Terzo pensiero ( papà )

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Chi dorme non piglia pesci.....Eccoli li!!!
Ahahah.
Non voglio fare l'arrogante ma qualcosa mi dice che i pesci nuotino anche di pomeriggio, nei nostri fiumi.
E sospetto, quasi con certezza che funzioni così dappertutto.
Ma vedete.....
Meglio non contraddire.
Perché è certo per davvero, che se anche un giorno mi decidessi a  infilarmi quei ridicoli stivali di gomma per cimentrmi in questo sport.....non ne pescherei di pesci! Manco uno!
Ma non per l'orario, solo che chi lo infilza il verme nell'amo?

Che cosa orribile e disgustosa...bleah

Ed eccoci nella pianura padana, figlio del nostro grande fiume comparve quel bimbo  che poi diventò mio padre. Ci troviamo in provincia di Piacenza.
La realtà di questa parte del Paese che all'epoca sembrava più grande, è che la guerra qui era vera miseria.
I monti sono sempre ricca fonte di sostentamento alimentare, la pianura no, se non hai terra che puoi coltivare?
Un padre partito soldato e una madre con due marmocchi sulle spalle, significava spesso non avere il pane.
Angelo, mio padre era tra i monelli che scorazzavano per un'antica Lugagnano.
E li trovavi arrampicati agli alberi da frutto di contadini possidenti!
Ed è così che un  giorno scappando, scavalcò un cancello e rimase infilzato per il collo.
Questo lo so per via di una cicatrice che rimase sempre evidente.
Di mio nonno Gino posso dir poco.
Morì che ero appena nata.
Da una foto in divisa scorgo due occhi neri e svegli.
Neri, come i miei.
Ecco il suo dono a me. A lui solo io somiglio veramente.
Nonna Angiolina (Ermigna) fu invece una donna china alle risaie che non possedeva che due figli maschi e un uomo assente.
Come si ingegnassero a vivere non lo so.
Mio padre soleva raccontarci spesso la sua "famosa" fuga dal collegio.
Già,  perché all'epoca se non potevi mantenere un figlio, lo mandavi a fare il prete,
ma quando se ne rese conto scappò molto contrariato.
In una sorta di roccambolesca avventura di passaggi e tratti ferroviari.
Oggi lo chiameremmo autostop.
Lo mandarono subito a lavorare come manovale, quasi bambino.
A mio zio Piero, (Pier Luigi) andò  anche peggio!
Chissà che succede nella mente di una di una povera donna nella difficoltà più nera, nell'indigenza, nella fatica. Il secondogenito, arrivato dieci anni dopo doveva essere femmina e lo vestì tale fino alla scuola elementare.
A pensarci vengono i brividi.
Forse sfiorò la soglia della pazzia mia nonna?
Poi però la prole cominciò a fare la sua parte e tutto fu in ripresa.
Scorgevo io  bimba, qualche rimasuglio maniacale quando strofinava un mobile per ore, ogni qual volta io e mia sorella sfioravamo giocando.

Cara nonna,
ti voglio bene.
Eri donna grassoccia, indolente ma buona.
Il tuo tempo era sul dondolo nel  soggiorno di quella benedetta casa che finalmente hai posseduto.
I tuoi ragazzi pensarono a questo.
E questo fu il tuo museo.
Eri la nonna dei dolci in sordina, che mamma non ci lasciava mangiare e che tu col diabete nemmeno avresti potuto guardare.
Ma era il nostro segreto pomeridiano, che i bimbi si sa non sanno nascondere, non si lavano musetti e mani.
Venivamo sgridate assieme.
Te ne sei andata troppo presto per poter dire altro.
Troppi ghiaccioli nonna! Ti rimprovererei pure io, ora.
Ti voglio bene,
nonna dei dolci.

Papà così crebbe.
Lavorando, costruendo e fumando sigarette come i grandi attori....e dalle foto lo sembravi, un Gregory Peck affascinante. La riga di lato in testa, il viso bello.
Gran bell'uomo eri.
E grazie a questo tuo essere amico, onesto e gran lavoratore diventasti imprenditore edile, socio coi tuoi amici.

Il mio caro papà diceva di non aver avuto altre donne prima di mamma
<Erano loro che lo credevano>
Ahahah!  <Ma papà!! Come facevano a crederlo?>.
Innamorata di lui la fui per sempre, anche quando vita ed età ci sbattè in faccia le difficoltà.
Anche lui se ne andò in cielo un triste giorno di agosto a ritrovare la sua cara.
E pure di questo narrerò,
a suo tempo.

Non ho una foto digitale di mio padre a quei tempi.
Ne ho una in cui è già un settantenne.....vedovo. Ma credo sia giusto presentarlo comunque.

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