35. ʙᴀʙʙᴀɴᴏʟᴏɢɪᴀ

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𝘔𝘶𝘨𝘨𝘭𝘦 𝘴𝘵𝘶𝘥𝘪𝘦𝘴 𝘤𝘭𝘢𝘴𝘴𝘳𝘰𝘰𝘮, 22𝘯𝘥 𝘖𝘤𝘵𝘰𝘣𝘦𝘳 1992

Il mercoledì pomeriggio, a Babbanologia, Tina si sedette insieme alla sorella e a Kathe.

-Buon pomeriggio ragazzi!- salutò la professoressa Jennifer Johnson con il suo solito sorriso dolce.
La classe rispose in coro al suo saluto.

-Bene, chi di voi ricorda cosa abbiamo visto nella scorsa lezione?- domandò Jacob mentre andava a prendere il "cosa" in fondo all'aula.
-La televisione.- rispose qualche voce qua e là.
-Ottimo. C'è un temerario che mi sa riassumere a cosa serve?-

Una Tassorosso alzò la mano.
-Sì, Helga?-
-La televisione, o tv, è un apparecchio che funziona a elettricità. I Babbani la usano come intrattenimento, in quanto è in grado di mostrare eventi reali o di finzione realizzati a distanza e trasmessi nell'aria attraverso dei segnali- spiegò la ragazza tutto d'un fiato.

-Eccellente, dieci punti a Tassorosso!- la lodò la professoressa Johnson. -Ora, i Babbani hanno trovato il modo di poter guardare i film, di cui abbiamo già parlato, quando vogliono, senza dover aspettare che vengano trasmessi o andare a vederli al cinema. Se il professor Kowalsky...-
Jacob le arrivò davanti proprio in quel momento, sorridendo, con una piccola scatola nera di plastica rigida.
-Grazie.- rispose lei ricambiando il sorriso.

-Questo che ho appena portato è un videoregistratore. - spiegò Jacob a beneficio della classe.
-Ora, schiacciando questo pulsante si può accendere.-
Jacob osservò divertito la classe che sobbalzava mentre una spia verde iniziava a brillare a intermittenza.

-Qualcuno si offre volontario per provare a farlo funzionare?-
Il professor Kowalsky trovava molto divertente il modo in cui tutti si interessavano allo stato delle proprie unghie, del banco o del libro di testo ogni volta che chiedeva volontari. Solo pochi avevano ancora la testa alta, troppo orgogliosi per abbassare lo sguardo.

-Madison, vuoi provare?- chiamò Jennifer.
Queenie si alzò con lo sguardo un po' intimorito e guardò Jacob, come per cercare un appoggio.
"Tranquilla, è facile e per nulla pericoloso." la rassicurò l'uomo con il pensiero.

Lei annuì impercettibilmente mentre Jennifer iniziava a spiegare. -Questa è una videocassetta.- disse dandole in mano un oggetto simile, ma più piccolo. Parte era trasparente e lasciava intravedere dei rulli con un nastro attorno. -Tutto ciò che devi fare -continuò Jennifer mentre Jacob collegava la tv al videoregistratore- è inserirla in questo sportelletto.-

Queenie non sembrava convinta, così Jacob le sorrise. "Coraggio, signorina." pensò, e Queenie eseguì.

Il macchinario emise un ronzìo, facendo trasalire la metà della classe. L'altra metà estrasse direttamente le bacchette e le puntò verso la fonte del suono misterioso.

Dopo qualche secondo, la televisione accesa cominciò a mostrare le prime immagini.

Jacob si sforzò di non ridere davanti allo spettacolo di tutti quei maghetti spaventati da un oggetto così semplice.

Neppure lui lo conosceva, ma non gli faceva certo paura. Gli sembrava bellissimo che nel futuro non si dovesse più fare la strada fino al cinema, ma bastasse comprare una di quelle cassette per vederlo, a qualunque ora e in qualunque modo.

Alcuni degli alunni sembrarono condividere la sua ammirazione vedendo il film che iniziava, con suo piacere. Alcune cose del mondo babbano sembravano meravigliare i maghi quasi quanto la magia meravigliava i Babbani.

Queenie, che era tornata al suo posto, esprimeva cortese curiosità. La sorella, di fianco a lei, guardava il film con gli occhi sgranati, mentre la loro amica (come si chiamava? Katherine?) sembrava quasi annoiata.

Jacob corrugò la fronte. Strano. Tutti gli alunni avevano reazioni piuttosto forti a questo nuovo aggeggio babbano, ma lei no.
Come insegnante, si sentiva un po' offeso.

Mentre Jennifer spiegava molto semplicemente il funzionamento delle videocassette, si avvicinò all'alunna e chiese, sforzandosi di tenere la voce bassa: -La lezione non la interessa, signorina?-
Le orecchie della ragazza diventarono subito rosse per quella domanda a bruciapelo.

-Ehm...Mi scusi. Ma mio padre è un Babbano e questo film l'ho già visto. Mi scusi.- borbottò di nuovo.

-Non importa.- sorrise Jacob. La lezione allora non era noiosa, di per sé! -Spero non ti dispiacerà vederlo di nuovo, perché...-

Proprio in quel momento Jennifer completò la sua frase. -Abbiamo deciso di farvi vedere questo film. Un po' di esperienza sul campo che, chissà, potrebbe anche essere divertente.- detto ciò, alzò il volume e spense le luci.

I professori si sedettero tra gli alunni. Jacob era vicino a Queenie.

Quando tutti erano ormai concentrati sulla stranezza babbana e la semioscurità li nascondeva, Queenie gli strinse la mano.

Jacob sorrise nell'ombra.

***

Andrew stava seguendo la lezione, ma senza riuscire a meravigliarsi quanto gli altri della tecnologia Babbana. Capiva alla perfezione Katherine.
Il solo pensare lei gli fece tornare in mente la conversazione che avevamo avuto qualche giorno prima, sugli spalti del campo da Quidditch. Ricordava quello che gli aveva detto, e tuttora cercava di capire se avesse ragione. Poteva fidarsi di quello sconosciuto nonostante tutte le cose che non gli aveva detto? Nonostante tutte le cose che non gli diceva ancora?

Perso nei suoi pensieri, quasi non si accorse della fine della lezione. Fu proprio Kathe a riportarlo alla realtà, facendo strani cenni con la mano.

Quando si accorse che erano rivolti a lui, Andrew le prestò finalmente attenzione. Stava indicando Will, dall'altra parte della classe. Il suo sguardo diceva è solo, vagli a parlare.

Il suo "amico", infatti, stava mettendo le sue cose in borsa. Aveva tenuto il quaderno e la penna sul banco, a differenza della maggior parte della classe, ma non aveva preso appunti. Si era limitato a scarabocchiare distrattamente con la piuma.

Andrew prese un sospiro profondo e raggiunse il suo posto.

L'altro ragazzo continuò a mettere le cose nella sua borsa...cioè a frugare tra le pergamene fingendo di stare facendo qualcosa di importante. Non perché non volesse parlare con Andrew, ma perché voleva essere sicuro che fosse veramente lì e soprattutto voleva capire perché.

Purtroppo, senza guardarlo non riusciva a farsi un'idea di che umore fosse. Per cui alzò finalmente lo sguardo, per capirci di più, ma Andrew lo guardava assolutamente impassibile.

-Immagino che rimandare il discorso non serva- disse il moro.

-Immagino che tu abbia ragione. Dimmi- rispose Newt. Se Andrew gli voleva parlare, in realtà aveva già preso una decisione. Newt sapeva che non avrebbe dovuto preoccuparsene più di tanto. Dopotutto, aveva problemi più importanti a cui pensare e in ogni caso avrebbe dovuto separarsi da tutti quelli che aveva conosciuto nel futuro per tornare a casa. Uno in meno era solo un miglioramento, no? Nonostante questo, gli sarebbe dispiaciuto perdere un amico per un motivo così ingiusto. Non aveva chiesto lui di essere buttato in un'altra epoca in un mondo che non conosceva.

-No, no. Devi parlare tu.-

Newt lo guardò perplesso. Che doveva dire? La sua mente iniziò ad andare in confusione, come tutte le volte che doveva convincere qualcuno. -Io...Non so cosa devo dire- balbettò incerto.

Andrew gli rivolse uno sguardo di rimprovero che, però, fu il primo segnale chiaramente interpretabile in quella specie di conversazione.

-Ah- capì Newt. -Hai ragione: scusami. Scusami se non ti ho detto niente e scusami se non te lo dirò neanche adesso. Però tra amici a volte ci sono dei segreti. E' brutto da dire, ma è vero. Perché ci sono cose che non puoi proprio dire, almeno all'inizio. Poi magari il tempo passa e lo si dice anche, ma anche quando non è così una vera amicizia va avanti lo stesso, sai, anche con tutti 'sti problemi- concluse, imbarazzato.

Andrew rimase un po' in silenzio. Poi chiese -E tu cosa ne sai dell'amicizia?-

Newt rimase un attimo perplesso dalla domanda. -Avevo un'amica, una sola ma l'avevo, quando avevo quest'età.-

Si accorse solo al trasalimento di Andrew di aver usato le parole sbagliate. -Cioè -farfugliò- ce l'ho anche adesso un'amica.- Pensando a Tina, quasi arrossì, ma si sforzò di non perdere il filo del discorso. -Adesso ho diversi amici. Jacob, Queenie, Tina, David, Collin, Suzanne e tutti i Tassorosso. E, almeno per un po', tu sei stato mio amico. Non potrò essere il tuo 'amico del cuore', perché non starò qui per molto. Ti prego, non mi chiedere perché, o quando, nemmeno io lo so. So solo che sono bloccato in questo caos e quello di cui avrei davvero bisogno, adesso, è un amico che mi faccia coraggio, che mi faccia continuare avere come se fosse tutto normale, che rida con me del naso di Piton e che sia disposto ad ascoltare i miei noiosi monologhi su creature che nessun altro apprezza.-

Andrew aprì la bocca, ma Newt lo fermò.

-No, lasciami andare avanti, per una volta che so cosa dire. Il che é una cosa preoccupante sotto alcuni aspetti. Ma comunque-disse lui tornado la discorso di prima -Tutto questo discorso non te lo faccio perché voglio che tu torni mio amico. Cioé, voglio che tu torni mio amico, ma non solo per convenienza. Ho già un amico che sta al di fuori del vero casino della mia vita, che è la mia vecchia vita, insomma...- si imbambolò di nuovo.

-Io ho un amico, David. Però prima o poi me ne andrò, te l'ho detto, non lo so quando, ma quando succederà non voglio andarmene lasciandoti solo questo ricordo di me, quello del bugiardo. Non voglio lasciare la cosa a metà. E soprattutto...Non voglio fare finta di niente quando mi guardi male a pranzo o mi ignori a lezione. Perché non è giusto. Potremmo essere amici, indipendentemente da quello che mi è successo o ti è successo. E mi piacerebbe che tu fossi di nuovo mio amico.-

Andrew lo squadrò per un po'. -Sai che fai davvero schifo come oratore?-

Newt sorrise imbarazzato e abbassò lo sguardo.

-No, dico sul serio, è il peggior discorso che abbia mai sentito in vita mia, cioè, hai fatto casino e hai mischiato le parti e ogni tanto non si capiva più niente.-

-Lo so- rispose Newt, smettendo di guardarsi le punte dei piedi ma non di sorridere.

-No, dai, non dovresti essere felice, sei proprio negato, pessimo- rispose Andrew, ma ridacchiava.

-Lo so- ripeté Newt.

-Avrai bisogno di una mano. E non da David, lui non sa proprio parlare, figurarsi convincere.-

-Lo so.-

-Ma per Merlino, tu sai una frase sola?-

-Lo so.-

Stavolta Andrew gli diede una spinta, ma troppo debole per fargli davvero male.

Scoppiarono a ridere.

-E va bene, hai vinto. Ma questo non toglie che tu sia parecchio scemo, Mooncalf.

-Ce ne hai messo di tempo a capirlo. Comunque N.

-Eh?

-E' la mia iniziale. Se proprio Will non ti piace.

Andrew lo guardò sorpreso. -Come vuoi, Nooncalf- dichiarò alla fine con un sorriso.

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💫SPAZIO AUTRICI💫

EHI MIE PICCOLE TESTE DI MEZZO
Finalmente si sono chiariti quei due diciamo che hanno raggiunto il loro HAPPY ENDING (riferimentipuramentecasuali always_marta)
Comque questo capitolo in teoria doveva concludersi proprio in questo modo cioè mi spiego in teoria la parte del discorso di Newt di "scuse" se si può chiamare così non doveva esserci o meglio doveva essere nel prossimo capitolo but é successo il DRAMA perché a capitolo concluso risultavano soltanto 900 parole e boh l'idea di pubblicare un capitolo così corto mi faceva arricciare il mio regale naso (e anche quello di Sofy) so alla fine abbia mandato a quel paese l'effetto suspance e abbiamo aggiunto anche il discorso.
Mi sento regale quanto una PATATA (scusate ma doveva dirlo adoro questa frase😍)
-Kathe

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