Ludovica

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Caro Babbo Natale,

Mi chiamo Ludovica e ho quarantasette anni. Sono una mamma e ho tre figli stupendi che, per quanti problemi possano darmi, amo alla follia. Mi ero sempre immaginata mamma, ma avevo pensato che mi sarei fermata a due figli. Invece, sette anni fa, è arrivato Gabriele, il regalo per i miei quaranta anni. Gabriele è dolce, affettuoso, intelligente, sveglio. I ragazzini di oggi nascono più pronti e preparati ad affrontare le avversità della vita, rispetto al passato. Un po' come la tecnologia, che si sviluppa ogni anno di più. Sofia, di dodici anni, è già una donnina, mi aiuta con i lavori domestici ed è molto protettiva nei confronti di Gabriele. Ho sempre desiderato una figlia femmina e Sofia è esattamente come la immaginavo. E poi c'è Roberto, il maggiore, che ultimamente sta attraversando un periodo di transizione verso l'età adulta che lo fa essere sempre incupito e in collera con il mondo. La verità è che credo lui abbia capito tutto, Babbo Natale. Parlo della situazione tra me e Matteo, suo padre. Da un po' di tempo le cose non funzionano più tra noi, soprattutto da quando ho scoperto delle chat sul suo cellulare in cui parla con altre donne, in particolare una, una certa Marta. Che strana la vita, io e Matteo ci siamo conosciuti allo stesso modo, attraverso una chat. Entrambi avevamo la passione per il canto e ci siamo ritrovati sulla stessa app, all'interno di un gruppo di un centinaio di persone. Eppure, tra tutti quei profili di persone che scrivevano da svariate parti d'Italia, io mi sono innamorata della sua voce, del suo modo di scrivere, di scherzare. Ci abbiamo messo quasi un anno a incontrarci di persona: lui si sentiva con un'altra ragazza con cui ha provato ad avere una storia a distanza, finita per incomprensioni caratteriali. E io stavo lì, in attesa che lui mi regalasse un'occasione di conoscerci e frequentarci davvero, ad ascoltare i suoi problemi di cuore mentre tenevo a bada il mio di cuore, che stava bene solo quando lo sentivo. Quando finalmente ci siamo incontrati, e parlo per quello che mi riguarda, io ho capito che quell'attesa sarebbe valsa la pena. Non appena l'ho abbracciato e mi sono ritrovata tra le sue braccia ho capito che quello sarebbe stato il posto in cui io sarei voluta restare per sempre. Ma la vita è imprevedibile, Babbo Natale, e adesso mi trovo di nuovo con il cuore spezzato perché mio marito si è chiuso in sé, incupito anche lui come nostro figlio Roberto, in collera con me perché non mi sono fidata di lui, perché ho messo il naso tra le sue cose. Ma le sue cose non sono anche le mie? Non è questo che succede quando decidi di passare la tua vita insieme ad un'altra persona? Condividere tutto, il bello e il brutto? A Matteo è sempre mancato qualcosa, anche prima che ci mettessimo insieme. Ho sempre avvertito in lui questo senso di incompletezza, di insoddisfazione. Matteo voleva sposarsi e avere dei figli, come lo volevo anche io. E siamo stati felici, soprattutto lui, per aver creato la famiglia che volevamo. Ma dopo aver raggiunto questo scopo l'ho visto tornare quello dei primi tempi, che si annoiava facilmente e aveva bisogno di raggiungere qualcos'altro per sentire che la sua vita aveva un senso. Non so perché io stia scrivendo a te, Babbo Natale e non ad una psicologa, dove dovrei andare a trascinare anche mio marito. L'unica cosa che so è che sono sul limite della disperazione, perché Matteo è l'unico uomo che abbia avuto nella mia vita e l'unico che voglio continuare ad avere fino a che il destino ce lo permetterà. Quindi ti prego, Babbo Natale, se esisti, dammi la forza per affrontare questo periodo, per continuare a tenere unita la mia famiglia, soprattutto adesso che è Natale e che dovremmo avere il cuore sereno. Fai capire, se ti è possibile, a mio marito che io lo amo alla follia, esattamente come il primo giorno e che se mi sono permessa di sbirciare tra le sue cose è perché il mio sesto senso mi stava dando chiari segnali che qualcosa non andasse. Riportalo da me, Babbo Natale. Riportami mio marito e il padre dei miei figli, com'era una volta. Una tua vecchia bambina.      

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