Nausee mattutine;

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25 Febbraio 1996

Finalmente la primavera aveva cominciato a sciogliere la neve che persisteva insistente sui prati di Hogwarts. Questo significava che avremmo ricominciato a fare lezione con Hagrid in aperta campagna, o meglio nella foresta oscura.

Erano passati dei giorni da quella serata al bar e sia io che Draco non avevamo più avuto l'opportunità di restare da soli più del dovuto.
I suoi allenamenti di Quidditch erano diventati intensi e diventava impossibile vederci. Pansy d'altro canto sembrava stargli più appiccicato che poteva e oltre a ribollirmi il sangue nelle vene non c'era niente che potessi fare.

Quello forse sarebbe stato l'unico giorno in cui l'avrei preso in disparte e ci avrei parlato normalmente, ma la dea bendata come al solito non fu affatto dalla mia parte.
Mi svegliai con le ossa doloranti e un senso di nausea poco indifferente, la testa mi pulsava come non mai e persino la poca luce del lago mi creava un fastidio enorme.

Daphne si alzò qualche minuto dopo di me e come al solito si avvicinò al mio letto. «Eve tutto okay?» chiese preoccupata vedendo il mio viso contratto in una smorfia di dolore.

Scossi la testa cercando il buio sotto le coperte. La bionda mise una mano sulla mia fronte. «Dio Eve sei bollente!» esclamò sedendosi.

«Non credo che verrò a lezione oggi.» mugolai appoggiandomi sulle sue gambe mentre le sue mani finirono a massaggiarmi i capelli.

«Beh ci credo! Passo in infermeria a prenderti qualcosa?» chiese premurosa.

«No, credo che una bella dormita aiuterà.» risposi di rimando e dopo avermi postato un bacio veloce sulla testa mi chiuse le tende lasciandomi in pace.

Mi misi seduta cercando di capire quanto effettivamente mi girasse la testa e dovetti ricadere velocemente sul letto poiché sembrava di stare su un'altalena.
I rumori delle ragazze che si preparavano mi fecero compagnia per un po' mentre sonnecchiavo rinchiusa tra le coperte e le lenzuola sentendo il mio corpo farsi bollente ogni minuto che passava.

Avevo una fame da lupi, ma sospettai che anche solo ingerire un toast mi avrebbe fatto rimettere tutto. Mi sentivo debole e stanca.
In quei minuti o ore infinite pensai a come diavolo avevo potuto ammalarmi in quel modo.

Stavo sempre attenta a coprirmi bene e soprattutto a non uscire con i capelli bagnati o la gola scoperta. Tanto trambusto per niente, dato che tutti gli altri uscivano tranquillamente con il capo gocciolante e non succedeva nulla.

Il rumore della porta che si apriva mi fece scattare, le ragazze erano andate via da un po' ormai. Probabilmente era Daphne che mi portava qualche medicinale, dura com'era di sicuro era scappata in infermeria.
Le mie tende vennero scosse. «Ciao splendore.» disse sarcasticamente Draco.

Mi voltai sbuffando dall'altra parte mentre lui prendeva posto al mio fianco. «Che ci fai qui?» borbottai alzando le lenzuola per coprirmi la faccia.

«Ho sentito che ti sentivi male.» mormorò costringendomi a voltarmi.

Poggiai la mia testa sulle sue gambe come precedentemente avevo fatto con Daphne.«Cosa posso fare?» chiese passandomi una mano sulla schiena facendomi rabbrividire.

Scossi la testa socchiudendo gli occhi e beandomi di quelle carezze leggere. Lui schioccò le dita. «Winky.» disse e l'elfa arrivò immediatamente.

Sistemò il suo straccio logoro e fece passare lo sguardo tra noi due. «Portale qualcosa di caldo da bere e qualcosa da mangiare.» ordinò.

«Per favore.» aggiunsi io guadagnandomi un sorrisetto dall'elfa che sparì.

«Riesci a metterti seduta?»

«La testa mi gira.» mormorai provandoci comunque e poggiando la schiena sulla spalliera del letto.

Lui mi fissò tutta senza dire una parola. «Non commenti qualcosa?» chiesi acida. «Che ne so i miei capelli orribili o il mio aspetto?»

«No. I capelli sono come al solito.» alzò le spalle con un sorrisetto.

«Buono a sapersi.» sbottai e Winky riapparve con un vassoietto pieno di roba.

«Grazie.» sussurrai.

C'era the alla pesca caldo e tanti pasticcini da far venire l'acquolina in bocca persino a Draco.
Ne afferrai uno, ma solo sentire l'odore me lo fece posare immediatamente.

«Avanti mangia qualcosa!» esclamò notando la mia espressione.

«Non penso sia una buona idea.» poggiai il dorso della mano sulla bocca.

Lui ne afferrò uno farcito con una glassa rosa e tolse la carta. «Forza!» mi esortò.

Lo presi tra le mani sentendo quando fosse soffice e lo portai alla bocca dando un morso piccolo. Non appena il gusto dolciastro finì sulle mie papille gustative, un conato di vomito mi salii fin nella gola.

Ripresi le forze per un secondo, il tempo necessario per catapultarmi in bagno e attaccare le mani al vaso di porcellana. Draco mi seguì immediatamente afferrandomi i capelli mentre rigettavo l'anima.

«Mi dispiace.» mormorò lasciandomi un bacio sulla schiena mentre il mio corpo tremava visibilmente dato lo sforzo.

«Va via.» sussurrai alzandomi e scaricando al water.

«No.» sbottò. «Non ti lascio cosí da sola.»

Mi accovacciai sul lavandino e mi sciacquai la bocca, nell'intento di togliere quel saporaccio che mi disgustava sempre di più. «Non hai niente di meglio da fare?»

«No, resto qui.» si appoggiò allo stipite della porta mentre io afferravo un codino e legavo i capelli arruffati.

Il mio viso era talmente rosso da farmi paura e io continuavo a sentirmi calda, ci mancava solo che mi fumasse la testa.

«Chiederanno perché non ci sei. Cosa dirai? Che eri qui con me?»

Sbuffò. «Smettila di fare cosí, non ti ho fatto niente.»

«Scusa.» mormorai asciugando il viso. «Non sono in vena oggi.»

Sospirò. «Lo so mocciosa. Vieni in camera mia, sarai più comoda.»

Alzai gli occhi al cielo. «Tranquillo non lo dirò a nessuno che sei venuto qui.»

«Non ti mando a fanculo solo perché stai male sappilo.» un sorrisetto falso spuntò sulle sue labbra.

Uscii dal bagno afferrando una vestaglia nera e infilandola, mi avrebbe tenuta al caldo. Insieme al biondo mi avviai verso la sua stanza spalla contro spalla.
I muri parvero roteare per un attimo e dovetti appoggiarmi con una mano alla parete per riprendermi.

Draco aspettò pazientemente.«Ce la fai?» chiese dolcemente facendomi sciogliere.

Aveva troppo potere su di me.
Annuii riprendendo a camminare. Le nostre mani cominciarono a toccarsi impercettibilmente e io sentivo il suo sguardo indagatore addosso. «Mi fai sentire a disagio se mi guardi cosí.» borbottai stringendomi nelle spalle.

«Come ti guardo?» chiese afferrando definitivamente la mia mano.

Mi bloccai sul posto e mi presi qualche secondo per guardarle. Lo stesso fece anche lui. «Avanti sbrigati!» esclamò. «O non arriveremo mai più in camera.»

Abbassò la maniglia permettendomi di entrare e se la richiuse alle spalle. «Fai come se fosse camera tua.» mi accomodai sul divanetto vicino alla finestra che mostrava il bellissimo fondale.

Lui rise. «Il letto matrimoniale e tu vai sul divano scomodo.» si avvicinò sedendosi all'altra estremità, tirai le gambe verso di me per non infastidirlo, ma lui lo tirò di nuovo verso di se.

«Mi piace stare vicino all'acqua.» mormorai sorridendo.

«L'avevo capito sai?» le sue dita cominciarono ad accarezzare la mia caviglia nuda.

Sospirai mettendomi comoda, lo schienale non era propriamente morbido. «Vai avanti, devi fare lezione.» indicai la porta con la testa.

Lui sembrò non farci caso. «Vieni qui.» aprì le braccia.

Lo guardai confusa. «Stai scomoda con la schiena, non voglio ammazzarti.» ridacchiò.

Respirai profondamente e mi voltai per finire contro il suo petto. Le sue braccia mi cinsero i fianchi permettendomi di accoccolarmi meglio nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.

Lui chiuse gli occhi con un espressione rilassata sul volto. Le sue mani presero ad accarezzarmi le cosce nude che si riempirono di brividi. «Hai freddo?» chiese.

«No, sto benissimo.» mormorai io stringendomi ancora di più al suo corpo.

Le sue braccia erano dannatamente confortanti e le parole mi uscirono fluide dalla bocca. «Vorrei darti un bacio ma ho vomitato.» lui drizzò subito la testa.

«Che hai detto?» si spostò permettendomi di guardarlo negli occhi.

«Che ho vomitato. C'eri anche tu.» ridacchiai.

Lui non si mosse. «No, prima di questo Eve.»

Sentire il mio nome mi faceva ancora provare un incontrollabile sfarfallio nello stomaco. «Che vorrei darti un bacio.» mormorai vedendo i suoi occhi brillare per un secondo.

«Dove?» chiese facendo ridere.

«Secondo te dove?» allacciai le braccia al suo collo.

«Ci sono tanti posti in cui uno può darsi un bacio.» alzò le spalle.

Sorrisi e mi avvicinai a lui facendo premere per poco le nostre labbra, sentii quasi come mi stessi sollevando, quel bacio fu una vera e propria boccata d'aria fresca.

«Non ne potevo più.» mormorò passando una mano tra i miei capelli e intensificando il bacio.
Ogni singola parola o sguardo, non potevo farne a meno di lui, non più.

Fummo bruscamente interrotti dal bussare della porta. Lui scattò in piedi sbuffando. «Chi diavolo è?» ringhiò ritornando per un secondo Draco di sempre.

«Capitano, sono Pucey!» disse il ragazzo.

Aprì la porta spuntando solo con la testa fuori. «Dimmi.» chiese calmandosi.

«I corvonero hanno prenotato il campo per oggi, possiamo allenarci solo sta mattina.»

Il biondo si passò una mano sul viso. «Si va bene, oggi non sono in forma, voi fate il solito. Ti lascio la squadra.» richiuse sonoramente la porta voltandosi verso di me che mi stavo alzando.

«Dove vai?» chiese confuso.

«In camera, non voglio che perdi un allenamento per stare con me.» affermai stringendomi nella vestaglia.

«Non me ne frega dell'allenamento. Tu non ti senti bene no? Oggi posso saltare.» mi accarezzò il volto e io gli baciai il palmo della mano.

«Hai voglia di stare con me oggi?» chiesi dolcemente facendogli stringere le labbra per nascondere un sorriso.

«Non ti montare la testa. Lo faccio per pietà.» mi alzai sulle punte lasciandogli un altro bacio.

Fece passare un braccio sotto le mie cosce alzandomi e facendo allacciare le gambe attorno al suo busto. «Come ti senti adesso?» andò a sedersi ancora sul divanetto mentre mi ancora mi stringevo a lui.

«Un po' meglio. Mi fa ancora male la testa.» cercai di coprirmi gli occhi.

Passammo l'intera giornata tra letto e divano. Mangiai qualcosina e capii che a lui piaceva davvero tanto il pasticcio di carne, dato che appena Winky portò il vassoio non ci pensò due volte a divorarlo.
Io mangiai un pezzo di pane bianco, masticandolo lentamente mentre Draco mi osservava.

Mi era stato attaccato tutto il tempo, come adesso. Eravamo stesi sul letto entrambi con un libro tra le mani. Stavo sfogliando le pagine di un romanzo che mi aveva prestato. Si chiamava "Notti bianche", parlava di una storia d'amore, ora ero alle prime pagine però mi aveva preso cosí tanto che non riuscivo a staccare gli occhi dalle pagine.

Lui leggeva un libro di alchimia e mai come adesso il suo petto si alzava e abbassava delicatamente, cullandomi nella lettura.

«Sei silenziosa.» mormorò lasciandomi un bacio tra i capelli.

«Sì, scusami.» dissi senza chiudere il libro.

«Ora scapperai come al solito?» sospirò.

«No.» mi alzai mettendomi di fronte a lui. «Non credo che lo farò. Ma vorrei capire ora cosa siamo?» chiesi afferrandogli la mano e portandola sul mio viso.

«Non lo so. Tu cosa vuoi?» mi accarezzò ancora.

Le parole mi morirono in gola. «Questo.» risposi.

«Allora avremo questo.» mi baciò.

«Lo diremo?» chiesi. «Perché non so come potrebbero reagire.»

Un velo di delusione gli attraversò il volto. «Hai ragione, soprattutto in questi periodi non è saggio.» mormorò.

Gli presi il viso tra le mani. «Viviamoci questa cosa Draco, io e te. Ti va?»

Sorrise. «Sì mi va.»





CIAO AMICI!
Allora pensavo fosse d'obbligo fare un bel capitolo dedicato interamente a loro due. Se lo meritavano!

Come vi sembra Draco? Diverso con lei?

Ed Eve? Ora sta cominciando a sciogliersi, ma sarà sempre così?

Lasciate un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto. Ci vediamo al prossimo!

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