Il pane

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Eragon aprì gli occhi.
Saphira lo spingeva delicatamente per svegliarlo, e smise appena ci riuscì.
Erano tutti molto silenziosi.
Soprattutto Arya e Ophil.
Consumarono un pasto in silenzio.
Si rimisero in viaggio sempre senza proferire parola.
Dopo qualche ora di volo il giovane riuscì a fare conversazione con Orik e il fratellastro.
Parlarono a lungo di come era cambiata Alagäesia nel tempo che era passato dalla fine della Guerra fino ad ora, mentre piano piano il cielo cambiava colorazione e da il rosa dell'alba passava all'azzurro di mezzogiorno.
Atterrarono a mangiare qualcosa, e il Cavaliere si sedette vicino alla sua dragonessa.
"Arya e Ophil sembrano strane oggi. Non credi?" le disse.
"Già. Prova a parlarci. Almeno con Arya. Forse le farebbe piacere" consigliò.
Eragon si alzò e si avviò verso l'elfa. Si sedette di fianco a lei e le sussurrò: <<Ehm, scusa se te la sei presa ieri sera... se non vuoi parlarne va bene... eravamo solo preoccupati>>.
Arya sospirò, poi si voltò verso di lui e gli sorrise.
<<Sto bene. Davvero. E scusa per come me ne sono uscita ieri, hai ragione eravate solo preoccupati. E grazie per averlo fatto ma ti assicuro che va tutto bene. Ho solo una strana sensazione, ecco>>
"Ha funzionato?" gli cgiese poi Saphira una volta tornato da lei.
Eragon annuì.
All'improvviso Faelet uscì dalla boscaglia, Eragon non si era nemmeno accorto che si fosse allontanato.
<<C'è una città qui vicino. Possiamo andare a fare rifornimento di pane. Siamo partiti da poco ed è già quasi finito>> disse.
Come faceva ad essere già terminato?
Eragon andò a controllare ed effettivamente ne rimaneva davvero poco.
<<Se per voi va bene io andrei>> rispose il giovane.
Gli altri annuirono e, tutti insieme, seguirono Faelet tra la vegetazione.

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