino. Ma io sono certa che non sarà così. Io e Riley siamo fatti l'uno per l'altra, ci piacciono le stesse cose, gli stessi cibi, gli stessi posti, gli stessi libri. Alzo il mento all'insù. Non ci potrà essere nulla tra noi fino al ventunesimo anno, ma questo non vuol dire che non posso farlo innamorare di me.

Quella stupida invenzione dovrà per forza tenere conto dell'amore! No?

"Spero che sai anche come truccarmi perché io non ho idea di come si usa tutta quella roba."

Inizia a saltellare sul posto battendo le mani molto più felice di me di questa storia.

"Fidati di me!"

Sono passate appena le otto di sera quando finiamo entrambe di prepararci. L'ombretto argentato
sfumato sulle palpebre si abbina ai miei sandali ed è definito da un eyeliner blu scuro. Ciglia folte, illuminante e lipgloss luccicante completano il mio look. Dal è stata a dir poco fantastica, non avrei potuto fare di meglio.

Lei sta benissimo nel suo completo top e pantaloncini lilla. Insieme sembriamo due fate appena uscite da Alfea! Questa cosa mi diverte molto.

"Pronta festeggiata?"

Ha un sorriso sgargiante e stasera mi sento così bella che non voglio nemmeno nascondere il mio.

Quando facciamo il giro della staccionata per raggiungere la destinazione la musica rimbomba già da parecchio tempo. I ragazzi del nostro anno chiacchierano, ballano e si divertono con qualche gioco da festa. Non posso credere che tutto questo sia per me. Poi ricordo che in realtà non è così e che è stata solo una scusa. Ma non mi importa, questa volta voglio solo divertirmi.

Noto Riley in un angolo della casa parlare con un compagno di classe e quando ci vede sposta lo sguardo su di noi due volte. Sgrana leggermente gli occhi e mentre si avvicina quella sua fossetta che tanto adoro affiora. Mi sento nervosa, le mani iniziano a sudare e diventare scivolose. Forse è la volta buona che si accorga di me sotto un'altra luce.

"Ragazze. Caspita! Siete bellissime. Wow Ayla, quasi non ti riconoscevo!"

All'improvviso il mio nervosismo si trasforma in... Cosa? Sconcerto? Ha davvero det-.

Il pensiero non finisce di formarsi che un braccio muscoloso mi avvolge le spalle. Subito mi irrigidisco. Mi volto e Joseph fa un lungo fischio.

"Porca puttana Walker ti avrei dato altri due anni, ma alla fine sei sbocciata. Davvero i miei complimenti. E tu Dal, sei proprio gnocca."

Le fa l'occhiolino e lei sembra più che disgustata dal suo commento.

"Mi fai schifo Watson!"

Cerco di concentrarmi su Riley di fronte a me con indosso una maglietta bianca a maniche corte e dei pantaloncini colorati, che poi capisco essere il suo costume da bagno. Le palpitazioni crescono tra le mie costole facendomi ipersalivare. Solo ora ricordo che in giardino hanno una piscina.

Resta calma, Ayla. Rimani in casa e tutto andrà bene. Non affogherai certo in piscina. Non la sera del tuo sedicesimo compleanno. Spero.

La paura di morire inghiottita da una soluzione di acqua e cloro si dissipa quando nel mio campo visivo entra un'altra persona. Rayden. Abbasso gli occhi, voglio evitare a tutti i costi il suo sguardo, non ho la minima intenzione di affrontarlo adesso, non sono pronta!

Poi però inizio a fissare i suoi addominali. Degli addominali perfettamente scolpiti e abbronzati. Un filo di peluria mi conduce all'elastico del suo costume, dei pantaloncini bordeaux.

"Vuoi una foto pulce? Così da poter sbavare in solitudine magari. Anche se so che mi sbirci dalla finestra qualche volta."

Si porta il contenuto del bicchiere rosso alla bocca e il suo pomo d'adamo fa su e giù. Lo so, lo so. Sono rossa dalla testa ai piedi.

"Io... Io non ti sbircio. Non dire cavolate!"

Non presta attenzione a me o a quello che dico. L'unica cosa che sta fissando è la mano di Joseph sulla mia spalla. Ancora sulla mia spalla. Me la scollo di dosso con un movimento rapido.

Rayden si avvicina all'orecchio del suo amico e bisbiglia qualcosa che non riesco a comprendere.

"Ma non ho fatto niente! Non ancora almeno."

Il sorriso di Joseph si spegne all'istante quando Rayden gli lancia uno sguardo assassino.

Mi sento a disagio tra questi due giganti rispetto a me. E quando mi accorgo di avere una moltitudine di occhi addosso il disagio aumenta.

"Andiamo Dal."

Spero capisca il mio tono supplichevole. Peccato che quando cerco di capire dove sia finito il mio migliore amico lo vedo intento a parlare con Genevieve. Lei è totalmente distratta e continua a lanciare sguardi molto discutibili all'energumeno che ho di fianco.

Ha al suo pieno cospetto Riley e ora vuole il mio Rayden? Oddio! Mio? Ma questa da dove mi è uscita! Devo assolutamente distogliere l'attenzione da loro e concentrarmi su me e Dalai e divertirci come si deve.

La serata passa tranquillamente, ci prendiamo qualcosa da bere, ovviamente analcolico, ci muoviamo facendo finta di saper ballare ma nessuno sembra accorgersi di noi quindi siamo più disinvolte.

Mi sento... Felice. Sì, mi sento decisamente felice. Fino a quando...

"Ayla, vieni in giardino c'è la torta."

Riley mi fa cenno con la mano di seguirlo.

"Torta?" Sono confusa.

"Devi spegnere le candeline. Mamma ci teneva particolarmente, è un suo regalo."

Oh. Che gesto carino. Decido di fare come mi chiede. La torta ricoperta di panna e con la scritta buon compleanno ha sedici candeline accese. Tentenno prima di avvicinarmi poiché è stata posizionata proprio davanti la piscina. Sto iniziando a sudare nonostante la temperatura all'esterno è più bassa. Mi faccio coraggio e mi avvicino.

Tutti quanti in coro iniziano a cantarmi tanti auguri e l'imbarazzo non tarda a farsi sentire. Poi incontro i suoi occhi. Scuri e contornati dalle ciglia folte. E tutto sembra svanire come se ci fossimo solo noi due.

Rayden ha le braccia tese e le mani aggrappate al davanzale alle sue spalle. Non capisco se mi sta guardando negli occhi o...

Tutti iniziano ad applaudire. È ora di soffiare. Spenta anche l'ultima candelina vedo Joseph avvicinarsi sempre di più. So che vuole fare. Fa per acciuffare la mia testa per affondare il viso nella torta, ma per evitare tutto questo e rovinare il bel trucco che mi ha fatto Dalai in uno scatto lo schivo perdendo l'equilibrio.

E cado all'indietro. Finendo in acqua.

Sono. Morta.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro