Capitolo 10

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Capitolo dieci

Josh's Pov

La osservo in tutta la sua agitazione dopo quello che le ho detto e sinceramente non so nemmeno io perché mi sono uscite dalla bocca frasi del genere,non mi era mai successo.
Io una mezza idea l'avrei.
Non cominciare, cervello,no non mi piace,ha solo un bel viso e un bel culo,per me è solo questo. Ha anche dei bei capelli,sono appariscienti ma anche cosi naturali e ieri ho notato anche che odorano di vaniglia,profumo insolito per una ragazza cosi acida.
Adesso ti metti ad annusare i capelli delle ragazze?
La vuoi smet..
Ma la sua domanda mise fine alla mia conversazione malsana col mio cervello.

"Perché hai fatto cosi ieri?",mi chiede senza nemmeno guardarmi in faccia.

Ho notato che dirle delle frasi del genere o farle dei complimenti la mette in difficoltà e devo ammettere che mi diverto.
Quando dicevo delle frasi sdolcinate da rimorchio o facevo dei complimenti a una ragazza anche poco consoni,loro ridevano come se credessero di meritarli in pieno o che fossi sincero.
Lei invece si è arrossata tutta come se nessuno le avesse mai fatto un complimento,cosa assolutamente impossibile guardandola e ha cominciato a tirare la manica di quel suo maglione sicuramente il doppio di lei. Perché si veste cosi larga? Scommetto che ha un corpo bellissimo. E' visibilmente agitata eppure non avevo detto niente,ma le sue mani sono sudate nonostante cerchi di nasconderlo e comincia a guardare ovunque tranne che i miei occhi,quindi decido di lasciare perdere e di assecondarla.

"Perché odio chi mi manca di rispetto".
"Ah quindi attacchi al muro tutte le ragazze che ti rispondono male e non si chinano al tuo cospetto?",mi guarda acida,dritta con lo sguardo di fuoco.

Cambia sempre,ogni attimo,ogni secondo cambia umore,uno tsunami di sguardi e espressioni diverse.
In realtà non mi è mai successo di perdere il controllo,ma a dirla tutta nessuna mi aveva respinto in quel modo.

"Non mi sembra che tu abbia reagito più di tanto,se non ti avessi tenuta saresti svenuta",ho proprio voglia di prenderla un po' in giro ora.
"Questo non è per niente vero!",arrabbiata è ancora più bella,non posso non ridere.
"Non ridere di me",mi dice come una bambina imbronciata,ma quante sfaccietature ha questa ragazza?
"Va bene va bene,tregua dai,ma dimmi piuttosto perché ti sei scaraventata cosi su Melissa? Alla fine non aveva offeso te",sono davvero curioso di sapere la sua risposta.
"Prendi le difese di Melissa tutta glassa?".
"Melissa tutta glassa?",le chiedo ridendo,come posso non ridere?
"Si,è una cosa che non sopporto quello che ha fatto,penso che se avesse insultato me mi sarei arrabbiata di meno" .
"E cosa avrebbe fatto di preciso?".
"Ha dato tutto per scontato,ha dato per scontato che fossero solo parole dette a caso senza lo sforzo di ascoltare e capire. Le parole non sono solo lettere,le parole fanno male e rendono felici allo stesso tempo e l'autore stava cercando di far capire che la vita e breve e ti accorgi di tenere veramente a qualcosa solo quando la perdi e quindi di dare importanza anche alle cose più piccole",e mi incantai di nuovo ad ascoltarla,non a guardarla solo ad ascoltarla,ed era la sensazione più strana che potessi provare.
"Le parole fanno male e rendono felici allo stesso tempo?",chiedo sempre più curioso di quelle,sempre più curioso di lei.
"Certo,se ti dico che ti amo guardandoti negli occhi cosa pensi?",mi soffermai a quelle domande ma poi rispondo ricordandomi che mi sta facendo un'esempio
"Beh,io penso che mi ami"
"Giusto. Se ti dico che ti amo con la voce tremante?".
"Penso che avresti qualche dubbio sull'amore che provi per me" .
"Visto? Eppure ti ho detto entrambe le volte che ti amo ma hai interpretato le mie parole in due modi diversi".
"Perché ti ho ascoltata...",dico con un filo di voce sempre più preso dal suo ragionamento.
"Esatto,si deve sempre ascoltare,con attenzione a tutti i particolari che si possono raccogliere",dice accennando un sorriso.

Mi sento rilassato e ansioso allo stesso tempo con lei,in questo momento vorrei solo vederla ridere,ridere per davvero.

"Capisco...",non so cosa dire,per la prima volta nella mia vita non so cosa dire.

Non mi viene nessuna battuta o nient'altro di altrettanto intelligente per stupirla.
Quando mai ti viene qualcosa di intelligente da dire? E poi adesso vuoi stupirla?

"Da quando tu e Meredith siete amiche?"

Sei serio? Lei ti fa un discorso con un senso logico profondo quanto un'abisso e tu le chiedi di tua sorella?

"Amiche è un parolone,ci siamo incontrate per caso, in biblioteca".
"Incontri tutti per caso in biblioteca tu?"
"Quante volte devo dirtelo? È..."
"Un'errore lo so",più la conosco più sono convinto che era davvero finita li per puro caso.
"Chi era quella? Quella in biblioteca dico",la sua domanda mi soprese,non pensavo le importasse.
"Gelosa?",le chiedo scherzando.
"No per niente",dice sbuffando strappandomi un'altra risata.
"Era una mia amica,una cara amica"
"Si ho notato la vostra amicizia 'profonda'",dice mimando le virgolette.
"Ci stavamo divertendo su,sicura di non essere gelosa?Vuoi divertirti anche tu?",questa situazione mi divertiva troppo.
"No grazie,ci sono sicuramente modi più divertenti,che fare l'oca in calore su di te".

Mi irrita e diverte allo stesso tempo,avrei voluto baciarla ora,davanti a tutti,sotto questo albero.

"Sono sicuro che potrei farti cambiare idea,se mi lasciassi fare",

La volevo,la volevo mia e solo mia,dappertutto anche ora in questo campus,volevo poter domare una parte di lei tirandole quella coda rossa.
Mi guarda per un'attimo e poi mi sorride. Mi sta davvero sorridendo maliziosa?
Si avvicina al mio orecchio, più si avvicina piu sento che da un momento all'altro sarei scoppiato.
Un po' mi dispiace pensavo fosse diversa e non si lasciasse incantare subito dai miei modi di fare ma cosa posso farci? Infondo sono irresistibile e lei è come tutte le altre.
Si ferma al mio orecchio e con tocco leggero mi sfiora la spalla.

"Josh...",dice cosi vicina al mio orecchio che riesco a inalare tutto il suo profumo di vaniglia.
"Dimmi",rispondo in lotta contro me stesso per non strapparle quel dannato maglione in un luogo pubblico.

E poi volevo che me lo chiedesse lei,per un'altra vittoria,un'altra scommessa vinta e un'altro nome alla mia lista.
Mi stringe ancora più forte la spalla e mi sussurra un: "Fottiti" e se ne va alzandosi lentamente prendendo il suo zaino e dirigendosi non so dove.
Rimango li imbambolato,come un bambino a cui viene rubata la caramella e la osservo ciondolare dall'altra parte del campus.

"Oh jennifer no,tu non sei come le altre,non lo sei affatto...",dico tra me e me guardando quel cielo grigio di novembre tra le foglie dell'immenso albero sopra di me.
"Josh,Josh",una voce familiare mi richiama dall'altra parte del campus mentre corre contro di me.
"Si Drake?",domando con ancora il profumo di vaniglia tra le narici e la visione dei suoi capelli rossi sopra il mio petto.
"Amico ma dove ti eri cacciato? Perché non sei in mensa e sei sotto questo albero? Ti ho cercato ovunque!".
"Va bene va bene andiamo,ma cosa hai li?",chiedo al mio amico indicando il segno sul collo.
"Diciamo incidenti di percorso con una ragazzina del terzo anno in bagno",mi risponde più fiero che mai.
"Sei un pedofilo".
"Ma senti da che pulpito viene la predica,ammettilo cosa facevi li sotto l'albero? Ti riprendevi dalle tue scopate in biblioteca?".
"Ero con Jennifer a dire il vero".
"La rossa tutta fuoco e pepe? Oggi ne parlavano in classe".
"Cosa dicevano?".
"Mmm non so se voglio dirtelo"
"Drake! Dimmelo subito!"
"Ma che ti importa a te",disse sorpassandomi e dandomi le spalle con non curanza che stavo per ucciderlo.

Lo prendo di violenza per una spalla e lo faccio girare.

"Tu dimmi cosa hanno detto i tuoi compagni di classe!",ringhio.
"Tu prometti di venire alla festa di Tatiana sabato".

Passiamo ai ricatti ora? Se non fosse il mio migliore amico gli avrei già rotto il naso con un pugno.

"No Drake lo sai benissimo che non posso e sinceramente non ho neanche voglia!".
"Allora apposto,non saprai mai cosa hanno detto su di lei".
"Giuro che ti riduco a brandelli"
"Non potresti mai,mi vuoi troppo bene"

Maledizione ha ragione.

"Eh va bene,verrò a quella maledetta festa,ma solo per qualche ora,me ne andrò via presto".
"Vai cosi amico,ora ti riconosco!".
"Sisi va bene ora dimmi cosa dicevano".
"Nulla,non ho sentito proprio nulla,ma sapevo che era l'unico modo per convincerti,Jennifer è diventato un tuo punto debole,ci vediamo domani,stammi bene e miraccomando ricordati di sabato",dice mentre si allontanava da me ridendo e io li in corridoio mentre digrignavo i denti.

Non posso crederci,preso in giro da quella palla di pelo bionda di Drake.
Jennifer mio punto debole? Ma cosa sta farneticando? Cazzate solo cazzate!

****

Jennifer's Pov

Ma io mi chiedo, si può davvero essere cosi perversi ed egocentrici? Non rispondo di me stessa ad affermazioni del genere.
Ma non sono mai stata cosi soddisfatta in questi tre giorni a Mahnattan come quando ho visto i suoi occhi illuminarsi pensando che stessi per cedere alle sue avance da dodicienne arrapato e poi lasciarlo li come un deficiente.
"Con me ti divertiresti,vuoi provare?"
Ma chi sono io? Una bambina al Luna Park che vuole andare sulla giostra?
Vorrei prendere a sberle quel viso ripetutamente,odioso odioso odioso!
Ti dai una calmata? Ti ricordo che la mensa è un luogo pubblico,non puoi dar di matto qui!
Zitta coscienza,non sopporto quel ragazzo!
Lo dici per convincere me o te stessa? Che poi sarebbe la stessa cosa visto che sono la tua coscienza.
Lo dico perché è vero,punto.
Però è stato ad ascoltare la 'Jennifer filosofica' sotto un albero,mentre tu ti pavoneggiavi con i tuoi discorsi da ultimo dei moicani,più attento che mai,ti ricordo.
E' vero. Mi aveva ascoltata attentamente,facendomi anche delle domande. Non so se lo facesse per interesse o per provare a sedurmi ma quegli istanti erano stati piacevoli,mi ero quasi dimenticata del suo carattere irritante e manipolatore.

"Jennifer,scusa se ti disturbo ma cosa hai?",mi chiede Meredith seduta da almeno una mezz'ora buona che mi osservava stranita.
"Scusami Meredith,ma io davvero tuo fratello non lo sopporto!".

Scoppia in una grande risata cosa che non mi aspettavo. E' cosi dolce con quei suoi ricci immensi sbucargli da quella testolina,sembra una nuvoletta nera,mi viene quasi voglia di mangiarla.
Mangieresti qualsiasi cosa ti capiti a tiro!
Vuoi fare anche la mia dietologa ora?

"So che può essere un po' pesante ma io non posso comprenderti del tutto",la guardo un po' confusa non capendo cosa cerchi di dirmi ma poi continua,"vedi la nostra famiglia non è mai stata come dire,molto presente ecco. Per svariati problemi siamo sempre stati un po' tutti distaccati tra di noi,sopratutto con mio padre. Non dico che ci odiamo tutti a vicenda e cerchiamo di ucciderci nel sonno ma non siamo nemmeno da Natale tutti insieme sotto l'albero".
"Mi-mi dispiace",l'unica cosa che mi esce dalla bocca in quel momento.
"Non dispiacerti tranquilla ma non è questo il punto. Il punto è che nonostante la mia famiglia sembrava stesse affondando lui è stato capace di ritirarla su,di ritirare su me.
Non piangeva mai,non ho mai visto una lacrima rigare il suo viso ma sempre pulire le mie e quelle di mia madre. Teneva mia sorella più piccola in tutti i modi fuori da quella trincea che era diventata casa. Stava con lei intere giornate al parco e la riportava a casa solo quando si addormentava in modo che non dovesse assistere alle grida e alle discussioni tra mio padre e mia madre e quando tornava a casa e cercava di calmare le acque,litigando con mio padre al posto di mia madre e poi veniva in camera mia. Tutte le notti,tutte le notti di un'intero anno dormiva nel mio letto tappandomi le orecchie e accarezzandomi i capelli,non riuscivo ad addormentarmi e mi giravo e rigiravo continuamente ma lui era li con me e passava notti insonne con me. So che può sembrare un completo deficiente,ma gli devo più della mia stessa vita perché senza di lui non sarei uscita da quel bivio".

Sento ogni parola,scandisco ogni parola nella mia testa e lentamente le ripeto nella mia mente.
Mi rivedo in lei,mi rivedo in quella ragazza inerme che non sa più dove sbattere la testa,mi rivedo nella ragazza che ha bisogno di disperato aiuto.
L'unica differenza é che lei ha avuto suo fratello Josh a sostenerla mentre io sono dovuta annegare migliaia di volte prima di risalire in superficie. Certo mio padre era con me ma come potevo chiedere aiuto allo stesso uomo che probabilmente stava affogando come me.
Ora sono qui in questa mensa, ma a volte nel sonno affogo in mezzo a quella pioggia.
Non so più cosa pensare,ne cosa dire e lei perfortuna mangia il suo cibo in silenzio perché non si aspetta una vera risposta da me infatti mi limito ad annuire.
Non sono brava nell'esprimere cosa provo,figuriamoci a compatire gli altri e lei sta li a mangiare silenziosa. Probabilmente ripensando a quegli orribili eventi che le passano davanti come un film,esattamente come succede a me.
Non posso fare molto ma le accarezzo la mano,piano e leggermente come per paura di romperla in qualche modo.Lei mi sorride stringendola forte,cosi forte che penso che a momenti mi scoppieranno le nocche,ma decido di resistere al dolore e far finta di niente perché non so cosa avrei dato io per qualcuno che mi stringesse la mano in quel modo,in quei momenti.
Lo vedo li,in un tavolo lontano con Drake e altre due ragazze che sicuramente si era fatto entrambe in un qualche angolo remoto di questa scuola. Ma lo vidi sotto una luce diversa,forse i suoi occhi erano cosi neri per un motivo.
Come sei davvero Josh? Cos'hai passato in quell'anno? E chi ti ha salvato? Chi ti ha aiutato a non annegare?
Sto impazzendo,sto davvero per impazzire.Devo fare qualcosa,devo dire qualcosa sento il corpo andarmi in tilt.

"Jennifer cos'hai? Ti ho turbata?".
"Meredith..."
"Dimmi Jennifer"
"Mia madre è morta quando avevo sette anni davanti ai miei occhi per colpa mia",le dico guardandola negli occhi senza far trapelare nessun sentimento,nessun emozione e i suoi occhi si sgranano verso di me.

Non posso credere di averlo detto,di averlo detto a una persona che conosco da tre giorni,di averlo detto per la prima volta cosi ad alta voce.
Ma mi sento stranamente bene,come se stessi annegando di meno,come se stessi quasi uscendo da quella fossa.

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