Draco Malfoy;

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Questo capitolo sarà interamente dedicato al punto di vista di Draco, saranno raccontati più giorni, per parlare del suo punto di vista dopo l'incidente di Eveleen.

Buona Lettura.

24 Ottobre 1996

Il corpo inerme di Eveleen si distendeva davanti a me. Le tenevo stretta la mano, baciandone ogni tanto le nocche e il palmo, avvertendo sotto le labbra la sua pelle morbida e calda. Ero lì da tutto il giorno, con gli occhi gonfi e il cuore che mi batteva a mille.

È tutta colpa mia.

Continuavo a ripetermi mentre il mio corpo veniva scosso da tremiti e singhiozzi, così le lacrime scendevano ancora, mentre lei teneva gli occhi chiusi e non poteva vedermi in quello stato pietoso. Mi sentivo un ipocrita ad essere qui ora, come potevo presentarmi davanti al suo letto con uno stupido mazzo di rose, quando la causa di tutto ero io.

Sì, ero stato io a gettare l'imperius su Madama Rosmerta e sì, lei l'aveva fatto di rimando a Eve. La mia Eve.
Non avrei mai pensato che proprio lei sarebbe finita in quel bagno o che proprio lei avrebbe trovato la collana, ne tantomeno toccata.

Ero stato attento ad avvolgerla perfettamente nella carta, in modo tale che nessuno avrebbe potuto farsi male, ma invece mi ero sbagliato. Avevo messo a rischio la sua vita, la vita di cui ora come ora mi importava più della mia.

Quando Daphne aveva bussato alla mia camera e sconvolta mi aveva raccontato tutto, a stento ero rimasto in piedi. Passavo giorno e notte a chiederle come stesse e oggi finalmente ero riuscito a vederla. Il senso di colpa mi stava uccidendo, lo sentivo di notte, quando fissavo il fondo del lago nero e immaginavo la sua presenza nella mia stanza.

La mia Eve che si lamentava per ogni cosa, che pretendeva abbracci e baci, che se ne stava con il broncio su quel letto fin quando non la raggiungevo. «Finalmente ti sei ricordato di me.» diceva per poi addormentarsi tra le mie braccia.

Ora aveva la stessa espressione tranquilla, ma non mi dava pace come al solito, anzi, mi terrorizzava a morte solo il pensiero di non vedere mai più quei due occhioni azzurri fissarmi. Le sistemai il cuscino, permettendole di stare leggermente alzata e mandai giù l'ultimo goccio di caffé nero. Avevo molte difficoltà a dormire ultimamente.

«É molto bella.» disse l'infermiera raggiungendomi alle spalle e facendomi sobbalzare.

Sospirai. «Può dirlo forte.» mormorai con voce spezzata.

«É un suo amico?»

Ci pensai su. «Sono il suo ragazzo.» affermai un tantino insicuro.

Perchè sì, nonostante l'avessi lasciata non per mia scelta, io l'amavo ancora, in modo viscerale, profondamente.
Ero stato costretto a dirle addio a causa di mia madre. Pansy aveva riferito tutto ai miei genitori.

Mia madre mi aveva obbligato a lasciarla, al signore oscuro di certo sarebbe tornata utile, sia per ricattarmi se avessi fallito la missione, sia per i suoi poteri e la vicinanza all'ordine. Non potevo rischiare di mettere a repentaglio la sua vita per me, anche se l'avevo fatto comunque.

Andai via dopo una giornata intera passata vicino al suo letto. Mi ripromisi che sarei tornato e dopo aver posato le rose e averle baciato la fronte, mi dileguai.


23 Novembre 1996

Era passato un mese dall'ultima volta che l'avevo vista. Non avevano più permesso visite a causa di una complicazione a livello polmonare, ma ora stava bene.

La schiena poggiava sulla porta del bagno, avvertivo il contatto freddo, mentre il fumo mi usciva dalle narici, sparendo davanti a me in uno sbuffo.

«Draco.» sussurrò Theo appoggiato dall'altra parte della porta. «Posso entrare?» chiese mentre portavo la sigaretta ancora verso le labbra.

Scossi la testa come se potesse vedermi. «No.» dissi deciso e lui sospirò.

«Non puoi startene rinchiuso tutta la vita.» fosse per me sarei rimasto qui più tempo che potevo, ma sapevo di avere una missione da compiere, una missione che mi faceva sprofondare nella vergogna.

Avrei dovuto uccidere Silente, questa era la punizione che mi era stata inferta dal signore oscuro a causa del fallimento di mio padre. Questo era l'unico modo per risollevare l'onore dei Malfoy, dato che eravamo letteralmente caduti in rovina.

Mi alzai scocciato e mi guardai allo specchio. Quello che vedevo era un fantasma, un fottuto morto vivente. Le mie guance erano incavate e il volto bianco, cadaverico. Avevo veramente un aspetto di merda. Me lo meritavo, dopotutto ero stato troppo stupido da credere di poter adempiere ad un compito così arduo.

Mi sciacquai la faccia e decisi finalmente di uscire. «Non mi scandalizzerebbe vederti sparire lo sai?»

Ma non stavo più ascoltando. «Hai preso quello che ti ho chiesto?» chiesi a Theo afferrando la divisa.

Lui annuì. «Trovarlo è stata la cosa più faticosa del mondo amico, non assegnarmi compiti così.»

Mi porse una scatolina blu notte tempestata di piccole stelline argentate, era chiusa in un bellissimo fiocco e sperai che una volta svegliata l'avrebbe apprezzato.

«Non vuoi sapere quanto ho speso?»

Scossi la testa. «Spenderei i milioni per lei.» sospirai e posai l'oggetto sul comodino.

«É il senso di colpa che parla?» come al solito non teneva mai la lingua a freno.

«Ti sentirai meglio quando dirò di si?»

«No.» disse incrociando le braccia al petto. «Ma non dovevi lasciarla, non così Draco. Pensi che si fiderà di te una volta risvegliata?»

«Le dirò tutto.» sospirai. «Sarà una sua scelta restarmi vicino o meno.»

«Sei un vero coglione lo sai?» gridò. «Invece di combattere per l'unica persona per la quale tu abbia provato qualcosa, tu lasci tutto al caso.»

«Che dovrei fare? Costringerla a stare con me?»

«Ma non lo vedi come ti guarda dannazione Malfoy.»

«Si che lo vedo!» gridai spazientito. «E mi fa terribilmente paura questa cosa, perché so che non posso proteggerla, se il suo primo pericolo sono io Theo.»

Lui venne vicino a me e inaspettatamente mi abbracciò. «Lei sarà l'unica in grado di rimetterti a posto amico mio.»


25 Dicembre 1996

Natale.
Se questo poteva definirsi tale, ovviamente.
Sta mattina avevo spedito il mio regalo ad Eveleen grazie al mio gufo e con poca voglia ero sceso a fare colazione con mia madre.

Eravamo rimasti in silenzio per tutto il tempo, lei aveva lo sguardo perso nel vuoto e la mia testa era su quel lettino di ospedale dalla mia Eve. Stanotte l'avevo sognata corrermi incontro, con le braccia spalancate e un sorriso smagliate sul volto, era bella, dannazione se lo era.

Lo era sempre stata in questi anni, ogni volta che la guardavo mi si bloccava il respiro. Come l'idiota che sono avevo passato tutti quegli anni a tormentarla, sperando che quello che le dicevo si sarebbe avverato, ma lei non era diventata mai brutta. Anzi, ogni anno che passava diventata più mozziafiato di quello precedente.

E così aumentava la voglia di sentire il suo profumo, di averla vicina a me, di baciare quelle labbra perfette, di fare l'amore con lei, ancora e ancora. Mi distrassi talmente tanto da rompere una tazzina, ma la mamma non se ne accorse, la vidi solo socchiudere gli occhi.

Ritornai in camera e mi stesi guardando il soffitto, questa casa era così solitaria, così fredda. Il terrore impregnava le pareti e mi rinchiudeva in esso, facendomi sentire una pedina, incatenato ai miei stessi ideali, che erano crollati non appena mi ero innamorato della mezzosangue, la mia mezzosangue.

«Zia Bella verrá a pranzo.» mi comunicò mia madre mentre scartavo il suo regalo di Natale, cioè l'ennesimo libro che avrei portato ad Hogwarts.

Zia Bella era l'essere più crudele della terra e mi terrorizzava a morte ma mai quanto mi disgustasse, soprattutto dopo aver appreso che aveva ucciso la madre di Eveleen. Non che gli altri non mi disgustassero, ma all'inizio, quando ancora non facevo parte di questa realtà, addirittura ero d'accordo con gli ideali di mio padre.

Ma ora facevo tutto per paura, paura di perdere mia madre, paura di perdere Eve, e se questo significava uccidere Silente, l'avrei fatto a tutti i costi.

«Allora cosa ci facevi al San Mungo qualche mese fa?» chiese la zia a tavola facendomi tremare.

«Al San Mungo?» chiese mia madre risvegliandosi dalla trance.

«A trovare un amico.» mi limitai a rispondere masticando velocemente

Lei rise. «Ti stai sforzando molto vedo.» e si indicò la testa.

Infatti, mi stavo sforzando per non farla entrare, non volevo che la vedesse, che vedesse Eve.

«Lo so che sei andato dalla mezzosangue.» afferrò la sua bacchetta dal tavolo facendomi indietreggiare.

«Bella lascialo in pace.» mia madre si alzò.

Lei la guardò con quegli occhi folli. «Vuoi che diventi la vergogna della famiglia? Come nostra sorella? Vuoi che il signore oscuro ci derida?»

«É un ragazzo!» gridò mentre la mia sedia venne rovesciata all'indietro, nel mio disperato tentativo di scappare.

«Gli toglierò quella sgualdrina dagli occhi.» mi puntò la bacchetta. «Crucio.» gridò.

Il mio corpo si contorse sotto l'incantesimo, sembrava di essere attaccato da milioni di coltelli, come se tutti mi trafiggessero nello stesso instante. La tortura durò quella che sembrò una vita e mentre lei continuava, la mia mente tornava ad Eveleen.


3 Marzo 1996

Eveleen era sveglia.

L'unico pensiero che ormai da settimane mi attanagliava la mente. Ero felice, sentivo il cuore leggero nel petto e sapevo che sarebbe tornata a giorni. Ma avevo commesso un grande errore quella settimana.

Con un altro disperato tentativo di uccidere Silente, avevo quasi ammazzato Weasley. Era stato un incidente, ma ormai non ne potevo più. Dovevo mollare tutto. Quell'armadio non si sarebbe mai aggiustato, ma sapevo che questa decisione significava sacrificare la vita di mia madre.

Non se ne parlava, non poteva morire per un mio fallimento, non avrei fatto come mio padre, l'avrei resa fiera di me.

Mi alzai cambiandomi velocemente e dirigendomi in sala grande, quella mattina avevo una fame da lupi. Non appena arrivai in sala grande però quella fame passò all'improvviso.

A pochi metri da me, di spalla, c'era Eve. Aveva i capelli legati in una treccia stretta. Indossava la sua uniforme e parlava con Potter. Lui mi guardò e lei dopo un attimo si voltò nella mia direzione.

Il cuore mi scese il gola quando la vidi lì, illuminata dalla luce morbida del sole. Era bellissima.

Ma sfortunatamente quell'attimo fu interrotto da Potter. L'occhiata che mi lanciò mi fece raggelare il sangue nelle vene.

Lui sapeva tutto.







CIAO CIAO CIAO AMICI!

Allora, come state? Spero molto bene!
Mi è piaciuto tantissimo scrivere questo capitolo! A voi è piaciuto?

Manca veramente poco alla fine, forse 10-11 capitoli, vi farò piangere, ma non si sa se per gioia o per dolore atroce! hahahahahha scherzo ovviamente.

Lasciate un like o un commento se vi è piaciuto!

BACI BACI

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