• Capitolo 15 •

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In quella stanzetta stava iniziando a fare sempre più... caldo. Ormai tutti si erano addormentati, fatta eccezione per Calliroe, che continuava a guardarsi inutilmente attorno nella mera speranza di trovare un modo per fuggire. Improvvisamente, il sottomarino si fermò con uno scossone, sbilanciando la cameriera che rischiò di cadere in avanti. Per fortuna Calliroe riuscì a mantenere l'equilibrio, rimanendo poi immobile e trattenendo il respiro per provare ad udire anche il minimo suono. Dopo pochi secondi però il sottomarino iniziò a risalire e la greca si morse il labbro inferiore: Darcèl doveva essere arrivata a destinazione. La bionda, che aveva dimostrato di avere delle inaspettate abilità come pilota, riemerse davanti una strana costruzione galleggiante, composta sostanzialmente da una piattaforma bianca ed una specie di palazzo cilindrico dotato forse di due o tre piani, più qualcuno sotterraneo... o forse, sarebbe piu opportuno dire sottomarino. Darcèl si avvicinò alla piattaforma il più possibile, per poi spegnere il silenzioso motore del veicolo e dirigersi verso la stanza in cui aveva rinchiuso tutti i camerieri.
Spalancò la porta, facendo sobbalzare la povera Calliroe e svegliando Azura, che scattò subito in piedi.
"Ah?!" Fece un verso, quando i suoi grandi occhi turchesi incontrarono quelli grigiastri della francese "... tu!"
Esclamò, provando subito a liberarsi dalle corde con cui era stata legata, dimenandosi ma, ancora una volta, non avendo successo. Darcèl fece un sorrisetto, voltandosi improvvisamente a guardare qualcosa nel corridoio ed allargando il proprio sorriso.
"Prego, sono qui"
Indicò a qualcuno i cinque colleghi, e Calliroe sgranò gli occhi.
"Che-"
Tre uomini si affiancarono alla francese, entrando immediatamente nella stanza e non facendosi problemi ad afferrare i giovani adulti, svegliando bruscamente dei confusi Jay, Gina e Kiyohira.
"Metteteci giù! O giuro che vi-"
L'uomo che l'aveva presa in braccio zittì Azura con dello spesso nastro adesivo nero, per poi alzare fiero un pollice in direzione dei propri colleghi, i quali avevano preso due camerieri a testa.
"No, davvero..." Provò a dire Jay, tenuto sottobraccio come un pacco dal più grosso dei tre "... questo è sequestro di persona, potreste essere arrestati.."
Li avvertì innocentemente, e gli uomini scoppiarono a ridere, seguiti da Darcèl ed Azura... cioè, lei avrebbe riso se non avesse avuto quel maledetto nastro adesivo sulla bocca.
"Ho fatto cose decisamente più gravi, ragazzino"
Disse solamente l'uomo che teneva Jay e Kiyohira, guardando il castano di sottecchi, che impallidì.
'Ah.'
In poco tempo i cinque vennero portati fuori dal sottomarino e rinchiusi in cinque diverse celle, tutte sotto il livello dell'acqua e per fortuna vennero privati delle corde, ma ad Azura non venne tolto il nastro per ovvi motivi.

'Quei bastardi...' La castana si guardò attorno: la cella era spoglia e vuota, provvista unicamente di un minuscolo bagno ed un lettino sgangherato '.. anzi, quella bastarda... ooh, lo sapevo! Io lo sapevo! Non me la raccontava giusta! Non me l'ha mai raccontata giusta... quella lì, se la prendo...'
Tirò un pugno al muro, accorgendosi solo in quel momento di una finestrella che dava sull'oceano. Oh, quindi erano anche sott'acqua. Ciò significava che non avrebbero potuto nemmeno scavare un tunnel per scappare come succedeva negli stupidi film che Kiyohira continuava a guardare. Frustrata, Azura diede un secondo pugno nel muro, con l'altra mano dato che la prima aveva iniziato a fare male. Naturalmente, nemmeno gli altri non se la stavano passando troppo bene, anche se Gina non aveva ancora elaborato ciò che era appena successo essendo mezza addormentata, mentre Jay... lui aveva elaborato fin troppo.
"... ecco, morirò così..."
Mormorò fra sè e sè il giovane americano, lasciandosi sfuggire un mezzo singhiozzo. Si era seduto sul letto, con le gambe strette al petto, le braccia che le tenevano e la testa appoggiata sulle ginocchia. Non aveva la più pallida idea di come sarebbero riusciti ad uscire o se ce l'avrebbero mai fatta e la sua testolina aveva già elaborato gli scenari peggiori, che probabilmente nemmeno i suoi sequestratori sarebbero riusciti ad immaginare. Kiyohira, nella stanza accanto alla sua, stava invece cercando di elaborare un piano di fuga nonostante avesse una furbizia pari a quella di una coscia di pollo ben fritta... almeno ci stava provando. Mentre era perso nei suoi pensieri, i singhiozzi di Jay lo riportarono alla realtà.
"Mh?" Il corvino inclinò la testa, voltandosi verso il muro. Dopo un attimo di esitazione, picchiettò un paio di volte e subito i singhiozzi si arrestarono "C'è qualcuno?"
Domandò comunque il giapponese, certo di aver sentito qualcosa, e Jay degludì, riconoscendo subito la sua voce.
".... Kiyohira..?"
Chiese timidamente e con voce flebile, avvicinandosi però al muro per farsi sentire. Il corvino, nel sentire la sua voce fece un mezzo sorriso.
"Si! Jay!" Esclamò il maggiore, certo che quello dall'altra parte del muro fosse Jay: avrebbe riconosciuto la sua voce dovunque. Ottenendo come risposta un incerto Si, Kiyohira decise di continuare a parlare "Come va? Ti senti solo, non è vero..? Senti, sono sicuro che andrà tutto bene e che qualcuno dall'AIMSAM verrà a liberarci! Insomma, noteranno sicuramente qualcosa di anomalo! Per ora però rimaniamo qui ad aspettare e facciamoci compagnia, che dici?"
Il cameriere aspettò qualche secondo.
"... d'accordo.."
Mormorò Jay, con un dolce sorriso ed asciugandosi una guancia.
"Dai, non stare così giù! Vuoi che venga lì da te a rallegrarti? Guarda, mi infilo nelle tubature del gabinetto e ti raggiungo..!"
Scherzò il giapponese, ed il minore scoppiò a ridere, mentre il sorriso di Kiyohira si allargò: era riuscito nel suo intento.

Calliroe sospirò, scuotendo la testa e voltandosi verso la piccola finestra, osservando i pesci e l'abisso che si estendeva davanti a loro, per poi sedersi per terra, dando le spalle al muro e sospirando una seconda volta.
"... è finita.."
Mormorò solamente... iniziando poi a canticchiare un motivetto malinconico, abbattuta.

▪■▪■▪■▪

"Ecco, e questa è l'ultima..."
Anche la statua rappresentante Akihiro venne sistemata insieme alle altre, con ben poca grazia dato che una delle pinne laterali sulla coda del tritone si spezzò. I due uomini che l'avevano trasportata si guardarono.
"... ops-"
Mormorò uno, mentre l'altro agitò una mano, come per dare poca importanza alla cosa.
"Non se ne accorgerà nessuno, dai... era già rovinata poi.." Iniziò a dire, per poi soffermarsi a guardare le statue "...chissà che storia si cela dietro queste statue.."
Osservò, mentre il suo collega iniziò a ridacchiare, sinceramente divertito.
"Ma t'importa davvero?"
L'altro arrossì leggermente, annuendo.
"Certo che m'importa, è interessante..!"
"Sei proprio strano.."
"Sei tu ad avere la sensibilità di un cetriolo di mare..."
"Di un che...? Ma non dire cavolate, i cetrioli non crescono mica sott'acqua!"

La lunga e muscolosa coda striata di due ben diverse tonalità di arancione pendeva dall'alto trono, ondeggiando ritmicamente prima a destra e poi a sinistra, lasciando intendere l'irritazione del re Hideo. Aveva un'aria grave e stava osservando un punto indefinito con gli occhi rossastri, probabilmente riflettendo su qualsiasi cosa lo stesse preoccupando. La sala del trono era sempre stata piuttosto vuota: all'interno, fatta eccezione per i quattro troni e lo stemma del neonato regno, non c'era praticamente nulla ed il re Hizuki era immerso nel più totale silenzio e nella più totale solitudine, quando una delle diverse porte che collegavano la sala al resto del palazzo si aprì, rilevando sua moglie Haru. Nel vederlo in quello stato, la donna inclinò la testa, confusa ed anche un po' preoccupata.
"Tutto okay?"
Domandò, avvicinandosi al più possente dei quattro regnanti e posando una mano sulla sua, decisamente più grande di quella della donna ed adagiata a peso morto sul trono. Il tritone sospirò, fermandosi un attimo prima di rispondere.
".... è Akihiro.." Iniziò, scuotendo debolmente la testa "... non vuole collaborare, certe volte non dà retta nemmeno ad Hikari.. se ne sta solo chiuso a fare i suoi stupidi esperimenti con la sua assurda magia..!"
Spiegò, gesticolando con una mano. Haru annuì debolmente, abbassando lo sguardo. Riflettendoci, non vedeva l'altro re da giorni... doveva aver passato tutto il tempo nel suo piccolo studio sotterraneo.
"Speravo che con la nascita della bambina avrebbe cambiato atteggiamento.."
Commentò, ed il marito convenne con lei.
"Si, anche io..."
Dopo una breve pausa, la sirena dai lunghi capelli dorati sorrise al re, stringendogli la mano con la propria.
"Adesso torno da Hikari ed i piccoli... se ti dovesse servire qualcosa chiamami"
Detto questo, Haru lasciò un bacio sulla guancia del compagno, per poi allontanarsi e lasciare la sala. Tornato di nuovo solo, Hideo scosse la testa, cercando di lasciar perdere l'altro re: aveva cose più importanti a cui pensare e, con 'cose più importanti', si riferiva alle continue rivendicazioni da parte della regina di un regno vicino di un territorio che, in realtà, non le era mai appartenuto. Bisognava fare qualcosa al più presto ed evitare che le tensioni sfociassero in qualcosa di... più violento.
"... ne è arrivata un'altra.." La voce flebile e stanca del tritone riecheggiò nella sala, ed Hideo sgranò gli occhi. Voltandosi, incontrò il volto pallido e scavato di Akihiro, che in una mano portava quella che pareva essere una lettera. L'Hizuki rimase in silenzio e scese dal trono, nuotando verso il maggiore, anche se tale solo di pochi mesi. Akihiro era, infatti, nato all'inizio della stagione fredda, mentre Hideo all'inizio di quella calda, che veniva dopo "... dovresti dire ai fattorini di smetterla di consegnare le lettere da me... solo perchè mi piace leggere non significa che queste schifezze m'interessino"
Continuò, acido. L'Akayashi consegnò quindi la lettera con un gesto brusco, sistemandosi una ciocca di capelli violacei dietro l'orecchio o, meglio, la pinna.
"Hah?! Credi forse che tutto questo sia solo un gioco?" Sbottò l'Hizuki, adirato e già rosso di rabbia in volto, avvicinandosi all'altro e guardandolo negli occhi spenti e grigi. Akihiro non battè ciglio e si limitò a scrutare l'altro "... rischiamo una guerra, Akihiro"
Il re abbassò il tono di voce, stringendo la lettera, già in parte rovinata dalla presa dell'Akayashi che, dopo qualche secondo, si strinse nelle spalle.
"Non sono problemi miei. Non ho certo chiesto io di diventare re"
Sibilò, indietreggiando leggermente, mentre Hideo sospirò: avevano affrontato quell'argomento fin troppe volte.
"Infatti, non l'hai chiesto tu... ma non l'ho chiesto nemmeno io. Non l'avrei mai chiesto, di regnare insieme ad un fenomeno da baraccone come te.." Sputò acido l'Hizuki, abbassando lo sguardo alla lettera e facendo per aprirla, quando improvvisamente la carta cominciò ad annerirsi, per poi iniziare a trasformarsi in un liquido denso e nero "... Ak-"
"Non sono un fenomeno da baraccone... Hideo"
Quella che pareva essere pece iniziò a colare dalle dita del re Hizuki, sporcando il pavimento in pietra, installato unicamente per prevenire l'ingresso di creature indesiderate in casa, mentre Akihiro iniziò ad allontanarsi velocemente.
"... bastardo"
Sussurrò a denti stretti l'Hizuki, osservando la sostanza dissolversi sotto i suoi occhi insieme alla lettera consegnata dall'Akayashi.

▪■▪■▪■▪[Presente]▪■▪■▪■▪

"

... sicuro di stare bene?"
Domandarono in coro Ayaka e Shiro, ed Akihito annuì debolmente, portandosi una mano alla tempia destra.
"Si, tutto okay... nulla di preoccupante"

Forzò anche un sorriso storto, che l'Hizuki riconobbe subito come falso e per niente sincero. Assottigliò gli occhi rossastri, squadrando il coetaneo, che si limitò ad inarcare un sopracciglio, avvertendo però anche lo sguardo di Sibilla puntato alle sue spalle. Si voltò verso la donna e subito Ayaka lo imitò, limitandosi però ad osservare in silenzio. L'Akayashi più anziano trasalì, inclinando leggermente la testa.
"... le serve qualcosa, Sibilla?"

Chiese con semplicità Akihito, e la veggente scosse la testa.
"No, no... avevo.. notato qualcosa di strano, ma sembra vada tutto bene... giusto?"
Akihito annuì, sotto lo sguardo davvero poco convinto delle due sirene.

Helloooooo, il capitolo mi fa schif ma non pubblico da troppo, so-- Cioè, avrei dovuto aggiornare sabato ma i miei zii hanno deciso di mettermi i bastoni fra le ruote ops---- pERÒ ALMENO HO AGGIORNATO, È QUESTO L'IMPORTANTE NO? :D
.... *grilli* ...... ok qwq-
Questo capitolo è lowkey inutile.... o FoRsE nO?
Il caro vecchio re Akayashi -e nel caso vi sia sorto il dubbio, son quelli del prologo, non quelli attuali... non pretendo vi ricordiate anche nomi di personaggi nominati all'inizio della storia un anno e mezzo fa tranquilli ywy- ve lo aspettavate così stronzetto? e.e
That's why I love him oh yes
Che poi fun fact
Io Akihiro l'avevo creato già un mese prima di iniziare la storia tipo
Poi mi arriva Akihito
E son tipo
OHIBÒ
Però dai ci piacciono queste coincidenze, è il destino
Credo (????)
Okay ora vado che non vorrei finire con il pubblicare lunedì susu💕 (E INVECE AHAHAHAHAH- maperchèperdeteancoratempoconmeiononlosoragazzi-)
Ci vediamo mercoledì con The Shop of Wonders... o forse domani (oggisigh) con Anonymous's Game? e.e
Non so~~ Devo decidere ancora~~ e.e.e.e.e (behnonhoancoradecisolmao)

「 Flame 」

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