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Mร u nแปn
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Chiแปu cao dรฒng

Sbattei le ciglia, percependole pesanti come un cumulo di mattoni rossi. Ero balzata giรน dal letto a una velocitร  pazzesca, inciampando nelle lenzuola.

Fissai lo specchio vicino alla porta della camera degli ospiti in cui soggiornavo per quelle vacanze. Degli occhioni verdi-azzurro ricambiavano il mio sguardo.

C'era una piccola piega di perplessitร  fra le mie sopracciglia. Sullo zigomo svettava un piccolo livido tumefatto, ancora al primo stadio, di un colore tra il rosa shocking e il rosso acceso.

Strofinai il palmo contro la guancia, tirando la bocca rossa in una piccola smorfia. Ahi - faceva male.

Mi sarei dovuta cambiare prima di scendere. Considerando che eravamo sul baratro del Natale imminente. Una stretta maglia bianca e dei pantaloni larghi e troppo lunghi - tanto da strusciare sotto i piedi - non sembravano l'ideale. Tuttavia ero troppo stanca e stordita, non ne avevo voglia.

C'era anche qualcosa che mi stonava nella situazione, oltre al mio folle capitombolo - che invece non era cosรฌ strano. Ultimamente capitava.

Cioรจ, piรน frequentemente del solito. Non riuscivo a farmi una nottata completa di sonno, da all'incirca una settimana. Mi ritrovavo a svegliarmi di soprassalto con le unghie conficcate nei palmi e il respiro incastrato in gola.

I sogni mi stavano perseguitando. Forse sarebbero stati anche utili, se avessi effettivamente ricordato cosa sognavo. Ma no, ricordavo il contesto, l'idea generale, qualche chiacchiera e nulla piรน.

Allo stesso tempo, quando mi svegliavo, non mi sentivo affatto riposata. Come se invece che sognare quelle cose, avessi veramente passato la nottata a cincischiare nel passato.

La luce proveniente dalla finestra aperta illuminava il segno rosso e la mia pelle lentigginosa, creando riverberi nello specchio.

I capelli rossi erano attorcigliati sulle spalle in lingue di fuoco ciondolanti. Presi un elastico dal cassetto del ripiano sotto lo specchio.

Mi tirai indietro i capelli con le dita mentre uscivo dalla stanza. La casa di Eleanor proiettava nella psiche le stesse vibrazioni di un antico colosso medioevale.

I passi dei piedi nudi suonavano soffusi su una moquette scura e friabile. Il lampadario proiettava arcani giochi di luce nella mia pelle pallida.

Strofinai i polpastrelli sulla balaustra delle scale, liscia come se non fosse legno levigato ma seta. Quando raggiunsi il soggiorno la mia testa aveva piรน o meno smesso di ronzare. I ricci erano raccolti in un alto nodo dietro la testa.

Trovai Eleanor che fischiettava allegramente una tarantella. Stringeva nella mano magra e avvizzita uno strano oggetto bianco e piumato, quasi una gallina cotonata, che riconobbi essere uno spolverino di qualche tipo.

Stava spolverando il davanzale di quelle belle foto sopra il caminetto, sfiorando occasionalmente qualche cornice con sguardo nostalgico.

La maglia di lana era spessa e straripava nella sua costituzione gracile. I capelli bianchi assomigliavano vagamente allo spolverino, schiacciati sulla testa alla rinfusa da un mollettone.

Il camino era spento, ma il salotto ribolliva di calore familiare. I cuscini del divano erano deformati e spanati. Il color panna delle pareti sfumava l'atmosfera gotica.

Saltai giรน dall'ultimo gradino con un piccolo tonfo che segnalรฒ la mia presenza. Eleanor alzรฒ lo sguardo dal caminetto di pietra, scandagliandomi con comica curiositร .

Sorrise. ยซLa guancia, eh?ยป chiese, ormai abituata alle mie goffe cadute. Aveva preso in considerazione anche l'idea di scambiarci le stanze. Io sarei andata al piano terra e lei non avrebbe temuto che mi scapicollassi per le scale ogni mattina. Avevo rifiutato.

In parte non volevo arrecare troppo disturbo. In parte temevo che stando sullo stesso piano della camera di Sebastian, lui avrebbe potuto notare i miei incubi piรน del dovuto.

Perchรฉ sรฌ, di una cosa ero piรน che certa. I miei sogni erano diventati incubi. Filari di sangue sgusciavano tra essi come bisce vermiglie e schizzavano impresse nelle retine ogni volta che chiudevo gli occhi. Mi stavano lentamente corrodendo dall'interno.

Eleanor raddrizzรฒ la schiena, affondando le mani sui fianchi con una piccola smorfia. ยซPensavo di aver sentito un botto - cominciavo a pensare fosse stato un colpo di pistolaยป.

Risi, dirigendomi verso la cucina. Non ci tenevo a farle notare quanto fossi ancora stordita. Afferrai una mela rossa dalla cesta al centro del tavolo, minuziosamente allestito con l'amata e odiata tovaglia arancione.

La soppesai tra le mani, tornando in soggiorno. ยซDiciamo che non sono una persona mattinieraยป, scherzai, spingendo indietro le spalle. Conficcai i denti nella mela.

Eleanor sbuffรฒ ironicamente, abbandonando lo spolverino in un angolino vuoto della mensola del camino. Sembrava una puzzola morta.

Si voltรฒ pienamente verso di me, con occhi azzurri docilmente scintillanti. ยซTu e Sebastian avete piani per oggi?ยป chiese, dimenando le sopracciglia bianche.

La mela mi cadde dalle mani. Il succo mi invase la gola, ma sentii solo un lieve bruciore di realizzazione. ยซSebastian?ยป gracchiai, tossicchiando leggermente.

Le sopracciglia di Eleanor raggiunsero l'attaccatura dei capelli sottili. ยซTu l'hai visto?ยป chiesi, senza rispondere alla sua domanda inespressa sulla mia reazione.

Riconobbi immediatamente l'allarmismo scintillante nelle iridi azzurre, la piccola oscillazione delle ciglia scure e lo spalancarsi dei suoi occhi. ยซNoยป realizzรฒ improvvisamente. ยซPensavo tu sapessi dove-ยป.

Non la lasciai finire, giร  scuotendo ferocemente la testa. ยซNon ne ho la piรน pallida ideaยป, ecco dove stava il problema. Il rumore, il tonfo. Sebastian sarebbe accorso in camera mia - neanche stessi rischiando la morte - se mi avesse sentita cadere dal letto. E avrebbe certamente sentito, se fosse stato nelle vicinanze.

Ci fu un momento di totale silenzio, durante il quale tra noi passรฒ uno sguardo che diceva e suggeriva milioni di cose. Era plausibile che Sebastian avesse avuto semplicemente un impegno, ovviamente. Non sarebbe stata la prima volta che andava a svolgere le sue famose quanto misteriose commissioni.

A quanto pareva, aveva parecchie cose da fare ad Ashland. Ero stata troppo stanca perfino per cercare di stargli dietro. Era un miracolo che non avesse notato la maniera strana e repentina in cui avevo mollato la presa.

Eppure, ogni volta che mancava da casa - anche solo per qualche ora -, di solito mi avvertiva. O almeno avvertiva Eleanor. Quindi, il non averlo trovato al risveglio senza alcun avvertimento o nota era strano. Molto strano.

Schiacciai le labbra in una linea sottile. La mia voce fu la prima a squarciare il silenzio. ยซLo chiamoยป, proposi, tirando istantaneamente il cellulare bianco fuori dalla tasca dei pantaloni.

Vidi con la coda dell'occhio Eleanor annuire nervosamente. Se Eleanor era preoccupata significava decisamente che qualcosa non tornava.

Picchiettai aggressivamente le dita sullo schermo, inserendo il viva voce non appena la schermata di chiamata si aprรฌ. Io ed Eleanor trattenemmo il fiato, rizzando le orecchie.

Il rumore statico e odioso del famigliare bip acustico rimbombรฒ brevemente sulle pareti. Troppo brevemente. ยซSpentoยป.

Eleanor fece schioccare le mani contro le gambe. Le rughe increspate di preoccupazione si facevano sempre piรน profonde attorno ai suoi occhi chiari, come increspature nell'intonaco.

Avvertii un moto di stizza all'interno del petto. Preoccupazione, mista al desiderio di rassicurarla. Inspirai pesantemente, le tempie pulsanti.

ยซChiamiamo Ash, credo siano rimasti in contattoยป, proposi, colta da un improvviso lampo di genio. Ashley era anche l'ultima del branco con cui avevo parlato prima di partire. ยซLei potrebbe sapere se sta combinando qualcosa e non ce lo ha dettoยป.

Eleanor sembrรฒ rianimarsi leggermente, ma mantenne in parte quell'aspetto da bambola con fili tagliati. Gli occhi annebbiati e vacui.

Ashley rispose dopo cinque squilli, proprio quando stavo per perdere la speranza. ยซCazzo-ยป la sentii biascicare, con strani rumori statici di tonfi, sulla linea telefonica. ยซuh - Rosie!ยป. Il rumore di un clacson.

Ansimรฒ il mio nome con sorpresa, alla fine. La sua voce risuonรฒ a una distanza ragionevole, non piรน come se stesse parlando a un miglio dal cellulare. Sembrava che avesse letto il chiamante solamente all'ultimo secondo.

Mi passai due dita sulle tempie, contraendo le labbra screpolate. ยซAshยป, esclamai, come un malato terminale che spera di aver trovato la cura. ยซSai qualcosa di Sebastian?ยป.

Non ci fu neppure un momento di silenzio o esitazione. ยซSo che รจ un coglione, ecco cosa soยป rispose Ashley, un astio chiaro e distillato nella voce.

Sussultai leggermente, colta alla sprovvista. Eleanor, davanti a me, inclinรฒ curiosamente la testa. Probabilmente non sapeva neanche chi fosse Ashley. Probabilmente sarebbero andate d'accordo. Non che fosse importante, al momento.

Deglutii. ยซPosso concordareยป, affermai, passando la lingua sulle labbra secche. ยซMa ho bisogno di sapere se sta beneยป.

Ci fu una pausa, questa volta. Fece risuonare il mio cuore nella cassa toracica. E fu interrotta da rumori consecutivi di clacson - l'uno che si accatastava sull'altro. ยซCazzo, Cazzo, Cazzo-ยป biascicรฒ Ashley.

Eleanor mi stava ancora fissando, in attesa di un responso. Ovviamente non poteva sentire cosa Ashley mi stesse dicendo. O meglio, non dicendo. ยซAsh,ยป replicai, con tono di rimprovero, il rumore del cuore schiacciato nel petto.

La ragazza inspirรฒ pesantemente. Un tonfo ravvicinato, come se il telefono venisse lanciato da qualche parte. ยซSto arrivando, Roseยป disse. La sua voce suonรฒ gelida e lontana. Quasi freddamente arrabbiata. Ashley e freddo, tuttavia, erano vocaboli che solitamente non stavano insieme.

Un muscolo della mia guancia si contrasse, tanto forte strinsi i denti. ยซCosa-ยป feci per dire, poi scossi la testa. ยซPerchรฉ?ยป

Ashley si era decisamente allontanata dal cellulare. Forse lo aveva lanciato sul cruscotto o le era caduto sotto i piedi, nella tappezzeria o nel sedile vicino. ยซSi va in scenaยป rispose.

Il rumore del motore all'accelerazione di un veicolo fu un suono inconfondibile, quasi una bruciatura incandescente vicino al mio orecchio.

โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”โ€”-
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