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Il bacio.

Blake

La neve cade silenziosa e copre l'intero paesaggio. L' altalena su cui ero seduto pochi secondi fa è zuppa d'acqua, la finestra è invisibile per quanto linda. Sono le due del mattino e io non ho ancora chiuso occhio. Drew dorme beatamente con affianco Daisy, Starr circonda le spalle di Chris.
Nives è uscita dalla camera qualche ora fa, il quadernetto stretto fra mani e un paio di auricolari. Non mi ha rivolto la parola, lo sguardo ferito non promette nulla di buono. Un senso di irrequietezza mi fa stare male, decido di uscire dalla camera per una boccata d'aria.
Il posto è davvero uno spettacolo.
Siamo stati molto fortunati a trovare qualcosa.
Domani inizia un nuovo anno, sono pronto ad intraprendere delle nuove scelte. Ho deciso di accettare la proposta di alcune settimane fa: entrerò nei Tauros per mia madre, Scarlett e anche per mio padre. Sono felice di poter finalmente fare qualcosa che mi renda felice e parte di qualcosa.
Attraverso il corridoio vuoto, le luci sono soffuse, ma riesco a vedere perfettamente dove poggio miei piedi. Le frecce mi indicano la strada, decido di dirigermi verso la palestra per compiere qualche tiro che mi faccia ritornare in me. Entrerò negli NBA, farò visita a mio padre e gli mostrerò ciò che sono diventato senza il suo aiuto. Non ho più sue notizie da quando mi sono trasferito qui, ho proibito a Scarlett di vederlo perché non penso che le possa fare bene. Ho cresciuto quella ragazza con la sola forza delle mie braccia, mi svegliavo di notte quando piangeva perché troppo piccola per essere autonoma. L'ho assistita per sette giorni quando è caduta dall'altalena e si è fratturata un braccio.
Sono stato un fratello e un padre.
Non odio mio padre per ciò che ha fatto, odio la sua assenza.
È colpa sua se oggi a ventisette anni, non sono ancora riuscito ad intraprendere una relazione stabile.
Ho paura.
Svolto il corridoio.
Tiene il cellulare, strofina l'occhio destro con la mano sinistra e con la destra disegna distrattamente qualcosa con la penna nera. La lascia andare sul pavimento di ceramica, porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio con un gesto casuale. Dovrei fuggire da qui. Scappare lontano da lei, ma Nives per me è una calamita. Non riesco a fingere che lei non mi sia entrata dentro. Non riesco a fingere divento matto.
L'immagine di lei nuda nel mio letto mi è passata nella mente così tante volte, quando mi è vicina sembra reale.
«Papà resterò in camera tutto il tempo...no non uscirò da sola, Drew non lo permetterebbe mai»
Vero.
Ama Nives molto più di se stesso, la protezione si sfodera solo con una sorella minore. Drew non permetterebbe mai che le venga fatto un torto.
«Ci sentiamo domani, vi voglio bene» stacca la conferenza, si lascia andare sul pavimento e la sento sospirare pesantemente.
Rotea il capo, fingo di star camminando nella direzione opposta. Mi passa accanto, ma non s'accorge della mia presenza.
Le afferro un polso.
Batte sul petto, non emette una parola.
Mi sta ignorando.
«Per favore...possiamo parlare?» le chiedo.
Ha lo sguardo puntato sulle mie Jordan appena comprate, l'aria da bambina adirata mi fa sorridere.
Il broncio visibile e le mani in tasca.
Mi pento di non averla baciata prima e di essermi fatto prendere dalle paranoie di quel momento.
«Perché dobbiamo parlare? Tu non mi devi nessuna spiegazione, noi non siamo nulla Blake...nemmeno amici» ingoia il groppo amaro, non le pensa realmente.
Vuoi una reazione?
Allora te la darò.
Alzo il mento con la mano destra, incontro i suoi azzurri. Inchiodano e incantano.
I capelli legati in un crocchia disordinata, una felpa ad una tuta da uomo. Non indossa nessun cosmetico, la pelle è lucente senza essere ritoccata.
Una Dea.
Quanta bellezza in un solo corpo.
«Noi non siamo nulla, hai ragione non abbiamo nulla da chiarire» rispondo con la stessa disinvoltura, fissa le mie labbra.
«Perfetto» dice.
«Perfetto»
«Perfetto» emette un sonoro lamento.
«Perfetto così...» sospiro mentre mi avvicino a lei di qualche centimetro.
Indietreggia, batte contro il muro.
Circondo la vita con le mani, il naso coincide con il suo. Muove le palpebre per la luce fioca, dopo un pò cessa di funzionare. Solo il buio a recedere il momento.
«Non ti bacerò Blake, non lo farai...» borbotta.
Sei mai stata baciata mia piccola neve? Qualcuno ha mai sfiorato quelle dolci ciliegie rosse e piene?
«Lo farò proprio adesso Nives...proprio in questo istante» infilo una mano fra i capelli, il respiro mozzato per la vicinanza.
«Blake...» sussurra.
«Shh...» appoggio l'indice sull'apertura. Adagio delicatamente sulle ciliegie: è ferma, inerme, incapace di compiere qualsiasi gesto. Respiro piano sulle gote, rabbrividisce. Compio un gesto dolce, dispongo la fronte sulla sua.
«Non è successo nulla con quella ragazza, nella mia testa ci sei solo tu Nivs. Non ti ferirò ancora, lo prometto» dico schietto, trasalisco agitato. Un sorriso le incornicia il volto, stampa un bacio leggero. Intrufola le mani nei miei capelli, li tira piano e cerca di non farmi male. Chiede di più, muove la bocca sulla mia.
Se questo è il paradiso per favore lasciatemi qui, nel tocco delle sue mani e nel sapore della sua bocca.

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