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Mร u nแปn
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Chiแปu cao dรฒng

-E questa รจ la statua di Edgar Allan Poe. L'alunno piรน famoso di questa scuola- continua Xavier, indicando una grande statua in bronzo. Io la osservo per un pรฒ, rimanendo a bocca aperta.

-Vuoi dirmi che Poe era un reietto come noi?-

-Sรฌ, proprio cosรฌ- annuisce, dando un colpetto sul braccio della statua -anche a me รจ sembrato strano all'inizio. Ma piรน tempo passerei qui e piรน inizierai a pensare come tutto sia strano-

-Almeno non ci sarร  da annoiarsi- replico io, aprendo il telefono per controllare che ora fosse. Vedo una chiamata persa da mia madre, ma decido che l'avrei richiamata solo piรน tardi.

-La professoressa Thornill voleva che mi mostrassi la strada verso i dormitori. A sentire lei potrei perdermi- dico poi, rimettendo il telefono in tasca. Xavier sembra un pรฒ incerto.

-In teoria noi ragazzi non potremmo entrare in "zona dormitori delle ragazze" a quest'ora, ma se te lo ha detto la Thornill credo che non mi sospenderanno- risponde lui, avviandosi verso un altro corridoio che prima non avevo neanche notato.

Cerco di stargli dietro il piรน possibile, ma Xavier รจ cosรฌ veloce che per poco non lo perdo di vista. Alla fine, dopo due rampe di scale e svariati cambi di corridoio, arriviamo davanti a una porta in legno massiccio, chiusa.

-Questa sarร  la tua camera. Se non ho capito male, la tua compagna di stanza dovrebbe essere Bianca Barclay- dice il ragazzo, mettendosi distrattamente le mani in tasca. Non so perchรฉ, ma qualcosa mi suggerisce che รจ leggermente in imbarazzo.

-La conosci?- chiedo quindi, e lui sembra essere stato colpito da una scarica elettrica.

-Sรฌ- risponde semplicemente, e dal suo tono di voce non ho piรน dubbi: mi sta nascondendo qualcosa.

-Va bene allora- decido di tagliare corto, per evitare ulteriore imbarazzo -grazie del giro. Ci vediamo a lezione-

-Grazie a te per non essere scappata via dalla noia- risponde lui, e io sorrido. Passano alcuni secondi prima che Xavier decida di andarsene via, beccandosi delle occhiatacce da un gruppo di ragazze che stavano salendo le scale.

Io apro la porta della mia nuova stanza, restando colpita da quanto sia grande. Da fuori non sembrava tanto larga. Ci sono due letti, rispettivamente a sinistra e a destra. Due scrivanie, anche queste ai due lati della stanza. Un grande armadio, che deduco dovrรฒ condividere con la mia compagna di stanza. E, infine, una grande finestra con tanto di balcone. Infinitamente meglio rispetto a come me l'aspettavo.

-Bene bene bene, tu devi essere la mia nuova compagna di stanza- dice una ragazza, appena uscita da una porta sulla sinistra della stanza. Prima non l'avevo notata, ma capisco che deve trattarsi del bagno. E capisco anche che, la ragazza che mi ha appena parlato, รจ proprio Bianca Barclay.

-Sรฌ, sono proprio io- rispondo, tendendole la mano -Celia Hawthorne, molto piacere di conoscerti-

-Bianca Barclay- si presenta lei, stringendomi la mano un pรฒ diffidente. I suoi occhi azzurri non si staccano da me nemmeno per un istante. Inizia a mettermi un pรฒ in soggezione.

-Sei per caso parente di Alice Hawthorne?- mi chiede subito dopo, andando verso il suo letto e iniziando a disfare la valigia. Io rimango immobile per un attimo, leggermente confusa. Quindi qualcuno, alla Nevermore, sa chi sia la mia famiglia.

-Sono sua figlia- rispondo, e Bianca sembra rimanerne sorpresa. Mi squadra solo per un attimo, poi continua a mettere a posto i suoi vestiti. -Tu come fai a conoscerla?- le chiedo.

-Sai, รจ solo la stilista piรน famosa nelle vicinanze. A chiunque interessi minimamente di moda interessa anche tua madre-

Non riesco a trovare le parole giuste con cui rispondere, perciรฒ decido di rimanere in silenzio. Solo in quel momento noto che vicino al mio letto รจ stata poggiata la mia valigia, proprio come aveva detto la Thornill, perciรฒ mi affretto a disfarla anche io.

Io e Bianca non ci rivolgiamo la parola per svariato tempo, fino a quando non finisce di parlare al telefono con chissร  chi. Sul volto ha un sorriso raggiante.

-Stasera tornerรฒ tardi- annuncia -non aspettarmi-

-Dove vai?- chiedo subito, incuriosita. Lei sembra sorpresa delle mie parole. Ancora una volta.

-A Jericho, il paese qui vicino. A fare una passeggiata- risponde, iniziando a frugare tra le cose sistemate nell'armadio e tirando fuori una maglia. Entra in bagno e ne esce appena un minuto dopo con la nuova maglietta indossata. Lancia quella che aveva prima sul letto, e io non penso neanche per un istante di mettergliela apposto. E, se pensava che lo avrei fatto, si sbagliava di grosso.

-Divertiti- dico semplicemente, buttandomi sul letto e guardandola uscire dalla porta, portandosi fuori una scia di profumo esageratamente dolciastro.

A quel punto, quando finalmente rimango da sola, decido di chiamare mia madre. Allungo il braccio per prendere il telefono dal comodino, digito il suo numero e attendo che risponda. Uno squillo, due squilli, tre squilli. Al quarto, finalmente sento la sua voce.

-Celia, tesoro!- strilla mia madre, costringendomi ad allontanare il telefono dall'orecchio -Come sta andando? Che te ne sembra della scuola? Hai visto la preside?-

-Ciao mamma, anche io sono felice di sentirti- rispondo, cercando di sembrare il piรน dolce possibile. Non deve funzionare benissimo.

-Sรฌ, va tutto bene. La scuola รจ un pรฒ inquietante, ma ha il suo fascino. La preside mi mette un pรฒ in soggezione, non so spiegarti perchรฉ. La mia nuova compagna di stanza รจ una tua fan e ha degli occhi azzurri cosรฌ chiari che sembrano fatti di diamante. Ho paura che riesca a leggermi anche l'anima-

-Oh, quanto mi manca Nevermore!- commenta, con voce sognante.

Mia madre non รจ una Normale, ma neanche un vampiro come me. Ha una strana capacitร , ereditata da mia nonna. Riesce a far prendere vita alle cose che disegna. Lo so, anche a me รจ sembrato assurdo all'inizio. Anche perchรฉ me lo ha rivelato appena due settimane fa.

Ma รจ tutto vero. Ed รจ in questo modo che i suoi capi di abbigliamento hanno avuto cosรฌ tanto successo.

-Ora devo proprio andare, tesoro. Ho una riunione tra cinque minuti. Ma chiamami, domani mattina. Non ho nessun impegno-

Sorrido rassegnato. Mi aspettavo giร  quelle parole.

-Certo, a domani- la saluto. Chiudo la chiamata, senza neanche aspettare una sua risposta. Mi arrabbierei ancora di piรน

Decido di provare a dormire, chiudendo le luci e mettendomi sotto le coperte. Il sole di stamattina รจ stata semplicemente una cosa passeggera. Fuori fa giร  molto piรน freddo. Penso subito a Bianca e al fatto che sia uscita semplicemente con una maglietta. Sicuramente si beccherร  un raffreddore.

Sbuffo, con la faccia sprofondata nel cuscino. Capisco che non riuscirรฒ mai a dormire con l'agitazione che ho in corpo, perciรฒ mi alzo e inizio a girare in tondo nella stanza.

La mia mente va troppe volte a Jericho, il paese che ha nominato Bianca prima di uscire. Una parte di me vorrebbe con tutto il cuore uscire a fare una camminata. Un'altra parte, invece, vuole solo rimanere al caldo sotto le coperte a leggere un libro.

Di solito non succede mai, ma รจ la prima parte ad avere la meglio.

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