𝐔𝐑𝐈𝐄𝐋. Lɪʙʀᴀ Pʀᴏᴛᴇᴄᴛᴏʀ

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Credo di aver capito che cosa intendessi quando parlavi del "ruolo del tuo cuore" e del dolore provato per averlo dovuto cedere ai partecipanti, perché anche io, solo scrivendolo, mi ci sono affezionata. Ovviamente non potrò mai esserci attaccata come lo sei tu, visto che è un personaggio che conservi da anni.
Emozioni a parte, questa è la mia versione del Servitore di El, anche ascoltando gli audio che mi hai mandato, me lo sono immaginata sin da subito come un bimbo dolce e precious da amare e proteggere. Lo so, non sto bene-, ma mi ha fatto subito troppa tenerezza quindi mi auguro che sia scritto bene. Dato che è un ruolo abbastanza complesso, spero che non sia venuto fuori un personaggio troppo banale o fatto con i piedi, sono rare le volte in cui mi viene in mente di fare un oc buono e di desiderare di farlo quindi sì, mi auguro ti possa piacere e spero di non aver dimenticato nulla. In questi giorni la mia testa sta migrando verso l'esasperazione quindi è molto probabile che io abbia fatto qualche stupidaggine, saltato qualche passaggio o fatto un volo pindarico di grandezze estreme ma mi auguro che non sia così, lasciando perdere che alcune mie parti dell'interpretazione del personaggio mi sembrino o cringe o troppo complesse, quindi se c'è qualcosa che non va, menami. Mi sono anche messa a cercare informazioni sulla Razza quindi se ho sbagliato qualcosa pure con gli "appunti" davanti ammazzami.

Dangershindoulover

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𝐎𝐂 𝐟𝐨𝐫: ITSxMExBITCH PrincessHatake
𝐒𝐭𝐨𝐫𝐲: La Fonte dell'Equilibrio

°•--𝑹𝑢𝑜𝑙𝑜--•°
,꧁𝑺𝐸𝑅𝑉𝐼𝑇𝑂𝑅𝐸 𝐷𝐸𝐿𝐿𝐴 𝐵𝐼𝐿𝐴𝑁𝐶𝐼𝐴꧂,

Ruolo al quale si è approcciato con i piedi di piombo, da una parte avendo tutto il tempo del mondo per potervi riflettere e dall'altra trovandosi immerso in qualcosa che gli apparteneva solo di nome. Abituato prima ad essere "solo" un Guardiano e trovandosi poi dentro ad un cristallo, vedendo il mondo passargli davanti, Uriel vive dentro ad un limbo di indecisione e incertezza compensati da un'onniscienza troppo grande per la sua sola testa. Uriel non ha mai posto grandi riflessioni riguardo al suo ruolo, non si è mai domandato se questo fosse giusto, sbagliato o stesse nel mezzo, ma si è sempre e solo limitato ad agire come mosso da una volontà esterna, però mossa da lui stesso. È strano il rapporto che incorre tra lui e lui stesso, in quanto si sente parte di sé stesso ma vede le sue azioni come se queste fossero decise da qualcun altro, pur essendo lui d'accordo su quello che fa. Come una persona che guarda una determinata scena da uno schermo può dire di conoscere cosa stia accadendo ma non può dire di provare ciò che sentono i personaggi in quanto ente esterno, anche lui vede tutto il mondo come se fosse qualcosa che non gli riguarda, ma non in fatto di interesse. Uriel ha vissuto anni in un secondo e un secondo in anni, come se lui stesso non facesse parte del pianeta in cui viveva e come se potesse decidere quando mettere una scena a rallentatore, lui conosce ogni determinata situazione ma non sa come possano essersi sentite le persone che hanno vissuto quel periodo perché di fatto lui è sempre stato solo e soltanto un ente esterno.
Come citano alcuni filosofi, l'essenza è la forma e la materia di un essere mentre l'esistenza è l'atto secondo il quale ciò che ha l'essere solo in potenza esista. Questo è in parte ciò che prova Uriel in rapporto al suo ruolo: come l'essenza e l'esistenza stanno in un rapporto di potenza ed atto, e l'essenza non comprenda per forza l'esistenza, Uriel è vissuto e ha visto vivere ogni avvenimento, quindi di fatto era essenza, ma non era stato presente, quindi non era di fatto esistito, quando questi stavano accadendo.
La sua visione del mondo è simile a quella di uno scrittore che ha già ideato totalmente la sua trama, che la vede svolgersi nella sua testa ma ancora la deve scrivere, senza sapere se nel corso della stesura modificherà qualcosa o senza sapere se la sua stessa interpretazione sia giusta. Il ruolo di Servitore di El è nato di fatto con la sua quasi morte, rendendo il tutto un equilibrio quasi involontario del "solo la morte può ripagare una vita", dove un estremo viene compensato dall'altro ma, nel caso di Uriel, egli è diventato il terzo elemento dell'equilibrio, andando in parte a formare l'equilibrio stesso, pur rischiando di distruggerlo con il furto del cristallo che era stato tentato ai suoi danni. Si può dire che Uriel attualmente segua un solo ruolo ma sia di fatto diviso in due: dopo essere stato un guardiano e aver risvegliato quella parte di lui che teneva assopita, ogni dubbio su qualsiasi questione, umana o divina che fosse, gli si risolse davanti agli occhi come se fosse il più semplice dei problemi e dopo venne rinchiuso dentro al Cristallo. Con il senso del tempo che scemava e l'onniscienza e che gli spaccava il cranio sia per la quantità di informazioni sia per tutto ciò che c'era in ballo, Uriel ha vissuto secoli come se fossero un paio di secondi, quindi il suo sé stesso come "anima" ha passato anni e anni di vita, mentre il suo sé stesso terreno, con un corpo umano, una forma, una sostanza e un atto e non solo potenza, ha "interrotto" la sua vita sulla terra senza farlo davvero, perché dentro ad un oggetto che si trovava in essa ma non calpestandone il terreno in senso letterale. È quindi strano il modo in cui lui si pone davanti alla realtà, sapendo tutto ma allo stesso tempo non sapendo nulla, conoscendo tutto dal punto di vista oggettivo ma niente da quello soggettivo, vive dunque in un perenne stato di inadeguatezza o di sensazione di essere "fuori luogo", come se conoscesse a memoria costumi e tradizioni ma non le sapesse applicare alle altre persone.

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°•--𝑵𝑜𝑚𝑒--•°
,꧁𝑼𝑅𝐼𝐸𝐿꧂,

Il nome Uriel ha origini ebraiche ed ha uno stretto contatto con la religione. Oltre all'essere infatti uno degli Arcangeli nei testi ebraici e anche di alcuni documenti cristiani, la radice del nome "El", sempre in ebraico, viene utilizzata per indicare o Dio stesso o alcuni suoi diretti sottoposti, legando dunque chiunque si chiami così al mondo del divino e del sacro.
Il fatto che Uriel abbia anche solo nome enormi contatti con il mondo superiore, non ha mai saputo perché i suoi genitori, o almeno suo padre, avessero scelto un nome del genere, che lui non aveva letteralmente mai sentito se non come sua denominazione.
Che forse tra il suo futuro ruolo, ovvero il Servitore di El, e il suo nome ci fosse un collegamento lui di certo non lo sapeva, allo stesso modo in cui ignorava totalmente il fatto di essere una creatura così importante. Una persona che dovrebbe portare tale nome ha di sicuro un contatto molto più aperto con la psicologia e la filosofia che con il mondo delle cose terrene, in quanto collegato direttamente con Dio, e Uriel dimostra perfettamente questa caratteristica. Mentre tante persone vedono non magari i beni materiali, ma le soluzioni materiali o fisiche per un determinato problema, lui da sempre ricollegava ogni azione e resto che faceva o gli accadeva a degli elementi astratti, come sogni o sue riflessioni. Non solo molto spesso collega ciò che gli accade ad un sogno che ha fatto, ma tende sempre a cercare il famoso "perché" ed il famoso "come" che seguono ogni azione. Più che equilibrio, si trattava del desiderio e dell'ammirazione che lui provava verso la conoscenza, prima di arrivare a sapere anche ciò che prima avrebbe del tutto ignorato. Uriel ha sempre cercato di risolvere ogni questione evitando il più possibile la violenza od altri scontri e cercava di ricondurre ogni gesto al suo movente, istigando le altre persone al ragionamento, ritenendo anche ingenuamente che spesso dire alle persone le cose come stavano o farglielo loro capire bastasse per sedare una disputa. Per quanto riguarda la religione, Uriel ha avuto contatti più conoscitivi che legati alla fede: era il Guardiano del cristallo ma il suo credo si fissava più sulla curiosità di conoscere i testi per cultura che per avere un ideale religioso da seguire e, poiché il padre non gli aveva detto nulla, per un periodo di tempo non ha nemmeno creduto in colei che era la sua stessa madre. Uriel non ha mai offeso gli dèi perché voleva evitare dispute di alcun genere e il fatto che lui non credesse non significava per forza che dovesse schifare chi riponeva fede negli Déi. Al contrario ammirava coloro che non avevano bisogno di prove tangibili per credere in loro, poiché dimostravano una forza d'animo e di fede molto più grande di quella che lui avrebbe mai avuto in tutta la sua vita.

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°•--𝑪𝑜𝑔𝑛𝑜𝑚𝑒--•°
,꧁𝑨𝑁𝑇𝑅𝐴𝑆𝑌𝑇꧂,

Il cognome Antrasyt vede le sue origini nella prima metà nel 500 a.C. ed era utilizzato solamente nelle zone dell'India e della Palestina. Anche questo, come il nome, è assai raro e molto antico, quindi ormai quasi completamente inutilizzato: sono poche le persone che possono dire di chiamarsi così. Al contrario del significato elevato e religioso che ha "Uriel", il cognome del ragazzo ha un valore assai più terreno, ma riadattato da alcuni sillogismi di modo tale che assuma comunque un significato in parte filosofico. Antrasyt significa infatti "grigio antracite", una sfumatura né troppo chiara né troppo scura del colore grigio. Questo valore, distaccandosi dal concetto più terreno, può rappresentare l'equilibrio per il mischiarsi di bianco e nero, andando a creare una sfumatura che non è né troppo dell'uno né troppo dell'altro, senza quindi sfociare in ambiti di disordine o dislivello in alcun modo.
Anche caratterialmente parlando Uriel è una persona piuttosto grigia, non perché non provi emozioni ma perché agisce secondo una sua bilancia mentale, compensando un'azione buona con una cattiva ma senza che una sia più importante dell'altra. Uriel inoltre, da quando è stato rinchiuso nel Cristallo, ha sviluppato una concezione di pensiero che lascia stranito lui per primo, dal momento che prende delle scelte, sicuro che queste siano giuste, ma non sa dare una motivazione della sua sicurezza e allo stesso tempo è certo che il suo non sia intuito o impulsività. Uriel è una marionetta manovrata da lui stesso, d'accordo con le sue decisioni ma stranito perché è come se non fosse lui a prenderle. Pare quindi che lui sia "grigio" per una mancanza di una autonomia vera e propria, o di autorità su sé stesso.

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°•--𝑬𝑡𝑎'--•°

Uriel ha venticinque anni, o almeno questa è l'età che aveva prima di essere chiuso dentro al Cristallo. In un'età del genere, non si è più ragazzini ma non si è ancora totalmente adulti, ci sono alcuni tratti di una persona che possono parere infantili ed essere in parte snervanti e in parte ispirare uno strano senso di tenerezza o compassione verso la persona in particolare. Come quasi tutto nella vita di Uriel, anche la questione della maturità per lui si pone in modo realmente strano. Prima di entrare nel Cristallo era un ragazzo "normale" nel suo ruolo di Guardiano, adulto ma non troppo e tutto procedeva con calma. Quando poi ha risvegliato i suoi poteri, tutto è diventato più strano e confuso. Sono di fatto passati secoli e lui sa cosa sia accaduto in quell'arco di tempo, ma non vi ha mai vissuto e per lui non sono trascorsi più di un paio di secondi da quando poi è stato liberato. Insieme all'onniscienza e tutte le caratteristiche di cui era stato totalmente all'oscuro, ancora lui non sa come dovrebbe comportarsi e non sa nemmeno come si stia comportando adesso a causa delle sue decisioni, che paiono essere prese da altri. In parte ci si aspetta che interpreti il ruolo del saggio maestro che nulla ignora a causa del grande livello non solo di conoscenza ma anche di sensibilità verso il divino, ma lui non riuscirebbe mai a parlare con "saccenza" di un periodo o di un determinato costume senza aver vissuto nell'arco di tempo da lui descritto. La sua è una onniscienza per apposizione, ovvero un doloroso accostarsi e accumularsi di informazioni oggettive che gli scorrono davanti come un film o un pesante libro da leggere, ma senza che ci sia un dettaglio a livello soggettivo ad aiutarlo. Uriel appare quindi molto più infantile rispetto al suo ruolo ma non perché di fatto lui lo sia, ma perché non sa da quale delle due parti schierarsi, se continuare a fare il ragazzo normale con un'età normale o interpretare il ruolo della creatura dalla conoscenza superiore. Quando però entra in scena la sua "falsa impulsività", Uriel è in grado di prendere decisioni che anche il più saggio degli anziani faticherebbe a fare, e con una velocità molto notevole rispetto ad un ragazzo costantemente traviato da dei dubbi all'apparenza molto piccoli. Non è quindi lui a "decidere" la sua età, ma la coscienza che gli mostra la via da seguire e lui senza porvi troppo pensiero percorre quella strada, risultando immaturo o maturo a seconda delle varie situazioni in cui si trova.

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°•--𝑹𝑎𝑧𝑧𝑎--•°
,꧁𝑲𝐴𝐿𝐴𝑆𝐻𝑇𝐴𝑅꧂,

I Kalashtar sono figli di divinità rinnegate, ma questo non è propriamente il caso di Uriel. Pur essendo comunque il figlio di una Dea, ovvero la Dea Madre, egli non mostra alcuna caratteristica riconducibile alla genitrice o che sia affine con il mondo degli Dèi. Uriel infatti sia a livello fisico che mentale era un perfetto umano, che non era in grado di sfruttare i suoi poteri e dei quali non sapeva assolutamente nulla. Oltre a qualche caratteristica fisica trascurabile come l'altezza dei Kalashtar, maggiore di qualche centimetro rispetto ai normali umani, nessuno avrebbe associato ad Uriel un parente divino. Un fisico allenato è ottenibile da chiunque così come la bellezza è un dono della fortuna che molti anni, quindi nessuno dei pregi del ragazzo lo differenziava dagli altri sotto qualsiasi aspetto: Urien era un ragazzo quasi completamente normale. Il sapere parlare più di una lingua, che normalmente sarebbe un tratto peculiare della sua "razza", da lui è stato appreso solo con lo studio e non ha mai saputo nulla per via "ereditaria". Solo una cosa infatti lo accomuna con tutti i Kalashtar: i sogni. La notte, essendo lui solito fare più di un sogno, sopraggiunge sempre una creatura a cui lui non sa dare un nome, ma che sente estremamente vicina. Inizialmente riteneva che tali sogni fossero solo quelli di un bambino che necessitava di calmarsi: lei arrivava sempre dopo un incubo e, dopo averla vista, seguiva sempre un bel sogno. I sogni continuarono però per tutta la durata della sua vita e quindi si era limitato a pensare che quella figura fosse legata ad un evento della sua vita accaduto quando lui era piccolissimo e di cui non aveva più memoria. Quando poi risvegliò i suoi poteri, la verità della sua nascita e di sua madre gli si palesarono davanti agli occhi come se lui lo avesse sempre saputo ed ebbe "tutto il tempo del mondo" per poter ricollegare tutto con l'essere il figlio di una Dea alla quale non aveva mai creduto del tutto e all'essere anche diventato una terza figura di due che si erano create insieme al suo risveglio. Altra cosa che poi lo accomuna i Kalashtar sono anche i sogni: non solo sogna la madre, ma in parte attingeva ai suoi ricordi. I sogni che fa sono sempre confusi e solo la Dea appare chiaramente nella sua memoria, mentre del sogno prima e di quello dopo sa dire che fossero solo un brutto sogno e un bel sogno. Pur non ricordando cosa accadesse in questi, sentiva che non stesse accadendo nulla di buono nel primo e che nella durata del secondo si sentiva estremamente tranquillo, quindi era possibile che quei sogni fossero sprazzi dei ricordi della Dea Madre, che lui non poteva vedere perché non aveva risvegliato i suoi poteri.

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°•--𝑨𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑓𝑖𝑠𝑖𝑐𝑜--•°

{Allora, l'aspetto è un mix tra Amore e Psiche, il Laocoonte del Bernini, un novello Patroclo dell'Iliade e un soft-porn ma spero possa piacerti. Ci stanno pure due altre figure che non c'entrano una beata minchia ma non importa 👌}

La bellezza di Uriel non sfocia nel divino nello stesso modo in cui non arriva al banale, collocandosi quindi nel mezzo. Dal punto di vista fisico, dimostra perfettamente la sua età, senza sembrare più grande o più piccolo, sono infatti i suoi atteggiamenti a fare confondere le altre persone quando si tratta di capire la sua maturità.
È un ragazzo abbastanza alto, raggiunge infatti il metro e ottanta senza mettersi sulla punta dei piedi, e la sua corporatura è più o meno robusta, il che lo fa apparire minaccioso anche solo per la sua stazza. Grazie agli anni di allenamento per rafforzare un fisico di suo non troppo forte, i muscoli sono evidenti sia sulle braccia sia sulle gambe e le spalle larghe lo rendono più proporzionato rispetto alla mancanza di una vita stretta. Nel complesso solo fisicamente appare una persona che non è, non perché sia un cucciolo indifeso in un corpo da gigante, ma perché preferisce non alzare le mani e usare la forza quando può e si è allenato solo per essere un Guardiano come suo padre, e quindi per prevenire un attacco, non per mostrarsi come una figura minacciosa e intimidatoria, apparenza che viene subito smentita dall'atteggiamento con il quale lui quasi sempre si pone con le persone. La pelle di Urien è leggermente scura, tendente verso l'olivastra, ma mantiene comunque una sfumatura leggermente chiara rispetto a quella del viso, di poco più scura. Questa è costellata di piccole cicatrici chiare e bianche dovute agli allenamenti e ad alcuni suoi giochi infantili finito male, ma nel complesso non rovinano il suo aspetto. Solo una di queste cicatrici è abbastanza grande da poter essere vista senza strizzare gli occhi o concentrarsi sulle imperfezioni, e si trova sul fianco destro. Vista da lontano pare un'unica lunga cicatrice bianca provocata probabilmente da una lancia, ma da vicino si può notare che questa sia divisa in parti di poco distanziate l'una dall'altra, alcune di forma lineare altre più circolari e piccole. Queste sono state provocate da tante coltellate al fianco, fatte con la fretta di una persona che vuole velocemente liberarsi di un ostacolo, e alcune di queste sono circolari perché il suo assalitore, dopo aver ficcato il coltello nella carne, lo ha rigirato in modo tale da aumentare la perdita di sangue e la velocità con la quale avrebbe poi perso conoscenza.
I tratti del viso sono maturi, la forma del viso è leggermente ovale e i lineamenti sono definiti ma non marcati e rigidi. Questi non si mostrano essere nemmeno infantili e morbidi, ma allineati con la sua età. Le guance sono strette e danno al viso una forma più precisa e più adulta mentre il naso e gli occhi sono leggermente più grandi del normale, il primo leggermente all'insù e i secondi di poco rotondi, ma queste caratteristiche non rendono sproporzionato il suo volto.
Gli occhi hanno un colore azzurro spento con alcune sfumature tendente al marrone o alla terra di Siena, dando così un'apparenza quasi rossiccia in contrasto con il ciano naturale del suo sguardo. I capelli sono mossi, più ribelli e lunghi nella parte davanti e più lisci nella parte dietro, lasciando quindi un lungo ciuffo a coprirgli la fronte senza andare sopra agli occhi. Sono di colore arancione/rosso spento con alcune sfumature tendenti al marrone, dandogli una tonalità particolare. Sono più chiari verso le punte, arrivando a toccare l'arancione.
Nel complesso quindi Uriel resta comunque un ragazzo dalla bellezza nella norma, non sfiora un ipotetico aspetto divino ma nemmeno rasenta il banale, e il suo aspetto potrebbe essere associato a quello di un giovane eroe greco o figlio di Dioniso, i cui capelli rossi simboleggiano una forza fisica e d'animo costante nel tempo.

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°•--𝑪𝑎𝑟𝑎𝑡𝑡𝑒𝑟𝑒--•°

È molto riluttante quando una situazione deve essere risolta con la violenza. È un'anima misericordiosa per natura e un convinto sostenitore della risoluzione dei problemi senza provocare spargimenti di sangue. Questo crea un netto contrasto tra lui e il resto delle persone con cui ha avuto spesso a che fare: mentre gli altri non esitano a combattere quando la situazione lo richiede, si permette di combattere solo se è una necessità assoluta, o quando la sua pazienza quasi infinita si esaurisce. Quando questo è il caso, può diventare un combattente estremamente abile e mortale. La violenza per lui è parte integrante della calma, e molto spesso la pace più felice è stata il risultato di una guerra sanguinolenta e crudele, quindi non può negare l'esistenza né dell'una né dell'altra, ma non per questo si ritrova sempre d'accordo su ciò che potrebbe definirsi un "piano superiore". Se qualcuno gli dovesse dire che un atto orribile deve per forza avvenire, perché così è destino che accada, lui non in parte non sarebbe d'accordo, in parte accetterebbe pur obiettando. Non può esistere solo un estremo o solo un polo perché questo è destinato di fatto a collassare senza avere un suo opposto. Prendendo in esempio un regno in pace, come farebbero le persone a dire che quella sia pace? Come farebbero a etichettare come "pace" un determinato periodo se non sanno loro per primi cosa questo significhi o perché avvenga? Come fanno a dire che la pace sia un periodo più luminoso rispetto ad un altro se non hanno mai avuto altri momenti con cui confrontarlo? Quando però alla pace si aggiunge il suo opposto, la guerra, la gente tenderà a capire quanto più piacevole fosse vivere nel mondo di prima e inizieranno a temere od odiare la guerra in quanto "periodo buio" rispetto a quello in cui vivevano prima. Solo conoscendo il buio si comprende la luce e viceversa, e la luce non può arrivare a comprendere l'ombra senza avere una parte di ombra in sé. Più il buio è pastoso e più luminosa sembrerà la luce che risplende in mezzo al nero, nonostante questa sia di fatto fioca. In questo concetto si basa tutto il metro di giudizio del "ragazzo": la luce ha l'ombra dentro di sé e l'ombra ha la luce che risplende in un angolo isolato, in equilibrio. Seppur l'equilibrio perfetto possa essere quello in cui bene e male sono separati, è molto difficile che queste due entità non si fondano anche se in minima parte. La ragione non sta mai solo da una parte, esattamente come il torto, quindi anche lui quando ragiona vede i lati negativi e positivi in entrambe le parti. La sua non è una stupida e ingenua convinzione che il bene possa esistere anche nella più crudele delle persone, ma un semplice dato di fatto. Una persona non può essere solo cattiva o solo buona, sarebbe irreale, perché, seppur bene e male separati possano in parte rappresentare una sorta di equilibrio, le persone di tal genere sono decisamente meno di quelle che sono sia l'uno che l'altro, e si andrebbe a creare un forte distacco di proporzione, che diventerebbe poi un disordine difficile da domare.

Con questo ragionamento, Uriel non è nessuno dei due. Non può essere né buona né cattivo perché lui per primo non saprebbe come porsi a dover scegliere di essere qualcosa. Lui è la persona che è e non riesce a prendere una posizione che comprenda il dover decidere, almeno se si tratta di lui. Uriel non agisce secondo ciò che "è giusto fare" ma secondo una specie di legge mentale a cui nemmeno lui sa dare una voce. Non è lui che decide di comportarsi in una determinata situazione o davanti ad una certa scelta in base ad un'attenta analisi della situazione o altro, ma la sua non è nemmeno impulsività infondata o intuitività. È un lato del suo carattere che lui non sa spiegare, il che lo mette anche abbastanza a disagio quando si tratta di dare una motivazione alle sue decisioni. Si può dire che anche dentro di lui viva una sorta di equilibrio, ma al quale lui non riesce a dare una spiegazione. Il suo non è intuito né un grande ragionamento, ma agisce come se fosse una marionetta manovrata da sé stesso, la cui volontà è diretta da altri ma sotto suo consenso. Pare quasi che lui assista alle sue azioni dall'esterno, come a vederle in un film, ma guardandole dai suoi stessi occhi. Si sente sia estremamente responsabile delle sue scelte sia estremamente distante, come se le avesse prese lui ma le sue parole fossero un testo detto da altri e imparato a memoria. Non per questo Uriel non ha volontà, ma vive in una perenne situazione di estraneazione ed internazione che scombussolano la sua stessa realtà di visione delle cose. Come l'equilibrio regge in ogni cosa, anche lui tende a comportarsi senza andare né in un estremo né in un altro. Ripaga un'azione mediocre corretta con un'altra mediocre cattiva, basandosi però anche sulla sua convinzione personale, sicuro che questa sia corretta come se a confermarglielo fosse stato un mondo intero. Non è né schierato dalla parte del bene né da quella del male, e spesso nemmeno necessita di impegnarsi perché questo avvenga. Prima di ottenere queste caratteristiche, il carattere di Uriel non era troppo diverso da quello che ora possiede.

Era una persona buona e paziente, che non desiderava fare del male quando poteva e combatteva di mala voglia, mentre ora, appena vede che un'azione, indipendentemente dal buona o cattiva che sia, è necessaria, la compie lasciando eventuali ripensamenti al futuro. Non vedeva sempre il buono nelle persone, ma non rinfacciava nemmeno il male, cercando di raggiungere un accordo senza arrivare al menare le mani, ed era una persona estremamente accondiscendente. Chiudeva spesso un occhio quando poteva e intaccare la sua pazienza di ferro era un'impresa realmente titanica; anche quando si stufava, era difficile vederlo arrabbiato o alzare la voce. Preferiva prendere colpi piuttosto che darne, quindi era difficile immaginarsi un ragazzo del genere, magari anche con poco fegato, prendere le armi tra le mani e combattere quando la situazione lo richiedeva, ma così ora è diventato Uriel. Adesso la sua pazienza da una parte è aumentata con l'aumento della sua conoscenza, dall'altra è diminuita, ma non per questo lo si vede spesso in preda a degli scoppi di rabbia. Solo in alcuni momenti Uriel alza la voce o si arrabbia di sua spontanea volontà: quando si tratta dell'equilibrio e delle persone a cui tiene. Non sa dire quale delle due motivazioni sia quella più forte, ma se si tratta di mantenere l'equilibrio è disposto ad agire andando contro ai suoi compagni senza troppi ripensamenti, come se questa fosse una missione superiore il cui realizzarsi è il suo unico desiderio. Spesso tende ad arrivare a convincere a mantenere un giusto mezzo con le parole, mentre in altri casi, quando la pazienza non è più sufficiente, utilizza la forza, ma la sua non è una tendenza violenta: cercherebbe di gettarsi a corpo morto su una persona per fermarla o menerebbe le mani senza un obiettivo. La sua forza fisica è sulla norma, ma quasi sempre le persone che hanno le capacità per distruggere l'equilibrio sono molto più forti di lui, quindi è sempre a livello spirituale che cerca di adoperare la sua grande pazienza. Ciò lo porta a sembrare sia molto maturo sia molto infantile, dal momento che è certo delle sue azioni e di ciò che deve fare ma non sa darvi una spiegazione, ma sa che queste non siano dovute all'impulsività. Gli viene complesso porsi con delle persone con le quali non riesce a parlare, quindi la prima impressione che da alle persone è sempre quella di una ostentata timidezza. Spesso apre la bocca e inizia a parlare, allungando le braccia come a voler esprimere un'opinione, per poi tacere e non dire nulla, facendo un veloce gesto e restando al suo posto, guardando in basso o fissando le mani mentre se le rigira in silenzio, non sapendo come porsi davanti a certe questioni. A questi momenti se ne alternano altri in cui, dopo essere stato zitto, inizia a parlare ed alzare la voce, esprimere la sua opinione come se fosse abituato a farlo, o mettere in discussione quella degli altri, ma ciò avviene solo in determinate situazioni e quando vengono messi in gioco precisi argomenti. Quindi, come per lui risulta o difficile, o disagiante, o imbarazzante capire come porsi davanti ad un problema o ad una conversazione, anche per le altre persone risulta complicato comprendere cosa gli passi per la testa e il modo in cui ragiona, dal momento che tende ad andare dalla metà di un estremo alla metà di un altro molto velocemente, quasi cambiando personalità.

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°•--𝑰𝑑𝑒𝑎𝑙𝑖--•°

Uriel per lungo tempo ha avuto come unico ideale e obiettivo di vita il proteggere il cristallo datogli in "eredità" da suo padre, e non ha mai considerato che ci potesse mai essere o nel presente o nel futuro una qualche altra motivazione che lo avrebbe spinto ad andare avanti, e in parte è così. Avendo difficoltà a riconoscere se sia lui stesso il motore delle proprie azioni, fatica anche a comprendere se i suoi ideali e i suoi obiettivi, almeno ora, siano di fatto suoi o siano uno degli effetti dell'onniscenza e del risveglio della creatura divina dentro di lui. Prima si limitava solo a proteggere il Cristallo mentre ora ha la prospettiva dell'equilibrio di un mondo intero. Uriel si limita quindi a compiere questo ruolo, ma non con l'indecisione e insicurezza di chi obbedisce agli ordini di altri e non comprende cosa stia facendolo, limitandosi a fare a macchinetta dei gesti che gli sono stati dettati. Uriel è estremamente convinto del suo ruolo e agisce con la massima sicurezza e devozione, prendendo la questione dell'Equilibrio non solo come un compito personale, in quanto la sua stessa salute dipende dal mantenimento di un giusto mezzo, ma per una questione universale. Normalmente qualcuno potrebbe semplice considerare di fare ciò che deve per una motivazione puramente egoistica come il mantenimento della sua salute fisica, ma Uriel si preoccupa del mondo intero, poiché è lui che dipende da questo e non il contrario.
Tuttavia, se gli venisse chiesto il motivo di tale ideale, lui risponderebbe "lo so e basta", senza impulsività o un grande sillogismo. Pare quasi che i suoi ideali gli siano stati indottrinati da un'entità superiore, ma non per questo egli discorda con questi, come un bambino costretto a prendere bei voti solo per la felicità dei genitori.
Anche riguardo agli Dèi la sua è stata un'opinione discordante: non credeva propriamente in loro ma per amore della conoscenza voleva sapere tutto il possibile sulla religione, ha iniziato ad avere fede e non solo curiosità quando ha risvegliato i suoi poteri. Uriel, a causa della difficoltà nel dare un nome alle sue decisioni, si ritiene una mossa del primo motore immobile. Se gli Dèi sono il "primi motore immobile", allora tutto ciò che si muove è di fatto mosso da altro, ovvero dagli Dèi, ma ciò che muove tutte le cose non è mosso da altro. Uriel quindi, nel suo punto di vista, è una pedina degli Dèi, ma una pedina con una semi libertà di pensiero, dove le sue opinioni non sembrano essere sue ma vi è totalmente d'accordo, come se la sua mente gli avesse mostrato una soluzione che lui avrebbe preso e che avrebbe trovato dopo, o una soluzione che non avrebbe trovato da solo ma che si mostra essere la soluzione di tutti i suoi problemi. Quando parla degli Dèi Uriel non si pone come una figura quasi al loro pari perché figlio della Dea Madre, ma nemmeno come un completo sottoposto o un uomo che vive nel terrore degli Dèi e non lo nel loro amore, ma si vede come loro amico, niente di più, niente di meno.

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°•--𝑫𝑜𝑡𝑖 𝐴𝑟𝑐𝑎𝑛𝑒--•°

Uriel per lungo tempo non ha mai saputo nulla dei suoi poteri e, ironicamente, non ne seppe nulla fino al giorno in cui sfiorò la sua morte. I poteri di Uriel si interfacciano nell'immortalità e nell'onniscienza soprattutto, che ottenne non quando risvegliò i suoi poteri ma quando venne trasformato in semidivinità dalle due detentrici. I poteri di Uriel fisicamente parlando sono poi alquanto banali e anche la capacità di nascondersi dei Guardiani è stata completamente smentita dal suo essere stato trovato e anche quasi ucciso.
L'unico momento in cui utilizzò propriamente le sue doti arcane fu quando decise che nessuno avrebbe più potuto accedere a Meragon come qualsiasi altra ragione, ma fece sì che le porte si aprissero solo ogni cento anni durante il solstizio della Luna Blu, poi non ebbe altre occasioni ancora per poter fare uso dei suoi poteri e quasi certamente non arriverà prestissimo il momento in cui lo farà di nuovo: ancora fatica a comprendere del tutto di avere nelle sue mani un potere tanto grande ed è sempre stato abituato a cercare di risolvere i problemi che gli si ponevano davanti con le parole e non con le azioni dirette.

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°•--𝑩𝑎𝑐𝑘𝑠𝑡𝑜𝑟𝑦--•°

Uriel nacque in una tranquilla abitazione nei pressi di Meragon e non conobbe mai sua madre, in quanto apparentemente morta di parto. Per quanto potesse essere normale Uriel agli inizi, già l'essere il figlio del Guardiano del Cristallo lo differenziava dagli altri, scrivendo così già in parte il suo futuro. Per i primi anni Uriel non si curò di niente e di nessuno e viveva la sua vita in modo assolutamente normale, giocando e studiando. Unica cosa che lo differenziava dagli altri erano i suoi sogni. La notte il suo era sempre un sonno agitato, nervoso e spaventevole, del quale non ricordava mai immagini ma rimaneva impresso nella sua mente un senso terribile di pausa e angoscia. Nonostante questi grandi sentimenti e nonostante l'essere solo un bambino, Uriel non si sbagliava mai. A incubo terminato sopraggiungeva una bella creatura che riusciva sempre a calmarlo, ma nemmeno di questa ricordava bene le fattezze e, dopo la sua apparizione, seguiva nuovamente un sogno di cui non aveva memoria delle immagini, ma che portava al suo petto un senso di grande leggerezza. Da piccolo non sapeva e non poteva capire cosa questo significasse e suo padre apparentemente non era in grado di dargli una spiegazione, quindi lui si abituó a vivere ogni notte con lo stesso ciclo di incubi, apparizioni e bei sogni, senza però aver pausa di addormentarsi sapendo di avere una brutta scena ad attenderlo, come se fosse troppo curioso di vedere la creatura per curarsi del suo timore. Gli anni procedettero dunque tranquilli e già da molto piccolo il padre insisteva molto a farlo giocare a nascondino, lui si divertiva e non si dava molte preoccupazioni, di certo non sapeva che il genitore gli faceva fare quel gioco anche per allenarlo a nascondersi quando sarebbe diventato un Guardiano.
Uriel iniziò a stufarsi di giocare e non prestó più attenzione alle parole del padre quando si trattava di nascondersi, quindi cominciò ad allenarsi anche a livello fisico al compiere dei suoi otto anni, mentre per l'allenamento mentale Uriel non aveva mai smesso di mettersi in esercizio. Leggere e studiare gli piaceva eppure non riponeva fiducia negli Déi come il genitore gli diceva di fare, già da piccolo infatti ragionava con la sua testa, mentre ora fatica persino a capire chi prenda le sue decisioni.

Gli anni procedettero quindi lineari, tra gli studi del ragazzo e gli insegnamenti del genitore. I sogni rimanevano invariati negli anni, ma più lui chiedeva al padre più egli negava di sapere qualcosa, quindi rimase a lungo con tanti dubbi per la testa. Al compiere dei suoi venti anni poi il genitore morì. Sono pochi i momenti tanto tristi da poter ridurre in lacrime Uriel, ma la morte di suo padre fu l'unico di tutta la sua vita. Essendo stata la sua unica figura di riferimento, perderla per lui segnò l'inizio di una vita che avrebbe dovuto percorrere da solo, senza nessuno a cui appoggiarsi. Prese quindi lui carico del compito di difendere il Cristallo e si ripromise di farlo come se fosse il suo unico obiettivo di vita, il cristallo in parte per lui significava avere suo padre ancora con sé ed era deciso a custodirlo gelosamente. Per alcuni anni lui visse quasi in preda alla paranoia ma senza mai incontrare persone troppo pericolose, quindi si convinse di poter continuare il ruolo del genitore senza troppi problemi. Il ragazzo però non era abile con le parole come lo era nel nascondersi e non aveva mai dato seriamente ascolto ai consigli di suo padre, infatti ai suoi venticinque anni venne trovato. Essendo abituato ad usare la retorica o termini pacifici per evitare uno scontro, l'orco Warlock che incontrò non era del suo stesso avviso e non ebbe nemmeno il tempo di tirare un fendente di spada che venne scaraventato al suolo.

Uriel non era abilissimo nel combattimento, ma di sicuro non poteva competere con un essere grande il doppio della sua stazza e molto più sanguinario, il quale desiderava il cristallo per farne i suoi comodi. Dopo essere stato disarmato, i suoi tentativi di difendersi a mani nude risultarono più ridicoli che altro e non ricordò di aver mai provato un dolore più forte di quello sentito quando il coltello del nemico gli aveva perforato la carne del fianco più e più volte, rigirandolo nelle ferite aperte e lacerandogli gli organi interni da dentro. Uriel era quasi incosciente in quella situazione, il Cristallo stretto nelle mani sanguinanti. In parte, aveva una tremenda paura di morire, dall'altra invece non avrebbe mai lasciato che l'ultimo ricordo di suo padre venisse portato via quando aveva giurato di proteggerlo. Strinse con ancora più forza la pietra tanto da potersi aprire dei tagli anche sulle mani e una luce fuoriuscì dal Cristallo che teneva tanto avidamente avvinghiato a sé. Per un primo periodo vide tutto bianco e pensò di essere morto, poi molte immagini si stagliarono velocemente davanti ai suoi occhi, mostrandogli il mondo prima della sua nascita e la creatura che tanto lui aveva sognato. Si sentì tranquillo, nonostante credesse di star morendo anche contando che le immagini si muovevano davanti a lui. Ora non ricorda nemmeno come arrivò a capire chi fosse la figura che sognava, ma il dubbio si risolse come se questo non fosse stato mai posto e, quando ebbe il coraggio di aprire nuovamente le palpebre, davanti a lui si stagliavano due figure. Queste lo strapparono da morte certa, donandogli l'immortalità e aumentando i poteri che qualche istante prima aveva risvegliato. Dell'orco Warlock non vi era traccia ma di certo quello non era il problema che si pose. Dopo essersi alzato con suo sommo stupore, nonostante il sangue perso, strinse la tra le mani sporche di cremisi il cristallo e si guardò intorno, pensando al momento in cui la sua vita stava per scivolargli via, qualche istante prima che "rinascesse". Non voleva che una cosa del genere si potesse ripetere o che qualcuno dovesse venire brutalmente attaccato in quel modo per avere il cristallo, quindi impose che le Porte di Meragon si sarebbero aperte solo ogni cento anni in seguito al solstizio della Luna Blu, e solo con il cristallo, per un breve lasso di tempo. Poi lui e le due figure, con la stessa velocità con cui erano apparse, vennero risucchiate nel Cristallo, in un limbo fatto di pseudo sogno e pseudo veglia, in attesa di essere risvegliati dalla Warlock.

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°•--𝑷𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑖--•°

[⸙] Spada: Uriel non si è specificato nell'uso di molte armi ed essendo anche un bersaglio semplice, deve approfittare della sua velocità e della sua forza, quindi ha sviluppato una grande abilità nel maneggiare la spada. Tuttavia, egli non ricorre spesso alla violenza, quindi questo è un punto forte che è sconosciuto quasi a tutti

[⸙] Riflessione: Onniscienza a parte, Utile ha sempre concentrato le sue abilità nel pensiero e nell'aprire la mente a tutte le possibili soluzioni, senza restare ancorato alle più semplici spiegazioni scientifiche

[⸙] Pazienza: Dote assai rara in qualsiasi ambito, Uriel è una persona estremamente paziente, che alza la voce solo in rarissime occasioni e a cui non piace litigare per nessun motivo, quindi è anche estremamente utile quando si tratta di ideare un piano che prosciuga le energie mentali delle persone

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°•--𝑷𝑢𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑏𝑜𝑙𝑖--•°

[⸙] Salute fisica: Seppur il suo sia un fisico allenato, Uriel non è mai stato molto resistente e, anche per essere la personificazione dell'equilibrio, la sua salute fisica è sempre un costante punto interrogativo e con la distruzione del cristallo tutto ciò non ha fatto altro che peggiorare

[⸙] Argomentare: Uriel difficilmente riesce a dare spiegazioni alle sue scelte. Quando si tratta di quelle altrui, è in grado di compiere ragionamenti anche molto complessi, ma il suo non essere in grado di spiegarsi lo rende spesso difficilmente credibile o sospetto

[⸙] Amore: Nonostante questo possa essere sia una dote sia uno svantaggio, Uriel è una persona a cui l'amore mette le fette di prosciutto sugli occhi e ragionare in modo oggettivo come fa di solito gli riesce difficile. Poche volte si è trovato ad amare qualcuno, quindi ha molto a cuore tale emozione

[⸙] Pressione: La grave ferita inferta dall'orco è guarita ma ha lasciato i suoi rimasugli, in particolare a causa del sangue perso e i danni che ora sono stati medicati, la pressione di Uriel fa spesso salti molto grandi quando si alza troppo velocemente o fa gesti avventati, rendendolo prossimo al crollare al suolo con movimenti troppo bruschi

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°•--𝑪𝑢𝑟𝑖𝑜𝑠𝑖𝑡𝑎'--•°

[⸙] Il suo colore preferito è il viola

[⸙] Quando si tratta di difendere qualcosa in cui crede, diventa ripetitivo fino all'esasperazione

[⸙] Appare spesso impacciato con le persone che non conosce

[⸙] Seppur tutti i dubbi gli si siano risolti davanti agli occhi, alcune volte non riesce a tenere a mente tutte le mille informazioni e torna a farsi domande di cui sa già la risposta

[⸙] Una parte di lui odia Meragon, non sarebbe mai stato ferito se non avesse dovuto difendere il Cristallo che portava a tale regione

[⸙] Prima di essere chiuso dentro il Cristallo, aveva un cucciolo di civetta, poi ovviamente morto per il lungo passare del tempo e la mancanza di cure

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