Gabriele

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Caro Babbo Natale,

mi chiamo Gabriele e ho sette anni. Ho due fratelli più grandi di me, Roberto di quindici anni e Sofia di dodici. Oggi ho pianto, perché ho litigato con Roberto. Mi ha trovato in camera che scrivevo la letterina e mi ha detto che devo crescere perché lo sanno tutti che Babbo Natale non esiste e che i regali li vanno a comprare al supermercato i nostri genitori. Quando Sofia ha sentito che singhiozzavo è corsa nella stanza, perché io e Roberto dormiamo insieme, e se l'è presa subito con nostro fratello. Hanno iniziato a litigare, Roberto continuava a dire che ero troppo grande per credere ancora nelle favole, Sofia gli diceva che avrebbe detto tutto ai nostri genitori perché doveva farsi più gli affari suoi. Roberto è uscito ma Sofia lo ha rincorso e hanno continuato ad urlarsi contro. Io sono rimasto da solo, mi sono asciugato le lacrime e ho ripreso la penna, trovando finalmente le giuste parole da scrivere.

Lo so che tu non esisti, Babbo, e che Roberto ha ragione, i regali li comprano i nostri genitori, gli stessi a cui consegniamo le lettere con l'idea che te le facciano arrivare in Lapponia, o ovunque tu ti trovi. Ma la verità è che è bello credere che ci sia qualcuno che possa regalarci una gioia senza chiedere nulla in cambio. Mamma e papà, soprattutto la mamma, mi dice spesso che se durante l'anno non faccio i compiti, non mi comporto bene e non rispetto le persone più grandi, tu non mi porti nessun dono. Eppure, anche quando non mi sono comportato bene, ho sempre ricevuto quello che avevo chiesto. Forse perché crescere significa fare questo, sbagliare e imparare e non fare sempre tutto bene, come si aspettano i grandi. Perché anche loro sbagliano, tipo quando la mamma sgrida il papà perché a merenda mi fa mangiare le patatine e non la frutta, oppure quando papà dice alla mamma che è stanco, mentre la faccia della mamma dice che è più stanca di lui. E quindi, anche se so che tu non sei da nessuna parte, preferisco credere che qualcuno queste mie parole possa leggerle, magari la mamma, magari sia la mamma che il papà. Ma se magari tu, Babbo Natale, esisti, e ricevi questa lettera, ti chiedo di portare dei regali anche alla mia famiglia. Per la mia mamma chiedo che rimanga sempre bella come è adesso. Non dico bella solo nell'aspetto, dico proprio bella in tutto: gentile, attenta, amorevole come è sempre stata con me e i miei fratelli, anche se spesso le rispondono male. Per il mio papà chiedo che lavori un po' di meno e che stia più tempo insieme a me, la mamma e i miei fratelli, perché quando stiamo tutti insieme siamo proprio belli e felici. Per Roberto ti chiedo di dargli un po' più di pazienza, perché si arrabbia sempre e crede sempre di avere ragione e soprattutto non ascolta mai nessuno. E per Sofia chiedo un nuovo specchio, perché passa le ore davanti quello del bagno a truccarsi e pettinarsi e alla fine si vede sempre brutta, invece è bellissima come la mamma. E infine, per me, ti chiedo di darmi un segno della tua esistenza, se davvero ci sei, perché è bello credere in qualcosa quando nessuno ci crede più. Un abbraccio forte forte. Uno dei tuoi bambini.    

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