Matteo

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Caro Babbo Natale,

ho cinquantadue anni e mi chiamo Matteo. Non sono stato buono e quindi questa letterina non dovrei proprio scriverla, ma mi serve per espiare le mie colpe. Io sono un disgraziato, sono un ingrato. No, di più: io sono proprio un coglione. Ho una famiglia fantastica e la sto distruggendo e sai perché? Perché mi annoio, come sempre. Sono tornato ad usare un'applicazione che usavo per cantare, la stessa su cui ho conosciuto mia moglie. Ludovica. Lei è la donna che mi ha cambiato la vita, Babbo Natale, l'unica che mi abbia convinto fosse arrivato il momento di crescere, sposarmi, creare una mia famiglia. Ludovica mi ha dato dei figli splenditi, non avrei potuto chiedere di meglio. Roberto, il più grande, è quello che mi somiglia di più caratterialmente e anche fisicamente. Ormai è grande, è un ragazzone e ha capito ci siano dei problemi tra me e sua madre, tanto che mi parla a stento ed è sempre incazzato. Oggi, con la scusa di aiutarmi a fare i regali per Natale, me lo sono portato in giro per negozi e durante il tragitto in macchina mi ha affrontato senza giri di parole, chiedendomi direttamente che cosa stesse succedendo tra me e sua madre. Non sapevo cosa rispondergli Babbo Natale, devi credermi. Mi sono sentito piccolo, più piccolo di lui. Gli ho risposto la verità, che mi sento da qualche mese con una ragazza e che ci troviamo molto bene a parlare. A quel punto Roberto mi ha chiesto se ci fossimo incontrati di persona, se tra me e questa ragazza ci fosse stato qualcosa oltre a chat e chiamate. Gli ho risposto di sì. Che ci siamo visti, che dopo aver tentennato per settimane ho ceduto alla sua insistenza di vedermi. Lo vedevo con la coda dell'occhio, sempre più nervoso, scomodo su quel sedile passeggero. E poi mi ha fatto la domanda fondamentale, quella che gli bruciava in gola da giorni, da quando l'ho sorpreso ad origliare la discussione tra me e Ludovica da dietro la porta della nostra camera da letto.

"Te la sei portata a letto? Hai tradito la mamma?"

A quel punto ho accostato nel piazzale di un benzinaio e ho spento l'auto. Sono stato per alcuni secondi senza parlare, poi mi sono voltato verso mio figlio e gli ho dato la risposta che cercava. Sì. Quando si è voltato a guardarmi, ho letto nei suoi occhi la delusione che gli avevo dato e mi sono sentito un verme.

"Vuoi lasciare la mamma, papà? Vuoi lasciarci tutti?"

A quella domanda ho iniziato a piangere e Roberto mi ha seguito. L'ho abbracciato forte e abbiamo continuato a piangere uno sulla spalla dell'altro.

"No che non voglio lasciarvi. Io vi amo più della mia vita."

"La mamma lo sa?"

"No, non sono riuscito a confessarglielo"

"Devi dirglielo"

"Lo so. Ma se mi lascia? Io che faccio senza la mamma?"

"La mamma non ti lascerà"

"La mamma si merita un uomo migliore di me..."

"Ma la mamma non vuole un altro uomo, la mamma vuole te. Quindi pensa a diventare l'uomo migliore che la mamma merita."

"E come faccio?"

"Non devi vedere più quella donna, papà"

"Non lo faccio già da qualche giorno..."

"Ti manca?"

"Mi manca tua madre, Roberto"

"La mamma è a casa, papà"

"Allora torniamo a casa"

Non ti chiedo niente come regalo, Babbo Natale, ma ti prometto una cosa io: parlerò con mia moglie, le dirò la verità e affronterò le conseguenze della cazzata che ho fatto. E poi lotterò per ricostruire un clima sereno nella mia famiglia. Prometto che ci proverò con tutto me stesso. Il tuo vecchio bambino cattivo e coglione.  

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