Capitolo 46

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Capitolo quarantasei

Jennifer's Pov

"Jennifer!".

Avete esempio quando dite "cosa potrà mai succedere di peggio ora?" e poi seduta stante si presenta il peggio?
Ecco è esattamente quello che sta succedendo in questo momento.
Osservo la scena disgustata quando la donna scende frettolosamente dalle gambe di mio padre.
È una donna magra dai capelli castani raccolti in uno chignon,ora non tanto ordinato, e non voglio sapere il perché.
Indossa un tailleur nero e una camicetta bordeaux assieme a dei tacchi alti dello stesso colore della gonna.
I suo occhi azzurri mi scrutano con terrore e non so se mi guarda cosi per lo sguardo che le sto dedicando o per il fatto che li abbia colti in fragrante.

"Jennifer",ripete mio padre,"Cosa ci fai qui?".

Mi giro di scatto verso il viso di mio padre che mi guarda terrorizzato quanto lei.
Non ho la minima idea di che espressione abbia la mia faccia in questo momento ma sicuramente non è una faccia felice.

"Al massimo cosa ci fa lei qui",la indico,"Io sono venuta a prendere le mie chiavi".
"Oh io cioè",John Milton che balbetta?,"È tardi pensavo non saresti più venuta".
"Dispiaciuto che vi abbia beccati?",chiedo ridendo amaramente.
"Jennifer...",mi richiama con il suo solito tono.
"No Jennifer un bel niente!",grido,"Chi diavolo sei?".

La donna sbarra gli occhi come sorpresa che io le abbia rivolto la parola.

"Lei è...".comincia mio padre.
"Ho chiesto a lei",sputo acida,"Non ho parlato con te".
"I-io...".
"Allora? Devo chiederti un documento per caso?",le urlo ancora contro.
"Jennifer ti devi calmare!",tuona mio padre.
"E tu devi cominciare a dirmi la verità".

Dopo la mia frase mio padre si inzittisce sedendosi sulla poltrona sapendo che non si può difendere in alcun modo.

"Sono Isabel",si decide finalmente la donna a parlarmi porgendomi la mano.
"Non ti stringerò la mano quindi puoi anche ritirarla".

Ritira subito la mano alla velocità della luce sotto lo sguardo torvo di mio padre.

"Voglio solo le mie chiavi",sentenzio stanca di tutto.
"Fammi spiegare",ripete mio padre

"Se non mi dai le chiavi me ne vado seduta stante con un taxi".
"Jennifer abbiamo iniziato con il piede sbagliato",parla Isabel.

Rido sommessamente alla sua frase. Non so nemmeno più per che cosa sono arrabbiata in questo momento.
Non so se sono più arrabbiata per quello che è successo con Josh o se è per mio padre e Isabel.

"Non abbiamo iniziato proprio un bel nulla",le dico,"Sei solo una tresca non credere di poterti appropriare dei soldi di mio padre in questo modo".
"Jennifer stai esagerando!",urla lui,"Chiedile subito scusa".
"Dovrei chiedere io scusa? Non credo proprio".
"Jennifer",ringhia lui,"Chiedile subito scusa".

Come può arrabbiarsi in questo modo con me per una donna qualunque? Come minimo è una delle tante segretarie di questo ufficio.

"Non importa John davvero",dice lei.

Oh ma come sono intimi.

"Hai sentito John?",lo derido,"Isabel ha detto che non importa".
"È meglio che vada",dice lei.
"No",nega mio padre,"Rimani,parliamone".
"Si Isabel rimani,me ne vado io".

Con quest'ultima sbatto violentemente la porta e mi dirigo verso l'ascensore sotto lo sguardo della segretaria.
Avrà sicuramente sentito tutte le urla,ora avrà qualcosa su cui spettegolare coi suoi colleghi,quando si annoia.
Corro a più non posso per la seconda volta senza una meta precisa.
Non so dove andare,non voglio tornare a casa,ma credo sia l'unica opzione possibile.
Di primo istinto vorrei andare da Meredith, ma solo a pensare di poter incontrare ancora un volta lo sguardo cupo di Josh,una rabbia e una paura estranea si infonde in me.
Chiamare Drake sarebbe troppo strano,per quanto sia mio amico,so che la prima cosa che farebbe è chiamare Josh subito dopo.
Michael è fuori questione. Sembra che io lo chiami solo quando ho bisogno di qualcosa.
Leo e Olly sono ancora troppo estranei a me per poter parlare con loro.
Olly,si sta dimostrano abbastanza amichevole,ma ancora qualcosa non mi quadra.
Leo invece mi sta creando dubbi,che su di lui,non ho mai avuto. Non sono ancora riuscita a decifrare gli sguardi tra lui e Clark e il fatto che il suo zaino fosse cosi leggero mi confonde ancora di più.
Mi mancava solamente quella Sollabel!
Si chiama Isabel.
È la stessa cosa.
Ma poi io mi chiedo,da dove è sbucata? L'ultima cosa che credevo è che mio padre avesse bisogno di una donna.
Decido di prendere l'autobus per tornare a casa,per allungare il percorso del mio rientro.
E poi perché Josh ha dovuto reagire in quel modo? Era solo una foto non il suo conto bancario.
Non vedevo quello sguardo da troppo tempo,mi ero dimenticata di quanto Josh potesse diventare rabbioso e violento,sopratutto quando si tratta di lei.
Non credo di essere in torto,stavo solo cercando le chiavi e c'era anche la foto.
Forse non dovevo guardarla cosi attentamente ma aveva semplicemente attirato la mia attenzione e non sapevo fosse proprio Caroline!
Perché tiene ancora quella foto nel suo comodino? Infondo è la sua ex,quella arrabbiata dovrei essere io!
Se prova ancora qualcosa per lei cosa sta facendo con me? Io non voglio riempire i vuoti o le lacune di nessuno. Io stessa ne sono piena,non ne sarei in grado.
Osservo Mahnattan dal finestrino dell'autobus mentre la città scorre veloce sotto ai miei occhi.
Tutti gli edifici scompaiono poco dopo e vorrei che i miei problemi fossero come gli edifici che scorrono veloci dal finestrino.
Ormai sono praticamente giunta a casa e la mia tentazione di non rientrare e di dormire in giardino è alta.
Poi il vento forte di Novembre batte sulla mia pelle biancastra e castro subito l'idea.
Noto l'auto di mio padre parcheggiata mi fa capire che lui è gia giunto a casa.
Entro di soppiatto diretta in camera mia,senza degnare di uno sguardo nessuno,ma una voce mi ferma.

"Jennifer fermati".

Non ho intenzione di ascoltare le scuse di mio padre quindi facendo finta di non sentirlo salgo sul primo scalino.

"Jennifer",mi fa girare prendendomi il polso,"Perfavore".
"John Greg Milton lasciami".

Mio padre si incupisce,odia quando lo chiamo per nome.
Anny e Greg invece si guardano nervosi perché sanno che quando lo chiamo cosi sono davvero furiosa.

"Parliamone",mi chiede
"Ma di cosa vuoi parlare? Forse avresti dovuto parlarmene prima non credi?",chiedo severa.

"Lo avrei fatto".
"Quando?",urlo,"Quando mi avresti detto che hai una donna?".

Anny e Greg non si scompongono per niente e qualcosa mi dice che l'unica all'oscuro di questa situazione sono io.

"Voi lo sapevate?",chiedo girandomi ma loro abbassano semplicemente il capo,"Oh fantastico!".
"Jennifer calmati".
"Chi altro lo sa? Forse anche il postino lo sa e io no. Ma tanto che importa? Sono solo tua figlia! Te lo ricordi vero che sono tua figlia?".
"Certo che so che sei mia figlia",sbotta offeso,"Per questo non te l'ho detto,cercavo il momento giusto,per non ferirti".
"Beh entrare nel tuo ufficio e trovarvi avvinghiati non è stato il momento giusto".

So che può sembrare patetico ma nell'esatto istante che ho visto il volto di Isabel nella mia mente è comparso quello di mia madre.

"Hai reagito in malo modo".
"Come avrei dovuto reagire?",tuono,"Dovevo entrare sorridente,abbracciarla e poi cominciare a spargere petali di rosa per l'ufficio?".
"Jennifer...",mi richiama non sapendo cosa dire.
"No dai dimmelo cosa avrei dovuto fare? Farci un bel selfie a tre per poi incorniciarlo?".
"Avresti potuto cercare di capire la situazione",cerca di non urlare,so che vuole farlo,ma è troppo nel torto per permetterselo.
"Quale situazione?",urlo togliendo finalmente la presa dal suo posto.
"Provare a conoscerla,io ci tengo a lei".

In quel momento sento come se stessi fluttuando nel vuoto,come se le scale sotto di me fossero scomparse.
Tiene a lei? Tiene a lei quanto teneva alla mamma? Si è scordato di lei?

"Tieni a lei? Da quanto tempo va avanti questa storia?",domando non sicura di volerlo sapere davvero.
"Sette mesi",dice quasi in un sussurro.
"Sette mesi? Ancora prima di ritornare a Mahnattan?",ormai ho la gola in fiamme dalle urla,"E in sette mesi non hai mai trovato un momento giusto?".
"Jennifer cosa dovevo fare?",mi chiede ormai disperato,"Tu eri sempre cosi silenziosa,appena sentivi qualcuno che avesse il nome di tua madre ti irrigidivi,come potevo dirti che c'era un'altra donna nella mia vita? Solo da quando sei qui hai cominciato a mostrare segni di vita".

Sposto lo sguardo da mio padre a Greg ed Anny e decido che se non mi stendo subito potrei crollare su queste scale.
Mi rigiro andando verso camera mia perché mi sento semplicemente stanca e mi sento estremamente pesante.
Stanca di tutte queste situazioni che si susseguono senza darmi pace.

"Schifosa Mahnattan",mi accascio alla porta.

Porto le ginocchia al petto e schiudo gli occhi cominciando a dondolare. Vorrei tanto piangere dal nervosismo ma mi impongo di non farlo.

"Signorina Jennifer",bussa Anny alla porta.

Allungo la mano girando la chiave per farle capire che non ho voglia d parlare nemmeno con lei.
Lei e Greg sapevano e non mi hanno mai detto niente,so che non era compito loro parlarmene,ma in questo momento sono semplicemente arrabbiata con tutto e tutti.

"Non piangere Jennifer,non piangere",mi ripeto dondolandomi.

Non piangerò per Josh e i suoi stupidi sbalzi d'umore e non piangerò per una donna qualunque.

"Non piangere Jennifer..."

****
Josh's Pov

"Amore te lo ripeto per la milionesima volta,ti sbagli",cantilena Meredith.
"Tuo padre mi odia",le ripete cingendole i fianchi.

"Ti dico di no invece,lui fa cosi con tutti all'inizio".
"Mm sarà",le risponde spostando ancora di più le mani.
"Ehi Drake",tiro uno schiaffo sulle sue nocche,"Su le mani".

Meredith fa una risata mentre Drake mi tira uno sguardo annoiato.
Spero per lui che tenga le mani apposto,sopratutto con me attorno.

"Dov'è Jennifer?",chiede Meredith.

Uno sbuffo mi esce involontario nel sentire il suo nome e una serie di avvenimenti si propagano davanti ai miei occhi.
Ricordo la sua domanda in biblioteca,quella che mi ha lasciato spiazzato ma a cui sembrava cosi interessata.

"Non so cosa sia l'amore",mi disse.

Eppure in quel piccolo angolo di biblioteca,quando mi ha guardato spogliandomi di tutte le mie paure e quando ha appoggiato la sua mano su di me,sembrava trasmettere cosi tanto amore.
Non so cosa avessi in quel momento,volevo semplicemente far sparire da lei quell'espressione afflita che aveva e passare le mie dita tra i suoi capelli che tanto amo.
Ma non mi bastava,non mi bastava passare solo quel poco di tempo che ci rimaneva in quella biblioteca.
La volevo ancora più mia,ancora più tempo,solo io e lei.
Per questo ho deciso di portarla a casa mia e sono rimasto sopreso nel vederla accoccolata a me durante il film horror.
Chi lo avrebbe mai detto che lei fosse cosi terrorizzata? Si è praticamente catapultata su di me.
Non passavo una giornata simile con qualcuno da tanto tempo ormai e mi ha reso strano ma allo stesso tempo felice.
Ancora riesco a sentire le sue dita premere sulle mie braccia e il sapore dei suoi baci su di me.
I suoi baci sono cosi diversi,sono persino diversi da quelli di Caroline,non sono seducenti come se volesse dimostrarmi qualcosa.
Erano dolci delicati come se volesse semplicemente baciarmi e non dimostrarsi seducente e esperta ai miei occhi,come hanno sempre fatto tutti.
Percepisco ancora la sua mano aggrovigliata ai miei capelli e il suo bacino scontarsi sul mio.
Mi voleva,anche se non lo ammetterà lei mi voleva e io volevo lei.
La volevo in un modo esagerato quasi ossessivo,volevo sentirla dentro,marcare la sua pelle e sentirla urlare il mio nome.
Ma qualcosa dentro di me mi diceva che con lei non potevo farlo,non ora almeno.

"Eccola",squittisce Meredith entusiasta.

Jennifer varca il cancello della scuola con sopraciglia aggrottate e le labbra chiuse in una linea dura.
Sembra davvero furiosa ed era parecchio che non la vedevo arrabbiata con il mondo.
Ci sorpassa facendo un cenno di saluto con la mano e un mezzo sorriso per poi entrare spedita a scuola.

"Ma cosa diavolo...",dice Drake.

Entrambi si girano verso di me come due fulmini guardandomi di sottecchi.

"Cosa lei hai fatto?",chiedono all'unisono.
"Cosa? Perché dovrei averle fatto qualcosa?".

So che è arrabbiata per quello che è successo ieri in camera mia per via della foto,lo so benissimo.

"Non credere che la mamma non mi abbia detto che ieri Jennifer è praticamente scappata da casa nostra".

Non so cosa mi sia successo ma sono davvero consapevole di aver sbagliato e di aver esagerato.
Ho visto il suo terrore nei suoi occhi quando ho tirato il pugno ma ho anche visto la rabbia diffondersi nel suo corpo.
Quando l'ho vista guardare la foto di Caroline mi sono sentito soprafatto da mille emozioni diverse.
È stato come guardare due parti della mia vita in un solo istante.
Il passato e il presente si stavano mischiando davanti a me in quella camera da letto.
Nella foto era racchiuso il mio più grande amore,quello che ora odio,quello che mi ha lacerato dentro.
Mentre colei che teneva in mano la foto racchiudeva la mia più grande confusione.
Jennifer prova qualcosa in me,ne sono consapevole,solo non so cosa.

"Non sono affari tuoi",dico sgarbato guardando mia sorella.

Meredith mi tira un'occhiataccia e slegandosi dalla presa di Drake se ne va nella parte in cui si dirigeva Jennifer.
Forse dovrei essere io quello ad andare a cercarla ma sono ancora troppo preso dalla rabbia e so che si creerebbe un'altro casino.

"Allora?",domanda Drake calmo mettendo una mano sulla mia spalla,"Me lo dici cos'è successo?".
"Caroline".

Rispondo solamente con il suo nome perché basta quello per far capire che la situazione non è semplice.

Drake fa un grande sospiro e poi toglie la mano da me per potermi guardare.

"Non puoi farti comandare da lei anche quando non c'è Josh,non permetterle di rovinarti anche da lontano".

Lo so Drake lo so...

****
Jennifer's Pov

Sarei voluta andare li e tirare a Josh un pugno in faccia solo per sfogare un po' della mia rabbia.
È cosi irritante vederlo cosi calmo mentre chiacchera con gli altri come se niente fosse.
Come se la sera prima non stesse per distruggere camera sua mentre sbraitava contro di me.

"Jennifer",mi richiama Meredith correndo verso di me.

Poverina.

Avrà creduto che c'è l'avessi con lei o qualcosa di simile oppure che non volessi stare in loro compagnia.
Mentre in realtà non volevo avvicinarmi a Josh per paura di poter avere un'attacco di rabbia e tirargli qualcosa per farlo svenire.

"Meredith".
"Qualcosa non va?",mi chiede dolcemente,"Ti ho fatto qualcosa?".
"No Meredith",le dico il più dolcemente possibile,"Tu non hai fatto niente".

È tuo fratello che è un totale idiota!

"Allora cosa succede? Sei praticamente scappata".

Non mi piace che Meredith creda che sia colpa sua,anche se è una cosa che tende a fare davvero spesso.
Meredith è una delle poche persone che non mi fa saltare i nervi,anzi credo l'unica,quindi non voglio farle credere minimamente che abbia fatto qualcosa.

"Vieni dai",le dico con un cenno del capo,"Ho ancora dieci minuti prima della lezione".

Andiamo verso le scale vicino alla classe e mi siedo con un tonfo sospirando pesantemente.

"Proprio non e giornata eh?",mi chiede mettendomi una mano sul ginocchio.
"Già".

Ancora non sono ben riuscita ad assimilare gli avvenimenti che mi si sono catapultati addosso.
Il pugno di Josh e la foto di Caroline si sovrappongono alla donna dei capelli castani e alla litigata con mio padre.
Una donna. Mio padre ha una donna. È davvero assurdo.
E io che credevo che la sua vita privata si fermava al parlare con la spillatrice del suo ufficio invece nel suo ufficio ci si trastulla!

"Vuoi dirmi cosa è successo?".
"Caroline era davvero importante vero?",chiedo senza nemmeno pensare.

Meredith sembra spaesata dalla mia domanda ma è la prima domanda che mi è venuta in mente.
Si può provare un sentimento cosi cattivo e pieno di odio verso una persona che in realtà hai amato?
Josh la ama ancora? Ha una sua foto nel comodino...

"Lo era",mi risponde dopo un po',"Lo era cosi tanto che quando se ne è andata è come se per Josh fosse tutto sparito".
"Cosa vuoi dire?".
"Era come se non avesse più motivazione di vivere".

Mi irrigidisco sul posto alle sue parole.
Nessuna motivazione per vivere? Quante volte ho provato questa sensazione. Quante volte mi sono chiesta 'A cosa serve? A cosa serve continuare se tanto non sto vivendo veramente?
Conosco quella sensazione e la sua frase mi sta facendo come se qualcuno mi abbia appena dato un pugno allo stomaco.
Quel momento in cui respiri ma lo fai solo perché ti è inevitabile. Quel momento in cui guardi ma non vedi. Quello in cui senti ma non percepisci.
E tra guardare e vedere,sentire e percepire,c'è una differenza abissale.
Anche Josh ha provato questo? Come ha fatto a superarlo in un solo anno?
Anche tu lo hai superato...

"Com'è possibile?".
"Cosa?".
"Sembra che la odi cosi tanto in realtà",le dico confusa.
"Infatti la odia dal profondo del suo cuore".
"Non capisco...",continuo ancora più confusa.
"Il fatto che la odi cosi tanto significa che l'ha amata davvero molto,se se ne fosse fregato quando è partita,vorrebbe dire che non gli è mai importato di lei".
"Capisco",dico ancora interdetta,"Beh si dovrebbe avere senso".
"Mettila cosi",mi dice sorridendo malinconicamente,"Metti l'amore e l'odio di Josh per Caroline sotto la stessa onda".
"Una sorta di paragone?".
"Esatto".
"Quindi l'odio di Josh per Caroline e tanto quanto l'ha amata?".
"Credo di si",sospira.
"Allora deve averla amata davvero tanto".

Seguono istanti di silenzio in cui rifletto su quanto l'amore e l'odio possano essere due sentimenti cosi diversi ma cosi uguali.
Poi comincio a riflettere su ciò che possa aver provato Josh e mi accorgo che probabilmente ho usato il tempo sbagliato per definire il suo sentimento.

"Ho usato il passato ma credo che avrei dovuto usare il presente",dico rompendo il silenzio.
"Non ti seguo".
"Ho che deve averla amata davvero tanto ma credo che la ami ancora".
"È questo che ti preoccupa?".

In realtà non mi ero mai preoccupata di questo ma il fatto che non abbia negato e mi abbia risposto con un'altra domanda ora mi sta preoccupando.
Tra Josh e me la situazione è complicata ma sicuramente non siamo amici che chiaccherano normalmente.
Il fatto che mentre sta con me in realtà ami un'altra non dovrebbe starmi bene ma non mi sento ancora cosi potente nei suoi confronti da dirglielo.
Nessuno può imporre a qualcun'altro chi può amare e chi no,solo che fa male.

"Nono",sorrido perché non voglio altre complicazioni.
"Sicura?",mi chiede gentilmente.
"In realtà c'è altro...",provo a deviarla dall'argomento Caroline.
"Dimmi pure".

Ancora una volta il suo tono dolce e i suoi ricci corvini mi sciolgono dandomi la sicurezza di poterle parlare sempre di tutto.

"Ieri ecco...",comincio nervosa,"Ho visto mio padre con una donna che si baciavano".

In realtà avrei dovuto dire che li ho beccato in pieno e che avevano dei volti scioccati ma lasciamo stare.

"Cosa?",quasi urla,"Davvero?".
"Si",rido davvero per la sua faccia.
"Oh wow cioè...wow",ancora non riesce a dire una frase di senso compiuto.

"Si wow",ripeto,"Anche se la mia reazione non è stata proprio questa".
"Tu non lo sapevi?".
"No. Stavo andando a prendere le chiavi della mia macchina nel suo ufficio e li ho visti sulla poltrona".
"Oh...".

Quasi sono contenta che l'unica sconvolta qui non sono io.

"Lui sa che tu lo sai?",mi domanda.
"Si lo sa. Abbiamo cominciato a litigare furiosamente davanti a lei,l'ha persino difesa perché l'ho insultata. Ma cosa dovevo fare? Si chiama Isabel",concludo con una smorfia.
"Jennifer",ride lei,"Perché l'hai insultata?".
"Ma si chiama Isabel!", continuo mentre lei scoppia in un'altra risata.
"Cosa centra?"
"Non lo so,in realtà lei mi è sembrata anche abbastanza carina come persona. Ma chi mi dice che non sia una puttana succhia soldi?"
"Jennifer non parlare cosi!", mi ammonisce.

A volte mi dimentico che Meredith anziché dire 'culo' dice 'sedere' e che quando vuole imprecare usa 'accipicchia'.
Rido per la sua innocenza e dolcezza.

"Scusami miss galanteria" la derido.

"Mh", mi fa una smorfia arrabbiata per ridere subito dopo, "Non vuoi che tuo padre sia felice?"
"Cosa? Certo che lo voglio?", Che domande sono? "
"E non credi che questa donna lo renda felice?"
"Oh..."
"Non vuoi che dia una svolta alla sua vita?"
"Non l'avevo vista in questo modo in realtà, voglio che sia felice ma non cioè, chi diamine è lei? E poi perché non me ne ha parlato?" comincio ad agitarmi.
"Forse proprio perché sapeva che avresti reagito cosi"
"Ehi ma tu da che parti stai?"

Sto comincio ad agitarmi dal nervoso e ad un tratto mi sento estremamente colpevole.

"Dalla tua Jennifer", ride lei, "Ma prova a capirlo. Vuoi davvero che rimanga solo tutta la vita?"
"No", sussurro.
"Ecco vedi? E il fatto che tu ti sia arrabbiata non fa altro che fargli capire che abbia fatto bene a non dirtelo prima"
"Odioso questo tuo lato saggio", la derido.

In realtà l'unica domanda che ho in mente è "Si è dimenticato di mia madre?"
"Ehi Jennifer non vieni in classe?"

Leo compare davanti a me con il suo sorriso e i suoi immancabili cappelli blu.

"Leo,certo arrivo", dico alzandomi, "Grazie Meredith"
"Quando vuoi. Dopo vieni a pranzo con noi?" mi chiede speranzosa.

La possibilità di poter passare un'intera ora con la faccia di Josh a pochi metri da me non mi alletta per niente.

Dopo aver parlato con Meredith riguardo a mio padre sono leggermente più serena, ma da un'altro lato, ora sono più agitata riguardo a ciò che è successo ieri.

"Mh non so..."
"Avanti Jennifer perfavore", mi prega lei guardandomi con occhi dolci.
"Eh va bene!", dico alzando gli occhi al cielo per la sua tattica "Ci vediamo a pranzo"
"Aaah sii", mi tira in un'abbraccio che ricambio leggermente, "A dopo Jennifer"

Meredith praticamente corre dall'altro lato del corridoio e mi lascia con un Leo stranito dalla situazione.

"Va tutto bene?", mi domanda.
"Certo e tu tutto apposto?", la mia domanda suona quasi come una minaccia lo so.
"Si certo", mi risponde tranquillo.

Sono tentata di chiedergli se mi fa vedere quanto pesa il suo zaino ma sembrerei davvero una psicopatica.

"Sei di cattivo umore eh? Se vuoi saltiamo lezioni e andiamo a mangiare tanta cioccolata fino a svenire", propone dolcemente.
"No leo va bene cosi" dico con una risata sincera.
"Avantii", mi scompiglia i capelli, "Fammelo un sorriso"

Lo guardo confusa cercando di trattenere una risata mentre continua a fare facce buffe.

"Guarda cosi"

Mette un dito al lato sinistro e un'altro al lato destro della mia bocca alzandoli in modo da ottenere una specie di sorriso smonco.

"Leo mi fai sembrare una scema cosi", dico schiaffeggiandoli una mano e fa finta che gli abbia provocato un dolore atroce.

Forse sono solo io che sono paranoica,non c'è nulla che non va in leo,l'unica che ha qualcosa che non va sono io.
Rido quando comincia a incrociare gli occhi mentre un ciuffo blu si infila in mezzo ad essi.

"Ecco cosi ti voglio!", esulta dandomi una pacca sulla schiena facendomi entrare in classe.
"Siete in ritardo",proferisce il professor Lennon.

Mi è bastato sentire la sua voce per cadere nel baratro della rabbia un'altra volta.
Andando avanti io e il prof. Lennon non abbiamo migliorato i nostri rapporti,anzi,tutt'altro.
Lui continua a prendersela con me per qualsiasi cosa che accade e io continuo a rispondere in modo poco educato ogni volta che mi rimprovera.
Perché dovrei essere educata con qualcuno che non lo è con me?
Mi siedo al mio posto notando il suo abbigliamento che non oltrepassa mai il grigio o il nero.
Sembra in lutto continuo quest'uomo,non l'ho mai visto fare un sorriso,nemmeno un sorriso di soddisfazione.
È l'opposto della mia professoressa di letteratura che potrebbe sorridere anche al suo killer.

"Ho detto che siete in ritardo!", ripete il professore.
"Abbiamo sentito! Non siamo sordi"
"Ci scusi professore,non ricapiterà più"

Leo salva la situazione scusandosi per entrambi e nonostante il prof.Lennon sembra voglia ribattere decide di inzittirsi.
Oggi non è proprio giornata,spero lo abbia capito.

"Dovete impegnarvi di più ragazzi! Gli esami finali non saranno semplici come le verifiche che facciamo in classe!", tuona il professore.


"Amare qualcuno tanto lo si odia?"
Eppure fino ad oggi ho sempre visto l'odio e l'amore come due poli opposti.
Mio padre ama Isabel? Rabbrividisco solo al pensiero.
Lui ha amato solo mia madre e ha continuato a farlo anche dopo. Ci sono più grandi amori nella vita?

"Mi ascoltate almeno quando parlo in classe o perdo fiato a parlare con dei babbuini?"

Le sue urla mi stanno completamente fottendo la testa!

"Forse lei il fiato lo perde urlando non crede? Anziché urlare potrebbe spiegare gli argomenti che non abbiamo capito!"

Mi tira un'occhiata trucida mentre Leo mi fa segno di stare zitta,non so quante volte ormai me lo abbia detto.

"C'è qualcosa che la nostra signorina Milton non ha capito?", Odio quando mi chiama cosi.
"No io ho capito tutto!"
"Oh ma davvero?", chiede finto sopreso.
"Si davvero. Vuole che le spieghi qualcosa?"

Si sente una risata generale che non fa altro che irritare il professore e sinceramente anche me.
Non voglio far ridere,sono semplicemente arrabbiata e me la prendo per cose futili.

"Jennifer smettila",sussurra Leo.
"Non le consiglio di mettersi contro di me!"

Gli do uno sguardo annoiato e perfortuna la discussione non continua chissà dove saremmo andati a finire.
Se solo non urlasse cosi tanto e non trattasse male tutti i suoi alunni sarebbe davvero un grande professore.
Per quanto mi costi ammetterlo è davvero bravo nella sua materia,ma per sua sfortuna, lo sono anche io e su questo non può ribattere.
Sa benissimo che i miei disegni sono i migliori come sa che ho capito perfettamente tutti gli argomenti.
Dopo un tempo interminabile,occhiattacce dal professor Lennon e le battute di Leo,mi ritrovo a matematica mentre l'omino Michelin cerca di spiegare qualcosa che nemmeno lei ha capito.
Olly guarda la lavagna come se ci fosse sopra il codice da Vinci e non posso far altro che ridere alla sua espressione concentrata ma buffa.
Drake invece che oggi si è messo al mio fianco sembra immerso nei suoi pensieri.
Chissà a cosa sta pensando

"Non ci capisco niente!", dice Olly silenziosa imbronciandosi.
"Ripasseremo insieme questo argomento,tranquilla"
"Se non ci fossi tu come farei? Niente ecco cosa farei! In realtà non faccio mai niente,la mia vita sta diventando monotona,anche gli allenamenti sono sospesi per un po'. Sai perché?

Perché la coach ha il raffredore! Ma io mi chiedo ma chi se ne frega? Non è lei che che deve scuotere pom pom e fare acrobazie in aria che ti portano al vomito subito dopo.
La gente lavorava in miniera con la malaria in giro e lei non viene per un raffredore? Oltraggioso!"
"Olly ma cosa stai blaterando?", le chiede Drake.

Olly come suo solito salta da un'argomento all'altro cominciando a parlare a vanvera.
Molte delle volte capisco metà del suo discorso ma devo ammettere che mi diverte questo suo comportamento anche se molte volte non ha senso.

"Niente ho fame", Ecco appunto,non ha senso.

L'omino Michelin ha ricominciato a scrivere alla lavagna e Olly mi passa un bigliettino di carta vicino all'astuccio.
La guardo stranita ma lei fa un cenno verso il biglietto.

"Ho 'parlato' con Alan'"
"Perché il parlato è tra virgolette?", le domando.
"Ssshh"

Mi giro verso Drake e subito dopo mi guardo attorno.

"Tranquilla l'omino Michelin sta ancora cercando di capire cosa sta scrivendo alla lavagna e Drake è preso a costruire una torre di carta"

Sono tutti cosi interessati alla lezione di oggi.

"Perché continui a chiamarla omino Michelin?" ride lei.
"Ne è la fotocopia!", esclamo, "Comunque cosa vi siete detti?"
"Ecco in realtà non abbiamo proprio parlato", si morde il labbro lei.
"Olly cos'è successo?", le domando anche se ho già una mezza idea.

"Lo giuro! Ho provato a parlargli. Sono andata a casa sua e all'inizio sembrava che stessimo per cominciare una conversazione seria ma poi mi ha baciata e non ho capito più niente. Mi fa andare fuori di testa e poi ha delle labbre cosi morbide,come un cuscino,solo che non è la stessa cosa baciare il mio cuscino. Oh mio dio Jennifer"

Olly si prende i lunghi capelli tra le mani e sembra davvero frustrata.
Quanto la capisco,quanto capisco la frustrazione di non capire cosa prova chi ti piace.

"Dovresti davvero parlargli seriamente,forse dicendo già prima che non hai intenzione di fare altro"
"Mm. Dovremmo parlare divisi da una cella", propone.
"Cosi è esagerato", ridacchioo.
"Fidati è giusto!", si imbroncia guardando la lavagna facendomi ridere nuovamente.

Dopo mezz'ora in cui nessuno ha capito niente della lezione,nemmeno la professoressa stessa,ci dirigiamo in mensa visto che è troppo freddo di fuori per stare al campus.
Comunque credo che abbia trovato il suo diploma nel fondo delle pringles.
Olly sta parlando a tutta randa al suo cellulare di un qualche profumo francese dal nome che non ho ancora capito mentre Drake sembra ancora perso.

"Ehi riccio", lo richiamo,"Tutto apposto?"
"Certo perché?"
"Oggi mi sembri ancora più tonto del solito", dico dandogli una spallata scherzosa.
"Tu invece oggi sei anche più dolce del solito"
"Grazie riccioli d'oro", lo derido.
"E tu? Tutto apposto?"

So per certo dal tono con cui mi ha posto la domanda che lui sa qualcosa.
Ma non ho intenzione di affrontare il discorso nuovamente.

"Certo", dico facendo un sorrisetto.
"Sarà "
"Ecco la tua ragazza!", indico Meredith seduta con Josh e Alan.

Solo nel vedere Josh il nervosismo si espande in tutto il corpo e istintivamente stringo il pugno.
Quando mi giro verso Drake un sorriso ebete è comparso sul suo viso da idiota.

"Cos'è quel sorriso da scemo del villaggio?"
"A volte quando mi sveglio al mattino e c'è un suo messaggio sul cellulare non riesco a credere che sia la mia ragazza. Ho come paura che sia tutto un sogno e che lei scomparirà da un momento all'altro"

Osservo il riccio che guarda con occhi sognanti Meredith mentre ci avviciniamo e nonostante mi faccia piacere non posso che prenderlo in giro per il suo commento sdolcinato.
Gli tiro un pizzicotto sul braccio e lui sussulta all'istante.


"Perché lo hai fatto?"
"Visto? Non ti sei svegliato,quindi non è un sogno", li dico con un sorrisetto.

Drake scuote la testa divertito e si dirige a dare un bacio a Meredith mentre Olly si mette vicino ad Alan.
Al contrario di come accade solitamente,invece di mettermi vicino a Josh,mi vado a sedere nel lato opposto.
Prima ancora che possa sedermi una voce mi distrae e tutti si girano verso la voce.

"Devo parlarti"
"Cosa vuoi Melissa?", chiedo scocciata al massimo.

Il nostro ultimo incontro non è stato il massimo della normalità visto che era per terra che piangeva mentre io capivo sempre meno dal suo discorso.
Poi è arrivato Michael e lei si è trasformata nella vergine Maria.

"È urgente!", ripete agitata.
"Ehi Melissa tutto apposto?" le chiede Olly.

Giusto. Cheerleader!

"Sisi tutto bene", sorride sempre nervosa, "Quando ricominciamo ad allenarci?"
"La settimana prossima credo"
"Mh capisco", risponde sbrigativa, "Allora andiamo?"

Sbuffo sonoramente prima di guardare Meredith confusa e dirigermi con lei in un'angolo della mensa.
La gente ci guarda come se fossimo dei travestiti che girano nudi per la scuola. Vedere me e Melissa insieme deve essere davvero esilarante per loro,chissà cosa si aspettano.
Sicuramente se deve fare una delle sue scenate da oca starnazzante non finirà bene.

Finalmente Melissa si ferma e noto che indossa una felpa molto coprente anche se le calze lo sono ben poco.
Sembra per metà Melissa e per metà no,almeno ha abbandonato la sciarpa.

"Quindi cosa vuoi?", chiedo brusca.
"Agitatina?"
"Si", dico schietta, "Allora?"

Non ho davvero voglia di Melissa ora.
Non ho voglia di nessuno.

"Hai per caso parlato con Michael?"
"Eh?", chiedo confusa.
"Cioè tu,nel senso,hai detto qualcosa a Michael riguardo a ciò che è successo in spogliatoio?"
"Perché avrei dovuto dire a Michael che ti ho trovato per terra che piangevi?"
"Ssshh", mi avvicina lei, "Non cosi ad alta voce"

Vorrei poter dire che tanto non ci sta prestando attenzione nessuno e che se voglio posso anche urlare ma non lo posso fare.
Ci stanno fissando in troppi quasi peggio di quando passeggio con Josh.

"Quindi lui non sa niente?", chiede ancora.
"No niente,perché?"

Riesco a vedere Josh che mi lancia occhiate omicida dal suo posto.
Cosa vuole? Sono io quella che dovrebbe essere arrabbiata.
Ricambio un'occhiata da 'Se potessi sbatterei la tua faccia sulla tavoletta del water fino a farti perdere la memoria'.
Non credo che un'occhiataccia riesca a dire tutto questo ma non importa.

"Non sono affari tuoi" borbotta Melissa.
"Come scusa?", chiedo abbastanza indignata, "È inutle che mi fai discorsi criptici e mi trascini via con te se poi non mi dici un cazzo Melissa! Sono abbastanza irritata oggi non mettertici anche tu"
"Come siamo mestruate oggi", sbuffa lei , "Eh va bene. Diciamo che a volte tende a diventare un po' protettivo"
"Sarebbe a dire?"
"La sera di quel giorno mi ha chiamata chiedendomi se stavo bene perché mi vedeva strana", mi rivela.
"E tu gli hai risposto che stavi cercando di suicidarti con una sciarpa?"
"No!", sbotta lei, "Ho detto che andava tutto bene. Conosco Michael da un bel po' di tempo e so quanto riesce a preoccuparsi"
"Si me lo ha detto che vi conoscete da tanto"

Melissa sbarra gli occhi quasi avesse visto la luce divina e si avvicina di un passo.

"Cosa? Ha parlato di me? Cosa ti ha detto? Quanto avete parlato?"
"Oh oh calma", dico spostandola, "Non avvicinare i tuoi capelli ossigenati cosi tanto a me"
"Jennifer perfavore! Cosa ti ha detto?"

È la prima volta che sento dalla sua bocca un 'perfavore' e sembra anche piuttosto disperata.

"Ha detto che vi conoscete da tanto tempo e che tua mamma lavora per loro"

"E basta?" domanda frenetica.
"Mmm..." provo a pensare mentre mi guarda come se dovessi darle una caramella, "Ah si! Ti ha chiesto di uscire un'anno fa ma tu hai rifiutato"

Melissa avvampa e potrei quasi cuocerci della carne sulle sua faccia in questo momento da quanto è rossa.

"Io oh mio cioè che...", balbetta lei.
"A parole tue tranquilla" la derido.

Ora sono più che sicura che è completamente cotta di Michael.
Chi lo avrebbe mai detto?

"Perché te lo ha detto?" chiede in preda al panico.
"Che ne so! Non gliel'ho chiesto io. Non sei il mio tema di argomentazione preferito"

Melissa comincia ad agitarsi toccandosi continuamente i capelli e guardandosi i piedi.
Quasi quasi ora la metto ancora più in crisi.

"Ha detto anche che ci è rimasto male del tuo rifiuto"

Melissa si agita ancora di più sembra quei giochini in cui carichi la molla e cominciano a saltare ovunque.

Josh non fa altro che buttarmi sguardi confusi e rabbiosi.

Cosa crede di ottenere cosi?

"Non posso crederci!", sbotta lei.
"Ti piace Michael quindi?", chiedo facendola avvampare ancor di più comincio davvero a divertirmi.
"Stai zitta", e si copre gli occhi.
"Davvero non capisco perché tu abbia rifiutato. Michael per te è una mano dal cielo. Magari riesce a convincerti a cambiare colore di capelli"
"È complicato" dice quasi assorta nei suoi pensieri.

Il fatto che non risponda al mio insulto ma sembra agitarsi ancora di più mi mette seri dubbi.

"Forse", comincio io, "Dovresti provare a riavvicinarti a lui"
"A chi?"
"Alla donna barbuta della mensa", dico indicandola, "Ma a chi? A Michael!"
"No! Perché?" chiede come se stessi bestemmiando.
"Be' perché tu sei sul punto di svenirmi qui e sappi che non ho intenzione di alzarti,perciò ti lascerei qui e poi sembrava piuttosto imbarazzato anche lui quando me ne parlava e se ti ha chiamato significa che qualcosa gli importa"

Ancora non ci credo che sto spingendo Melissa verso le braccia di Michael ma lui sembrava averne una visione cosi diversa,quasi come se con lui fosse un'altra persona.
Ho visto Melissa cosi fragile in questi giorni che non so più a cosa pensare.

"Forse...", dice mordendosi il labbro , "È tutto apposto?"
"Non capisco", corrugo la fronte.
"Tra te e Josh è tutto apposto? Vi state uccidendo con gli occhi"
"Lascia perdere", dico con faccia disgustata.

Non ho intenzione di discutere con Melissa su questo e poi lei è troppo impegnata a sudare freddo per Michael.

"Hai altro da dirmi?", chiedo allontanandomi un po'.
"No"
"Bene allora ciao"

Faccio per andarmene ma la mano di Melissa si poggia sulla mia spalla facendomi fermare sui miei passi.
Cerca di evitare il mio sguardo e qualsiasi cosa stia per fare si sta davvero sforzando.

"Grazie per non aver detto nulla e per lo spogliatoio insomma"

Rimango incredula davanti a tutto ciò e Melissa sparisce in men che non si dica.
Cammino verso il mio tavolo ancora completamente interdetta ma riesco a sentire Olly che si dispera.

"Non ho capito davvero niente della lezione di matematica!" esclama Olly accasciandosi sul tavolino.
"Non capisci mai niente", la deride Alan toccandole i capelli guadagnandosi un'occhiataccia.
"In realtà non ho capito niente nemmeno io", la appoggia Drake.
"Nemmeno tu capisci mai niente", lo deride Meredith mentre lui sbuffa.

Alan alza la mano per dare il cinque a Meredith che ricambia ridendo.
È bello vederla cosi aperta con gli altri.

"Cos'è una coalizzazione contro noi due?", si offende Olly.

Mentre loro continuano la loro discussione su chi sia più intelligente noto Josh tenere lo sguardo fisso su di me e nonostante io ora lo stia guardando non decide di distoglierlo.
Alla fine stufa di tirargli occhiataccie mi decido a smettere di guardarlo e mi giro sbuffando.

"Josh prendo il tuo orario un'attimo",dice Alan prendendo lo zaino di Josh sulle gambe.
"Attento non si sa mai che cominci a sbraitarti contro perché hai toccato le sue cose",dico guardando Josh anziché Alan.
"Eh?",chiede Alan.
"Fai pure Alan sono sicuro che tu prenderai solo l'orario e niente di più ",gli ordina Josh.
"Io fossi in te starei attento potrebbe cominciare a urlarti contro nonostante tu non abbia fatto niente".

Alan è rimasto con l'orario a mezz'aria mentre Olly,Meredith e Drake ci guardano confusi.

"No perché lui non si farà i miei affari",quasi ringhia.
"Non si sa mai quando si ha a che fare con psicopatici con problemi di rabbia",ringhio quanto lui.
"O con strambe asociali, dieci giorni si e uno no, che non si fanno gli affari propri".

"Ma che succede?",sento Olly sussurrare.
"Quindi cosa vuoi fare ora? Tirare un pugno al tavolo?".
"Non mi provocare Jennifer!",sbatte il pugno sul tavolo.
"Tranquillo!",sbraito di nuovo alzandomi,"Me ne vado".

Me ne vado a passo veloce uscendo dalla mensa presa dalla rabbia.

Chissà quante volte le persone nella mensa hanno assistito a una delle nostre litigate ma questa volta è stato proprio un tempo record.
Non sono passati nemmeno dieci minuti e la litigata è durata ancora meno.
Non so più per quale motivo sia più arrabbiata ora come ora,ma in un certo senso,sapevo che non sarebbe andata bene a pranzo.
Sia io che Josh siamo arrabbiatil'uno con l'altro e quando siamo entrambi arrabbiati è una catastrofe.
Di fuori è freddo ma non ho la minima voglia di vedere nessuno quindi mi sono rifiugiata sotto al mio solito albero.
Probabilmente si gela ma sono cosi adirata contro quel ciuffo castano ramato che non lo sento nemmeno.
Mi ha dato dell'associale stramba ficcanaso?

"Non è un po freddo per fare un pic nick?".

Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti l'ultima persona che in questo momento avrei voluto vedere.
Avrei preferito ritrovarmi Melissa piuttosto che lui.
I suoi capelli biondi che nascondono il suo sguardo mentre mi chiede scusa balenano nella mia mente.

"Che vuoi Clark?".

Il suo ciuffo scuro che nasconde in parte la sua parte rasata è perfettamente pettinato e indossa uno dei suoi impeccabili gile.
Non mi sono scordata di ciò che mi ha detto e so che mi ero ripromessa di chiedere spiegazioni ma ora non ne ho davvero voglia.
Mi basta già avere una grande bellezza insopportabile che mi gira attorno non me ne serveun'altra.

"Fai finta che non esisto",si siede vicino a me.
"Cosa vuoi Clark?".
"Fare due chiacchere",risponde noncurante.
"Fa freddo vai dentro",continuo a mangiare.
"Potrei dire la stessa cosa di te".
"Non sono una persona freddolosa"mi difendo mentendo.
"Nemmeno io".

Sbuffo sonoramente provocando in lui una piccola risata ma continuo a non prestar attenzione guardandomi in giro.

"Come mai sei qui sola?".
"Come mai sei qui?",chiedo provocando in lui uno strano sorriso.
"Te l'ho detto avevo voglia di fare due chiacchere".
"Ci sono tantissimi altri studenti con cui puoi fare due chiacchere".
"Voglio parlare con te",sfoggia un'altro sorrisetto.
"Bene. Io no".

Clark continua a ridere e non sembra per niente offeso o sorpreso dalla mia scontrosità.
Cosa sa lui su di me?

"Come mai sei cosi scontrosa oggi?",mi domanda avvicinandosi.
"In quanti avete ancora intenzione di chiedermelo?".
"Io finché non mi risponderai".

Mi giro verso Clark regalandogli un'occhiataccia ma continua a non sembrarne turbato.
Lo osservo attentamente e ha ragione Olly. È davvero un bel ragazzo.
Però non sembra americano e nemmeno inglese a dire il vero. Sono tentata di chiederglielo ma non vorrei si facesse strane idee.

"Non sono affari tuoi",dico acida.
"Sei cosi scorbutica con tutti?".
"Solo con chi mi sta antipatico",faccio un sorriso falso.
"Nemmeno mi conosci. Come fai a dire che sono antipatico?".
"Nemmeno tu mi conosci eppure mi sussurri all'orecchio cose senza senso".

Seguono attimi di silenzio e vedo Clark titubante per la prima volta.

"Non ti si è mai levata dalla testa quella frase vero?",domanda riacquistando quel suo ghigno.
"Non ci ho fatto caso più di tanto",mento spudoratamente.

So il tuo segreto Jennifer Milton. Tu fai parte della categoria del dolore,quella che non baratterebbe la proprio felicità.
Questa maledetta frase ha girato nei meandri della mia mente per giorni e giorni.
Il fatto che me la abbia detta lui mi fa innervosire ancora di più.

"Non mentire Jennifer",ride lui ma faccio finta di non ascoltarlo ,"Sei arrabbiata con il tuo ragazzo Josh?".
"Chi ti dice che è il mio ragazzo?",scatto subito e Clark ride.

Non lo so nemmeno io se lo è, come può dirlo lui?

"Seriamente? Sembrava volesse staccarmi la testa quando mi sono avvicinato a te".

Faccio uno sbuffo infastidito per nascondere il piccolo sorrisino che si sta per creare.
Mi piace in un certo senso questa sua sorte di gelosia finché non diventa una possesione.

"Quindi è per lui?",domanda ancora.
"Può essere".
"Se io avessi una ragazza cosi bella cercherei di farla arrabbiare il meno possibile".

Cerco di nascondere il rossore che sista per crearsi non continuando a guardarlo.

"Se tu fossi il mio ragazzo non resisteresti un giorno".
"E perché?",ride lui.
"Sono una persona complicata",ammetto pensandolo veramente.

So ammettere i miei difetti forse anche più dei miei pregi.
Sono consapevole che non sia una persona semplice con cui è facile venire a contatto ma sono anche consapevole che nemmeno Josh è una passeggiata.
Forse per questo in un certo senso riusciamo a sopportarci,sempre se ci riusciamo,ormai non lo so più.
Quando abbiamo tempi di pace l'uragano è in arrivo pronto a portarseli via.

"Mi piacciono le persone complicate".
"Stai dicendo che ti piaccio?",chiedo sfacciata guardandolo negli occhi.
"Mi sembra che questo si era capito".

Clark continua a guardarmi negli occhi e io fisso i miei nei suoi.

Sta dicendo esplicitamente che io gli piaccio? Come può dirlo? Nemmeno mi conosce.

"Stai delirando",rido scuotendo la testa e Clark mi rivolge un'altro sorriso.

Un sorriso diverso,molto bello,si addice perfettamente ai lineamenti della sua faccia.
Scuoto nuovamente la testa per i miei pensieri strani.

"Clark",dico quasi in un sussurro.
"Jennifer".
"Cosa intendevi con quella frase? Riguardo al dolore. Tu cosa ne sai di che cosa provo io e a quali segreto ti riferivi?".

La missione 'fai finta che non ti importa nulla' e stata sostiuita dalla missione 'scopri di tutto quanto anche dove compra le mutande'.

"Insomma non ti era rimasta impressa eh?",ride.
"Rispondi",sbuffo.

Clark rimane in silenzio ma a un certo punto vedo la sua mano allungarsi sul mio viso.
Fa girare il mio viso verso di lui e con il pollice fa dei piccoli cerchi sulla mia guancia.
Il suo tocco è cosi diverso da quello di Josh. Il tocco di Josh mi pietrifica e nello stesso momento mi fa persino avvampare mentre quello di Clark è semplice un tocco.
Un banale e semplicissimo tocco.
Si tiene a debita distanza senza avvicinare il mio viso al suo e non ho intenzione di distogliere il contatto o di scacciare via la sua mano.
Ho come la sensazione che se lo facessi non risponderebbe mai alla mia domanda,sempre se voglia farlo.

"Il segreto dei tuoi occhi",continua a vedere il mio verde.
"Come scusa?".
"Ogni paia di occhi ha un segreto".
" E i miei occhi che segreto nascondono?".

Clark continua a fissare i miei occhi. Guarda fisso il mio verde come se ci stesse leggendo dentro un libro.
Poi si allontana e si alza mettendosi davanti a me ma comunque a debita distanza.

"Nascondono il dolore".
"Non provo dolore",mento subito.
"Si invece lo provi. Lo hai provato e stai continuando a provarlo tutt'ora"
"Tu cosa ne sai?".
"Bisogna aver provato dolore per potere dire che ciò che hai detto nell'ora di letteratura"
"Bisogna aver provato dolore per poter riuscire a trovarlo negli occhi degli altri".

Clark mi guarda intensamente facendo un sorriso cosi triste che sento gelare il cuore.

"Può essere",si gira,"Attenta mia cara Jennifer,il dolore fa cadere nel baratro della disperazione se non si sta attenti".

Guardo la figura di Clark andare via da me lasciandomi con una pesantezza dentro che non riesco a scacciare.
Cadrò anche io nel baratro della disperazione? Si legge cosi tanto dolore in me?

****
Anonymou's Pov

"Sono stanco di aspettare!",praticamente urlo,"Voglio sicurezze!".
"Capo ci stiamo provando ma è difficile!",si lamenta uno dei miei compagni.

Mi avvicino a passo felpato e lo prendo per il colletto sbattendolo contro il cofano della macchina.

"Cosa è difficile? È solo una ragazzina e Josh un riccone senza cervello,cosa non riuscite a capire?".
"È più complicato di quanto sembra",dice un'altro,"Non sappiamo se questa Jennifer è importante per lui quanto sembra".
"Avete detto che è sempre con lui no?".
"Si ma non sappiamo se è una di passaggio o meno. Ci sono giunte voci che stanno insieme e altre che dicono che lei è il suo passatempo per Novembre".

Passatempo per Novembre eh?
Quindi la rossa non significa nulla? Eppure qualcosa mi dice che ci sbagliamo e che è più importante di quanto crede.



"Non capisco perché non puntiamo su Meredith",cantilena mia sorella.
"Ci abbiamo provato per mesi. La sorella è irraggiungibile. È sempre accompagnata e quando non lo è sta in casa e poi a quanto pare Drake ora è il suo ragazzo. Voglio che Josh soffra per davvero. Voglio che soffra per amore. Voglio che veda la persona che ama cadere a pezzi davanti ai suoi occhi".
"Lo voglio anche io e lo sai",mi appoggia mia sorella.

Fissiamo tutti quanti la ragazza rossa seduta sotto l'albero e non so cosa darei per marchiare quella sua pelle candida con il mio nome stampato sopra.

"Capo non credi che sia rischioso puntare cosi tanto su una Milton? Potremmo metterci in casini seri".
"So che è rischioso ma se farà del male a Josh allora rischierò ".

Butto a terra la canna e comincio a riflettere mentre mi mordo il labbro quando riesco a intravedere il suo collo bianco.

"Tu",indico vicino a me,"Devi starle più vicino,devi sapere di più!".
"Si capo"

Soffrirai Josh. Soffrirete entrambi.
La dolce Caroline non sarà l'unico amore della tua vita che perderai.

7

Eccomi quii! So che ho aggiornato piu' tardi del solito ma ho fatto un tatuaggio e ho il braccio fuori uso. Ho fatto davvero fatica a scrivere .

Allora che ne pensate?

I Jesh continuano a farsi guerra mentre una nuova donna entra nella vita del padre di Jennifer.

Melissa potrebbe diventare amica di Jennifer? Lo credete possibile?

Vi fidate di lei o di Olly?

La parte che mi e' piaciuta' di piu' e' stata la conversazione con Clark

"Bisogna aver provato dolore per poter riuscire a trovarlo negli occhi degli altri"

"Attenta mia cara Jennifer,il dolore fa cadere nel baratro della disperazione se non si sta attenti"

Sono ritornati all'azione le figure sconosciute che minacciano i Jesh.

Il momento si avvicina.


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