43. "As Always!"

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Hogwarts, 7th November 1992

Risate. Questa è probabilmente la parola più adatta per riassumere quel pomeriggio di venerdì. Le ragazze infatti, dopo l'ultima ora, avevano deciso di trascorrere il resto della giornata insieme. Queenie non si era unita a loro ("Sai, mi sono appena ricordata di aver dimenticato una cosa nell'aula di Babbanologia"), ma in compenso Alessandra, o Ale, come volete, si era aggiunta al terzetto.

Lo spirito scherzoso di Kathe e il sarcasmo di Tina avevano fatto il resto.

All'inizio avevano scelto il cortile come sfondo, poi però, un po' perché Audrey non voleva lasciare sola Alison, un po' perché iniziava a far freddo, le quattro tornarono al Dormitorio.

-Certo, perchè tu- stava dicendo Kathe con aria scandalizzata -non l'hai dovuta sopportare costantemente da quando sei nata. Cioè, ti pare possibile che all'età di quattro anni questo essere -indicò la gemella- andava a dire alle persone che il guscio della tartaruga non si chiamava "guscio" ma "carapace"?!-concluse con una vocetta acuta da bambina.- Io mi chiedo come ho potuto sopravvivere.-

Le altre due scoppiarono a ridere, mentre Sofia incrociava le braccia, fintamente risentita. -Non capisco cosa c'è da ridere se una persona ha ragione...-

-Ho capito, ma a quattro anni?!-

-Sono sempre stata più intelligente di te, fin dall'iniz...- Sofy fu interrotta da un cuscino che le arrivò dritto in faccia.

Non perse tempo a ricambiare il favore e Tina dovette urlare -Stooooop- per evitare che iniziasse una guerra aperta, mentre tutte e quattro si rotolavano dalle risate.

La magica atmosfera fu però interrotta da rumore di qualcuno che bussava gentilmente alla porta.

-Parlando di intelligenza superiore, ecco che arriva l'altra! Arrivo!- disse Kathe alzandosi precipitosamente dal letto.

La porta si aprì rivelando una studentessa. Kathe la fece entrare, così Audrey riuscì a vederla meglio. La prima cosa che notò fu il sorriso gentile stampato sulla sua faccia. Un sorriso gentile e innocente.

Il fatto che la ragazza fosse particolarmente minuta, unito a quel suo modo unico di sorridere, la faceva sembrare più giovane di quanto non fosse in realtà. La sensazione era accresciuta dal fatto che preferiva cenni discreti alle parole.

La pelle chiara metteva in risalto i suoi occhi che, dietro delle spesse lenti degli occhiali, apparivano di un bel verde scuro. Guardando bene, poi, si notava un anello brunito attorno alla pupilla.

I lunghi capelli castani erano legati in un'affrettata coda di cavallo.

In mano reggeva una pila di libri, che quasi la sovrastava, facendola sembrare più bassa di quanto già non lo fosse.

Una spilla da Prefetto, perfettamente coerente con il suo aspetto, era accuratamente appuntata sulla divisa da Tassorosso ...no, aspetta, la divisa da Tassorosso?

Audrey aguzzò la vista. Aveva più o meno la stessa sensazione di quando all'entrata del bagno incontrava un ragazzo e restava immobile per una quantità indefinita di secondi a chiedersi chi dei due aveva sbagliato bagno. Ma in quel caso non c'era dubbio. Era una Tassorosso nel Dormitorio di Corvonero.

Si chiese come avesse fatto ad entrare, ma poi pensò alla fine chiunque avrebbe potuto risolvere l'indovinello che l'aquila proponeva ogni volta all'entrata, o almeno chiunque dotato di cervello.

Le sorrise, compiaciuta dalla sua bravura. La ragazza ricambiò il sorriso.

Solo ora Tina si rendeva conto di averla già vista di sfuggita con Kathe, a ridacchiare delle teorie e ship di quest'ultima, ma non aveva mai fatto domande.

-SWAN! quante volte te lo devo dire che devi aspettarmi fuori dalla porta?- la rimproverò Katherine con tono serio.

-Sorry girl, ma avevo trovato la risposta all'indovinello e... non ho resistito- rispose lei arrossendo.

-OH GOD!- continuò lei ridendo abbracciandola forte. -Certo che sei irrecuperabile!-

Le due, dopo un momento di pura amicizia, si ricordarono di non essere sole, così, rimandando il discorso a dopo, la nuova arrivata scaricò all'amica gran parte dei libri che teneva in mano.

-Ehi- si lamentò lei -hai la delicatezza di un elefante, as always.-

-Ehm... Puffskein- disse l'altra usando il soprannome affettuoso con cui chiamava l'amica - non ti ricordi... dovevamo andare in biblioteca a finire quel tema...-

-Ah sì. Giusto!- rispose Katherine strizzando l'occhio a Martha e facendo cadere tutti i libri che le aveva dato.

Martha alzò gli occhi al cielo - As always.-

Katherine corse quindi al suo letto a baldacchino, prese la tracolla già strapiena di fogli, boccette di inchiostro e libri e se la mise sulla spalla.

Stava tornando quando, risvegliata da un'occhiata di Martha, sembrò ricordarsi di qualcosa: -UUUPSSS!- esclamò tornando indietro. Aprì il cassetto del comodino e infilò accuratamente il contenuto nella tracolla.

Era un enorme plico di fogli.

Anche da lontano si poteva notare la moltitudine di scritte con calligrafie diverse e disegni bizzarri, non solo perché erano di colori sgargianti, ma anche perché erano fitti fitti di scritte e quindi era quasi impossibile non farci caso.

Infatti nonostante Kathe cercasse in tutti i modi di sembrare discreta l'attenzione delle ragazze, meno quella di Sofy, che ci era abituata, era per i fogli colorati.

Forse fu proprio a causa di tutta questa tensione che mentre stava per raggiungere Martha un foglio sfuggì alla presa della ragazza e scivolò vicino al letto di Audrey.

Tina si chinò a raccoglierlo e lo osservò, curiosa. C'erano frasi che sembravano citazioni, accompagnate da parole incomprensibili scritte a caratteri cubitali.

Girò il foglio da un lato all'altro per poterle leggere tutte. Solo quando trovò "Rufistra" capì.

-Rufistra sarebbero Rüf e la Sinistra?

-Ehm... noi dovremmo andare... Vero Martha?-

-Giustissimo girl-

Tina provò a leggere qualcos'altro prima che la gemella glielo strappasse gentilmente dalle mani.

-Ehi e la Newti.. no dai!-

-Una storia troppo lunga, basta sapere che sono perfettamente perfetti- concluse Kathe velocemente.

Ma sfortunatamente per lei Tina aveva un occhio di falco e qualcosa aveva assorbito completamente la sua attenzione.

-Hai seriamente scritto Wildrey?

-Lo so, non suona benissimo, ma noi abbiamo pensato che sia stupenda! Sembrano fatti apposta per stare insieme, cioè non puoi capire, è...-

-Comincia a correre!- tuonò Tina, che evidentemente aveva capito chi fossero i Wildrey, facendo ridere tutte.

La minore fece comparire un sorriso finto sul volto e poi aggiunse raggiungendo Martha: -Mi dileguo anzi meglio mi... disintegro. Andiamo?-

-Grazie per la vostra attenzione, andiamo, ciaooooo.-

Preso il braccio della ragazza, Katherine scappò via dalla "terribile" vendetta di Tina, che le guardava uscire.

Fortunatamente per loro aveva altro a cui pensare. Si stiracchiò, trattenendo uno sbadiglio. Due ore lì seduta sul letto comportavano una pila di compiti ancora da fare. Avrebbe potuto lasciar perdere, ma non ne aveva intenzione.

Prese il libro di Erbologia dal suo baule e cominciò a fare il suo tema. Le ore passarono e presto anche Ale se ne andò e Sofia si trasferì in Sala Comune per non disturbare Tina, che poté quindi finire il tema in tutta tranquillità.

Alla fine, dopo un intero pomeriggio di lavoro, Tina poggiò la penna e ammirò soddisfatta il suo operato, che comprendeva, oltre al tema su Erbologia, un'esercitazione di Trasfigurazione e una relazione di Aritmazia.

Mentre riponeva le pergamene, si sentì un clack e un fruscìo di tessuto.

Tina alzò lo sguardo e vide Alison, per metà fuori dalla valigia, che spuntava da sotto il baldacchino. Appena la vide, sul suo viso comparve un grazioso sorriso.

-Teen, devi venire a vedere! Vieni a vedere cosa so fare!- cinguettò entusiasta con un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

-Al!- la richiamò Tina, guardandosi attorno allarmata. Per fortuna non c'era nessuno. -E se c'era un'altra ragazza e tu saltavi fuori così, cosa le dicevo?-

Le due infatti avevano già parlato di quell'argomento almeno una decina di volte, soprattutto da quando le gemelle erano venute a conoscenza delle bambina. Eppure Tina continuava a rimanere dell'idea che Alison non dovesse uscire dalla valigia, e non perché volesse renderle la vita un'inferno, ma perché aveva paura che se le avesse lasciato troppa libertà avrebbe combinato un disastro (d'altronde, conoscendo il padre...).

La bambina arrossì, consapevole di essersi fatta prendere dall'euforia. -Scusa, solo che volevo farti vedere...-

La donna scosse la testa. -Non importa, abbiamo avuto fortuna. Solo stai attenta la prossima volta...Anzi, no, perché non ci sarà una prossima volta, vero Aly?

Alison annuì seriamente, poi riprese a sorridere e le fece cenno di seguirla, calandosi nella valigia. L'altra si affrettò a seguirla.

Quando Tina scese le scale, la bimba si era già precipitata fuori dalla capanna.

"Chissà cosa ha in mente..."

Superata la porta di legno della casupola, lo scoprì: Alison volteggiava a mezz'aria sulla sua Tornado.

-Guarda! Così vado a destra- disse la bambina, con una virata un po' brisca. -E così a sinistra!.. No aspetta...Oppure il contrario, non mi ricordo mai.-

Tina la guardò. Non sapeva se ridere o allarmarsi. Insomma, il tutto era sicuramente comico, ma la bambina non sembrava essere molto stabile sulla scopa e se non avesse fatto attenzione forse da giocosa e buffa la situazione si sarebbe trasformata in una e vera propria catastrofe.

Eppure non riusciva a non sorriderle. "Devo appuntarmi sul blocco di prendere un giorno per insegnarle la destra e la sinistra" pensò guardandola.

-Ehi, vuoi vedere qualcosa di ancora più forte?- disse la bambina euforica. E così senza preavviso lasciò le mani dal manico e le alzò in aria.

L'altra ebbe un tuffo al cuore. -Al...

Stava per intimarle di scendere immediatamente: ondeggiava decisamente troppo.

-Senza maniiii- urlò la piccola, meno divertita. Stavolta aveva davvero esagerato e se ne rendeva conto da sola. Stava cadendo e non sembrava in grado di riprendere il controllo della scopa, e probabilmente Tina non fosse stata pronta la piccola si sarebbe fatta non poco male.

-Arresto momentum!- gridò l'Auror, ancora più forte. La piccola sportiva e la sua scopa si fermarono a una spanna da terra.

Appena toccò il suolo Tina corse ad abbracciarla, scossa. La strinse forte, quasi con violenza. Poi la allontanò prendendola per le spalle. -Ma cosa ti è venuto in mente? Potevi cadere! Potevi anche morire! Cosa avremmo fatto io e il tuo papà?-

Era arrabbiata. Molto arrabbiata e non sembrava fare apposta come faceva spesso il padre con la piccola.

Alison la guardava intontita, già con le lacrime agli occhi. Non l'aveva mai vista così.

-Mi fai male- balbettò.

Tina lasciò la presa sul suo corpicino magro per alzarsi in piedi e prendere la scopa.

-Cosa fai?- chiese Alison, ancora confusa e spaventata.

-La porto su. Non devi più salire sulla scopa da sola-

-Lasciala!- la implorò Al.

Tina si girò. Anche lei stava piangendo. Si inginocchiò per guardare la bambina degli occhi e disse con fermezza -No.-

Alison allora la rincorse e gli sbarrò la strada. -La rivoglio!- disse con le lacrime agli occhi.

- Non protestare e ti prego fammi passare-

-Ma è la mia! Me l'ha regalata papà, non me la puoi portare via!-

- Ti ho detto di no! Non farmi arrabbiare, Alison-

-Tu non puoi, non sei mia madre! Non è giusto!-

Ma Tina non le badò, come se da un momento all'altro fosse diventata sorda.

Si voltò e rientrò nella capanna per mettere di sopra la scopa, lasciando un fagottino inerme e sconvolto sul prato.

Al tremava, sbigottita. Non si sarebbe mai aspettata una reazione del genere da Tina. O da chiunque altro, se era per quello.

Si sedette a gambe incrociate e si dondolò per un po' avanti e indietro finché i singhiozzi non si calmarono.

Sì, capiva che Tina non voleva che si facesse male, ma era stata comunque molto più arrabbiata del solito. Eppure era triste. Anche Al a volte era arrabbiata e triste, ma non aveva mai visto Tina così.

Però non era solo per questo che ci era rimasta così male, capì a un certo punto. Era perché nessuno, nei suoi sette anni di vita, le aveva mai detto di no.

Il papà finiva sempre per lasciarle fare tutto quello che voleva, o per dirle di non fare qualcosa quando ormai era troppo tardi, ma non perché non fosse preoccupato per lei, solo perché era tanto buono.

E la mamma? La mamma non era così buona. Perché non le aveva mai detto di no?

Alison ci rifletté per un po', finché non le vennero in mente le lacrime di Tina.

Leta non si era mai preoccupata per lei fino a piangere...

"Non credo che le importi molto di me" pensò allora.

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SPAZIO AUTRICI

Hei piccole salamadre
Credo che non vi aspettavate che avremmo pubblicato un'altro capitolo dopo così poco tempo. Beh se lo facciamo c'é un motivo.
Oggi é il compleanno di always_marta  e quindi proprio perché oggi non riesco a stare un po' con lei allora ho deciso di starle vicino in un modo un po' insolito, ma non sarebbe eccitante se non ci fosse quel pizzico diversità.
Sei una persona speciale, mia piccola regina dei Porri
I like me better when I am with u
-Kathe & Sofy

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