Siamo sicuri che non mordano?

Màu nền
Font chữ
Font size
Chiều cao dòng

Elena non era per niente un'esperta di sogni, non è che bastava solamente dire in che sogni andare e in poco tempo ci si arrivava con qualche gioiello magico uscito da un fantasy, semplicemente sognava e basta.

L'orologio di camera sua segnava la mezzanotte, ed era alquanto strano che fosse così presto, per essere potuta andare in quel sogno, e aver immaginato di aiutare quel ragazzino, doveva almeno essere arrivata alla fase REM del sonno.

Per ritornare a sognare avrebbe dovuto riaddormentarsi profondamente e questo non le piaceva per niente, dato che non era una ragazzina al quale piaceva molto aspettare.

Dato anche il fatto che in quel periodo dell'anno era un tardo autunno, il tempo passava molto più lentamente.

Elena andò a letto, si mise sotto le coperte, continuando a sentirsi come in dovere di continuare quel sogno.

"Voglio andare in quel sogno, nel coma di quel bambino morso, di nuovo..." pensò.

Forse più lo desiderava, più la possibilità che ritornasse lì si poteva realizzare.
Era una ragazzina ingenua e un po' sciocca, ma almeno aveva una grande determinazione...

------

Elena si risvegliò, e con sua genuina sorpresa, ritornò nel sogno, in camera di Evan, che stavolta era sul letto.

"Oh, ciao Elena...
Non pensavo ci saresti stata anche stanotte..." disse, salutandola.

A quanto pare quando aveva ripreso a sognare, il sogno non era più allo stesso punto di prima, ma alla notte seguente, e probabilmente il sogno sarebbe proseguito facendole passare velocemente anche le altre notti di quel ragazzino.

"Oh, ciao Evan" rispose lei.
"Allora, adesso con chi avremo a che fare?
C'è per caso...
Qualche altro mostro o..."
"Non credo, ci sono sempre quelli di ieri notte, probabilmente potrebbe anche essercene uno in più, ma non ne sono sicuro..." rispose lui.

Era una domanda un po' sciocca da parte sua, lei che ovviamente aveva giocato al gioco grazie alla demo gratuita sul cellulare e ne era esperta sapeva benissimo quali erano i Nightmare Animatronici e quelli che si presentavano ogni notte, però voleva lo stesso stare al gioco sembrando innocente e curiosa quanto lui.

Alla fine il sogno era il suo, era comunque la sua immaginazione basata su un gioco di finzione.

"Uno in più!?" esclamò, facendo finta di sembrare spaventata.
Ovviamente stava recitando, ma fortunatamente tutte quelle volte che aveva fatto recite di scuola di fine anno l'avevano aiutata ad essere credibile.

"Sì, ma non devi preoccuparti, li scacceremo via come abbiamo fatto ieri!" e il piccolo sorrise, rassicurandola.

Certo che per un bambino così piccolo avere coraggio ed essere armato praticamente solo con una torcia elettrica in una situazione così difficile era un gioco da ragazzi, mentre per Elena, una ragazza che aveva quasi il doppio dei suoi anni e che sapeva benissimo che quella era la sua reinvenzione di un videogioco che amava, non lo era.
Anzi, era più spaventata lei di lui, e non solo per finta.

"Va bene, cominciamo" disse lei, un pò tremolante.

Non era nemmeno arrivata l'una di notte e già c'erano due presenze, alle due porte ai lati: erano Nightmare Bonnie a quella sinistra e Nightmare Chica col suo cupcake alla destra.

Elena sapeva come funzionava, anche per come aveva imparato lo schema sia nel gioco che precedentemente: se sentivano i loro respiri alle porte, significava che erano vicini.
Se invece sul letto comparivano quei 3 mostriciattoli (i Mini Freddy) dovevano mandarli via usando la torcia, perché altrimenti sarebbe apparso Nightmare Freddy.

Elena capì che molto probabilmente era stato lui che prima aveva cercato di trascinarla sotto al letto.

Fino alle tre, sempre nel sogno, non successe nulla di troppo strano, ma ad un tratto Elena vide che una delle porte dell'armadio si era leggermente chiusa, come da sola.

Un po' timorosa, comunicò la cosa ad Evan, che disse:"Forse è entrato qualcuno di loro lì dentro.
Dobbiamo mandarlo via!"

In punta di piedi i due andarono verso l'armadio, lo aprirono leggermente e dentro videro Nightmare Foxy, che fece prendere ad entrambi un colpo sbucando dalle ante.

Il ragazzino le chiuse in fretta e furia,
mentre Elena si riprese dallo spavento.

"Oddio, l'hai chiuso subito l'armadio, non è vero?" chiese lei.
Evan rispose annuendo, e dopo circa un paio di minuti, al posto di quella versione distorta ed inquietante di Foxy c'era il suo peluche.

Anche questa era una cosa che Elena sapeva: che i peluche dei personaggi originali di notte diventavano i Nightmare nell'incubo di Evan.

Questo era dato dal fatto che nei minigiochi aveva visto che il ragazzino era molto affezionato ai suoi peluche, e probabilmente dopo il morso e l'eventuale coma non li vedeva più come i suoi migliori amici, ma come i suoi peggiori incubi...

-----

A quel punto erano le cinque, ed Elena andò verso la porta sinistra, dopo un po'che i due non la controllavano.
Aveva una sensazione strana, però, perché non sentiva nessun rumore, niente di niente, eppure volle comunque controllare.

Aprì leggermente la porta, e prima che potesse anche solo alzare la torcia, ecco che Nightmare Bonnie la prese di getto.

Elena cercò di urlare, di chiamare Evan e chiedergli aiuto, ma quel mostro continuava a tenerle tappata la bocca con la sua mano artigliata.
E anche se era tutto totalmente buio nel corridoio, ella poteva riuscire a vedere i suoi occhi viola e quello sguardo quasi sadico ed inquietante pieno di denti affilati.

Evan, preoccupato dato che non vedeva Elena, aprì finalmente anche lui la porta sinistra, e si trovò, proprio davanti a lui, Nightmare Bonnie, che stava tenendo Elena per il collo.

"Lasciala andare!" gridò il ragazzino, ma il mostruoso animatronico volle rispondere a tono, con grande sorpresa da parte di Elena, che non si immaginava che potesse parlare.

"Bene, bene, guarda chi abbiamo un pò qui, il piccolo ometto!" esclamò Nightmare Bonnie, con voce abbastanza spaventosa, e continuando a tenere la ragazza per il collo.

"Ti ho detto di lasciarla andare!" continuò Evan, che si stava trattenendo le lacrime pur di dimostrarsi più coraggioso.

"Oh, e sarebbe un piccolo piagnucolone che dovrebbe fermarmi?
Io non credo proprio!" e dopo averlo detto, quel mostro affondò i suoi artigli nella coscia di Elena, e gliela graffiò profondamente, mentre la ragazza lanciò un flebile grido per il dolore.

A quel punto Evan non ne poteva più, non voleva che quel mostro facesse del male ad una ragazza che voleva aiutarlo.

"TI HO DETTO LASCIALA!"
gridò, e gli diede un calcio al piede con forza.
Preso dalla distrazione, Nightmare Bonnie buttò a terra la ragazza, che riuscì a reggersi.

"Oooh, tu, stupido umano che non sei altro, adesso io...!" ma prima che potesse finire la frase, il ragazzino gli puntò la torcia in faccia, e lo mandò via, chiudendo poi la porta il più in fretta possibile.

Dopo che si accertò di averlo mandato via, Evan vide il sangue sulla gamba di Elena, ed iniziò a spaventarsi.

"Oddio! A-aspetta.
Ti curo io, dev'esserci qualcosa qui in camera mia che può esserci utile..." disse, mentre Elena era ancora rimasta a terra, a tenersi la coscia in preda al dolore e traumatizzata dall'esperienza appena avuta.

Il ragazzino, a quel punto, prese da dietro il letto una cassetta bianca del pronto soccorso, probabilmente ce l'aveva con sé per mettersi cerotti quando si faceva male, e da essa prese delle fasce di garza bianche, con le quali medicò la ragazza.

"Ora come ti senti?" le chiese lui.

Elena non se la sentiva di rispondergli subito, era ancora con lo sguardo pieno di shock.

Non si immaginava un'esperienza del genere, anche se era un sogno ed era ciò che si stava immaginando, il terrore lo sentiva, era reale, così com'era reale la sensazione di morte mentre quel mostro la stava tenendo a sé per cercare di manipolare il piccolo Evan.

Si calmò, e fece un respiro profondo, prima di rispondergli.

"Un pò meglio, anche se la gamba mi fa ancora male...Grazie..." rispose Elena, sedendosi a terra mentre cercava di riprendersi.

"Non voglio che ti facciano del male" mormorò lui.
"E nemmeno io!
Non voglio neanche che ne facciano a te, costi quel che costi, io sono qui per aiutarti... " ma prima che potesse continuare il discorso, scattarono le sei del mattino...

-------

Immersa completamente nella sua immaginazione, nel sogno si passò immediatamente alla notte successiva, ed Elena aveva ancora una grossa sensazione di dolore.

Quell'agguato da parte di Nightmare Bonnie le era sembrato un avvertimento, come se quello che stava sognando fosse un avvertimento: che doveva lasciare il ragazzino al suo destino e che se ne andasse via, dopotutto non c'entrava nulla lei con la saga di Five Nights at Freddy's...

Ma invece no.
Elena non si sarebbe mai arresa, non importava se si spaventava con delle ferite o se veniva uccisa lei al posto di Evan, lei continuava per la sua strada dicendo che faceva tutto per lui, e per sentirsi meglio con sé stessa e con gli altri.

Quei pensieri le stavano pervadendo la mente mentre ero con il ragazzino in camera sua e procedevano come al solito, con lo stesso schema.

Ad un tratto, però, il ragazzino cacciò un urlò, ed Elena corse immediatamente da lui, per vedere cosa stava succedendo.
E vide che uno strano mostriciattolo rosa a forma di tortino gli stava mordendo la gamba.
Era molto probabilmente Nightmare Cupcake, una versione mostruosa del cupcake che Chica si teneva sempre in mano.

"Ehi, levati subito dalla gamba del mio amico!" disse lei, ma il diabolico tortino volle ribatterle contro.

"E perché dovrei?
La gamba di questo umano ha un sapore delizioso!" disse con voce gracchiante, e continuò a mordicchiarlo.

Elena capì che non c'era ragione di argomento, e, stufata e con uno sguardo parecchio accigliato, diede un calcio a Nightmare Cupcake, facendolo ruzzolare via nel corridoio destro.

Medicò Evan con i cerotti all'interno della cassetta del pronto soccorso di prima, e diede un'occhiata alla sveglia.
Erano le tre, mancavano ancora tre maledette ore allo scoccare delle sei, e poi chissà quante volte quel sogno si sarebbe ripetuto.

Elena si chiedeva se sarebbe riuscita oppure no nell'intento, ma alla fine si doveva rassegnare, lei ed Evan dovevano comunque continuare.

Alle 3:48 precise, Foxy rientrò nell'armadio, e i Mini-Freddy saltarono sopra il letto tutti insieme, erano più veloci delle altre volte.

Fu però verso le cinque che Elena non ne poté più, e venne colpita improvvisamente da un colpo di sonno.

Evan cercò di non farla addormentare, aveva ancora bisogno del suo supporto dopotutto, e cercò di svegliarla, ma lei aveva già gli occhi chiusi.

Poco dopo si risvegliò, e solo allora la ragazza vide che Nightmare Chica era entrata nella stanza, ed era proprio davanti a loro, piuttosto minacciosa.

"Bene, il mio piccolo cupcake mi aveva detto che Evan aveva trovato una nuova amichetta, e ho saputo anche che gli hai dato un calcio..." disse, la sua voce era inquietante come quella di Bonnie, ma più femminile e giocosa.
"...Quindi darò una bella lezione di educazione ad entrambi!"

Elena ed Evan si abbracciarono, mentre stavano urlando chiudendo gli occhi aspettando l'eventuale morso in testa da parte di Nightmare Chica, però subito dopo suonarono le sei, e i due si trovarono davanti semplicemente il peluche della suddetta.

Che fortuna, erano stati salvati dalla sveglia!
Ma tanto Elena credeva che per le prossime due notti in quel sogno, di fortuna per i due ne serviva molta, ma molta di più...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen2U.Pro