Incantesimi difensivi;

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23 Gennaio 1995

Il pensiero che Fred mi avesse tradita con Parvati attanagliò la mia mente per tutta la notte. Rimasi sveglia con gli occhi puntati sul fondale del lago nero, probabilmente alla ricerca di qualcosa che potesse distrarmi o almeno alleggerire un po' il peso che sentivo sullo stomaco.

Non l'avrei detto a nessuno, volevo assicurarmi che fosse vero prima di mettere a ferro e fuoco Hogwarts, decisi che l'unico modo per farlo era chiedere alla diretta interessata, senza giri di parole. Fred mi avrebbe sicuramente mentito, se l'aveva fatto per tutto questo tempo, non si sarebbe fatto scrupoli a continuare così.

Mi sentivo male solo al pensiero e avevo cercato più volte di smentirlo, ma le coincidenze erano troppe e più le ore passavano, più me ne convincevo.
Quella mattina feci colazione molto presto e non andai a correre, il tempo era nuvoloso e pioveva dalla sera prima. Potevo quasi affermare che riflettesse il mio stato interiore.

Mangiai poco, un pancake e del caffé nero, in compagnia di Theo e Tracey che non mi
prestavano molta attenzione, blateravano tra di loro.
Cercai di prendere Parvati da sola, ma era sempre accompagnata da qualcuno, che fosse Lavanda o la sua gemella. Sembrava che ogni volta che spuntavo da qualche parte o la guardavo un po' di più, lei se la desse a gambe levate, questo non fece altro che confermare i miei sospetti.

Persino Lavanda era impossibile da acciuffare, alla lezione di Artimazia mi ero addirittura seduta vicino a lei, guadagnandomi un occhiataccia da Daphne che avevo zittito non appena uscite.
Non ero riuscita a rivolgere la parola neanche in quel momento, dato che la professoressa era sempre vicino al nostro banco.

Le lezioni furono noiose e come accordato con Draco, di primo pomeriggio ci ritrovammo nel laboratorio di Piton. Solo un mese mancava alla mia "prova", per capire se fossi stata in grado di affrontare o meno i G.U.F.O.

Oggi avrei preparato il distillato di morte.
L'ultima volta non era andata molto bene, ma ero fiduciosa, dopotutto avevo fatto passi da gigante. Draco ormai sfruttava il tempo insieme per esercitarsi o modificare a suo piacimento qualche pozione che normalmente testava su di me.

Venni ridestata dai miei pensieri, che come al solito mi facevano distrarre, a causa del taglio più o meno profondo che mi causai al dito mentre affettavo un fagiolo soporoso.

«Dannazione!» esclamai portando subito la ferita verso la bocca.

«Ti sei tagliata? Che novità.» disse il biondo annoiato mentre mescolava nel calderone.

Non risposi. Mi voltai verso il piccolo lavandino dietro di me mettendo il dito sotto l'acqua corrente. Il sangue scendeva copiosamente e cominciò a darmi un leggero fastidio.

La figura di Draco si pose alla mie destra. «Non puoi lasciare un distillato di morte così.» indicò alle mie spalle.

«Non vedi che mi sono fatta male.» sbottai.

Guardò il taglio e dopo avermi afferrato poco garbatamente la mano, puntò la bacchetta dicendo un incantesimo a me sconosciuto. «Ora che la tua ferita di guerra si è richiusa, puoi ritornare a fare quello che stavi facendo? Non voglio stare tutta la sera qui con me.»

Respirai cercando di restare calma, con tutta la tensione che avevo addosso litigare con Malfoy non era una buona idea. «Puoi anche andartene.»

«Se avessi potuto l'avrei giá fatto, sai non è di mio gradimento stare insieme a te.»

Posai poco delicatamente il coltello sul tavolo. «Neanche a me diverte passare interi pomeriggi rinchiusa qui a guardare la tua faccia da culo, ma non mi lamento in continuazione! Quindi se vuoi continuare a dire quanto detesti stare con me puoi anche andartene a fanculo!» sbottai facendogli alzare un sopracciglio per poi ghignare.

«Qualcuno qui non scopa da tanto tempo.» si limitò a dire. «Se non fossi tu, ti darei quasi una mano. Ma fortunatamente sono ancora sano di mente e tu stai con Weasley!»

«Oh non metterlo in mezzo!» sbraitai mescolando energicamente.

Lui sorrise, forse troppo per i miei gusti. «Ecco il problema, la piccola Mckinnon ha litigato con il suo cavaliere pel di carota.» inclinò il capo verso di me.

«Non ti impicciare.»

«Sono abituato a fare un po' quello che mi pare sai? Ma a differenza sua io sono un gentiluomo.»

«Tu?» alzai un sopracciglio. «Che tradisci Pansy da quanto? Anni?»

Rise lievemente, come se tutto gli fosse chiaro. «Non dirmi che ti ha messo le corna Mckinnon? No perché vedevo spuntare qualcosa da quella testolina scombinata.»

Avevo una voglia assurda di mettermi a gridare. «A te sembra divertente?» chiesi a bassa voce mentre l'umore mi calava sempre di più.

Si riprese e smise immediatamente di ridere, come se avessi detto qualcosa di orribile. Deglutì e dopo aver posato il libro sul tavolo mi guardò. «Con chi?»

Lo guardai anche io, forse in cerca di un espressione o un gesto che potesse farmi capire che volesse continuare a prendermi in giro. Ma il suo viso era rilassato e non c'era nemmeno l'ombra di un sorriso.

«Non la conosci.» mi limitai a mormorare.

«Dimmelo comunque.»

Respirai profondamente. «Parvati Patil.» mormorai con un accenno di vergogna.

Rise divertito scuotendo la testa. «Non si è neanche sforzato di trovarla più carina di te.» ma dopo che ebbe detto quelle parole si bloccò ricomponendosi. «Questo non vuol dire che tu lo sia mocciosa.»

Le parole ormai erano immagazzinate nella mia mente, provai una strana sensazione, ma cosí come arrivò, la scacciai nello stesso modo.
«Tu si che sai come dare supporto a qualcuno.»

«Non posso dirti che mi dispiace perché te l'avevo detto, anche se indirettamente. Ma ora sono curioso di scoprire quando li hai visti.»

Sbuffai. «Non li ho mai visti. È solo una sensazione, ma so che é cosí.»

«Voi donne!» sbottò. «Perché non lo chiedi direttamente?»

«Se Pansy venisse a chiederti se le metti le corna o meno tu cosa le risponderesti?» misi le braccia conserte, dovevo aspettare venti minuti che la pozione cominciasse a bollire.

Lui alzò le spalle. «Probabilmente le direi che non è vero, ma io non sono un buon esempio e tantomeno un buon fidanzato.»

«Non ho mai pensato il contrario.»

«Non stavamo parlando di te?» chiese acido.

«Parlerò con Parvati quando ne avrò l'occasione.» affermai.

«Non ti facevo cosí cagasotto.» disse facendomi spalancare gli occhi.

«Non sono una cagasotto!» esclamai offesa.

«Si invece, affronta la situazione di petto e spacca la faccia a Weasley!» mi incitò. «Essere traditi deve essere una merda.»

«Ti cadono tutte ai piedi, mi fa strano pensare che qualcuno possa averti tradito.» dissi soprappensiero, senza realmente dare peso a quello che dicevo.

«Si non mi hanno mai tradito. Ma se pensi che tutte mi cadono ai piedi, pensi bene, perché lo fanno quasi tutte.»

Risi lievemente mentre lui mi guardò un tantino confuso. «E chi non ti cade ai piedi fammi sentire?»

«Beh, tu Mckinnon.» smisi immediatamente ritornando seria. «Che c'é? Ti ho sorpreso?»

Scossi la testa. «Affatto. Hai ragione.»

«Meglio cosí. Sarebbe brutto farti piangere dal dispiacere.»

Gli lanciai il cucchiaio il legno facendogli spuntare un sorriso sulle labbra, lo stesso che si allargò sulle mie.

~~~~~~~~~~~

Come la settimana precedente ci ritrovammo tutti nell'aula delle necessità. Prima di andare via dall'aula di pozioni, Draco mi aveva avvertita involontariamente che sarebbe stato lui a sorvegliare i corridoi quella sera, questo voleva dire solo più cautela, di certo non volevamo impicci o espulsioni, cosa che la Umbridge avrebbe sicuramente fatto se ci avesse scoperti.

Strinsi forte la bacchetta tra le mani quando vidi Fred entrare e ancora di più quando si avvicinò posandomi un bacio sulla guancia, il mio autocontrollo aveva fatto del suo meglio
oggi.
Mi avvicinai ad Hermione quando arrivò anche Parvati, probabilmente le avevo lanciato un occhiata di fuoco, poiché si nascose tra Lavanda e sua sorella, come al solito.

«Tutto bene Eve?» chiese la riccia.

«Sì.» affermai. «Sono solo stanca sai? Ma penso che oggi ci divertiremo un mondo.» risposi sarcastica mettendo le braccia conserte.

Lei rise nervosamente per poi continuare a guardare tutte le persone difronte a noi. «Allora.» cominciò Harry. «Oggi rivedremo qualche incantesimo difensivo e d'attacco.Qualcuno riesce a ricordarne almeno uno?»

Dopo un silenzio di qualche secondo una ragazzina del terzo anno prese la parola. «Diffindo.» pronunciò facendo sorridere Harry.

«Stupeficium .»

«Protego.»

«Bombarda.»

Ormai le voci si mescolavano tra di loro, ma almeno non erano totalmente estranei anche all'incantesimo più banale. Io mi ritenevo abbastanza brava, apprendevo molto velocemente e soprattutto non avevo paura di provare, anche se significava finire con il muso per terra.

«Come al solito ci divideremo in coppie.» come se avessi sentito di aver vinto un milione di galeoni, mi avvicinai molto velocemente a Parvati che appena la presi sotto braccio sobbalzò.

«Oggi stai con me. Che ne dici?» lei sbiancò di colpo, ma annuì sorridendomi, era visibilmente in difficoltà.

Poi i miei occhi saettarono su Fred che guarda caso stava guardando la scena deglutendo un groppone. «Allora, come va?» chiesi facendola sistemare a pochi metri da me, in modo che potessi sentirla e che soprattutto lei potesse sentire me.

«Bene.» respirò. «Tu Eveleen?» tremolò leggermente a pronunciare il mio nome.

«Perfettamente.» mentii a denti stretti. «Sai una bella media, un bel fidanzato.» marcai l'ultima frase e potei vedere come i suoi occhi si riempissero immediatamente di lacrime.

«Sono felice per te.» quasi singhiozzò.

Non le diedi retta. «Invece tu? Ancora alla ricerca? O hai già trovato qualcuno.» continuai a battere su quell'argomento, avrebbe ceduto, prima o poi.

Cominciò addirittura ad indietreggiare, non mi accorsi in quel momento che avevo la bacchetta puntata su di lei.

E accadde.
Parvati parò le mani davanti al corpo e mentre le lacrime le scorrevano sulle guance macchiandole la camicia bianca mormorò. «Mi dispiace tanto.»

La rabbia che mi ammontò in corpo era decisamente un'estranea per me. Mi sentivo ribollire, mentre il mio stomaco si contorceva e gli occhi mi bruciavano terribilmente, non avrei pianto, non avrei versato una sola lacrima.

«Lo sapevo.» sibilai e prima che potessi persino rendermene conto, mi voltai verso il ragazzo, che vedendo Parvati piangente al suolo afferrò subito la sua bacchetta.

«Tu.» gridai. «Everte statim.» Fred eresse uno scudo che riuscì a proteggerlo dal volo che avrebbe causato il mio incantesimo.

«Eve parliamo.»

Non ebbe tempo di finire la frase. «Stupeficium.» gridai ancora e questa volta riuscì a colpirlo facendolo cadere al suolo.

Mi avvicinai velocemente a lui, ero arrabbiata, delusa e disgustata dal suo comportamento.
«Expelliarmus.» disse Nevill togliendomi la bacchetta.

Non era mai riuscito a fare uno schifoso incantesimo!

«Eve che diavolo succede?» Hermione corse davanti a me.

«Chiedilo a lui!» il silenzio nella stanza era diventato inquietante. «Per quanto tempo te la sei fatta mentre stavi con me? Ah Fred?»

Ora i fratelli erano vicino a lui, George era decisamente dispiaciuto e mi guardò compassionevole. Ginny e Ron invece si scambiarono un occhiata confusa per poi accorgersi della ragazza, che nel mentre stava continuando a frignare.

«Ti prego Eve.» mormorò il ragazzo alzandosi e cercando di afferrarmi la mano.

«Non azzardarti mai più a rivolgermi la parola.» scandii per poi afferrare la mia borsa e andare via, sotto i numerosi richiami di Hermione.

Ero a pezzi, avere la conferma dei miei sospetti era stata una vera e propria pugnalata al petto.
Ora la rabbia stava scemando e restava posto solo ad un vuoto situato sulla parte alta dello stomaco, mi veniva da vomitare e da piangere.
Cercai di rimandare indietro le lacrime più volte, ma era quasi impossibile non scoppiare in quelle situazioni.

Avevo bisogno di stare da sola, quindi decisi di andare al piano superiore, nei bagni che non venivano più utilizzati. I gradini erano infiniti e più che camminare mi stavo letteralmente trascinando.

«Ancora nei corridoi Mckinnon?» non diedi ascolto alla voce di Draco e mi rinchiusi in bagno, in un cubicolo nascosto.

Mi accasciai sulla tavoletta scoppiando in un pianto silenzioso, senza singhiozzare, solo lacrime e lacrime che scorrevano sul mio viso.
«Sei morta?» il ragazzo bussò sulla porta.

«Lasciami in pace Malfoy.» sbottai sfogandomi completamente.

«Un po' come ti pare mocciosa.»

Continuai in quel modo per un tempo non indefinito e mentre sentivo le palpebre calarmi, un piattino con delle focacce al cioccolato apparve alla mia destra. Sorrisi leggermente.

Ah Draco, non sei così senza cuore in fondo.

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