Uno spiraglio di sole in una giornata buia.

Blake

Il campo da basket degli NBA è grandissimo. Io sono estremamente piccolo in confronto a tutto questo. È un sogno, il mio sogno. Roger Pattinson, coach per eccellenza, cammina con un sorriso fiero sul volto. Il raccoglitore blu fra le mani e il cellulare tra la spalle e l'orecchio.
«Figliolo, eccoti finalmente!» stringe il palmo, stretta ferrea da vero uomo d'affari.
«Sono Roger Pattinson» si presenta.
«Blake Thompson, sono fiero di essere qui signore» ed è vero. Sono grato di essere arrivato fin qui.
«Il tuo coach mi ha parlato tanto di te, delle tue prestazioni in campo. Mi ha riferito che sei un vero è proprio osso duro!» ride.
«Non molli la presa!»
«No signore, non mi lascio impressionare» lo guardo diritto negli occhi.
«Amo il basket più di qualsiasi cosa al mondo, lo giuro. Quando sono sul campo sono me stesso, senza maschere. Mi mostro per quello che sono, non ho bisogno di impegnarmi. Lo faccio da sempre senza fatica, senza sforzi» continuo.
Fai quello che ami e non lavorerai un giorno della tua vita.
Mia madre ripeteva questa frase tutti i giorni quando ero solamente un bambino.
«Devi amare il tuo lavoro per non sentire la fatica e l'impegno che ci metti per farlo» diceva. Concordo con lei, vorrei abbracciarla e ringraziarla per avermi insegnato tutto quello che so.
«Tu mi piaci ragazzo...sei dentro! Benvenuto in squadra!» mi consegna una pacca sulla spalla, esce fischiando. Resto interdetto, alcuni secondi dopo urlo ed emetto vari gemiti di approvazione.
Cazzo, sono dentro.
Non ci credo.
Guardo gli spalti davanti a me immaginando il viso di Nives quando mi vedrà giocare, quando le dirò che finalmente farò qualcosa per cui ne vale la pena. Visualizzo le spalle sottili racchiuse nella maglia con inciso il numero, mentre esulta per una vittoria. Sorrido, le devo riferire subito tutto quello che è successo in questi giorni. Corro fuori dal campo, afferro l'aggeggio. Cerco il numero in rubrica, ma un messaggio di Drew mi distrae. Il testo è scritto in grassetto, leggo le prime righe e riconosco subito l'autrice:

Ho letto nei suoi occhi la stessa malinconia di quando ad un bambino viene sottratto il giocattolo nuovo. L'unica differenza e che a lui era stato sottratto l'affetto di un padre, l'amore di una famiglia unita. Non so il motivo reale del perché Hunter si sia lasciato tentare dalla sua parte oscura, ma so bene quello che ho provato e che continuo a provare nei suoi confronti. Se mai leggerai queste parole sappi che io ti ho amato, ho amato te molto più di quanto possa aver amato me in vent'anni di vita. Addio Hunter...
Sei stato il mio punto d'ispirazione, uno spiraglio di sole in una giornata buia e scura, grazie B con tutto il mio cuore.

Questo è quello che ha scritto, Nives merita qualcuno che la ami forte.