10. IO CONTO SU DI TE

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Pov Briseide
Rientrammo nell'Argo II e ci mettemmo seduti sul tavolo circolare prima di ripartire.
"Allora, dove dobbiamo andare a sbattere la testa per sto nettare?" Chiedo voltandomi verso Nico.
Tutti si girarono all'unisono verso il figlio di Ade. Sbuffò.
Prese la mappa e la aprì. Era vuota.
"Stiamo scherzando?" Chiede Piper.
"Shhhhh" fa Nico.
Mi agito sulla sedia e lancio uno sguardo a Leo, che era alla mia destra, e sorrido leggermente.
Il moro iniziò a recitare cose strane a memoria e comparve il punto in cui siamo e il punto in cui dobbiamo arrivare.
"Ma che ca-"
"Le mappe di Ade si attivano in modo diverso" mi blocca Nico.
Assottiglio le ciglia.
"Mostrano il punto in cui siamo e il punto in cui dobbiamo arrivare e basta. Non mostrano strade, regioni vicine, nulla. Solo il punto di partenza e quello di arrivo."
"E qual'è il nostro punto di arrivo?" Domanda Leo.
"È il Canada questo" fa Annabeth.
"Dobbiamo arrivare nella capitale." Continua girando la mappa dalla sua parte.
"Ecco, vedete, lo scheletro e puntato su Ottawa." Indica con il dito.
Tutti ci sporgiamo verso la mappa.
"Ci vogliono esattamente..." dice Leo contando sulle dita. Alzai gli occhi al cielo.
"26 ore e 7 minuti" diciamo io e Annabeth insieme.
"Considerate che Argo II non è al massimo, è più lento del solito... calcolate il doppio del tempo" dice Leo.
"Come non è il massimo?" Fa Will.
"Era rotto, lo volevate riparato entro oggi e avevo a disposizione due ore. Non posso fare miracoli" continua il castano.
"Quindi sono 53 ore circa" dice Annabeth.
"Poco più di 2 giorni" alzo la testa.
"Ce la possiamo fare. Non è troppo tempo, riusciremo a superare anche questa" fa Piper.
"Non è così?"
"Certo, penso sia una delle imprese più semplici che mi siano state assegnate. 5 giorni massimo e Ade riavrà il suo nettare e i il Tartaro non risorgerà." Dice Percy iniziando a sciogliere le corde.
"Chi è che cerca il nettare oltre che noi? Chi è che vuole riportare in vita il Tartaro?" Chiedo con le mani sulla tempia.
"Luke" risponde Annabeth guardando un punto fisso.
Tutti si bloccarono, eccetto io.
"Chi è Luke?"
"Lunga storia, Raggio di Sole, ti racconto dopo".
Annuisco.
"Ma non era morto?" Chiede mio fratello
"Io sento che non lo è, sento che è ancora vivo, sento che non è finita"
Dice Annabeth.
"Ooookkk, facciamo che per oggi basta, che ne dite se facessimo qualcos'altro?" Chiede Jason andando nella cabina di pilotaggio.
Tutti gli demmo ragione e ci alzammo dal tavolo.
Nico e Will andarono a sistemare i bagagli, Annabeth e Piper andarono a giocare a dama, Percy e Jason parlottavano nella cabina di pilotaggio e io e Leo andammo fuori sul pontile a parlare.
Mi raccontò di Luke, della sua infanzia e di quella di Annabeth.
Ad un certo punto chiesi:
"E la tua infanzia, invece, com'è stata?"
Lo guardo mentre la nave volava tra le nuvole.
"Stupenda" mi risponde sorridendo, poi abbasò lo sguardo.
"Fino a quando mia madre è morta e sono finto a girare per orfanotrofi e famiglie affidatarie".
Mi avvicinai di più e gli poggiai una mano sulla sua.
"Com'era tua madre?"
Lui sorrise.
"Bellissima, era veramente bella. Ballava e cantava come un angelo..."
Gli si smorzò la voce.
Tirai un respiro.
"Posso farti una domanda?"
"Ma la stai già facendo"
Deja-vu.
"Ah ah, simpatico."
Vidi un lampo di sorriso.
"Tua madre, com'è morta?" Chiesi.
Si irrigidì di colpo e tolse la mano da sotto la mia.
"Cazzo, no, sono stupida,scusa non volevo. Non sei obbligato a risp-"
"No, va bene così, è giusto che tu lo sappia"
"Non devi se non vuoi."
"Ma io voglio, Briseide" alza la testa e mi guarda.
"Ti prego, non chiamarmi così" dico toccandogli la spalla.
"Suona strano da parte tua"
Abbassò la testa di nuovo e strizzò gli occhi.
"Hey,no" mi alzo dalla panchina e mi accovaccio davanti a lui.
Si copre il viso con le mani.
Gli afferro i polsi e li scosto sulla panchina.
Gli prendo il viso fra le mani e gli sistemo i ricci.
Gli faccio un sorriso rassicurante.
"Ho ucciso io mia madre"

Pov Leo
Ecco, gliel'ho detto. La fissavo negli occhi, alla ricerca di una reazione. I miei occhi iniziarono a velarsi di lacrime che iniziarono a scendere caute.
Non so come, non so quando e non so perchè ma mi ritrovai abbracciato a lei.
Mi mise il mento sulla testa e la strinsi a me.
Iniziai a singhiozzare e a bagnarle la maglia.
"Non volevo...Io non volevo. Amavo mia madre...io sono un mostro"
"Shhh, non sei un mostro, non lo sei Leo." Mi dice lei
"E invece sì...le ho dato fuoco. È morta bruciata viva".
Lei sospirò e mi strinse ancora di più.
Continuavo a ripetere di essere un mostro e lei continuava a dirmi di non dirlo nemmeno per scherzo.
Mi accarezzava il braccio.
Non mi sono mai sentito cosi vicino ad una persona pronta ad ascoltarmi. Pronta a consolarmi. Sono sempre stato solo, SEMPRE. È così bello avere qualcuno su cui aggrapparsi.
Saranno ormai più di 10 minuti che siamo abbracciati in silenzio e non ho intenzione di staccarmi.
"Sei sempre stato solo, non è vero?" Mi chiede all'improvviso.
Annuì.
"Ora non lo sei più, lo sai vero?"
Queste parole mi stesero. Il mio cuore mancò un battito.
"Neanche tu sei sola" riesco a rispondere.
"Lo so, Leo. Io conto su di te"

RAGGI DI SOLEE,
Ecco un nuovo capitolo tutto per voi, spero vi piaccia. Lasciate una stellina se volete e commentate💕
Kiss kiss

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