«Sei sicuro? Vuoi che corra?»

Annuisco verso Jamie che, per fortuna, mantiene il sangue freddo. «Fa come ti dico. Corri come in quella partita, quella del bacio epocale...»

Tutti sorridono, perché ricordano il momento che ha reso la sua storia con Tristan leggendaria.

«Sì, ma questi non sono come quelli!» ribatte Roscow, che piano piano sta tornando se stesso dopo aver rotto con mia sorella.

«Oh, credimi, questi sono delle ragazzine in confronto a quelli!» esclama Jamie. «Io ci sto, Q! Forza, abbattiamoli!»

E io spero di riuscire a fare quel passaggio perfetto, perché è necessario io ci riesca.

Perché da questo dipenderà la mia decisione.

Infatti, prima di scendere in campo, mi sono detto: se farò il passaggio perfetto, al momento perfetto, le parlerò di nuovo.

E se non dovessi riuscire, non potrei farlo.

O meglio, potrei, ma non sarebbe la stessa cosa.

In quel caso, potrei sempre pentirmene, invece se accadesse questa cosa, sarebbe il destino a volerlo.

Lo stesso destino che mi ha spinto ad andare a quella gita di tre giorni al lago a settembre.

Lo stesso che mi ha portato ad amarla quando non dovevo.

Lo stesso che mi ha fatto perdere la testa per lei.

Lo stesso che mi ha fatto spezzare il cuore, anche se questo, fottuto bastardo, batte ancora per lei.

Perciò forza, destino, fammi vedere se sei davvero tu a volerci assieme.

Rompo il cerchio, i miei compagni si sparpagliano, il gioco riprende.

E poi accade, Jamie corre sulla sinistra e io lo vedo, come anche il difensore avversario, ma non è abbastanza veloce per il mio amico che, dal canto suo, sembra avere le ali ai piedi.

Carico il braccio, Roscow ferma un giocatore che mi si palesa davanti, sono libero e tiro.