What if I have no hope? (Hoseok)🔞

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Londra

Epoca Vittoriana


L'inverno era alle porte, l'aria fredda di quella notte lo confermava, presto le strade sarebbero state ricoperte di ghiaccio e la neve sarebbe caduta dal cielo imbiancando l'intera città. Era la stagione preferita di Isabelle, ricordava con nostalgia quella piccola casa in mattoni in mezzo alla campagna, era cresciuta lontano dalla metropoli e non poteva dimenticare quanta aspettativa avesse nell'aspettare la prima neve. Ogni volta che arrivava per lei era il giorno più bello, era così felice e spensierata, fino a che...

La donna chiuse con sofferenza gli occhi di un verde intenso e sospirò. Anche se era passato molto tempo, quelle immagini nella sua testa rimanevano vivide e sapeva che avrebbe dovuto conviverci per l'eternità. Strinse d'istinto un oggetto nella tasca della sua gonna. Aveva trovato un rimedio per aiutare il mondo, tuttavia ancora non aveva scoperto un modo per dimenticare tutti quei ricordi spiacevoli che l'avevano segnata per sempre.

Riprese a camminare, costeggiando il Tamigi ed una folata di vento le fece volare il cappello bianco, liberando i folti capelli ricci di un rosso fuoco, nella notte.

Una chioma scoperta e soprattutto con quel colore anomalo, in quel tempo avrebbe dato scandalo, ma a lei non importavano le malelingue, era sempre stata esente dai pettegolezzi trovandoli infidi e puerili. Aveva scopi ben diversi e finalmente ora dopo molte ricerche e altrettanta pazienza, stava andando in contro al suo sogno.


Si piegò sulle gambe, afferrò il cappello spolverandolo con l'altra mano, se lo rimise in testa e continuò a camminare fino a che non si fermò in prossimità di un lampione.

Stranamente emozionata alzò lo sguardo all'altro lato della strada, finalmente era arrivata.

Si diresse a passo sicuro in quel palazzo dall'aria poco stabile ed entrò all'interno.

La prima porta sulla destra era la sua meta.

- Black Swan -

Isabelle lesse incuriosita la targhetta sulla porta di un colore marrone smorto chiedendosi il motivo di quel nome così insolito "Cigno nero". Con mano ferma, girò la maniglia e la spalancò. Guardò all'interno dell'ufficio e notò immediatamente la scrivania di legno con vari fogli sparpagliati su di essa ed una lampada da tavolo che illuminava con luce fioca la poltrona all'apparenza comoda.

Si tolse i guanti bianchi di pizzo, si sistemò il lungo vestito di colore avorio, molto di moda in quel periodo e s'inoltrò nella stanza.


- A cosa devo il piacere di questa visita a quest'ora della notte?- una voce maschile in lontananza attirò la sua attenzione, facendola sorridere appena.

- Mi chiamo Miss Isabelle Williams, sono venuta da molto lontano Mister Swan, sono spiacente per l'ora tarda, ma non ho potuto fare altrimenti - si avvicinò alla sedia davanti alla scrivania e si sedette composta - Lei è un investigatore privato, dico bene? Ho sentito ottime cose sul suo conto - finì il discorso lisciandosi la gonna piena di merletti.

- Chi le ha parlato di me...Miss Williams?- chiese l'uomo con un tono perplesso nella voce.

- Voci amiche, naturalmente Mr - rispose la donna con un sorriso - Sono qui perché vorrei assoldarla, a tempo indeterminato. Naturalmente verrebbe ricompensato a dovere -

Isabelle osservò l'unica stanza adiacente all'ufficio, completamente immersa nel buio e costeggiando il telaio della porta, scorse un oggetto. Una lunga pistola che stava mirando alla sua testa.

- Perché mai dovrei lavorare per un vampiro?- mormorò l'uomo adirato nel vederla seduta comodamente nel suo ufficio - Hanno fatto male a parlarle di me invece, perché ora la ucciderò - prese la mira e caricò l'arma, pronto a fare fuoco.

La donna si mise una mano alla bocca, ridacchiando - Mr Swan, la prego - si tolse il cappello e i capelli rosso fuoco scesero a cascata sopra le sue spalle, fino ad arrivarle a metà schiena - Potremmo lavorare bene insieme, prima di ricorrere alla violenza, almeno potreste ascoltarmi? -

Isabelle non si mosse di un millimetro, infondo sapeva che avrebbe trovato questo tipo di reazione da parte sua, quindi l'unica soluzione al momento era trovare un modo per farsi ascoltare e non alimentare il suo astio nei suoi riguardi. La calma e la pazienza erano virtù che lei possedeva, fortunatamente.

- Non potrei fare nulla neanche se lo volessi Mr Swan. Appena sono entrata in questa stanza mi sono resa conto immediatamente della pistola mirata alla mia testa, eppure mi sono seduta e sto conversando con lei - prese fiato e sorrise nuovamente sistemandosi i guanti sul suo grembo- Voglio solo parlare, sono sincera -

- Parlare... tsk!- commentò ironico - Ne ho conosciuti vampiri nella mia vita, ma credo che siete la più pazza che abbia mai incontrato Miss! Pensate di usare i vostri trucchetti mentali per fare di me ciò che volete? Con me è tutta un'altra storia!-


Isabelle rimase impassibile, fino a che lui si mostrò. Non si aspettava che fosse un ragazzo così giovane. Era curiosa di conoscere come fosse il famoso Black Swan di cui tanto aveva sentito parlare. Inevitabilmente lo osservò più nel dettaglio.

Ai piedi portava degli stivali scuri fino a metà polpaccio, indossava dei pantaloni attillati neri ed aveva una lunga giacca del medesimo colore che nascondeva parte del suo fisico. Si mosse lentamente verso di lei e notò all'istante i suoi occhi onice ricolmi d'odio, ma al contempo trasudavano di una sincera curiosità, erano così scuri e profondi che si perse per un attimo in quella sua intensità. Lo vide umettarsi le labbra rosee e sottili e si rese conto del ghigno compiaciuto che comparve sulla sua bocca nel vederla ammutolita alla sua presenza.

Isabelle si schiarì la voce, rendendosi conto dell'espressione di sorpresa che doveva essere apparsa sul suo volto. Non doveva distrarsi, anche perché quell'uomo non aveva abbassato per niente la guardia anzi.

Lo vide tendere maggiormente il braccio e con la mano avvolta da un elegante guanto di pelle nera, rinforzò la presa sull'arma. La direzione del mirino era rivolta alla sua testa.

Quando arrivò davanti alla scrivania, si scompigliò con l'altra mano le ciocche corvine che ricadevano disordinatamente sulla fronte e assottigliò gli occhi.

Probabilmente se avesse potuto l'avrebbe uccisa solo con quello sguardo fin troppo provocatorio. La donna anche se si mostrava all'esterno rilassata e composta, in realtà si sentiva andare a fuoco. Quei due pozzi neri la stavano avvolgendo e surriscaldando. Erano da secoli che non le capitava una simile situazione. Lo vide alzare un sopracciglio e lei cercò di mantenere quella parvenza di tranquillità. Che stesse pensando di averle fatto paura?

Sinceramente tutto stava pensando tranne che quello in quel momento. Scosse la testa per ritrovare lucidità. Non era da lei reagire a quel modo.


Isabelle sorrise, sperando di smorzare ogni tipo di tensione che stava sentendo - Lieta di vederla finalmente! Stia tranquillo, non ho alcuna intenzione di usare certi metodi. Spero ci sarà occasione per dimostrare che sono differente dagli altri vampiri che lei ha conosciuto-

Il giovane rise di gusto, mentre si protese verso di lei con un ghigno - Intanto direi che potremmo evitare tutti questi convenevoli, vampira! Cosa ne dici Isabelle?- senza toglierle gli occhi di dosso infine si sedette di fronte a lei.

- Direi che è perfetto...dovrei chiamarti Black?- chiese curiosa.

- Che importa! Non mi interessa come diamine mi chiami...dato che hai i minuti contati - la provocò, ma vedendo che lei per l'ennesima volta rimase imperturbabile, decise di parlare seriamente - I vampiri sono mostri assetati di sangue, sono solo degli assassini. Cosa ti fa pensare che tu sia diversa dalla tua specie? -

La donna non riuscì a nascondere un altro sorriso. Finalmente erano arrivati al fulcro del discorso e avrebbe potuto a sua volta fare una domanda importante.

- Se ti dicessi che ho trovato un modo per rendere i vampiri innocui alla vista del sangue...mi crederesti? -

Black sgranò gli occhi per ciò che aveva appena sentito. Gli stava per ridere in faccia per l'ennesima volta, eppure quello sguardo convinto, non gli lasciava alcun dubbio. Era seria.

- E' impossibile! - mormorò confuso - I vampiri da che mondo e mondo si nutrono solo di sangue umano e non possono fare altrimenti! - concluse alzando il tono della voce.


Strinse d'istinto il pugno contro la coscia in tensione.

Perché diamine doveva ascoltare quelle idiozie? Si stava stancando.

Inoltre si sentiva infastidito, quella vampira non aveva mai distolto lo sguardo dalla sua persona, era come se lei per prima lo stesse studiando. Lei stava cercando di capire con chi avesse a che fare? "Assurdo"

Cosa avrebbe dovuto dire lui?

Sapeva bene di cosa erano in grado di fare quegli esseri immondi. Da bambino aveva vissuto un'esperienza traumatica che mai avrebbe potuto dimenticare. Ma da quello era stato in grado di capire cosa e come agissero quei mostri. Si muovevano solo ed unicamente per quella sete logorante. Niente e nessuno li avrebbe mai cambiati. I vampiri gli avevano portato via tutto ciò che gli era più caro, lo avevano fatto soffrire e trovava paradossale che proprio quella donna in quel preciso istante lo stesse affascinando.

Quella folta chioma di riccioli rossi e quegli occhi di un verde intenso erano surreali. Incorniciavano quel viso ovale e facevano risaltare la sua carnosa bocca a cuore. Da quando era arrivata, la stanza si era impregnata del suo profumo di rose selvatiche e la sua grazia e la sua compostezza stonavano con chi era realmente, eppure era la creatura più bella che avesse mai visto in vita sua.

Questo lo terrorizzava, temeva di essere stato sottoposto alle sue arti vampiriche, anche se qualcosa gli diceva che non era così. Solo un folle non sarebbe stato attratto da quella donna.

La vide mordersi il labbro ed i suoi occhi illuminarsi. Sembrava che qualsiasi cosa lui avesse detto, per lei non facesse differenza alcuna. La sentì parlare ancora - E' vero, non posso contrastare quella sete, ma devi sapere che è da 300 anni che sto lavorando instancabilmente ad una soluzione e finalmente l'ho trovata! Sangue artificiale, creato senza alcuna goccia di sangue umano!-

Isabelle fiera di sé, prese dalla tasca della sua gonna una boccetta in vetro e la scosse. All'interno si trovavano alcune pastiglie bianche. Dopo avergliele fatte vedere le mise sul tavolo - Questa è la soluzione, io ne faccio uso dalla sperimentazione, sono sopravvissuta come puoi constatare, ho attualmente 400 anni e non ho mai più avuto quella sete che ti graffia la gola - respirò a fondo come se fosse sollevata - Sono libera da quella prigionia Black...- disse con voce flebile, sperando che cogliesse ogni sua parola.

Il ragazzo abbassò di poco la pistola e incuriosito si girò tra le mani quella piccola boccetta di vetro.

Dopo aver pensato in silenzio, alzò lo sguardo perplesso - Come posso crederti vampira? Potresti ingannarmi per i tuoi scopi e alla prima distrazione potresti uccidermi -

Isabelle si mosse sulla sedia esasperata, doveva mostrare già le sue carte?

Probabilmente se non lo avesse fatto sarebbero rimasti sempre sullo stesso punto e non sarebbero progrediti nel discorso.

- Black Swan parliamoci chiaro, so che non sei un investigatore privato - spiegò velocemente, sperando che la lasciasse finire - Sei un cacciatore di vampiri in realtà! Non sono venuta qui senza essere certa di quello che stessi dicendo. Sarò anche pazza, ma non masochista fino a questo punto. Lasciami spiegare la mia proposta, poi starà a te decidere se accettare o meno -

Il ragazzo serrò la mascella. La sua copertura era saltata fin troppo velocemente a quanto aveva capito. Dopo quell'incontro avrebbe nuovamente dovuto cambiare città. Era un peccato perché Londra, anche se era fin troppo uggiosa per i suoi gusti, aveva un gran concentramento di vampiri e le sue ricerche avrebbero potuto dare i suoi frutti. Ma evidentemente, ancora una volta, doveva agire nell'ombra almeno fino a quando non fosse ritornata la quiete.

- Non ti sto sentendo continuare...- disse a denti stretti. Si impose di rimanere calmo, era confuso da molte sensazioni in quel momento e non volendo reagire di conseguenza, decise che perlomeno l'avrebbe ascoltata.

-

Solo quando la vampira ebbe finito di spiegare ogni cosa, il ragazzo si alzò per affacciarsi alla finestra. La vista di quell'ufficio non era mai stata dei migliori, ma per quello che guadagnava, grazie al suo secondo lavoro, era anche fin troppo per lui.

Si passò una mano sui capelli corvini pensieroso - Quindi hai bisogno del mio aiuto per convertire i vampiri al tuo nuovo metodo di vita e se non lo accettano dovremmo ucciderli - riassunse brevemente quello strambo discorso, per poi girare lo sguardo verso di lei - Quindi uccideresti i tuoi stessi simili? -

Isabelle, rimasta nella solita postura composta, annuì convinta - Sì, se non vorranno assecondare le mie richieste, li uccideremo. Come hai già detto i vampiri sono dei mostri ed hai ragione. Non dovremmo esistere in questo mondo...- strinse i guanti senza rendersene conto, troppe immagini dolorose presero possesso della sua mente e si sforzò nel continuare - Io stessa non accetto la mia natura e sono convinta che ci sono altrettanti vampiri che la pensano come me! Ora avendo una soluzione, ho la possibilità di cambiare le cose. Chi non vuole accettare la mia condizione e anzi vuole protrarre la via del sangue, provando piacere nell'uccidere...allora quell'individuo non merita di sopravvivere!- rivolse l'ennesimo sguardo di fuoco al ragazzo e concluse il discorso - Questo è il mio pensiero!-

Black notò con quanta durezza avesse pronunciato quelle parole e si convinse sempre di più che non stesse mentendo. Poteva davvero credere ad un essere subdolo come lei che aveva la possibilità di rigirare gli umani a suo piacimento?

- Se quel che dici è vero...come credi che possa essere coinvolto in questo tuo piano folle? Hai idea di quanti vampiri esistano al mondo? Io sono un essere umano ti ricordo, non posso vivere in eterno come voi! - commentò con ovvietà, aspettando la risposta con interesse.

- Hai ragione, i vampiri sono tanti... direi anche troppi...- mormorò afflitta - Allora modifico la mia richiesta. Viaggeremo insieme con quell'obiettivo, ma il tuo vero compito sarà un altro. Quando sarà il momento dovrai uccidere solo due vampiri. Sempre se accetti la mia proposta di lavoro Mr Swan -

Il ragazzo sorrise girandosi verso di lei ed incrociando le braccia al petto le domandò - Dovrei uccidere solo due vampiri? Mi sottovaluti Isabelle! Dimmi chi sarebbero questi condannati a morte?-

La vampira si alzò e si avvicinò a lui. Un sorriso simile ad un ghigno fece posto alla sua espressione rimasta impassibile fino a quel momento - Re Victor e la Regina Oleana. Coloro che hanno creato l'intera stirpe dei vampiri!-

Per diversi secondi rimasero l'uno di fronte all'altra a studiarsi, come se stessero cercando di captare quali fossero i loro reali pensieri. Una strana sensazione nacque in loro. Aspettativa? Paura? Non sapevano dire cosa fosse, ma il primo a rompere il silenzio fu proprio il ragazzo.

- Io dovrei...- Black cercò di parlare, ma dovette fare una pausa perché era anche troppo strana da formulare quella domanda - Dovrei uccidere il Re e la Regina dei vampiri? Ahahah Cosa mi tocca sentire! Lo sapevo che ascoltarti sarebbe stata solo una perdita di tempo! Sei completamente pazz...-


Il bussare della porta lo zittì all'improvviso.

Si rivolse alla fonte del rumore e corrucciò lo sguardo - Chi diamine potrebbe essere a quest'ora della notte? Vattene vamp...- non riuscì a terminare la frase perché si rese conto di stare parlando al vuoto. Di quella donna non ce n'era più traccia, tranne quel profumo intenso che era ancora nell'aria, l'unica prova reale che quell'incontro non l'avesse sognato.

Più ci pensava e più era incredulo di aver vissuto una simile esperienza. Era la prima volta che aveva conversato con una vampira e anche se gli scocciava ammetterlo, era diversa da ogni creatura della notte che avesse mai visto. Non aveva mai abbassato la guardia in sua presenza, anche se non aveva sentito la minima minaccia da parte sua.

Sembrava davvero una signorina d'alta classe con il suo sorriso innocente ed il suo portamento degno di una principessa.

Possibile che fosse riuscita a contenere e contrastare la sua stessa natura?

Quel rimedio avrebbe davvero potuto rendere quegli esseri innocui?

Scosse la testa, tutto quel discorso non lo riguardava. Come aveva potuto fargli una richiesta simile? Nessuno era mai riuscito a scovare il nascondiglio dei progenitori. Perché era così convinta che proprio lui potesse scovarli e ancor di più ucciderli?

Era impossibile. Ma anche se ci fosse stata la più remota possibilità di farlo, il suo passato non glielo avrebbe permesso. C'erano ancora fin troppe cose da capire e lui non poteva permettersi passi falsi, non a quel punto.


Un altro rumore lo scosse. Era stato talmente immerso nei pensieri che non si era reso conto di aver temporeggiato davanti alla scrivania.

Si schiarì la voce per avere maggior fermezza ed afferrò la maniglia - Chi è a quest'ora?! - ruggì brutalmente spalancando la porta.

Una ragazzina tremante con le trecce bionde e vestiti umili si trovava dietro di essa. Alzò il capo e si soffermò sul suo volto. L'azzurro spento dei suoi occhioni tristi poteva avere un solo significato. Aveva bisogno di aiuto.

-

- Tua madre non è tornata a casa prima che calasse il sole? - Black digrignò i denti amareggiato - C'è un coprifuoco da quando c'è stato l'ultimo assalto degli esseri della notte, è risaputo! Anche tu non dovresti girare dopo il tramonto, ragazzina!-

- Lo so signore...- disse intimidita con lo sguardo basso - Ma non era mai successo prima infatti, ho paura che le sia accaduto qualcosa. La prego Mr Black Swan...ritrovi mia madre, non so dove altro andare... - trattenne un singhiozzo e mostrò qualche moneta dalle sue manine ossute - La pagherò... ho solo questo mi dispiace -

Il ragazzo scosse il capo emettendo un gemito frustrato e si voltò afferrando il cappello nero posto sull'attaccapanni - Tieni quei soldi, usali per comprare un pasto caldo per te e tua madre! Tornerò presto!- detto quello si agganciò la sua fidata pistola alla cinta e s'incamminò fuori dal suo ufficio.

Mentre vagava per le strade fievolmente illuminate dai lampioni, ripensò a quella strana serata. Era appena calata la notte, eppure erano successi più avvenimenti in quelle poche ore che in anni di ricerche.

Black Swan si avviò a testa alta verso il luogo di lavoro della donna, l'ultimo posto in cui si potesse ancora trovare o almeno sperava. Andare in giro in quelle ore, era la cosa più insensata che si potesse fare. Vide infatti con piacere che tranne lui, non si trovava nessuno in giro.

"Ipocriti"

Quella era una parola che aveva sempre in testa pensando agli abitanti di quella città.

Durante il giorno tutti loro facevano finta di nulla, continuavano le proprie vite evitando di parlare di ciò che era un problema serio.

I vampiri.

Aveva provato a cercare informazioni riguardo al loro covo, o qualsiasi cosa potesse tornargli utile. Ma era inutile. Erano un popolo di omertosi. Non erano in grado di concepire che i mostri giravano tra di loro o che magari proprio la persona con cui stavano scambiando una semplice chiacchiera era in realtà un assassino.

Preferivano vivere nell'ignoranza, dando la responsabilità ai cacciatori di vampiri. Solo loro avevano quell'ingrato compito di cercare quegli esseri immondi. Quasi venivano denigrati quanto loro, li consideravano allo stesso modo ormai, non facendo più distinzione alcuna.

Lui stesso si era creato una vita parallela, era stato costretto a cambiare nome, a viaggiare spesso e vivere nascondendo la sua vera natura. Cercava di vivere come tutti gli altri, ma non poteva negare ciò che la sua famiglia era da sempre. Erano i più antichi cacciatori di vampiri mai esistiti, per un lungo periodo erano stati addirittura i capostipiti della loro cerchia, almeno fino a quel giorno.

Prese fiato al ricordo. Oramai era l'ultimo esistente di quella famosa famiglia e doveva accettarlo. Dodici anni di ricerche infruttuose. Ma non aveva mai perso di vista il suo obiettivo. Avrebbe scoperto cosa davvero era successo in quello strano periodo. Perché era sicuro che non si fosse trattato solo di un incidente, era convinto che avevano premeditato ogni morte e prima o poi avrebbe avuto le sue conferme. Quindi mentre cercava le sue risposte, durante la notte di nascosto, stanava quei succhia sangue e li uccideva senza pietà.


Girò lo sguardo verso una fabbrica di tessitura, ormai era giunto a destinazione.

Avrebbe incontrato l'ennesimo vampiro folle, ossessionato dal sangue?

Caricò la pistola e studiò il luogo per sfruttarlo a suo vantaggio e a come poter agire al meglio. Avvertiva sempre l'ostilità di quegli esseri e non gli veniva mai difficile scovarli.

Era una consuetudine per lui stanarli ed ucciderli, tanto quanto bere un bicchier d'acqua.

Di solito accadeva così, anche se quella notte era stata proprio una di loro a trovare lui. Ancora non poteva crederci.

Ripensò a quella donna dai lunghi capelli rossi. L'unica cosa di cui si era accorto, a parte che fosse molto e troppo bella, era che non era un vampiro normale. Questo pensiero lo preoccupò ancora di più. Un sangue puro aveva bussato alla sua porta.

Quelle creature erano rare e piuttosto guardinghe. Il loro sangue pregiato permetteva loro di resistere e tollerare la luce del sole, riuscendo a convivere liberamente con gli umani ed erano estremamente pericolosi. Mandavano in avanscoperta invece i mezzi demoni, o trasformati. Loro non avevano quel privilegio. Al sole sarebbero morti come ogni vampiro ed erano succubi di chi li trasformava. Non avevano volontà propria erano solo burattini nelle mani di quegli snob.

Quindi perché mai una di loro aveva ideato quel piano contorto?

Perché mai una vampira del suo lignaggio odiava ciò che era? Aveva troppe domande e non riusciva a trovare alcuna risposta, questo lo fece innervosire.

Prese un gran respiro e si nascose dietro ad un muro. Doveva rimanere lucido se voleva uscirne vivo anche quella volta. Prese la mira e si rivolse verso il portone della fabbrica. Non si sentiva volare una mosca, eppure tutta quella quiete era fin troppo angosciante.

Il silenzio in quelle circostanze non portava mai a niente di buono.


Una chioma rossa svolazzante nell'oscurità, sopra ad un tetto, attirò immediatamente la sua attenzione. Non ne era sorpreso, dal suo sguardo e dalla sua fermezza aveva immaginato che non avrebbe mollato facilmente la presa.

- Sei così ossessionata da me da seguirmi fino a qui, vampira?- disse con un ghigno divertito, rivolgendosi alla figura ora visibile ad occhio umano.

- Non credo che per attirare la tua attenzione basterebbe seguirti immagino...- commentò Isabelle accennando un sorriso - Mi dispiace deluderti, ma ho sentito la presenza di un vampiro fuori controllo e sono venuta immediatamente!-

- Vattene, mi sei solo d'impiccio!- avanzò il corvino infastidito costeggiando il muro - Se hai pazienza di aspettare, verrò ad uccidere anche te più tardi! Ora devo pensare a risolvere un piccolo problema!-

La donna lo guardò dall'alto e sospirò afflitta. Sapeva che avrebbe dovuto lottare per essere ascoltata e ancor di più capita. Quell'uomo era più cocciuto di chiunque avesse mai incontrato in vita sua - Mi fa piacere che tutto il mio discorso di poco prima sia stato capito alla lettera...- ironizzò sconfortata alle sue parole, ma ad un tratto sentì un odore fastidioso arrivarle alle narici, alzò lo sguardo in un punto preciso di fronte a sé e s'incupì - E' troppo affamato...- mormorò preoccupata.

Con uno scatto fulmineo saltò di tetto in tetto, rincorsa dal ragazzo a terra che per conto suo seguiva la propria pista. Sapeva che doveva agire nell'immediato, non aveva tempo per tergiversare.

Black sgranò gli occhi nel vedere la velocità della rossa. Come aveva immaginato non era un vampiro normale e lo dimostrava il fatto che con un solo scatto era già arrivata a destinazione. Per non rimanere indietro si affrettò ad uscire dal nascondiglio e la seguì. Non aveva idea di cosa avesse in mente, ma non sarebbe rimasto indietro con le mani in mano.


Isabelle atterrò nella piazza in cui costeggiava l'edificio di tessitura e di alcune umili case fatte in pietra. Chiuse gli occhi per un attimo e quando individuò il suo simile, rivolse il suo sguardo smeraldo verso di lui.

Semi nascosto nell'oscurità, un vampiro aveva chiuso una donna tra un muretto ed il portone di un edificio, di un legno consunto. Era ad un passo da lei ed i canini spuntarono prepotentemente dalle gengive rosee. Un filo di bava scese dalla sua bocca alla vista della gamba ferita, tanto che bagnò il terreno di fronte a lui.

Con i suoi poteri telecinetici, gli aveva imposto di non urlare e di non muoversi. Amava quando le sue prede erano totalmente in sua balia e odiava quando la loro voce diventava troppo acuta, la trovava così irritante. In questo modo poteva cibarsi senza essere infastidito.

Le sfiorò la pelle lentamente con le dita raggrinzite, tuttavia non riuscì a proseguire. Si sentì sollevare da terra e all'improvviso si ritrovò sbalzato dalla parte opposta della strada, sbattendo violentemente contro un muro di pietra.

Urlò agonizzante per il contraccolpo, con la testa piena di domande e un dolore non indifferente, si guardò intorno. Una splendida donna, dai vestiti raffinati si avvicinò a lui.

Isabelle guardò quella creatura con sufficienza. Vestito di stracci, deperito e con un'espressione disperata sul volto. La maggior parte dei trasformati aveva quell'aspetto. Erano vampiri schiavi che venivano nutriti quel poco che bastava per non lasciarli essiccare o morire di fame. Provava repulsione e pietà per loro nello stesso tempo. Avevano avuto l'unica scelta di seguire i loro padroni, ma ora non sarebbe stato più così. Quel giorno, sarebbe stato l'inizio del cambiamento.

- Ho due possibilità da offrirti, a te la scelta - pronunciò con voce autoritaria attirando lo sguardo perplesso di quest'ultimo.

- Milady...perché state lottando contro di me? Siamo uguali e...-

Nuovamente il vampiro venne sollevato dai poteri di Isabelle e venne sbattuto ancora contro il muro, facendolo gridare sofferente.

- Non permetterti di dire un'altra volta che noi siamo uguali - disse con freddezza - Fino a poco fa eri umano ed ora fai loro del male? Dovresti odiarti per ciò che fai...- spiegò stringendo i pugni, tentando di resistere all'istinto di colpirlo ancora.

Il giovane deglutì spaventato. Non aveva mai visto un altro suo simile con una simile forza e freddezza. Solo il suo padrone aveva quel tipo di controllo e potere. Possibile che lei fosse una vampira di stirpe reale?

Cercò di trovare un appoggio, ma sentiva la maggior parte delle ossa frantumate e per poter riprendere la propria forma ci sarebbero venute ore purtroppo. Era troppo affamato per ritornare immediatamente in salute.

- I...Io ho sete Milady...- mormorò nervoso - Non riesco a resistere. Devo portare anche il sangue al mio padrone, è questo che mi è stato ordinato. Perché mi state facendo questo? -

Isabelle strinse gli occhi per quelle parole. Sapeva bene ciò che sentiva, quella sete impellente a cui era impossibile resistervi. Lei stessa ci era passata, ma aveva vinto quella battaglia ed ora avrebbe offerto quella stessa opportunità anche a lui.

Prese una pastiglia dalla boccetta in vetro che aveva sempre con sé e gliela porse - Questa è una soluzione per non far del male più a nessuno. Potrai sopravvivere senza nutrirti mai più di sangue umano, prendila -

Il vampiro, ora tornato a terra, la prese titubante e la ingerì. Dopo qualche secondo però, iniziò a tossire come un forsennato ed ebbe un conato di vomito - E' orribile!! - rigettò la pastiglia a terra schifato - Sa di sangue annacquato! Non potrei mai rinunciare al vero sapore del sangue!-

La donna si accucciò accigliata, per poterlo guardare negli occhi - Quindi mi stai dicendo che preferiresti far del male anziché provare un metodo alternativo?-

Lo sguardo affilato che Isabelle gli stava rivolgendo, lo fece tremare - Non capisco...è la nostra natura...- provò ancora a spiegare sempre più confuso ed impaurito - Non appena il Re tornerà in forze, metteremo sotto scacco l'umanità e saremo i padroni dell'intero pianeta! Perché devo preoccuparmi di non far loro del male se il loro destino è già scritto?-

La rossa rimase per qualche secondo in silenzio, poi con una calma disarmante avvicinò le sue mani ai lati della sua testa - Finché sarò in vita il Re non farà assolutamente nulla contro gli esseri umani- rispose glaciale, facendolo ammutolire - Ma comunque ho capito che hai scelto la seconda opzione...non dirò che mi dispiace!-

Con un colpo secco gli staccò la testa dal collo e lo guardò impassibile crollare brutalmente a terra.


Black Swan, poco distante da lei, si arrestò sul posto ad osservare l'intera scena. Rimase sbalordito dall'impassibilità nell'uccidere un suo simile e non solo, gli aveva sul serio fatto scegliere la sua sorte. Rifiutando l'alternativa al sangue umano, non ci aveva pensato due volte a porre fine alla sua vita.

Ancora confuso dal suo comportamento, la vide alzarsi e dirigersi verso la donna ancora spaventata da quello che aveva vissuto solo poco prima.

- Ferma vampira! Cosa vuoi fare?!- gli puntò l'arma contro. A quel punto non sapeva nemmeno lui come avrebbe dovuto comportarsi, stava reagendo solo d'istinto ormai.

- Nulla che la possa nuocere, Mr Swan...- rispose indifferente Isabelle, inginocchiandosi davanti alla signora tremante. Le mise una mano sugli occhi e con voce gentile mormorò al suo orecchio - Non ricorderai nulla di tutto ciò che hai visto questa notte. Sei caduta e ti sei ferita, è per questo che hai tardato ad arrivare a casa. Ora va!-

Non appena tolse la mano, la donna sorrise e annuì. Si alzò titubante e zoppicando andò verso casa sua.


Isabelle si rialzò sollevata di essere arrivata prima che si compiesse l'ennesimo omicidio misterioso in quella città, tuttavia sentendo una pressione sulla schiena, all'altezza del cuore, si congelò.

- Fa una sola mossa e ti uccido!- disse con voce tonante Black dietro di lei - Credi sul serio che ora io mi fidi di te? Ti ringrazio per aver lavorato al posto mio, ma ora tocca a te vampira!- premette maggiormente la pistola contro la sua schiena, sempre più furioso.

Stava provando emozioni contrastanti. Odiava quello che rappresentava, ma al contempo quel che diceva e quel che faceva erano tutte azioni sincere. Era evidente, eppure... come poteva dar fiducia ad un vampiro?

Isabelle lentamente si girò verso di lui ed alzò le braccia a metà altezza, pronta a ricevere il colpo in pieno petto - I vampiri infondo non dovrebbero esistere...- sussurrò fissandolo negli occhi - Meriteremmo tutti di morire, ma avendo questa soluzione tra le mani, vorrei provare almeno una volta a dare un'opportunità anche ai miei simili ed ho bisogno di te per farlo. Quando tutto sarà finito, una volta che il Re e la Regina saranno morti... potrai uccidere anche me! Non mi opporrò -

Il ragazzo si avvicinò ancor di più a lei, arrivando a premere l'arma direttamente contro il suo petto - Perché io?! Non penso sia un caso! Dimmi tutta la verità!-

La rossa si morse il labbro. Arrivati a quel punto non aveva senso tenersi per lei anche quell'ultima, ma non meno importante informazione e si decise a parlare liberamente - Hai ragione! Niente avviene per caso! Ti stavo cercando da molto tempo, Jung Ho-seok -

Il corvino rimase sconvolto, ma non si mosse di un millimetro - C...come sai il mio vero nome?! Non lo uso da anni...-

La donna vide nei suoi occhi così tante emozioni diverse che quasi si pentì di aver confessato. Sapeva vagamente cosa gli fosse accaduto e le dispiaceva riaprire in lui vecchie ferite, tuttavia non aveva altra scelta. Forse quello era l'unico modo per convincerlo a collaborare con lei.

- La tua famiglia è la capostipite dei cacciatori di vampiri e più di dodici anni fa, tutti i tuoi parenti sono morti in circostanze poco chiare. Tu sei l'unico sopravvissuto e dall'ora ti nascondi dal mondo. Ho delle teorie e sono abbastanza convinta che anche nel tuo caso siano coinvolti direttamente i progenitori... - spiegò velocemente ciò che sapeva su di lui e le sue convinzioni, per poi accennare un sorriso d'incoraggiamento - Aiutiamoci a vicenda Ho-seok. Il nostro obiettivo è più simile di quanto immagini...-

Il ragazzo non si preoccupò più di restare in allerta dopo ciò che aveva sentito. Totalmente fuori di sé, le afferrò le braccia e la scosse con forza - Cosa sai tu della mia famiglia?! Chi sei davvero?!-

Isabelle per nulla smossa dalla sua reazione, gli accarezzò un braccio nel tentativo di calmarlo - Sono solo colei che vuole ristabilire l'ordine con il tuo aiuto. Ed io allo stesso modo aiuterò te Ho-seok! Lo faremo insieme!-

Ho-seok la guardò intensamente negli occhi, non sapeva cosa pensare. Non riusciva a riflettere lucidamente, quella notte aveva portato fin troppe novità, tanto che aveva scombussolato la sua intera esistenza.

Come scottato si divincolò dalla sua presa e fece un passo indietro - Smettila...- sussurrò stanco - Non userai i tuoi trucchetti ammalianti su di me...devi lasciarmi stare...-

Si voltò e camminò a testa china verso una direzione ignota. Stava sentendo troppe emozioni contorte e voleva attribuirle solo alle sue arti vampiriche. Era sempre stato molto sicuro sulle proprie decisioni, eppure quella donna in poche ore aveva spazzato ogni certezza. Non poteva accettarlo.

-

Dopo quella notte intensa, passarono due mesi. Ho-seok aveva ripreso la sua finta identità di Black Swan, lo squattrinato, ma abile investigatore privato di un piccolo quartiere di Londra, mentre quando calava l'oscurità riprendeva ad essere l'ultimo cacciatore ancora in vita della grande famiglia Jung.

Avrebbe voluto dire che tutto era tornato alla normalità, tuttavia dopo quell'incontro era cosciente che aveva messo in discussione molte scelte di vita. Continuava ad odiare i vampiri, eppure il volto di quella donna continuava a ripresentarsi nella sua memoria.

L'aveva colpito e non solo per l'aspetto esteriore. Era stata così sincera e limpida da essere quasi definita brutale. Non era abituato a quel modo di essere, purtroppo la società l'aveva portato a mentire puntualmente per sopravvivere e vedere qualcuno completamente estraneo a tutto quello che si era costruito negli anni lo aveva spiazzato.

Ogni volta che andava in missione per uccidere un vampiro la intravedeva giusto quel poco per poter ascoltare la sua solita proposta ad ognuno di quegli esseri. Ad oggi nessuno aveva accettato il suo rimedio. Quindi a volte era lei a ucciderli, mentre altre volte li lasciava a lui. Erano andati avanti così fino a quel giorno, come se avessero un tacito accordo, mai sancito.

Non si erano più confrontati direttamente e in effetti si chiedeva il motivo. Era come se volesse rispettare i suoi spazi. Era sempre più frastornato dal suo comportamento.

Un vampiro che uccideva con estrema impassibilità un suo simile, poteva provare compassione per un essere umano?

Era confuso ed incuriosito. Questo lo disturbava, molto. Cosa avrebbe dovuto fare? Seguirla nel suo folle piano o continuare le sue ricerche rimaste ferme da così tanto tempo?

Non sapeva esattamente chi fosse quella donna, ma forse con lei le acque finalmente si sarebbero smosse. Era l'unica convinzione che aveva.


Ormai era quasi l'alba e decise di ritirarsi nel suo ufficio. Aveva così pochi soldi che quel posto era diventato anche la sua casa. Non vedeva l'ora di sdraiarsi nel suo letto, almeno a quello non aveva badato a spese. Amava dormire e non avrebbe mai accettato un materasso scomodo. La vita era già difficile abbastanza e non poteva accettare anche di non riposare decentemente.

Aprì la porta dello studio, distrutto e andò direttamente nella camera da letto.

Quando la raggiunse, si raggelò.

Stesa nel suo letto, si trovava Isabelle. I suoi capelli di fuoco cosparsi per tutto il cuscino, gli occhi chiusi, con una mano accanto al suo volto mentre l'altra appoggiata al ventre, vestita con un elegante abito alla moda color cipria. La sua pelle bianca faceva risaltare le sue labbra rosse a cuore.

Ho-seok si avvicinò a lei per guardarla da vicino e quell'unico e tenue raggio di sole le illuminò il viso perlaceo. Era così eterea che rimase senza parole. La sua bellezza immortale lo portava a mettere in dubbio così tante convinzioni che gli faceva paura il sol pensiero.

Si sedette accanto a lei e le spostò delicatamente alcuni riccioli dal viso. Le sembrava di toccare una bambola di porcellana, da quanto non avesse imperfezioni.


- Se desideri davvero uccidermi fallo adesso...- la sentì mormorare all'improvviso e in un attimo si specchiò in quegli occhi di uno smeraldo intenso.

- Come fai a guardarmi con quella convinzione quando parli così della morte? Seriamente non ti fa paura?- chiese sinceramente curioso continuando a sfiorarle i capelli inconsapevolmente.

Isabelle percepì le mani di lui sfiorarla e non si mosse di un millimetro - Non ho paura! In realtà ho sempre bramato la morte, ora sto solo temporeggiando, ma è un desiderio che mi accompagna ogni giorno!- disse con convinzione senza battere ciglio. Era vero, lei non desiderava vivere. Per lei essere una vampira era qualcosa che riteneva aberrante e non lo accettava. Da quando era in vita aveva solo visto uccisioni, sofferenza e la paura negli occhi delle vittime. Era sempre stata diversa, forse il suo intelletto più sviluppato rispetto agli altri, l'aveva resa più cinica e più consapevole di sé. Aveva approfittato di quell'opportunità per studiare e per acculturarsi e, se non avesse trovato un rimedio già esistente, lo avrebbe scoperto lei con le continue ricerche. Ad oggi aveva trovato un modo e avrebbe cambiato il mondo. Se lo era ripromesso quando aveva visto le uniche persone che aveva amato e considerato come se fossero la sua vera famiglia, venire sterminate solo per un capriccio.

Li avrebbe fermati a modo suo e se non avessero acconsentito, li avrebbe uccisi tutti. Quel dolore non lo avrebbe mai più provato, sarebbe stata lei semmai a far sentire ai vampiri tutta quella sofferenza.

- Cosa hai deciso Ho-seok? Ti ho lasciato pensare, vorrei mi dessi una risposta...- si alzò quel poco per guardarlo meglio negli occhi - Lotterai con me per cambiare le cose?-

- Smettila...- sussurrò lui non distogliendo lo sguardo - Non dovresti ammaliarmi solo per farmi accettare... sei disonesta...-


La donna sorrise, scuotendo appena la chioma rossa - Ancora con questa convinzione? - chiese sinceramente colpita - Non sto usando alcun potere su di te Ho-seok...te l'ho già detto che non sono solita usare questi trucchi - gli sfiorò il viso con le dita e al contatto sentì la differenza di temperatura tra di loro ed ebbe un fremito - Se senti qualcosa, non sono io a provocarlo...-

In quei due mesi Isabelle lo aveva osservato di nascosto, era inutile negarlo ancora, era rimasta affascinata da lui. In 400 anni di vita, non le era mai capitata una cosa simile. Quel ragazzo era l'unico che non aveva mai provato paura, neanche ad averla vicina ad un passo. Si era imposta di mantenere le distanze con chiunque, il suo obiettivo doveva rimanere tale e non doveva avere alcuna interferenza, eppure proprio lui così misterioso e così umano, l'aveva incuriosita.

Si erano studiati da lontano, si erano parlati con gli occhi innumerevoli volte e aveva sempre percepito quella scintilla continua che si sprigionava ogni qual volta si avvicinavano.

Erano attratti l'un dall'altra, era abbastanza razionale da poterlo capire facilmente. Non era pronta solo ad ammetterlo, ma se l'avesse continuata a guardare in tale modo non avrebbe più risposto di sé.

Si sfiorarono lentamente, studiando ogni piccola reazione. Quella chimica così insolita stava mettendo a dura prova entrambi. Era così intensa che quasi ne avevano paura. Una simile unione avrebbe portato più problemi che altro. Era l'unica consapevolezza che avevano.


Ho-seok in un guizzo di lucidità le afferrò i polsi e la spinse contro la spalliera del letto - Mi stai forse dicendo che sono attratto da una vampira subdola come te? Tsk! E' assurdo!- glielo disse con scherno, ma infondo lo sapeva che quella era una realtà. Da quando l'aveva incontrata non aveva smesso un secondo di pensarla ed averla ad un soffio da lui in quel momento lo stava mettendo alla prova. Si avvicinò a lei inchiodandola con lo sguardo, aspettando una qualsiasi mossa da parte sua che non tardò ad arrivare.

- Come per me è illogico provare attrazione per il mio possibile aguzzino? Si è vero, ma è la realtà dei fatti...- rispose quasi con ovvietà. Percepiva quasi bruciare i polsi a quella presa ferrea. Era la prima volta che la toccava e si sentì decisamente strana. Se doveva essere sincera si era stancata di sentire quelle sensazioni e di sopirle dentro di sé. Anche lui stava percependo le stesse cose, ne era sicura. Non poteva mentirle, il suo odore eccitato stava impregnando l'intera stanza. Almeno di una cosa doveva essere grata dell'essere una vampira. I suoi sensi erano molto più sviluppati di un essere umano.

Allungò il collo verso di lui, arrivando a qualche centimetro dal suo viso - Perchè non dici la verità Ho-seok? - sentì il suo respiro diventato improvvisamente pesante direttamente sulle labbra - Credo che farebbe un gran bene ad entrambi...-

Il ragazzo passò dai suoi occhi smeraldo alla sua bocca rosea più volte, prima di decidere il prossimo passo che avrebbe compiuto. Doveva cedere alla tentazione oppure doveva tirarsi indietro prima che la situazione diventasse irreparabile?

Rinforzò la presa sui suoi polsi quando la vide schiudere le labbra. Intravide la punta dei suoi canini più pronunciati e deglutì improvvisamente. Perché gli stava venendo voglia di passarci la lingua sopra?

- Il tuo profumo mi sta annebbiando...- mormorò assuefatta la donna ormai al limite - Ho-seok...-

Sentendo il suo nome detto quasi come una supplica, cedette. Azzerò quella minima distanza tra di loro e posò le labbra sulle sue. Non c'era nulla di romantico o dolce in quel bacio. Era così impetuoso e bisognoso che quasi si sorpresero loro stessi da quella voracità.

Ho-seok la schiacciò contro la spalliera con più foga, insinuò la lingua dentro la sua bocca e quando trovò la gemella iniziò a succhiarla con passione, strappandole un gemito incontrollato.

Non credeva possibile che stava davvero baciando una vampira eppure quelle labbra erano così morbide e stuzzicanti che mandò al diavolo ogni tentativo di razionalità.

- E' questo che volevi?- mormorò staccandosi quel poco per guardarla negli occhi. Le lasciò un polso solo per afferrarle un seno e stringerlo con forza - O vorresti qualcos'altro?- ghignò nel sentirla irrigidirsi tra le sue mani.

Un altro gemito lasciò la bocca di Isabelle e questa volta fu lei ad avventarsi nuovamente sulle sue labbra. Era troppo eccitata per riuscire a parlare. Aveva l'esigenza di sentirlo più vicino. Probabilmente ciò che stavano facendo non aveva alcun senso, ma non riusciva a fermarsi.

Non appena sentì la stretta sui suoi polsi venire meno, si divincolò dalla sua presa e fece scendere le braccia fino ad arrivare ai suoi pantaloni.

Strofinò la mano sopra al rigonfiamento piuttosto evidente che premeva contro la stoffa e dopo aver sganciato la cinta liberò la sua erezione.

- Vuoi questo?- continuò Ho-seok divertito, osservando le sue mosse - Voglio sentirtelo dire - la provocò. Il suo sguardo quasi famelico parlava per lei e lo fece eccitare ancora di più. Il verde dei suoi occhi era così liquido di desiderio che gli seccò in un attimo la gola. La vide sorridere lievemente prima di inginocchiarsi ai piedi del letto, mettendosi di fronte a lui.

Percepì le sue mani accarezzarlo per il sentiero al di sotto del suo ombelico fino a scivolare verso il suo sesso eretto.

Isabelle soffiò leggermente sulla punta, già lucida grazie alla sua eccitazione e a quel contatto improvviso lo sentì tremare. Afferrò il suo membro e lentamente dal basso verso l'alto ripercorse la sua lunghezza con una lunga lappata. Dopo aver tergiversato tra carezze lente ed alcune leccate decise ma delicate, lo inglobò con la bocca.

Ho-seok credette di morire. Si sentiva completamente avvolto dalla sua lingua e dalle sue labbra morbide. Rilasciò un gemito gutturale, era perfetta. Nel vederla concentrata però, non si poteva dire totalmente soddisfatto. L'afferrò brutalmente dai ricci rossi e la obbligò ad alzare lo sguardo - Oh Miss Williams, non va bene così...devi guardarmi!- ordinò lui con uno strano sorriso, strattonandole ancora i capelli dando infine un colpo secco di reni.

Questo gesto la fece annaspare per un attimo, ma ubbidiente non distolse più lo sguardo e anzi aumentò il ritmo seguendo il suo. Lo inglobò più e più volte mentre gli accarezzava le cosce toniche.

Si guardarono negli occhi ed il ragazzo ansimò sofferente. Realizzò velocemente che non poteva farla continuare in quel modo o se no sarebbe venuto fin troppo velocemente e lui aveva ben altro in mente.

L'afferrò quindi per le braccia tirandola su, mettendola in piedi e con energia la sbatté al muro.

Isabelle sorpresa dovette mettere avanti le braccia per non picchiare contro di esso. Non si aspettava quella mossa da parte sua, cercò di girare il viso per protestare, ma se lo ritrovò già alle spalle.

Ho-seok si umettò le labbra, aveva una bellissima visuale della vampira. Quei ricci rossi le arrivavano a metà schiena ed il vestito elegante le accompagnava morbidamente quelle curve. Era così dannatamente sensuale. Stava sinceramente pensando di farlo a brandelli quell'abito.

Si avvicinò a lei e tuffò il viso nei suoi capelli, con una mano glieli tirò verso il basso e la sentì gemere. Famelico si avventò sul suo collo perlaceo e la leccò per tutta la lunghezza.

- Isabelle...- mormorò lui - Non hai idea di quanto ti stia odiando in questo momento...- quel commento fece sorridere la donna e riuscì solo a sussurrare in preda all'eccitazione un flebile - Oh...lo so...credimi...- in risposta.

La rossa percepì la pressione del suo sesso contro la gonna e desiderò ardentemente di averlo dentro di sé. Tutta quella attesa la stava logorando. Sentiva la bocca bollente di lui viaggiare per il collo arrivando all'orlo del corpetto, voleva di più - Ho-seok...me lo togli tu il vestito di dosso o devo farlo io?- disse quasi disperata, ricevendo solo una risata in risposta.

- Sei davvero così impaziente di farti possedere da me, vampira?- la schernì divertito strappandole velocemente i lacci del farsetto liberandola da quella morsa che le avvolgeva il petto - Ti piace essere presa da dietro, in piedi...? - con un gesto fece scivolare l'indumento superiore della donna a terra, liberandole completamente i seni e glieli strinse - Non importa! - ghignò afferrando con due dita i capezzoli frizionandoli più e più volte.

Isabelle dovette ancorarsi come poteva al muro. Quel misto di dolore e piacere la stava facendo impazzire. Le sue parole poi non erano da meno. Strinse le cosce tra di loro sofferente, si sentiva così bagnata che non si sarebbe stupita se a terra ci fosse stata una pozza dei suoi umori. Ormai era un ansimo continuo, avrebbe voluto girarsi, prendere lei iniziativa, ma al momento si sentiva completamente in sua balia.

Ho-seok intanto continuò a toccarla con possesso e a baciarle la schiena priva di imperfezioni. Era uno spettacolo e si stava eccitando da morire. Le afferrò l'orlo del vestito e della sottogonna, sollevando il tessuto fino a mostrargli l'intera lunghezza delle sue gambe, avvolte dalle calze di seta.

Erano sicuramente eleganti, ma altamente fastidiose in quella circostanza. Con poca pazienza gliele strappò e tolse l'ultimo indumento che era d'impedimento al fulcro del suo interesse. Le divaricò le gambe e le schiaffeggiò il sedere - Bel culo vampira, complimenti - poi lentamente mosse le dita verso il suo punto più caldo e la sentì fremere al suo tocco.

Strofinò le dita sulle sue labbra e sentendola umida sorrise contro la sua pelle - Ti piace quando ti parlo così? Hai fatto un vero disastro qua sotto, lo sai?- mormorò trattenendo lui stesso un ansimo.

Nel vederla così sottomessa creava in lui un senso di appagamento. Il suo membro stava pulsando energicamente e per dare quel poco di sollievo prese a sfregarsi contro la sua natica.

Isabelle era totalmente persa in ogni suo tocco e parola. Non capiva il motivo, ma quell'umano le stava facendo un effetto che non credeva possibile. Si morse il labbro e sentendo la presenza mascolina di lui inarcò la schiena, porgendogli meglio il sedere - Stai continuando a perdere tempo cacciatore...- ansimò sentendo un'altra sonora pacca sulla sua natica - Pensavo che mi volessi...-

Ho-seok le morse la spalla e fece entrare due dita dentro di lei all'improvviso. Era talmente bagnata che scivolarono immediatamente dentro. La sentì sussultare e gemere violentemente e questo fu solo l'incentivo per fargli prendere la decisione di inserire un'ulteriore falange. La penetrò ritmicamente con sempre più foga. Era l'incarnazione del sesso quella donna e purtroppo della sua dannazione.

Aveva voglia di farle ogni cosa e non era in grado in quell'istante di decretare se fosse un bene o un male.

- Cazzo...- ansimò nel sentirla gemere ancora più forte. Lo stava facendo impazzire, aveva voglia di entrare in lei, di farla godere e di farla urlare per tutto il giorno.

Quando sentì le pareti della sua femminilità stringersi e contrarsi intorno alle sue dita, le ritirò bruscamente.

Il volto arrossato di Isabelle si girò verso di lui, lo stava guardando quasi con odio. Sorrise nel vederla infuriata, almeno durante il sesso abbandonava quella maschera di indifferenza e questo era un punto a suo favore.

Ma prima di farle dire qualsiasi cosa, le afferrò i polsi con forza tirandoglieli dietro la schiena e con un colpo deciso entrò in lei, facendola urlare.

Isabelle senza quasi rendersene conto si ritrovò con le mani legate, con la faccia contro il muro e riempita dalla sua virilità.

Sentiva il calore del suo corpo chino sul proprio e la foga messa nel farla sua. Con quel poco di lucidità spinse i fianchi all'indietro per ottenere più piacere e si lasciò completamente avvolgere dall'eccitamento.

Ad ogni spinta gemeva ed ansimava con più disperazione, si sentiva costretta nella sua morsa e avrebbe voluto dirgli che non le andava bene, che avrebbe voluto lei prendere il comando, eppure proprio quei gesti la stavano infervorando ancor di più.

Il ragazzo aveva intenzione di farla impazzire, voleva che urlasse il suo nome, aveva l'esigenza di entrarle ancora più affondo. Con un gesto le trattenne i polsi con una mano sola, mentre con l'altra le afferrò la coscia sinistra e gliel'alzò di lato. In questo modo riuscì a penetrarla con maggior vigore. Entrò ed uscì da lei più volte e quella sensazione di sentirsi avvolto dalla sua femminilità gli fece perdere la lucidità.

- Si...Si...- disse lei con voce rotta, appoggiando la fronte contro il muro - Continua...sto per...aah...-

Ho-seok aumentò il ritmo, aveva capito che stava per venire - Avanti!! Fai sentire a tutti come godi grazie ad un cacciatore!! -

Isabelle tremò improvvisamente ed urlò, infine si abbandonò completamente alla parete sfinita.

Era da un po' che non aveva un partner e le era mancata quella sensazione di pienezza. Con gli occhi lucidi provò a girare il capo per guardarlo, ma nuovamente in uno slancio si ritrovò supina sul letto.

- Ho-seok...sei ingiusto...non mi stai facendo giocare...- disse priva di fiato e lo vide ghignare.

- Oh...vuoi giocare? Tranquilla ti farò divertire! - dette quelle parole si spogliò del tutto senza mai smettere di fissarla negli occhi.

Tolse quel che rimaneva dei suoi pantaloni, si slacciò i pochi bottoni rimasti della lunga giacca nera e si tolse infine la camicia di lino al di sotto.

La donna ancora frastornata dall'orgasmo, lo fissò. Finalmente poteva osservarlo senza tutti quegli abiti diventati inutili a coprirlo.

Come aveva già immaginato quell'enorme giacca nascondeva il suo fisico perfetto. Le cosce toniche, gli addominali pronunciati e anche se non era estremamente muscoloso era decisamente ben definito.

Vederlo completamente nudo con il membro turgido solo per lei, la fece deglutire. Lo voleva ancora. Inchiodò i suoi occhi di un verde brillante nei suoi, erano così neri d'avvolgerla completamente. Le piaceva quella sensazione che stava provando.

Era come se lui, cacciatore, l'avesse messa alle strette ed ora lei, preda, era indifesa davanti a lui.

Si sentiva esattamente così in quel frangente. Vulnerabile, braccata. Non le stava affatto dispiacendo.

Si passò la lingua sulle labbra e si liberò in fretta della gonna che ormai era diventata troppo fastidiosa, rimanendo nuda a sua volta.

Allargò le cosce sensualmente e sorrise - Allora fammi divertire...sto aspettando!-

Il ragazzo strinse i pugni a quella vista. Era così inebriato nel sentirla tanto vogliosa, lo era quasi quanto lui.

Si avvicinò, adagiandosi in mezzo alle sue gambe divaricate, sfiorandole attentamente con le dita al suo passaggio. Il suo profumo di rose misto alla sua eccitazione era diventato quasi una droga. Non lo faceva più ragionare e se continuava a mordersi quel labbro come stava facendo in quell'istante, si sarebbe perso definitivamente.

- Ti divertirai così tanto che non ne avrai mai abbastanza, io ti avviso...- mormorò facendo scontrare i loro sessi sussultando entrambi al contatto.

- Sono pronta a correre il rischio...- rispose lei attirandolo a sé per baciarlo con ardore. Lo afferrò e gli graffiò la schiena con le unghie e lo sentì soffocare un gemito.

Smise di baciarlo solo per sussurrargli sulle labbra - ...e tu sei pronto a correrlo?-

Ho-seok entrò nuovamente in lei, mozzandole il respiro e si leccò le labbra - Chissà...- rispose vago. Non aveva testa di pensare a cosa volessero davvero dire quelle parole.

Quella era solo la voglia del momento. Sarebbe stato solo del semplice sesso, tra due persone che avevano attrazione l'un per l'altra. Niente di più.

La riguardò mentre affondava e si ritraeva da lei e la sua espressione così avvolta dal piacere lo fece dubitare ancora dei suoi pensieri.

Era una vampira, bella, ma una vampira. Non poteva permettere che accadesse nuovamente.

Cercò di tornare lucido, tuttavia quei riccioli di fuoco ricadevano in modo così sensuale sulla sua pelle lattea ed il verde dei suoi occhi era così brillante da farlo gemere solo nel guardarla.

"Maledizione"

Non doveva guardarla, lo stava eccitando troppo.

Si chinò su di lei e mentre aumentava il ritmo delle spinte prese a leccarle e morderle un'areola rosea e la risentì ansimare.

"Maledizione"

Anche la sua voce, lo stava mandando fuori di testa.

Sentiva ancora le sue unghie impiantate nella sua schiena e anche se percepiva del fastidio era attenuato dalle sensazioni meravigliose di sprofondare in lei. Era così bagnata e così accogliente da voler desiderare che quell'istante non finisse mai.

Isabelle lo aveva fissato per tutto il tempo e anche se aveva notato i suoi impercettibili cambiamenti facciali mutare di volta in volta, prese posizione. Ora non era il tempo dei dubbi o delle perplessità. Si volevano ed era l'unica cosa che contava.

Fece leva con le braccia ed alzò il busto, puntò i piedi al letto e prese anche lei a muoversi, scontrandosi più volte contro il suo bacino.

- Ho-seok...Resta con me!- mugolò ondeggiando i riccioli rossi ormai rimasti incollati al suo viso per il sudore - Prendimi e fammi tua!- continuò decisa.

Come risvegliato il ragazzo le afferrò la nuca con una mano e l'avvicinò a lui facendo scontrare ancora le bocche, insinuando la lingua tra le sue labbra.

La penetrò con più energia, seguendo il suo ritmo e la sentì fremere - Si, vieni ancora! - disse riprendendo a divorarle la bocca.

Sentendo nuovamente le pareti di lei stringerlo con forza, non resistette oltre e la seguì a ruota. Si riversò in lei con un gemito più forte degli altri e crollò esausto.

La vampira cercò di riprendere fiato, il suo corpo bollente stemperava il suo che, anche se era perennemente fredda, non rispecchiava affatto ciò che sentiva dentro. Anche lei stava andando letteralmente a fuoco. Sentì i canini sporgere dalla sua bocca, il suo istinto le stava gridando di nutrirsi del suo amante, come di consuetudine accadeva a quelli della sua specie. Era un valore aggiunto, era il completamento dell'amplesso, ma lei pur quanto avesse voglia di farlo, non avrebbe ceduto. Le sue convinzioni prevalevano specialmente sull'appagamento personale.

- Questo...non conta niente...- mormorò Ho-seok uscendo da lei - Non dovrà più accadere...-

Aveva detto così, tuttavia aveva già il pensiero di ripossederla ancora. Era una voglia che non aveva mai provato prima. Come era possibile che le facesse quell'effetto?

Era sicuramente stato stregato dalle sue arti, per forza.


La donna si sedette sul letto e si spostò la folta chioma di lato, annuendo - Lo penso anche io...- ammise convinta, ma successivamente lo riguardò dubbiosa accennando un sorriso - Anche se dubito che riusciremo a resistere ai nostri istinti...- avvicinò una mano al suo petto accarezzandolo piano - Dici tanto di me... ma sei forse tu che hai qualche arte nascosta? - puntò infine l'indice sul suo cuore - Hai idea di quanto ti stia battendo forte il cuore? Mi sta assordando...-

Il ragazzo si scostò i capelli sudati dal viso e scosse la testa - Dovrei essere morto per non far battere il cuore in questo modo dopo ciò che abbiamo fatto...- commentò asciutto - Non dovresti essere qua...- continuò a negare ciò che stava sentendo. La desiderava e la rivoleva. Ma non poteva ammetterlo. Erano completamente agli antipodi.

- Qual è quindi la tua scelta? Accetti la mia proposta?- chiese lei all'improvviso, facendolo sussultare. Non se lo aspettava. Distolse lo sguardo indeciso e poi sospirò abbattuto.

- Fammi capire, non mi lascerai in pace finché non accetto, giusto?- si sdraiò sul letto e si mise un braccio sopra la fronte, esausto. Dopo aver ripreso fiato con convinzione ritornò seduto e la guardò - Aaah... se accetto, per prima cosa mi dirai tutto ciò che sai sulla mia famiglia e dovrai rispettare il patto nel cercare informazioni sulle loro morti!-

La vampira lo fissò attenta, si morse il labbro e annuì - Hai la mia parola!- Ho-seok nel sentirla sbuffò alzando gli occhi - Sì... la parola di un vampiro...-


Isabelle si accigliò per un attimo, poi con l'unghia dell'indice si graffiò un braccio e con la stessa arrivò nuovamente al pettorale del ragazzo incidendo una croce all'altezza del cuore.

- Ma che diamine?!- commentò lui indignato tirandosi indietro, ma ormai era troppo tardi. La piccola cicatrice si rimarginò velocemente, subito dopo che la donna sussurrò qualcosa in una lingua a lui sconosciuta.

- Ora abbiamo un patto di sangue Mr Black Swan...- spiegò lei leccandosi le labbra - Siamo costretti a mantenere le parole date ora! Se uno dei due si tirasse indietro...- rise nascondendo la bocca dietro la mano perlacea - ...ma sicuramente non accadrà! Non è necessario saperlo, non credi?-

Ho-seok sgranò gli occhi - T...Tu...- balbettò non sapeva nemmeno lui in che guai si fosse cacciato. Ora avrebbe dovuto perseguire obbligatoriamente la strada alla ricerca del Re e della Regina dei vampiri e finché non li avesse trovati, sarebbe dovuto rimanere in compagnia di quella vampira.

Isabelle immaginando i mille pensieri di quest'ultimo si avvicinò a lui, sinuosa - Non rifletterci troppo... ci saranno momenti faticosi e difficili, ma con le tue capacità e la mia cura, arriveremo al nostro obiettivo, ne sono certa!- appoggiò una mano sul suo cuore e si deliziò nel sentire ancora quel battito rassicurante dentro la sua gabbia toracica - Capiremo cosa è successo, vedrai! Allora... sei pronto ad uccidere i miei genitori?-


Ho-seok rimase immobile. La studiò confuso, cercando di assimilare quelle ultime informazioni - I tuoi...I tuoi genitori? I capostipiti dei vampiri sono i tuoi...- prese fiato e riparlò - Tu sei una principessa vampira?-

La donna abbassò lo sguardo e si rabbuiò - Sono l'ultima dei loro dodici figli è così - prese la bottiglietta in cui si trovavano le pastiglie sul pavimento e riparlò un'ultima volta con tono freddo- E sarò la sola a vedere volare le loro teste! Li uccideremo! Fosse l'ultima cosa che faccio!-

Ho-seok la guardò attentamente. Ora illuminata dalla luce del sole, la sua pelle sembrava ancora più pallida di quanto già non fosse ed i suoi capelli color del fuoco risaltavano ancora di più in contrasto. Era una visione e la sua espressione determinata lo motivò. Probabilmente era il patto sancito col sangue a dargli quella convinzione o forse no. Ma sarebbe andato fino in fondo.


Black Swan era nato per un motivo.

Il cigno nero racchiude l'imprevedibile, in ogni aspetto della vita. Che sia in positivo o in negativo. Lui si sentiva così, era l'incognita, colui che è sopravvissuto ed ora come un evento inaspettato avrebbe fatto la sua mossa.

Sarebbe stato ancora un Jung a ricambiare le carte in tavola, ma questa volta avrebbe dettato lui le regole del gioco. Ne sarebbe uscito vincitore? Non poteva saperlo, tuttavia sapeva che sarebbe stata la sua partita più importante ed ora era convinto che non l'avrebbe affrontata da solo.


- The End -



Ciao a tutti!!!

Cosa ne pensate di questa os con protagonista Ho-seok?

Giustamente vi starete chiedendo...ma Eky sei mica fissata coi vampiri? ...Si ahah

Ho passato un intero periodo a scrivere su di loro, mi hanno da sempre affascinata sono sincera e infatti guardando il photobook di Hobi, mi è sembrato perfetto per questo ruolo e voi cosa ne pensate? Vi è piaciuto vederlo in vesti di cacciatore di vampiri?

Black Swan non ha resistito al magnetismo della nostra cara Isabelle, anche se riluttante ahah

Vi confesso un segreto, in realtà questo sarebbe il primo capitolo di una long, avevo già scritto parecchio su di loro, ma sinceramente non sapevo se portarla qui... così almeno ho voluto metterla come os. Ma nel caso...vi piacerebbe leggere altro su di loro?

Comunque spero tanto vi sia piaciuta!!! Fatemi sapere!! >.<

Bene dopo aver parlato come al solito troppo, vi avviso come sempre che il nostro pifferaio magico ha già pronta la one shot di novembre!!

Adesso è un 50 e 50, chi sarà il protagonista tra Nam e Jin? O.o

Vi aspetto alla prossimaa!!

Un grosso bacio Ekylove ;*


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